Un partitino nato sotto cattivi auspici , dove l'ombra del tradimento pesa come un macigno , Un capopopolo che non riesce più a frenare l'esodo di coloro che oggi hanno crisi di coscienza . I pezzi stanno cadendo uno ad uno ed entro breve , come prassi vuole , avremo finalmente l'aborto di un partito ...mai partito
CONFERMARE E SMENTIRE ... meglio in rosso ... il nero non gli si addice più
Crolla tutto, non c’è niente da fare. Le crepe all’interno del gruppo che tra pochi giorni diventerà partito sono sempre più palesi. Per ora Fini, da bravo muratore, tenta di rattoppare qua e là come può, ma non si sa fino a che punto le sue “lunghe telefonate” ai deputati in crisi di coscienza riusciranno nell’impresa di evitare l’implosione di Futuro e Libertà. Dopo aver purgato la prima ideologa del movimento, la bolognese Sofia Ventura, che per aver osato auspicare le dimissioni del Presidente della Camera è stata crocefissa sul Secolo d’Italia, ora avanza qualche perplessità sulla linea di Fli pure l’altro pensatore, Alessandro Campi, che tra l’altro è pure direttore scientifico della Fondazione di Fini, FareFuturo.
Solo ieri rilasciava alle agenzie e al sito Linkiesta dichiarazioni che (in teoria) non avrebbero dovuto ammettere repliche, né dare adito a fraintendimenti:
“Non si può essere ideologi buoni per tutte le stagioni. Siamo passati dalla critica a Berlusconi all’invettiva, e mentre sulla critica lo abbiamo messo in difficoltà, con l’insulto sposiamo tesi su cui la sinistra perde da quindici anni”.
Tradotto, in poche parole Campi annunciava di non avere alcuna intenzione di partecipare al Congresso fondativo del partito, in programma nel fine settimana a Milano. In teoria.
Sì, perché appena informato delle dichiarazioni del suo nuovo mentore, Gianfranco Fini alza la cornetta e lo chiama. Una lunga chiacchierata, al termine della quale Campi è un’altra persona: “Domani mi vedrò con Fini di persona, comunque vorrei sdrammatizzare… a Milano a questo punto sarò costretto ad andare, non potrei mancare per nulla al Mondo”. Bene, un altro folgorato sulla Via di Damasco, buon per lui. Finita qui, la vicenda? Magari, perché poche ore dopo, ecco rispuntare Campi, stavolta con dichiarazioni all’Ansa:
“Vorrei confermare e smentire quanto detto. Confermo le mie riserve sul terzo polo, sulla grande alleanza con Vendola e con il Pd, sulle invettive contro Berlusconi. Servirebbe invece costruire un centrodestra diverso da quello berlusconiano, e farlo con libertà di testa ma barra ferma, senza accusare di mancata ortodossia chi fa le critiche.
Ortodossia. In pratica, Campi sta accusando il suo capo di aver fatto quello che Fini rimproverava a Berlusconi: cacciare o limitare nella libertà d’espressione chi dissente. Oddio, non è una novità.. è sufficiente fare mente locale e ricordarsi il trattamento riservato dall’ex leader di AN a coloro che osavano non concordare con lui. La smentita, invece, sta nel fatto che il Professore voglia lasciare Fini, benché “auspichi che Fini sappia andare avanti su una linea chiara senza tentennamenti, quella della costruzione di un movimento che guarda al futuro con respiro strategico, e non si fa sopraffare dalle difficoltà contingenti cambiando linea e posizione e disorientando gli elettori”.
Al di là che non si capisce nulla del gergo politichese dell’ideologo smarrito, siamo davanti ad un dramma: un partito che ancora deve nascere è praticamente già in fin di vita. L’aborto è prossimo.
Confermare e smentire