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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    Donbass: ambasciatore ucraino in Germania, Berlino incoraggi nostra adesione alla Nato

    Berlino, 18 apr 07:17 - (Agenzia Nova) - La Germania dovrebbe avere un atteggiamento proattivo e incoraggiare la rapida adesione dell'Ucraina alla Nato proprio mentre aumentano i timori di un nuovo conflitto nel Donbass, l’area orientale del Paese est europeo. Lo ha detto l'ambasciatore ucraino in Germania, Andriy Melnyk, all’edizione domenicale del quotidiano tedesco “Die Welt”. "La Germania in particolare, in quanto Paese che ha una responsabilità storica speciale per i crimini nazisti contro il popolo ucraino, deve svolgere un ruolo di primo piano affinché l'Ucraina possa diventare un membro della Nato. E ciò dovrebbe accadere il più rapidamente possibile, senza ‘se’ e senza ‘ma’”, ha detto Melnyk. L’ambasciatore ha aggiunto che l'adesione dell'Ucraina alla Nato impedirebbe una nuova guerra su vasta scala in Europa, spiegando che non sarebbe un’azione provocatoria ma piuttosto una sorta di "doccia fredda" per la Russia. (Geb) © Agenzia Nova -

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  2. #22
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    Stiamo già rimpiangendo Trump....
    E da un bel pò, a dir la verità...
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
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  3. #23
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    LA GRAN BRETAGNA SI APPRESTA AD INVIARE LE SUE UNITÀ NAVALI NEL MAR NERO
    18 Aprile 2021 da Redazione 1 commento
    Nel mezzo alle crescenti tensioni tra Russia e Ucraina, il Regno Unito intende inviare le sue navi da guerra nel Mar Nero.

    Il quotidiano britannico Sunday Times , citando alti funzionari della Marina del Regno Unito, ha sottolineato questa domenica che l’imminente dispiegamento militare di unità della flotta britannica nel Mar Nero è effettuato per “mostrare solidarietà” con l’Ucraina e gli alleati nell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO).).

    Un cacciatorpediniere di classe Tipo 45 Daring equipaggiato con missili antiaerei, insieme a una fregata antisommergibile Tipo 23, lascerà il British Royal Navy Carrier Strike Group nel Mediterraneo diretto al Mar Nero, attraversando lo stretto del Bosforo, vicino alla città di Istanbul, nel nord-ovest della Turchia, secondo la pubblicazione.

    Il rapporto aggiunge che i caccia stealth F-35B e gli elicotteri antisommergibile Merlin rimarranno vigili sulla portaerei ‘HMS Queen Elizabeth’, considerata l’ammiraglia della Marina britannica, per supportare, se necessario, le navi da guerra che verranno schierate nel Mar Nero.

    Un portavoce del ministero della Difesa britannico ha detto al Sunday Times che Londra sta lavorando a stretto contatto e di concerto con l’Ucraina per “monitorare” la situazione.

    “Il Regno Unito e i nostri alleati internazionali sono fermi nel sostenere la sovranità ucraina e la sua integrità territoriale” , ha detto il portavoce, citato in forma anonima dal quotidiano.
    Secondo gli esperti britannici, Londra vuole giocare un ruolo chiave nella direzione ucraina. In particolare, si suggerisce che “questo ruolo potrebbe essere anche maggiore di quello degli Stati Uniti”.

    All’inizio di aprile, una fonte non identificata citata dalla rete televisiva statunitense CNN ha indicato che Washington invierà navi nelle prossime settimane per mostrare il suo sostegno a Kiev contro Mosca.


    Caccia-torpedineire britannico
    Di fronte a una situazione del genere, la Russia, che considera una provocazione il dispiegamento militare vicino ai suoi confini, ha lanciato una serie di esercitazioni navali nell’area sotto l’occhio vigile della NATO. Con una misura decretata di recente, la Russia ha bloccato l’ingresso di navi miltari straniere nel Mar di Azov e nelle vicinanze delle acque territoriali della Crimea.

    La tensione tra Russia e Ucraina è aumentata nel 2014, quando la regione del Donbas nell’Ucraina orientale è stata teatro di scontri tra i combattenti per l’indipendenza filo-russi e l’esercito ucraino. Nella seconda metà del 2020 la guerra nell’Ucraina orientale ha raggiunto la sua tregua più lunga. Ma, dal gennaio 2021, si sono moltiplicati gli scontri tra le truppe indipendentiste e quelle ucraine. Nel frattempo, Mosca e Kiev si accusano a vicenda di bloccare il processo di negoziazione.

    Fonte: Hispan tv

    Traduzione: Luciano Lago

  4. #24
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    UCRAINA/RUSSIA: LA GUERRA INCOMBE di Stefano Orsi

    Con l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Joe Biden, l’orologio della storia è tornato indietro di quattro anni. Siamo allo stesso punto in cui ci saremmo trovati con Hillary Clinton come Presidente e nei medesimi teatri bellici. Solo che con l’elezione di Donald Trump, la Russia ha avuto quattro anni per prepararsi alle intenzioni manifeste degli USA: arrivare inevitabilmente e a ogni costo a un conflitto per riportare la Russia al loro modello ideale, uno Stato diviso e frammentato senza alcuna valida guida, come loro avevano progettato negli anni Novanta di Boris Eltsin. Trump non è stato un Presidente incline alla guerra, Biden invece lo è e lo era anche come vice di un altro guerrafondaio, Barack Obama. Dal mese di dicembre quindi abbiamo assistito ai preparativi della Russia, di tutti i suoi sistemi difensivi e offensivi, su tutto il territorio del Paese. Sapevano bene che cosa sarebbe arrivato assieme al “Sonnacchioso Joe”.

    Obbedendo ai voleri di Washington, a partire dalla fine di febbraio, l’Ucraina ha iniziato a muovere truppe e mezzi sempre più ad Est. Gli accordi di Minsk 1 e 2 sono stati sistematicamente violati in ogni parte, i cannoni sono tornati laddove non potevano stare, così come i carri armati, i mortai pesanti, i blindati. Solo a movimenti quasi a termine, la Russia ha iniziato a posizionare le proprie forze lungo il confine occidentale, perché i riposizionamenti ucraini dovevano ricevere adeguata risposta. La minaccia era chiara, Kiev intendeva riprendere con la forza quei territori che perse nel 2014 a seguito del golpe di Maidan, della proclamazione delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk e del referendum della popolazione in Crimea che richiese l’annessione alla madrepatria Russia, referendum riconosciuto e accolto nel suo esito dalla Federazione Russa.

    La Russia ha dato prova di incredibile capacità logistica portando al fronte, lungo tutti i confini con la vicina Ucraina, innumerevoli unità, spostando dapprima quelle del Distretto Meridionale e poi via via facendo giungere nel settore forze da molti altri distretti anche agli estremi orientali del Paese, come nel caso dei marines di Vladivostock. Il ministero della Difesa ha precettato 16 mila carri ferroviari che servivano per le industrie, l’agricoltura e l’economia del Paese.

    Fin dalle prime notizie, quindi, mi è parso evidente che di scherzo o semplice esercitazione non si trattasse. A mano a mano che i filmati dei convogli in movimento o in arrivo si susseguivano, si svelava ciò che molti ancora oggi non riescono a realizzare: non si sta preparando un conflitto, ma un conflitto è già in corso. Non sto parlando del conflitto nel Donbass. Il dispositivo militare messo in campo dalla Russia, e prima ancora dall’Ucraina, sono preparati per uno scontro massivo, in cui il teatro di guerra non sarà più o solo quello delle due Repubbliche secessioniste e i protagonisti non saranno solo l’esercito ucraino e le male addestrate milizie popolari. Questa volta è tutto diverso, l’esercito russo non avrà un ruolo di presenza ai confini come nel 2014, questa volta interverrà.

    Gli anni sono trascorsi e l’esperienza maturata dalle forze russe, esercito da un lato e politica dall’altro, ha affinato le loro arti, ne ha amplificato i sensi, affilato gli artigli. Nel 2014 spostare masse di soldati così numerose, con tanto equipaggiamento e farlo in un tempo incredibilmente breve, sarebbe stato impossibile. Tutti i sistemi d’arma impiegati dall’esercito russo sono stati aggiornati e modificati sulla base dell’esperienza bellica siriana. Molti reparti si sono avvicendati, così come anche gli equipaggi degli aerei. Sulla base delle loro esperienze sono stati individuati debolezze, difetti, pregi, punti di forza, modificate le tecniche di impiego, le armi da impiegare. Elicotteri Mi e KA ne hanno tratto molto giovamento. Molte soluzioni del carro armato T90-M, nate dal suo impiego sul campo di battaglia, sono state adottate anche per le nuove versioni aggiornate dei T72B3M. Tutti i caccia (Su-24, SU-25, SU-34, Mig35S, Mig 30SM2) sono stati aggiornati, e anche i bombardieri TU-22M3M e TU-160M2. Di quest’ultimo è stata anche riavviata la produzione, tutti i velivoli ancora efficienti sono stati nuovamente dotati di Sonda per il rifornimento in volo.

    Molti nuovi sistemi d’arma sono stati presentati in questi anni dal settore missilistico russo: Khinzal, KH101, il primo ipersonico il secondo subsonico ma stealth, lo Zirkon, l’aliante ipersonico Avangarde, e molti altri ancora. Gli attacchi di Usa e Israele in Siria hanno consentito di affinare le capacità di gestione dei sistemi difensivi antiaerei. I famosi S300 PMU2 non hanno mai lanciato perché hanno sempre lavorato sottotraccia acquisendo informazioni sulle strategie e sulle tattiche di attacco delle aviazioni occidentali, monitorando anche gli aerei Stealth occidentali presenti in Medio Oriente. Un accumulo di informazioni ed esperienze che non ha prezzo.

    Gli ucraini si sono portati molto a ridosso del Donbass e della Crimea, con minori forze ai confini Nord e Nord-Est. Anche nel settore Ovest sono state trasferite molte unità per portarle a ridosso della zona delle operazioni, in quello che dovrebbe essere il teatro nelle fantasie ucraine, ovvero Donetck e Lugansk. Diverse fonti confermano che il loro addestramento si è particolarmente incentrato sul CQB, Close Quarter Battle, in ambiente urbano. Nelle loro intenzioni ci sarebbero la conquista delle città di Donetck e Lugansk e la difesa ad oltranza di Mariupol, oltre che la devastazione della Crimea con le artiglierie pesanti, per poi tentarne la riconquista. I comandi ucraini probabilmente sono partiti dal presupposto di contenere lo scontro nei limiti del precedente conflitto, ipotesi forse rafforzata da consulenze americane. Ma le cose potrebbero andare molto diversamente.

    Le truppe schierate dalla Russia contano decine di battaglioni, a Nord, a Smolensk, molti a Voronezh, il grosso a Rostov sul Don dove sono circa 15-20 battaglioni e in Crimea dove sono arrivati altri 10 battaglioni schierati. Il tutto coperto dall’ombrello delle più svariate tipologie di sistemi antiaerei, dai famosi S400 Triumf, gli S300, S350, Buk M2 e M3, Pantsir, Tor M2, e circa 350 velivoli tra caccia e cacciabombardieri destinati a sostenere le operazioni. L’Ucraina invece è praticamente priva di aviazione, le decine di droni che probabilmente possiede la rassicurano visti i risultati dell’Azerbaigian nel Nagorno Karabakh, ma la Russia non è l’Armenia, così come non lo è stata la Siria o lo scenario libico.

    Se lo scontro divamperà, allora non sarà limitato ma totale, tutta l’Ucraina ne verrà interessata, dalle infrastrutture alle vie di comunicazione. Non credo si assisterà ad una lunga campagna aerea preparatoria sul modello della guerra anglo-americana all’Iraq, perchè la Russia non può permettersi di lasciare tempo agli Usa o alla Nato di organizzare una reazione. A costo di perdite maggiori, le forze di terra di Shoigu avanzeranno su Karkov, Sumi, Chernihiv, Dnepopetrovsk, Poltava, Zaporizie, Odessa, Mikolaiv e infine si occuperanno del grosso dell’esercito ucraino bloccato tra Dnepopetrovsk e il Donbass, con poco carburante e bersagliato dai caccia.

    Vedremmo, in caso di guerra, diversi sbarchi anfibi, reparti aviotrasportati dietro le linee nemiche, moderni sistemi di guerra elettronica ed informatica affrontarsi in nuovi teatri mai visti prima, se non solo da una parte della barricata. Vedremo Kiev circondata e molti profughi non russofoni prendere la via della regione di Leopoli, anticamente appartenuta alla Polonia. La gran parte della popolazione delle altre regioni dovrà invece scegliere, se restare se nella Russia allargata alle loro terre o migrare a Ovest. L’Ucraina potrà vendere cara la pelle nelle fasi iniziali, ma i limiti abnormi nella logistica bloccheranno le sue armate sulle loro posizioni, decretandone la sconfitta in tempi relativamente brevi.

    Non ci sono possibilità per gli ucraini, non esiste scenario credibile che non preveda il loro collasso dopo una settimana di combattimenti. Sottoposti ai bombardamenti aerei giorno e notte, al martellamento continuo delle artiglierie, interi battaglioni di Kiev lasceranno armi e attrezzature sul posto, solo un numero limitato di unità combatterà perché addestrate in maniera decente e perché molto indottrinate, ma la loro sorte non muterà. Feci una simile analisi delle possibilità delle forze curde nei confronti delle truppe turche ad Afrin prima e nel Nord-Est della Siria poi, e non sbagliai. Anche sulla strategia della guerra in Siria non sbagliai. Ora non vedo possibilità reali per l’Ucraina di sopravvivere come Stato a una guerra a tutto campo con la Russia.

    Purtroppo ci sono molteplici segnali del fatto che la guerra incombe:

    il numero delle forze già schierate, che già oltrepassano le centinaia di migliaia di uomini, e il fatto che ancora ne arrivino oggi.
    il fatto che la Russia si stia premurando di portare ingenti rifornimenti in Siria sia via mare (4 navi in una sola volta a Tartous) sia con molti cargo alla base aerea di Hemeimin, stessa cosa attraverso ponte aereo per la base in Armenia.
    L’arrivo dei cronisti di guerra russi, solitamente molto ben informati e ben inseriti nell’ambiente militare russo.
    La completezza degli schieramenti assemblati senza trascurare nessuno dei possibili scenari di attacco o difesa, persino una dozzina di mezzi navali da sbarco sono stati portati a Rostov sul Don dal Mar Caspio, cui si aggiungeranno a breve nel mar Nero tre mezzi di classe Ropucha usati per rifornire la base di Tartous dalla Flotta del Baltico.
    Che siano state mosse unità ben addestrate ma incredibilmente distanti come i Marines di Vladivostock, dal Distretto Orientale.
    Che le esercitazioni a fuoco navali abbiano progressivamente interdetto la navigazione nel Mar Nero ad altre unità navali militari, e abbiano in pratica interdetto l’ingresso e l’uscita dal Mare d’Azov per tutti con blocco di fatto di Mariupol.
    Un rafforzamento molto corposo delle difese antinave e antiaerea che è stato approntato nella penisola di Crimea, con arrivo anche di caccia SU-34 che sono dotati del migliore radar di rilevazione e attacco navale al mondo.
    La missione di Lavrov in Egitto, probabile che oltre di Libia abbiano parlato anche della garanzia di mantenere Suez navigabile, durante un eventuale conflitto, per le navi russe o di alleati che dovessero portare rifornimenti in Siria.
    La Propaganda comunicativa che, dopo aver portato le forze a violare gli accordi di Minsk, presenta ora Kiev come se non volesse lo scontro, e sappiamo bene che loro hanno eseguito ordini molto precisi impartiti dagli USA.
    Lo stesso tentativo USA di fingere di voler ripristinare un dialogo interrotto da mesi con la Russia, è finalizzato al creare i presupposti di inevitabilità di uno scontro bellico, ma attribuendone le colpe alla controparte, non sarebbe necessario se NON si volesse un reale conflitto.
    La speranza che si risolva tutto con un mio errore di valutazione c’è e rimane forte, ma quando guardo ai fatti reali, tutto mi dice che il conflitto è già stato deciso da tempo, e che in questi giorni stiamo solo assistendo alla sistemazione in loco delle ultime tessere di un complesso puzzle, avviato anni fa, e da poco ripreso in mano per essere completato.
    Credo che la prima finestra adatta alla guerra si apra in questo fine settimana, tra sabato notte e lunedì mattina, perché ormai tutto è al suo posto. Inoltre il tempo è un fattore essenziale: non si possono tenere tanti uomini e mezzi nelle condizioni di accampamento, oltre i 15-20 giorni un esercito moderno decade nella sua capacità e prontezza. Da questo fine settimana quindi ogni momento potrebbe essere quello buono per dare “fuoco alle micce” sperando che, assieme ad esse, non salti tutta la polveriera su cui siamo anche noi.

    * Fonte: Lettere da Mosca

  5. #25
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    Com'è che nessuno dice nulla?

  6. #26
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    avevo un viaggio in Ucraina previsto per il 2020 rimandato causa covid, mi hanno fatto un voucher valido fino a fine 2021, con questa guerra mi sa che non potro' andarci neanche quest'anno e quindi perdero' il voucher
    oppure prendo il rischio e vado solo a Leopoli, Kiev e Odessa, sperando che non succeda niente

  7. #27
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    LA PRESIDENZA DI BIDEN SARÀ DISTRUTTA DALLA SUA POLITICA ESTERA DISSENNATA

    di Larry Johnson.

    Joe Madness (Biden) e la sua cerchia di complici hanno intrapreso una politica estera che rischia di portare a una nuova guerra che metterà in pericolo gli Stati Uniti e rafforzerà la crescente percezione che il Paese sia debole e diviso. Ci sono tre punti caldi preoccupanti (Ucraina, Cina e Iran) che potrebbero esplodere in qualsiasi momento e catapultare gli Stati Uniti in uno scontro militare costoso e mortale. L’Ucraina è in cima alla lista.

    I casi di corruzione portati avanti in Ucraina negli ultimi quattro anni da Joe e Hunter Biden li hanno lasciati completamente compromessi e soggetti a coercizione, persino ricatti. In questo contesto, lo sforzo decennale degli Stati Uniti per indebolire l’influenza russa nell’Ucraina orientale è stato ripreso con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca.
    Permettetemi di darvi prima alcuni fatti di base:

    1 – Gli eventi del 2014 in Ucraina, noti anche come Rivoluzione Euromaidan o Rivoluzione della Dignità, si riferiscono a una serie di eventi violenti che hanno coinvolto manifestanti, polizia antisommossa e tiratori sconosciuti nella capitale, Kiev, che coprono il periodo dal 30 novembre 2013 a febbraio 2014, culminata con la cacciata del presidente eletto ucraino Viktor Yanukovich e il rovesciamento del governo ucraino.
    2 – Molti ucraini nella metà occidentale del paese sono discendenti e parenti di persone che hanno combattuto per i nazisti nella seconda guerra mondiale, e continuano a commemorare e celebrare le unità delle Waffen SS composte da ucraini.

    3 – La maggior parte degli ucraini in Occidente si risente di quelli in Oriente a causa dei loro legami storici con l’ex Unione Sovietica, in altre parole con la Russia. Le forze separatiste filo-russe nell’Ucraina orientale (il Donbass) sono costituite dalla milizia popolare del Donbass, dalla milizia popolare di Lugansk e da gruppi armati autonomi. I presidenti Clinton, Bush e Obama hanno messo in atto politiche per portare l’Ucraina nella NATO, che la Russia vede come una minaccia esistenziale. Donald Trump si è allontanato da questa politica. Joe Biden ha fatto marcia indietro e sta portando avanti una politica che rischia di portare alla guerra tra Ucraina e Russia nelle settimane a venire.
    4-Tenendo presente questo sfondo, considerare quanto segue. Ci sono più violazioni del cessate il fuoco ogni giorno nelle regioni di Donetsk e Lugansk (RPD, Repubblica popolare di Donetsk e RPL , Repubblica popolare di Lugansk).

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in Donbass giovedì (8 aprile) per affermare che DPR e LPR erano colpevoli di aver violato sistematicamente il cessate il fuoco, e ha pianto i difensori ucraini che sono stati uccisi e feriti a seguito di bombardamenti “nemici”. Il presidente Zelensky non ha parlato delle provocazioni e violazioni commesse dalle sue stesse truppe (vari civili uccisi fra cui un bambino di 5 anni nell’ultima settimana).


    Il presidente ucraino Zelensky
    Poco più di un anno fa (6 marzo 2020) il presidente ucraino Zelensky aveva avvertito la Russia di lasciare la Crimea entro i prossimi 12 mesi. Il 4 marzo 2021, un anno dopo, la Russia è ancora lì. Ed entrambe le parti sono pronte per la guerra.
    Joe “the Madness” getta petrolio sul fuoco. La scorsa settimana, Joe Biden e il suo team hanno chiarito al leader ucraino che gli Stati Uniti sosterranno l’Ucraina :
    Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato il suo “ sostegno incrollabile ” all’Ucraina durante un appello al presidente Volodymyr Zelensky venerdì, dopo che Kiev ha accusato Mosca di rafforzare le sue forze militari al confine …

    La chiamata, che è stata la prima conversazione di Biden con Zelensky dall’insediamento del leader degli Stati Uniti a gennaio, è arrivata dopo che la Russia ha messo in guardia l’Occidente oggi contro l’invio di truppe in Ucraina per sostenere il suo alleato …
    Questa conversazione ha avuto luogo anche quando le tensioni tra Stati Uniti e Russia sono arrivate al culmine dopo che Biden ha fatto arrabbiare Mosca il mese scorso descrivendo il suo omologo russo Vladimir Putin come un “assassino”.
    Ed è anche peggio. Biden si prepara a inviare la Marina degli Stati Uniti sulla costa meridionale della Russia :
    “Secondo quanto riferito, l’amministrazione Biden si sta preparando a inviare navi militari nel Mar Nero per dimostrare la forza a favore dell’Ucraina, tra il rafforzamento delle truppe russe lungo il confine di quel paese e una maggiore militarizzazione della penisola di Crimea da parte di Mosca.


    Navi USA nel Mar Nero
    È un gesto più che spericolato. Ma è una priorità di addestramento di lunga data per la Marina degli Stati Uniti. Nel marzo 2021, ad esempio :

    L’incrociatore missilistico guidato classe Ticonderoga USS Monterey (CG 61) è transitato dal Mar Nero al Mar Mediterraneo, concludendo le sue recenti operazioni sul Mar Nero e la partecipazione all’esercitazione Sea Shield 2021 guidata dalla Romania il 24 marzo 2021 … “Le nostre operazioni nel Mar Nero dimostrano il nostro impegno nei confronti dei partner della NATO e ha assicurato la stabilità dell’ambiente marittimo grazie alla presenza rassicurante di una forza navale attiva che scoraggia le attività destabilizzanti “ha detto il Capitano Joseph A. Baggett, comandante della USS Monterey (CG 61).

    Ricorda come gli Stati Uniti furono presi dal panico quando navi da guerra russe, che trasportavano missili nucleari, tentarono di fare scalo a Cuba nel 1962. Eppure gli Stati Uniti credono di poter agire con una belligeranza simile nel mare che confina con la costa meridionale della Russia e pensano che ai russi non importa ?
    Alla Russia non importa :
    “Il ministero della Difesa russo ha detto giovedì 8 aprile che stava spostando più di 10 navi militari, tra cui mezzi da sbarco e navi da guerra di artiglieria, dal Mar Caspio al Mar Nero per partecipare alle esercitazioni, ha riferito l’ agenzia di stampa Interfax …
    Martedì ha detto che stava iniziando un’ispezione pianificata sulla prontezza al combattimento delle sue forze che avrebbe coinvolto più di 4.000 esercitazioni questo mese …
    “Come parte del controllo dell’addestramento invernale, più di 10 imbarcazioni e navi anfibie e di artiglieria dal distretto militare meridionale stanno effettuando un movimento inter-flotta dal Mar Caspio al Mar Nero”, ha riferito il ministero. Giovedì “.

    Non è Joe Biden che decide. Diavolo, dubito che abbia la capacità mentale di scegliere se indossare o meno la biancheria intima al mattino. La sua squadra di sicurezza nazionale, che è legata ai grandi appaltatori della difesa, vede solo le banconote che stanno perdendo nelle loro casse. Non ha assolutamente nulla a che fare con la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

    Lo osserveremo da vicino. Potrebbe rapidamente degenerare. Prego che questo non accada. La Russia è ancora una superpotenza nucleare, nonostante la sostenuta campagna di propaganda dell’Occidente per ritrarre la Russia come un cosacco ubriaco e viziato. La Russia è una nazione seria. Gli Stati Uniti devono agire di conseguenza.

    fonte: https://turcopolier.com

    Traduzione: Luciano Lago

  8. #28
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    I telegiornale di regime non dicono nulla.

  9. #29
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    Cosa farà Erdogatt?

  10. #30
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    Predefinito Re: Le forze armate ucraine hanno lanciato un potente attacco su donetsk

    Citazione Originariamente Scritto da Gaudente Visualizza Messaggio
    ecche deve pervenire ? Donetsk e' in territorio ucraino.
    Donetsk non è più territorio ucraino dal 2014, quando un plebiscito ha stabilito che la Repubblica di Donetsk e quella di Lugansk secedevano dall'Ucraina. Vi piace la democrazia? Fatevela piacere anche quando il popolo non vota secondo i vostri desideri.

 

 
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