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    Liberale Dubbioso
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    Predefinito SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM





    THREAD SPECIALE PER LE ELEZIONI DI MEDIO TERMINE
    "REPUBLICAN IN NAME ONLY"

  2. #2
    Liberale Dubbioso
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Usa, Obama alla resa dei conti

    Per le elezioni di metà mandato del 2 novembre, i registi dei due partiti studiano come conquistare il Congresso. I democratici si affidano a Chris van Hollen, la riscossa repubblicana parte da Pete Sessions. Ecco le loro strategie

    Chris van Hollen
    Per respingere l’assalto dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti di Washington, Nancy Pelosi si affida a Chris van Hollen, il combattivo deputato del Maryland appassionato sostenitore dell’energia rinnovabile che guida il comitato elettorale democratico puntando alla mobilitazione di massa dei militanti liberal. Per la speaker della Camera è un rovesciamento di approccio di 180 gradi: nel 2006 guidò i democratici alla conquista del Congresso spingendo Rahm Emanuel, che allora coordinava la campagna per la Camera, a reclutare candidati centristi per conquistare voti moderati in fuga dai repubblicani di George W. Bush. Fu così che i «cowboy democratici», come vennero chiamati, espugnarono molte roccaforti conservatrici, difendendo il porto d’armi e condannando l’aborto. Quattro anni dopo tutto è cambiato: l’America è spazzata da un vento di protesta economica che penalizza il presidente democratico Barack Obama e favorisce i repubblicani. Per difendere la Camera, che controlla il bilancio del governo, Pelosi affida dunque a van Hollen la strategia opposta. Non si gioca più in attacco ma ci si arrocca in difesa. L’intento dunque è polarizzare il voto per spingere la propria base alle urne.
    Obama ha seguito il suggerimento di van Hollen dichiarando in un’intervista al magazine Rolling Stones: «Dobbiamo battere l’apatia dei nostri elettori perché altrimenti rischiano di tornare i repubblicani di Bush». Ne sono seguiti gli attacchi personali a raffica da parte di tutti i volti più in vista della Casa Bianca contro l’ex guru Karl Rove e John Boehner, il deputato dell’Ohio che vuole strappare la presidenza alla Pelosi. Oltre ad appiattire i repubblicani sull’eredità di Bush, van Hollen spinge i candidati democratici a usare «temi locali per mettere in evidenza l’estremismo del Tea Party» scommettendo su questa carta per allontanare elettori incerti e indipendenti dai candidati avversari in Stati moderati che nel 2008 votarono per Obama come Wisconsin, Indiana e Ohio.
    Trasformare il voto di Midterm in una miriade di scontri locali è l’espediente con cui Pelosi e van Hollen tentano di disinnescare il fattore negativo dovuto al calo della popolarità di Obama, precipitata al 47%.
    L’ultimo tassello della strategia per difendere la Camera - più a rischio rispetto al Senato, che i sondaggi descrivono in bilico - è fare fronte all’inattesa carenza di donazioni da parte dei tradizionali finanziatori di Wall Street ridistribuendo i fondi ai candidati attraverso scelte molto dolorose: niente più dollari per gli spot tv nei collegi ormai perduti in Ohio, Florida e Pennsylvania per concentrare il massimo sforzo in quelli ancora in bilico in Colorado, Georgia, Illinois, Kentucky, Massachusetts e New York. A tal fine serve la mobilitazione massiccia dei votanti afroamericani e Obama ha lanciato da Germantown, in Pennsylvania, un appello al voto della «nostra comunità» adoperando una terminologia per lui assai rara.

    Pete Sessions
    A guidare l’assalto dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti è Pete Sessions, il deputato del Texas figlio dell’ex capo dell’Fbi, a cui i leader del partito hanno consegnato due armi politiche: il documento «Pledge to America» con le promesse di drastici tagli fiscali e la delicata convergenza di intenti con i candidati dei Tea Party, che in molti casi nelle primarie hanno vinto contro i politici indicati da Washington. La strategia di Sessions, ispirata da John Boehner, è far nascere una nuova coalizione conservatrice trasformando il voto di Midterm in un referendum contro Barack Obama. L’ondata di protesta anti-establishment nasce dalla mancanza di 11,5 milioni di posti di lavoro e gli spot tv dei candidati di ogni collegio imputano il «peggioramento della crisi» alle politiche della Casa Bianca fatte di «tasse, spesa pubblica e debiti» che hanno impoverito il governo senza arricchire i cittadini. Per Sessions non si tratta dunque di vincere una moltitudine di duelli locali ma di assestare il primo schiaffo su scala nazionale a Obama «mettendolo in condizione di non fare ulteriori danni politici nei prossimi due anni». Se i sondaggi premiano questo approccio è perché, come osserva il politologo Mark Halperin, «Obama appare nelle fauci della morte politica in quanto viene avversato tanto dalle élites scontente per gli aumenti di tasse che dalle masse di milioni di senza lavoro che avevano creduto in lui nel 2008».
    Il cavallo di battaglia del referendum anti-Obama è la promessa che la prima decisione della Camera a guida repubblicana sarà azzerare la riforma della Sanità. È una direzione che premia le istanze dei Tea Party, ostili all’idea che il governo federale possa imporre ai cittadini l’obbligo dell’assicurazione sanitaria, e anche quelle di Wall Street perché sono molte le grandi imprese - a cominciare da McDonald’s - che non assumono per timore di incorrere in costi sanitari da capogiro. Dalla sua Sessions ha il «fattore entusiasmo» perché la base repubblicana, galvanizzata da volti come Sarah Palin e Glenn Beck, è più incline a recarsi alle urne rispetto agli avversari. L’incognita maggiore riguarda la scelta dell’elettorato evangelico perché fino a questo momento temi come l’aborto e le cellule staminali sono rimasti sullo sfondo di una mobilitazione conservatrice incentrata sull’agenda economica.
    I collegi da conquistare sono negli Stati conservatori persi nel 2008: Ohio, Florida, Iowa, Pennsylvania, Indiana. Il sogno è espugnare più seggi possibile nell’Illinois di Obama. Nei talk show tv, Sessions incarna lo stile franco e il linguaggio semplice di un padre di famiglia del Sud che si vanta di essere un «Eagle Scout» con quattro generazioni di Boy Scout alle spalle. Da qui le frasi essenziali che ne distinguono interviste e comizi: «Bisogna vivere entro i propri mezzi», «dobbiamo leggere bene le bollette», «riduciamo i debiti per far quadrare i conti» e «ridiamo energia alla libertà di impresa degli americani».

    Maurizio Molinari
    "REPUBLICAN IN NAME ONLY"

  3. #3
    Liberale Dubbioso
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Vi lascio il link della mappa elettorale del Tea Party eleborata dal New York Times.

    Tea Party map
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  4. #4
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    Predefinito Elezioni

    Maggioranza GOP alla House ma non in senato.

    N.

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    Predefinito Rif: Elezioni

    probabile

  6. #6
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    La lettura del giorno – Speranze e paure dei democratici – donne, ispanici, lavoratori bianchi e voto anticipato.
    20/10/2010
    di Valentina Pasquali


    Il Washington Post ci racconta come i democratici stiano corteggiando disperatamente le elettrici donne, le quali, tradizionalmente, rappresentano una base consolidata per il partito del presidente, ma che, quest’anno, sembrano invece tentate dall’astensionismo o, altrimenti, dal messaggio di austerità fiscale del GOP. Ad esempio, emerge dal più recente sondaggio di Washington Post/ABC News che le donne si dividono a metà tra democratici e repubblicani per quanto riguarda le elezioni per la Camera dei Deputati quest’anno, quando invece, storicamente, concedevano ai candidati del partito dell’asinello un vantaggio medio di circa 9 punti percentuali sugli avvesari conservatori.

    Secondo Politico.com, intanto, la battaglia per il voto dei bianchi della classe medio-bassa è sempre più difficile e forse sostanzialmente persa per il Partito Democratico. Secondo un sondaggio di Washington Post/ABC News, il 60% dei bianchi con un basso livello di istruzione dichiara di voler votare repubblicano quest’anno, contro solo il 31% che si dice per i democratici.

    Incerto, invece, l’esito del voto della popolazione di origine ispanica. La National Association of Latino Elected and Appointed Officials, una organizzazione non-governativa, calcola che circa 6,5 milioni di questi elettori si recheranno alle urne il 2 novembre, un milione in più del numero registrato nelle midterm del 2006. Questo dato sarebbe in controtendenza rispetto a altri studi statistici che prevedono un elettorato ispanico poco interessato e pronto a astenersi dal voto. Quale effetto avrà la partecipazione dell’elettorato ispanico è difficile a dirsi. Da un lato, visto le posizioni estreme di molti candidati repubblicani su questioni di immigrazione, sarebbe naturale che questi elettori si allineassero con i democratici e portassero il partito dell’asinello alla vittoria in stati come il Colorado, il Nevada e il Texas. La presenza di una serie di candidati del GOP di origini ispaniche, come ad esempio Susana Martinez, in corsa per il posto di governatore del New Mexico, potrebbe però attirare la loro attenzione e il loro voto.

    Infine, i democratici sperano di trarre qualche beneficio dagli elettori che stanno esprimendo le proprie preferenze già da adesso, grazie al sistema del voto anticipato e del voto via posta. Si calcola che, quest’anno, almeno il 30% dell’elettorato finirà per votare prima del 2 novembre. In alcuni stati come il Nevada, in cui il voto anticipato è reso particolarmente attraente dalla presenza di macchine per il voto elettronico nei supermercati, nelle palestre e nelle biblioteche, questo numero potrebbe salire addirittura al 60% di tutto l’elettorato. In un anno in cui i democratici si trovano a combattere con quello che viene definito “enthusiasm gap”, ovvero il fatto che gli elettori repubblicani sembrano più desiderosi di recarsi alle urne, il partito del presidente spera che, assicurandosi che la base di attivisti e sostenitori voti prima del 2 novembre, il giorno delle elezioni tutte le proprie risorse possano essere mobilitate al fine di rintracciare e convincere quegli elettori democratici che, invece, non sono altrettanto entusiasti del voto.
    dal blog CAFFE' AMERICA
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  7. #7
    Liberale Dubbioso
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Cresce l’antipatiadei lavoratori bianchi verso il Partito Democratico
    08/10/2010
    di Valentina Pasquali

    Un sondaggio uscito recentemente e condotto dall’Associated Press mostra un distacco crescente fra il gruppo di elettori etichettati come “lavoratori bianchi della classe medio-bassa” (ovvero coloro che non hanno completato l’università) e il Partito Democratico del Presidente Barack Obama.

    Il 58% di appartenenti a questo gruppo dichiara di voler votare per il candidato repubblicano a novembre, contro solo il 36% che si dice per il candidato democratico, una differenza di 22 punti percentuali, ovvero il doppio del margine già sostanziale registrato nel 2008, quando i repubblicani conducevano di “soli” 11 punti percentuali.

    Disperati per la cronica mancanza di lavoro, questi elettori, un gruppo demografico problematico per i democratici già da decenni, si stanno spostando ancora di più verso il GOP, diventando così un ostacolo sempre maggiore per il partito dell’asinello e, potenzialmente, un fattore determinante nel voto di novembre. Tradizionalmente, infatti, le elezioni midterm attraggono un elettorato quantitativamente più limitato e etnicamente più bianco di quello che partecipa alle elezioni presidenziali.

    I dati pubblicati oggi dal Ministero del Lavoro a proposito del tasso di disoccupazione non aiuteranno certo il partito del presidente. Spinto da una perdita netta di 159.000 posti di lavoro nel settore pubblico, e nonostante un aumento di 64.000 posti nel settore privato, il mondo del lavoro americano ha visto diminuire l’occupazione di 95.000 unità nel mese di settembre, con il tasso di disoccupazione che rimane testardamente bloccato sul 9,6%. Si tratta del quattordicesimo mese consecutivo in cui la disoccupazione rimane al di sopra del 9,5%, la stricia più lunga registrata dalla Grande Depressione degli anni ’30.

    dal Blog Caffè America
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  8. #8
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Il 3 novembre 2010 TVRadicale (la web tv dei Radicali http://www.tvradicale.it/ ) dedica l'intera nottata della propria programmazione a uno speciale sulle elezioni di mezzo termine negli Stati Uniti.
    Dalla mezzanotte alle 6 del mattino interviste, dibattiti, interventi, ospiti, collegamenti con gli USA... e molto altro sempre con l'interazione della chat che potrà proporre le proprie domande in tempo reale.
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Citazione Originariamente Scritto da -Duca- Visualizza Messaggio
    Il 3 novembre 2010 TVRadicale (la web tv dei Radicali http://www.tvradicale.it/ ) dedica l'intera nottata della propria programmazione a uno speciale sulle elezioni di mezzo termine negli Stati Uniti.
    Dalla mezzanotte alle 6 del mattino interviste, dibattiti, interventi, ospiti, collegamenti con gli USA... e molto altro sempre con l'interazione della chat che potrà proporre le proprie domande in tempo reale.
    Ottima segnalazione.
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  10. #10
    Vedo la mano invisibile
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Citazione Originariamente Scritto da MIKE_ Visualizza Messaggio
    Ottima segnalazione.
    :giagia:
    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

    SILENDO LIBERTATEM SERVO

 

 
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