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  1. #11
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    La verità produce effetti anche quando non può essere pronunciata.

    L. von Mises

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  2. #12
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Gia' mi immagino il titolone del Manifesto:

    FORTE AVANZATA DEI DEMOCRATICI.


    N.

  3. #13
    Liberale Dubbioso
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Un terzo degli elettori ancora indecisi
    26/10/2010
    di Valentina Pasquali
    Il più recente sondaggio di Associated Press-GfK rileva che, a una settimana dal voto del 2 novembre, circa un terzo degli elettori americani rimane indeciso sul da farsi.

    Il che sta motivando gli attivisti di entrambi i partiti a battere su quante più porte possibili per cercare di convincere questo numero ancora molto rilevante di elettori a dare la propria preferenza al candidato preferito. Il dato offre qualche speranza ai democratici, che sono indietro nei sondaggi, ma che sperano di recuperare grazie alle decisioni dell’ultimo minuto.

    Bisogna stare attenti però. La maggior parte di questo terzo di elettori indecisi appartiene al gruppo degli indipendenti, i quali, in questo ciclo elettorale, sembrano spostarsi decisamente verso i repubblicani.

    CAFFE' AMERICA
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  4. #14
    Liberale Dubbioso
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Obama cerca di fermare "l'Apocalisse"

    Democratici indietro di 15 punti nei sondaggi. Il presidente contrattacca su Web e tv

    MAURIZIO MOLINARI
    CORRISPONDENTE DA NEW YORK
    A 120 ore dal voto per il rinnovo del Congresso di Washington i sondaggi indicano la disintegrazione della coalizione elettorale democratica che nel 2008 fece vincere Barack Obama. Le indagini condotte da New York Times-Cbs e Gallup descrivono un netto spostamento di elettori dai democratici ai repubblicani. Per New York Times-Cbs la maggioranza degli americani considera il voto un referendum su Obama e percentuali significative di donne, indipendenti e cattolici rovesceranno la preferenza rispetto a quanto fatto nel 2008.
    La sorpresa maggiore arriva dalle donne: se finora preferivano i democratici con un margine di 7 punti ora invece privilegiano i repubblicani di 4 punti. È dal 1982 che la maggioranza delle donne preferisce i candidati democratici e se ciò sembra potersi ripetere è a seguito della fuga da Obama di un altro tassello della sua coalizione: gli elettori indipendenti. Il 47 per cento di loro ha già scelto di votare candidati repubblicani contro appena il 32 per cento per i democratici e il 17 per cento ancora di indecisi. Fra i cattolici l’allontanamento dai democratici si deve alle posizioni su questioni di valore - come l’aborto - mentre nel ceto medio l’elemento determinate è la povertà.

    Alcune delle dichiarazioni degli intervistati da New York Times-Cbs sono molto eloquenti, come nel caso di una donna quarantenne che dice «nel 2008 ho votato per un cambio ma il cambio avvenuto non è stato quello che volevo, siamo andati troppo a sinistra». A conti fatti il 46 per cento degli elettori si accinge a votare repubblicano contro il 40 di democratici e il 12 di indecisi mentre per Gallup il distacco è ancora più netto: fra i circa 40 milioni di elettori che andranno alle urne il 55 per cento è repubblicano contro appena il 40 di democratici e il 4 di indecisi. Pesa il fatto che la popolarità di Obama fra i bianchi è precipitata al 37 per cento mentre fra gli afroamericani è al 91.

    Sono numeri che consentono ai repubblicani di sentire già in tasca la vittoria alla Camera e di sperare anche in un bis al Senato, dove la maggioranza si gioca su un pugno di seggi ancora in bilico in Pennsylvania, Colorado, Illinois, West Virginia, Washington e Nevada. Proprio nel tentativo di aumentare le dimensioni della vittoria John Boehner, destinato a guidare la Camera, presenta il «programma di governo» promettendo tagli alla spesa pubblica per 100 miliardi di dollari, riduzione delle imposte e lo smantellamento della riforma della Sanità di Obama.

    Il presidente da parte sua tenta di aiutare i candidati democratici puntando su Internet e tv: oltre a un’intervista a tutto campo con i blogger progressisti per rilanciare l’appello a «votare tutti» è andato al popolare show tv di Jon Stewart. Il conduttore liberal, che nel 2008 lo aveva sostenuto, ha messo da parte l’humour bersagliandolo di critiche e Obama è scivolato quando ha detto: «Yes We Can, certo... ma... non può avvenire tutto subito». Sul «ma» Stewart e il pubblico dello studio lo hanno travolto sotto una fragorosa risata che lo ha fatto apparire un perdente. Commenta Karl Rove, guru repubblicano, «Obama sta portando i democratici all’apocalisse».

    Maurizio Molinari
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  5. #15
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    Predefinito Rif: SPECIALE ELEZIONI DI MIDTERM

    Intanto l'ultimo sondaggio per le presidenziali del 2012 dà Obama con sedici punti in più sulla Palin.
    A sentire l'aria sembra quasi che il Tea Party sia un movimento maggioritario, è solo un movimento populista strutturalmente minoritario ma che sta prendendo il controllo di un partito sempre più vecchio e sempre meno grande senza più una bussola.
    Perché l'unico tipo di rapporto che riusciva a concepire era di tipo feudale. Non aveva la minima idea di cosa fosse il cameratismo al quale anelava l'anima. (E. M. Forster)



 

 
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