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  1. #1
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    Predefinito Ai piedi del Trono vuoto

    Ai piedi del Trono vuoto


    Padre Gabriele Maria Roschini dei Servi Di Maria in una sua famosa dissertazione su “La Madonna del Santissimo Sacramento. Relazioni tra l'Eucaristia e la Madonna”, edita per i tipi di A. Belardetti, a Roma nel 1953, aveva raccontato che l’eminentissimo Cardinale Lepicier, riferendo al Papa Pio XI della visita da lui fatta in Abissinia, aveva Detto: "Ho Rilevato tra quelle popolazioni nere una spiccata devozione per tre cose bianche: l'ostia Bianca, la Vergine bianca e il Papa bianco". Il Papa fu molto commosso da questa asserzione. Padre Roschini continuava così: "Effettivamente tre radiosi misteri, e tutti e tre soffusi di un mistico arcano candore, distinguono nettamente, secondo un rilievo ormai diventato comune, la vera dalle false religioni "cristiane": il mistero dell'Ostia bianca, il Mistero della Vergine bianca e il mistero del Papa bianco.
    L'Eucaristia, la Madonna e il Papa! Ecco i tre grandi capisaldi della nostra fede cattolica, ecco tre potenti calamite, le tre stelle orientatrici delle menti e dei cuori sinceramente cattolici. Ecco le tre grandi sorgenti di forza soprannaturale della Chiesa cattolica, la Chiesa di cui Cristo, nascosto sotto i candidi veli eucaristici, è il Capo invisibile, di cui il Papa è il Capo visibile, di cui Maria Santissima è il Cuore. l'Eucaristia, la Madonna e Il Papa: queste tre mistiche bianchezze della Chiesa cattolica costituiscono un trinomio luminoso, compatto, inscindibile".
    Un Trinomio Inscindibile e, anche se il terzo membro del Trinomio sembra essersi oggi offuscato e quasi eclissato, il Papato di sempre, la serie compatta dei Papi (da San Pietro a Pio XII) brilla sempre e, se possibile di una bianchezza ancora maggiore, allo stesso modo in cui la corona solare diventa ancora più luminosa durante l’eclissi totale del Sole.
    L'Eucaristia, la Madonna, il Papato sono le basi del nostro “Integralismo” che poi è solamente il cattolicesimo integralmente creduto, integralmente difeso, integralmente praticato.
    Per questo non posso fare a meno di ringraziare come sempre l’amico Daniele Gandi, presidente del centro studi “Leone X” di Firenze, che anche per quest’annata mi consente di vergare qualche riga su una rivista gradevole ma necessaria come questa.
    Il “Guelfo nero” nasceva infatti quattro anni fa, concomitantemente con la prima giornata della Regalità sociale di Cristo a Modena, con una piccola ma significativa pretesa ovvero di essere una rivista cattolica, né più, né meno. Una piccola rivista cattolica giovanile locale, come ce ne sarebbero migliaia in una Chiesa cattolica in stato d’ordine, ma che l’attuale situazione rende assolutamente minoritaria e quindi, pur nella sua reale pochezza e deficienza, necessaria.
    Proprio in quest’ottica è doveroso ribadire alcuni semplici concetti, con quel taglio semplice e colloquiale che caratterizza la nostra rivista.
    In questi anni di tregenda e di tragedia, in cui i cattolici sono stati chiamati a difendere la Fede cattolica dal più poderoso e pervasivo attacco che sia mai stato portato “dall’interno della Chiesa” contro di essa, si è spesso dimenticato (in molti ambienti ma per fortuna non in tutti) che difendere la Fede significava anche e soprattutto difendere il Papato romano, difenderne tutte le prerogative, tutti i privilegi, la natura stessa. Anche contro chi tendeva a minimizzare la portata e l’autorevolezza degli “atti pontificali” dei “papi del concilio” in nome di una “Tradizione” spesso generica e non bene fondata, in nome di un “diritto di resistenza” che sovvertiva e annichiliva in radice l’essenza stessa della Chiesa cattolica. Si è purtroppo permesso che si spargessero a piene mani in conferenze, pubblicazioni, convegni e prediche, tutti i vecchi luoghi comuni storici e teologici della propaganda gallicana ed antinfallibilista, tutti i veleni del più vieto giansenismo e antiprimatismo, portando molti dei cattolici che si opponevano alla rivoluzione del 1965 su posizioni assai simili a quelle dei tanti “cattolici anonimi” che si incontrano nelle parrocchie occupate oggi dalla stessa Rivoluzione.
    Il Papato, vicariato di Cristo, è davvero la chiave di volta dell’intero cattolicesimo romano, cuore, centro e motore della Chiesa militante. Se la Chiesa cattolica è (ed è una definizione magisteriale e canonistica) una società perfetta come perfetta è la figura geometrica della circonferenza, allora il Papa è al centro di questa circonferenza. Perfectio circuli in centro posita est.

    L' attuale crisi d’autorità non può mai far venir meno la deferenza verso il trono, verso la cattedra di San Pietro, oggi formalmente vuoti e solo materialmente occupati. Un tomista insigne come Monsignor Andrea Cappellazzi scriveva nel suo “L'unità cattolica e la prosperità sociale” (Crema, E. Rolleri, 1891): “Quali sono i nostri rapporti, i nostri doveri verso il Sommo pontefice, vicario di Gesù Cristo? Al Principe si deve il servizio: fidelitas, reverentia, famulatus. Fedeltà! Non deferiamo dunque ad altri quell’onore che al Vicario di Cristo si deve, “honorem principatus ad alium non deferamus”. No, non vi sono due padroni, non vi possono essere due capi in tutto uguali, non si danno due supremi; uno solo è il Supremo. Il Pontefice è Cristo: Gesù benedetto vive, parla, regna, comanda, dirige, muove nella parola, nel gesto, nello sguardo, nella persona del Sommo Pontefice. O Voi tutti che sempre misurate la potenza, e, che ardite limitare l’autorità del Vicario di Gesù Cristo, voi che gettate sempre innanzi al Pontefice la libertà della ragione, i diritti dei cittadini, le glorie sole della patria: Voi, o figli delle aspirazioni moderne, che vedere sempre ai fianchi del Pontefice di Dio, e mettete anzi di rincontro alla sua veneranda maestà papale, le autorità umane contro l’autorità divina: voi tutti peccate contro il primo precetto del Decalogo”.
    Questo è il sentire schiettamente romano, papale e cattolico: lasciamo ad altri tipi di “cristiani” le trattative ecclesiastico-sindacali, i mimetismi machiavellici, i velleitarismi restaurazionistici, gli entrismi e i re-entrismi spacciati come atti di coraggio, il tanto comodo “parlar d’altro”.


    Piergiorgio Seveso

    Tratto da "Il Guelfo Nero", numero 5, ottobre 2010
    Ultima modifica di Guelfo Nero; 10-10-10 alle 16:20

  2. #2
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    Predefinito Rif: Ai piedi del Trono vuoto


  3. #3
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    Predefinito Rif: Ai piedi del Trono vuoto

    Molto attuale, purtroppo.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Ai piedi del Trono vuoto

    Cosi attuale che mi sto abituando...ma presto finirà.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Ai piedi del Trono vuoto

    A Dio piacendo, è in preparazione il numero 6 de "Il Guelfo Nero". Uscirà al sesto convegno della Regalità sociale di Cristo a Modena (8 ottobre 2011).
    Ultima modifica di Guelfo Nero; 24-09-11 alle 18:04

  6. #6
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    Predefinito Re: Rif: Ai piedi del Trono vuoto

    Nel mese di Agosto sarà preparato il numero 7 de "Il Guelfo Nero". Uscirà al settimo convegno della Regalità sociale di Cristo a Modena
    (ottobre 2012).

  7. #7
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    Anche quest'anno è uscito il numero 8 de "Il Guelfo Nero" (Ottobre 2013)

  8. #8
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2018/06/a...sta-una-mappa/

    ntroduzione

    L’ottimo web influencer sedevacantista francofono Valentin Wmont ci aveva già regalato un interessante elenco con le 101 più “rilevanti” personalità sedevacantiste al mondo che avevamo tradotto per Radio Spada e pubblicato qui. L’elenco certamente incompleto non mancava di alcuni (forse provvidenziali ma comunque rilevanti) difetti: ad esempio era molto centrato sul laicato, trascurando le comunità religiose. Ora invece si rimedia con questo ricco elenco dedicato appunto alle comunità religiose sedevacantiste diffuse in vari stati. Lo traduciamo e riproduciamo per i nostri lettori in questa rubrica, sempre più a geometria variabile (un po’ come le nostre vite), sperando di fare cosa gradita e simpatica sia per i lettori sedevacantisti che per quelli non sedevacantisti del nostro blog. Dell’autore, molto attento al web, abbiamo conservato anche l’introduzione, scritta con una certa passione ed orgoglio d’ appartenenza (non sempre presente in questa rubrica assai più scanzonata) perchè conosciamo la crudezza delle polemiche tra una cum e non una cum specialmente in Francia e ne vogliamo trasmettere ai nostri lettori l’intensità. Buona lettura, buon ascolto, buona visione. La prossima puntata di questa rubrica si intitolerà “Sede vacante e guerre di religione”. (Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso)



    Ecco un elenco di foto e video di diverse comunità non una cum / sedevacantiste di tutto il mondo. Questa compilazione è stata fatta per contrastare le accuse, spesso false, riguardanti le suddette comunità, propagandate da gruppi “tradizionali” avversari. No, non siamo solo quattro gatti che vivono solo sulla rete. No, non siamo tagliati fuori dalla realtà. No, non siamo mostri deformi. No, non abbiamo tutti una storia psichiatrica. No, i nostri luoghi di culto non sono solo case o garage. No, qui non c’è più giansenismo o fariseismo che in altri movimenti “tradizionalisti”. No, non abbiamo tutti un coltello tra i denti. No, non cerchiamo la bruttezza o la tristezza, ma piuttosto un approccio sano al mondo, né accomodante né scrupoloso. Sì, qui anche da noi ci sono degli abusi, ma non per questo sono caratterizzanti. Questo elenco è ovviamente non esaustivo e non significa approvazione di tutte le pratiche o le dottrine di queste organizzazioni.
    .
    Germania: due piccole, molto discrete ma molto concrete comunità del CMRI. (https://www.materdeiseminary.org/)

    Possiamo anche menzionare padre Rolf Lingen, indipendente, noto anche per alcuni video dove insegna esercizi ginnici :

    .
    Argentina: essenzialmente due gruppi. Il SRSLRF di Monsignor Luis Armando Argueta: Sociedad Religiosa San Luis Rey de Francia
    La CJM di Monsignor Andres Morello di cui segnaliamo i video dal canale Catolicosalerta di Youtube e il suo blog Compañia de Jesús y de María :

    (Nota dei redattori: segnaliamo anche la cappella IMBC di Don Sergio Casas Silva (https://www.sodalitiumpianum.it/santas-misas/)

    .
    Belgio: esiste una grande comunità di IMBC a Dendermonde, dove celebra abitualmente il vescovo Geert Stuer: Processie Maria Hemelvaart, 2017 Dendermonde - Sodalitium
    così come una struttura indipendente più piccola legata agli abbè francesi Belmont e Seuillot, a Drogenbos, diversi membri dei quali si sono distinti alcuni mesi fa, a Bruxelles per una protesta antiecumenica:


    C’è anche l’abbè Jacqmin, anche lui indipendente, che tiene due cappelle: https://pewtube.com/search?orderBy=n...rchType=upload
    .
    Stati Uniti: dove si trovano le principali organizzazioni sedevacantiste, è inutile dire che è anche dove si trovano le comunità più numerose (Il Messico potrebbe essere numericamente più fornito ma mancano dati statistici).

    Il CMRI del vescovo Mark Pivarunas ha diverse grandi cappelle. Ecco vari esempi di attività:


    Photos | St. Therese the Little Flower Catholic Church



    e diverse scuole: St. Michael's Academy ? Traditional Catholic Academy (CMRI) in Spokane, Washington



    http://www.ourladyofthesun.com/our-l...he-sun-academy


    La FSPV di Monsignor Clarence Kelly ha circa dieci luoghi di culto https//stpiusvchapel.org/index.php/photos
    così come diverse scuole Pictures :: Daughters of Mary
    Le loro suore producono album musicali


    e veli



    Da rimarcare anche il seminario di Monsignor Donald Sanborn in Florida: https://photos.google.com/share/AF1Q...1zb1NNQUpMdDVn


    Aggiungiamo anche la chiesa di Santa Gertrude la Grande, curata da monsignor Daniel Dolan e da padre Cekada in Ohio:


    Photos | Traditional Latin Mass Resources
    e St. Gertrude the Great » Photo Gallery

    .
    Il SRSLRF, per lo più con sede in Argentina, ha anche una chiesa a Tampa in Florida:


    Francia: diverse importanti comunità, come l’IMBC a Parigi: Pèlerinage à Lourdes - Sodalitium
    la cappella dell’abate Guépin a Nantes: https://www.ouest-france.fr/treillie...tionale-544705 o quella benedettina di Padre Mercier a Faverney: In Memoriam R.P. Pierre Verrier #1
    Nessun video di riunioni pubbliche su Youtube rivela una mentalità piuttosto discreta tipica dell’ambiente francofono.

    Italia: roccaforte dell’IMBC, dove vive don Francesco Ricossa: Fotogallery Archivi - Sodalitium

    Possiamo anche menzionare padre Florian Abrahamowicz, vicino al CMRI, domusmarcellefebvre110815 molto noto per aver realizzato un autodafé degli atti del “concilio vaticano II”:


    .
    Messico: luogo di nascita delle prime organizzazioni sedevacantiste, possiamo citare il gruppo di monsignor Luis Alberto Madrigal:

    e

    o il seminario dell’SST di Mons. Moisés Carmona:

    e Galerias ? Obispo en Misiones
    società nota anche per perpetuare le adorazioni notturne sin dal 1956:

    C’è anche la FSVF di Monsignor Juan José Squetino: Fundacion San Vicente Ferrer: Misa Solemne y Confirmaciones en Irapuato- Virgen del Carmen 2017

    Pochi video trovati in rete, tuttavia, probabilmente a causa della mancanza di risorse in molti villaggi.

    Polonia: una piccola comunità sedevacantista attorno a padre Trytek, molto conosciuto in Polonia che avrebbe detto pubblicamente in televisione: “Sarebbe auspicabile che tornassero i tempi in cui I sodomiti venivano bruciati sul rogo”.

    Questo il suo canale youtube: https://www.youtube.com/user/949anna
    .
    Regno unito: la battaglia sedevacantista fu iniziata con l’opera di Padre Oswald Baker

    di cui il gruppo di Monsignor Miichael French gruppo si considera l’erede .



    Da ricordare anche diverse radicamenti del CMRI in Inghilterra e Scozia https://www.materdeiseminary.org/wp-.../May-Adsum.pdf.
    .
    Ucraina: la Chiesa ortodossa greco-cattolica ucraina, uniate, del patriarca Elia A. Dohnal, ha fatto sua la constatazione sedevacantista ed è regolarmente bersaglio di media ucraini e della giustizia locale.

    e UOGCC / English / Video

    Mancano ancora molti posti e gruppi, come ad esempio quello del defunto mons. Oliver Oravec nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, ma, per quanto ne so, non trasmettono video o foto online. Non esitate a proporre altri riferimenti.

  9. #9
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2018/07/a...uerra-civile2/

    Sede vacante e guerra civile

    di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    Questa rubrica di Radio Spada, agile collezione di appunti sparsi, schegge e notarelle epigrammatiche, non nasce senza una pretesa che, nel suo piccolissimo – per non dire infino –, ha del rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, due laici, con toni volutamente leggeri, senza alcuna pretesa d’esaustività, consegnano ai lettori una sorta di autodiagnosi del cosiddetto mondo “sedevacantista” italiano. Lo fanno, si diceva, con quel poco di acume che Dio ha avuto la benevolenza di donare loro, consapevoli che in tempi ferrigni come quelli in cui stiamo vivendo, ormai privati di tutto, persino della dignità, l’autoironia è forse l’unica cosa che rimane: non ridarà la speranza, non risolleverà i cuori, ma almeno – si spera – strapperà un sorriso e, chissà, magari toglierà un po’ di polvere dalle menti appassite. A tal proposito è bene precisare che non è intenzione degli autori offendere nessuno. Saranno elencati numerosi limiti di un mondo marginale, angusto, a tratti persino fetido, ma un mondo a cui loro sentono irrevocabilmente d’appartenere. Ci potranno essere persino sferzate indelicate. Nel qual caso saranno date con la medesima asprezza di quelle che pure loro meriterebbero. Ogni difetto evidenziato è quindi anche e soprattutto loro, anzi, forse loro stessi sono il peggio che questo piccolo mondo antico abbia mai prodotto. Non è falsa modestia: in tempi di mediocrità diffusa come quelli in cui viviamo, essere pessimi è pur sempre un segno di distinzione [RS].



    L’apologetica sedevacantista è da molti anni impegnata in confronti serrati (un tempo su carta, ora più velocemente sul web) molto simili a logomachie diuturne, volti a sensibilizzare le coscienze di singoli e gruppi sull’evidenza, diremmo quasi sull’invasiva evidenza, della Sede vacante. Polemiche su polemiche, spesso fruttuose, a volte antiche rifritture tematiche in giro da più di un ventennio con interlocutori ormai ampiamente cristallizzati nelle proprie posizioni (siano esse all’interno dello stesso mondo sedevacantista oppure con i “cugini-fratelli coltelli” lefebvriani). Oggi non ci vogliamo ovviamente occupare di queste diatribe: se cliccate “sedevacantismo” sul motore di ricerca interno di Radio Spada, avrete di che leggere per almeno un annetto (forse di più). Piuttosto vogliamo occuparci in questo capitoletto di un tema poco affrontato, ovvero del “dopo”.

    Eh sì, perché, volenti o nolenti, prima o poi ci sarà un dopo-sede vacante, ovvero un momento in cui la Sede petrina tornerà pienamente occupata da un Papa cattolico, ovvero da un Papa. Il tema è sempre stato lasciato volutamente nel vago, anche perché sarebbe temerario parlarne con troppe certezze. In quest’ultimo anno abbiamo fatto molte ricerche per stanare in ambiente sedevacantista (francofono, anglofono o ispanofono) un qualche romanzo o racconto breve scritto da autore cattolico e dedicato ad una narrazione (futuribile, ucronica o utopica) della fine della sede vacante. Purtroppo non abbiamo ancora trovato nulla, ed è un vero peccato, perché i romanzi sono spesso luoghi di concretazione per le attese, i desideri e i sogni dei gruppi “di frangia” o anche per comunicare in una maniera più leggera ciò che in un saggio risulterebbe difficile o stucchevole.

    Come è noto a qualsiasi sedevacantista tesista (non da bar), due sono le vie maestre per la conclusione della Sede vacante: o per resipiscenza dell’eletto modernista (ad esempio Bergoglio o un suo successore) o per “deposizione” e sostituzione dell’eletto attraverso un conclave emergenziale (“concilium imperfectum sine papa”) convocato e composto da quel vescovo residenziale (o vescovi residenziali ex modernisti o anche altri elettori “cardinali” anch’essi resipiscenti) che avrebbe prima rivolto all’eletto modernista le monizioni canoniche (“Nemo haereticus nisi pertinax”). Entrambe le vie sono oggetto di discussione nel mondo sedevacantista (e non) ma questi dibattiti non possono essere tema del nostro articolo. A noi interessa l’impatto sociale e/o politico della fine della Sede vacante.

    Sia che il nuovo Papa cattolico venga eletto in maniera canonica, sia che venga eletto in maniera straordinaria, la sua elezione produrrebbe un’immediata riduzione secca dei cattolici al mondo di almeno il novanta per cento (a voler essere ottimisti), dal momento che i “neo-cattolici” si rifiuterebbero di seguire un nuovo Papa che abrogasse il Novus ordo, il Concilio Vaticano II, il codice del 1983, dichiarasse nulle le ordinazioni montiniane e tutto quello scaturito dal mondo conciliare (un po’ quello che accade al protagonista della serie tv “The Young Pope”). Il mondo cattolico ufficiale gli opporrebbe certamente un Antipapa o rimarrebbe fedele al “Papa modernista”, peraltro ben protetto dai poteri statuali nazionali e internazionali. Persino in un affascinante romanzo ucronico tipicamente lefebvriano come “Pio XIV, un papa di transizione” scritto dal salesiano don Giuseppe Pace negli anni Settanta, i primi due papi cattolici dopo il Concilio, Pio XIV e Pio XV, che tentano una via “riformistica per il ritorno alla fede cattolica”, vengono assassinati. Una certa narrativa di ambiente ratzingeriano che suggeriva un ritorno all’ortodossia per “viam accomodationis” non è risultata convincente, anche perché la rivoluzione conciliare galoppa in maniera sempre più irreversibile.

    Non è credibile nemmeno una certa narrazione informale che giura che il ritorno del Papato romano possa essere accompagnato da segni prodigiosi, miracoli, apparizioni celesti, interventi angelici etc etc. L’anno di Fatima appena trascorso ha vanificato le aspettative, le speranze, le pie chimere di un certo mondo “tradizionalista”: nessun segno tangibile, nessun castigo, nessun evento spettacolare. Nada de nada. Tutto nel più grigio anonimato che ci ha richiamato più le disperanti e soffocanti atmosfere di “Roma senza Papa” di Guido Morselli (di cui parleremo in un prossimo articolo) piuttosto che le tambureggianti aspettative di Riconquista da alcuni preannunciate. Già sentiamo (sempre in taluni ambienti tradizionalisti) spostare in avanti le date dei prodigiosi interventi celesti come facevano già i Testimoni di Geova a inizio Novecento per la fine del mondo (e ci scuserete se il paragone possa sembrare irriguardoso).

    Insomma, come narrato ne “Il Padrone del mondo” di mons. R. H. Benson, i “cattolici col Papa” si troveranno, nel momento decisivo, certamente in ampia, amplissima, forse sparuta minoranza, seguendo le vie della Grazia ma anche quelle più prosaiche di una nuova prospettiva ecclesiale da gestire. Certamente risulta, umanamente parlando, facilmente prevedibile che il Papa cattolico ed i vescovi a Lui fedeli non possano prendere possesso pacifico delle rispettive sedi (Vaticano, arcivescovadi, episcopi). Le sedi dovranno essere nuove, occasionali, forse clandestine e da trovarsi, a meno che qualche Garcia Moreno (cattolico e non “ortodosso”) redivivo nel terzo Millennio possa offrire ospitalità e ricovero al Papa cattolico, evidentemente espulso, perseguitato o perlomeno ostacolato nella propria azione di governo. Avremmo quindi un “Vaticano in esilio” (stavolta fortunatamente senza “Pope” Michael a oziare sulla sedia a dondolo) con tutto quello che una situazione del genere comporta. Evidentemente negli stati ove i cattolici fedeli al Papa fossero presenti coi loro vescovi, il contrasto coi neomodernisti diventerebbe via via più forte e cruento (a meno che qualcuno pensi che il ritorno del cattolicesimo romano sulla scena della Storia possa essere derubricato dall’aconfessionalismo degli stati moderni o dalla “laicità positiva” come mero fatto privatistico). Lo scenario “guerra di religione” è certamente possibile ma in modo molto diverso rispetto al conflitto cattolico-ugonotto, dal momento che i “nuovi ugonotti” (roncallian-montinian-wojtylian-ratzingerian-bergogliani) stavolta partirebbe da una posizione di vantaggio pressochè assoluta. Per quanto una certa parte di mondo sedevacantista (non solo italiano) si possa esser dotato di alcuni fedeli (di solito provenienti dall’estrema destra ma anche di questo parleremo in un futuro articolo) in qualche caso dalla formazione paramilitare abbastanza solida, in quei frangenti ci vorrà certamente qualcosa di più “corazzato” e di più articolato per affrontare tali emergenze.

    Nel titolo abbiamo usato l’espressione “guerra civile” che rimane abbastanza iperbolica dal momento che realisticamente l’eventuale conflitto riguarderebbe solo una parte marginale delle popolazioni (almeno in queste terre), data la generale secolarizzazione e incredulità. Si potrà forse parlare meglio di “guerra per bande”. Altrove lo scontro potrebbe essere più diffuso, specie nei paesi latini americani e ancor di più nel vicino Oriente, dove il conflitto tra i “cattolici col Papa” e altre confessioni cristiane potrebbe inserirsi in una situazione bellica già endemica di quelle terre. Una cosa è certa: quell’evento spezza-Storia potrà essere per il nostro piccolo mondo l’occasione per mostrare i nostri lati peggiori (meschinità, estremismo parolaio, viltà, allucinazioni puristiche), come i nostri lati migliori (fedeltà, coraggio fisico e morale, strategia, pietà, testimonianza fino alla morte).

    Quando avverrà? Ora ci chiedete troppo. Non siamo profeti, né (checché se ne ciarli) astrologi. Alla prossima.

    Scritto nell’Ottava dei Ss. Pietro e Paolo 2018

  10. #10
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    Predefinito Re: Ai piedi del Trono vuoto

    https://www.radiospada.org/2018/08/a...uido-morselli/

    Questa rubrica di Radio Spada, agile collezione di appunti sparsi, schegge e notarelle epigrammatiche, non nasce senza una pretesa che, nel suo piccolissimo – per non dire infino –, ha del rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, due laici, con toni volutamente leggeri, senza alcuna pretesa d’esaustività, consegnano ai lettori una sorta di autodiagnosi del cosiddetto mondo “sedevacantista” italiano. Lo fanno, si diceva, con quel poco di acume che Dio ha avuto la benevolenza di donare loro, consapevoli che in tempi ferrigni come quelli in cui stiamo vivendo, ormai privati di tutto, persino della dignità, l’autoironia è forse l’unica cosa che rimane: non ridarà la speranza, non risolleverà i cuori, ma almeno – si spera – strapperà un sorriso e, chissà, magari toglierà un po’ di polvere dalle menti appassite. A tal proposito è bene precisare che non è intenzione degli autori offendere nessuno. Saranno elencati numerosi limiti di un mondo marginale, angusto, a tratti persino fetido, ma un mondo a cui loro sentono irrevocabilmente d’appartenere. Ci potranno essere persino sferzate indelicate. Nel qual caso saranno date con la medesima asprezza di quelle che pure loro meriterebbero. Ogni difetto evidenziato è quindi anche e soprattutto loro, anzi, forse loro stessi sono il peggio che questo piccolo mondo antico abbia mai prodotto. Non è falsa modestia: in tempi di mediocrità diffusa come quelli in cui viviamo, essere pessimi è pur sempre un segno di distinzione [RS].



    di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso

    Certamente per un sedevacantista medio Roma senza Papa di Guido Morselli (la prima edizione Adelphi è del 1974) è una lettura che impressiona e lascia gli occhi sbarrati. Il povero e grandioso Morselli, ovviamente, quando scrisse il romanzo, nel 1966, non pensava affatto di stilare un racconto distopico-sedevacantista, ed invece ha realizzato un’opera magnifica e poderosa, tragica e soffocante, ricchissima di spunti.

    Nel capitolo precedente di questa rubrica avevamo abbozzato gli scenari che sarebbero stati possibili con la cessazione della sede vacante, ovvero il ritorno di un Papa cattolico in atto: su questo evento, che coincide con la risurrezione della sovranità spirituale nella storia umana, ci sarebbe da dire ancora molto (ce ne occuperemo in un prossimo capitolo dal titolo “Ritorno del Papa e stato d’eccezione”).

    Ora concentriamo invece il nostro sguardo su uno scenario opposto, quello della vittoria straripante e debordante del neomodernismo, ben raffigurata nel romanzo di Morselli, autore colpevolmente ignorato in vita dall’elite libraria italiana. Con la tipica mentalità con cui gli uomini degli anni Sessanta vedevano il futuro prossimo, Morselli accelera sul pedale del progresso tecnologico e dell’evoluzione antropologica, e ambienta all’inizio del XXI secolo una vicenda che sarebbe forse più adatta a un eventuale XXII secolo. Gli uomini, infatti, stanno colonizzzando la Luna, il mondo sta andando sempre più verso un’assoluta irrigimentazione dei rapporti economici e sociali attraverso la nuova dottrina della “socialidarietà”, Jacqueline Kennedy è presidente degli Usa, mentre lo stato italiano è governato permamentemente da una fusione tra Democrazia cristiana e Partito socialista.

    E la Chiesa cattolica che fa? Dopo il Concilio Vaticano II, la protestantizzazione è stata galoppante: abolito il celibato ecclesiastico, introdotto il diaconato femminile, relativizzati i privilegi mariani, il successore di Paolo VI, Libero I, ha anche abolito la talare papale per un più modesto clergyman bianco. Morto Libero I, il “pontefice regnante”, il benedettino irlandese Giovanni XXIV, ha pensato, in un’ottica di completa deromanizzazione e delocalizzazione del papato, di trasferire la sede petrina nelle campagne laziali, a Zagarolo, in un gruppo di palazzine campestri. Il “Papa” parla pochissimo in pubblico, è schivo e lontano da ogni forma di fasto antico (non porta nemmeno l’anello piscatorio). Pare, però, che sia fidanzato con Oona Lynne Berice Maraswami, teosofa, cultrice del buddismo zen e autorevole figura delle Nazioni unite.

    A Giovanni XXIV si rivolge il protagonista del romanzo, un canonico svizzero “conservatore” ma ammogliato, don Walter, insieme ad altri prelati della Foederatio Europea Mariana, per chiedere un intervento papale contro la campagna per l’abolizione dell’Iperdulia, in vista dell’imminente concilio Lateranense VI. In un’atmosfera kafkiana l’udienza viene più volte rinviata e l’attesa in una Roma assonnata, in perpetuo disfacimento e attonita per la perdita della sede papale, si protrae per circa un anno. Alla fine l’incontro ha luogo, ma si risolve in un nulla di fatto. Il “Papa” non si occupa più di faccende terrene, nemmeno ecclesiali, lasciando ai perplessi iperdulisti frasi aforismatiche che (s)velano il mistero della crisi della chiesa: “I preti sono portati a vedere il buon Dio a loro immagine e somiglianza, anche quando predicano che siamo noi a immagine e somiglianza Sua. Invece… bisogna persuaderci che Dio è diverso, Dio non è prete… E nemmeno frate”.

    Il romanzo non ha una conclusione, il finale è aperto. Tutto in fondo sembra normale, il mondo procede su strade di progressivo miglioramento: le pastiglie e l’uso della psicanalisi (anch’essa cattolicizzata) fanno miracoli, e qualcuno pensa addirittura di evangelizzare anche i primi computer, che stanno assumendo una propria personalità. Non solo, ma al “Papa”, ormai completamente fuori dal tempo, dalla storia e dalla politica, viene chiesto paradossalmente, come ad Alessandro VI o a Leone XIII, un arbitrato per la divisione dei territori lunari. Tutto il mondo continua a vivere e a “progredire” come se nulla fosse, ma Roma è “senza Papa”.

    Alla fine della lettura ci accorgiamo che i veri protagonisti del romanzo siamo noi stessi, prigionieri di questa realtà distopica di completa inversione valoriale. Come nel film The final girls del 2015, dove gli attori sono intrappolati in una pellicola cinematografica (un b movie horror degli Anni Ottanta), così anche noi cattolici integrali nell’anno di disgrazia 2018 viviamo in catene, pur nell’assoluta certezza di un complesso, tortuoso ma inevitabile non praevalebunt.

    Elenco delle puntate precedenti

    I sottoscala dell’esistenza

    Catacombe e osterie

    Aberrazione e abitudine

    Thuc: un vietnamita per amico

    101 personalità sedevacantiste

    Monsignor Joseph Selway un nuovo vescovo per la Sede vacante

    In morte dell’abbè Jean Siegel

    Non possumus arriva in Francia

    Non possumus in Francia: una nuova puntata

    In mortem di S.E.R. Mons. Francis Slupski CSSR

    Policentrismo sedevacantista: una mappa

    Sede vacante e guerra civile

    Puntate onorarie:

    Orgogliosi di essere la vergogna della Tradizione

    Radio Spada: cinque anni di battaglie

 

 
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