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    Predefinito Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Io ne dubito.

  2. #2
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Guerra russo-ucraina: una tragedia per il popolo, un’opportunità per le élite

    http://sakeritalia.it/novorussia/gue...-per-le-elite/

  3. #3
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Ucraina e Russia potrebbero essere sull’orlo di una guerra, con conseguenze disastrose per tutta l’Eurasia. Andiamo dritti al punto e buttiamoci a capofitto nella nebbia della guerra.

    Il 24 marzo il presidente ucraino Zelensky ha firmato quella che è, a tutti gli effetti, una dichiarazione di guerra [in ucraino] contro la Russia, tramite il decreto no.117/2021.

    Il decreto stabilisce che riprendersi la Crimea dalla Russia è ora una politica ufficiale di Kiev. Questo è esattamente il motivo per cui una serie di carri armati ucraini sono stati spediti su vagoni ferroviari a est, dopo che gli Stati Uniti hanno saturato l’esercito ucraino di attrezzature militari, tra cui veicoli aerei senza equipaggio, sistemi per la guerra elettronica, sistemi anticarro e sistemi di difesa aerea portatili (MANPADS).

    Cosa ancora più importante, il decreto Zelensky è la prova che ogni guerra futura sarà stata indotta da Kiev, sfatando le risapute dichiarazioni di “aggressione russa”. La Crimea, dal referendum di marzo 2014, fa parte della Federazione Russa.

    E’ stata questa (lo sottolineo) dichiarazione di guerra di fatto (e che Mosca ha preso molto sul serio) che ha portato al dispiegamento di ulteriori forze russe in Crimea e più vicino al confine russo con il Donbass. Da notare, che fra queste c’è l’eccellente 76ma Brigata d’Assalto Aviotrasportata della Guardia, nota come i paracadutisti di Pskov, che, secondo un rapporto di intelligence che mi è stato riferito, è in grado di prendere l’Ucraina in sole sei ore.

    Non aiuta certamente il fatto che all’inizio di aprile il Segretario della Difesa Lloyd Austin, ancora fresco del suo ex incarico come membro del Consiglio dell’azienda produttrice di missili Raytheon, abbia chiamato Zelensky e gli abbia promesso “il saldo sostegno americano per la sovranità dell’Ucraina”. Il che si sposa con l’interpretazione di Mosca, secondo cui Zelensky non avrebbe mai firmato il suo decreto senza il via libera di Washington.

    Controllo della narrativa

    Già da quando l’ho visitata io nel dicembre 2018 [in inglese], Sebastopoli è uno dei posti più difesi al mondo, in grado di resistere anche ad un attacco NATO. Nel suo decreto, Zelensky identifica come obiettivo primario proprio Sebastopoli.

    Ancora una volta, torniamo all’affare incompiuto del post-Maidan del 2014.

    Per contenere la Russia, la combo Stato Profondo americano/NATO ha bisogno di controllare il Mar Nero, che, a tutti gli effetti, ora è un lago russo. E per controllare il Mar Nero, loro devono “neutralizzare” la Crimea.

    Se fossero necessarie altre prove, è stato proprio Zelensky a fornirle durante la telefonata [in inglese] di martedì scorso con il Segretario Generale della NATO e docile burattino Jens Stoltenberg.

    Zelensky ha proferito la seguente frase fondamentale: “La NATO è l’unico modo per porre fine alla guerra in Donbass”, il che significa, in pratica, l’espansione della NATO nel Mar Nero. “Tale presenza permanente dovrebbe essere un potente deterrente per la Russia, che va avanti nella militarizzazione su larga scala della regione e ostacola la navigazione commerciale”.

    Tutti questi sviluppi decisivi sono (e continueranno ad essere) invisibili all’opinione pubblica mondiale, se parliamo della narrativa predominante controllata dall’Egemone.

    La combo Deep State/NATO sta ripetendo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 che qualsiasi cosa succederà, sarà dovuta all’“aggressione russa”. Anche se le forze armate ucraine (UAF) lanciano una guerra lampo contro le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. (Farlo contro Sebastopoli in Crimea sarebbe un suicidio di massa assicurato).

    Negli Stati Uniti, Ron Paul è stato una delle pochissime voci ad affermare un’ovvietà [in inglese]: “Secondo le fonti di informazione del complesso militare/industriale/congressuale/media degli Stati Uniti, i movimenti delle truppe russe non sono una risposta alle evidenti minacce di un paese vicino, ma piuttosto una ‘aggressione russa’”.

    Quello che rimane sottinteso è che Washington/Bruxelles non hanno un chiaro piano tattico, né tanto meno strategico: solo un controllo totale della narrativa.

    Il tutto alimentato da una rabbiosa russofobia, magistralmente smontata [in inglese] dall’imprescindibile Andrei Martyanov, uno dei massimi analisti militari al mondo.

    Un segno di speranza potrebbe essere la telefonata del 31 marzo tra il Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, il generale Valery Gerasimov, e il Presidente dei Capi di Stato Maggiore Integrati, il generale Mark Milley, riguardo a note “questioni di interesse reciproco”.

    Alcuni giorni dopo è uscita la dichiarazione franco-tedesca [in inglese], che invitava “tutte le parti” a fermare l’escalation. Sembra che la Merkel e Macron abbiano recepito il messaggio durante la videoconferenza con Putin, che deve aver fatto una leggera allusione all’effetto prodotto dai Kalibr, dai Kinzhal e dall’assortimento di armi ipersoniche, in caso il gioco si faccesse duro e gli Europei autorizzassero una guerra lampo di Kiev.

    Il problema è che la Merkel e Macron non controllano la NATO. Ma almeno la Merkel e Macron sono pienamente consapevoli che se gli Stati Uniti/NATO attaccano le forze russe o i titolari di passaporti russi in Donbass, la risposta devastante prenderà di mira i centri di comando che hanno coordinato gli attacchi.

    Cosa vuole l’Egemone?

    Come parte del suo attuale ruolo di coniglietto Energizer della Duracell, Zelensky ha fatto un’ulteriore mossa sospetta. Lo scorso lunedì è stato in visita in Qatar con una delegazione di alto livello, e ha concluso una marea di accordi [in inglese], che non si limitano al gas naturale liquefatto ma che riguardano anche i voli diretti Kiev-Doha, l’affitto o l’acquisto da parte di Doha di un porto sul Mar Nero, e stretti “legami di difesa/militari”, che potrebbe essere un adorabile eufemismo per un possibile trasferimento di jihadisti dalla Libia e dalla Siria per combattere contro gli infedeli russi in Donbass.

    Nemmeno a farlo apposta, il lunedì successivo Zelensky incontra il turco Erdogan. I servizi di intelligence di Erdogan gestiscono gli affiliati jihadisti a Idlib, e i fondi sospetti del Qatar non fanno meno parte del quadro. Probabilmente i Turchi stanno già trasferendo [in inglese] in Ucraina quei “ribelli moderati”. L’intelligence russa sta scrupolosamente monitorando tutta questa attività.

    Una serie di dibattiti ben informati (guardate, per esempio, qui e qui [entrambi i link in inglese]) sta convenendo su quelli che potrebbero essere i tre principali obiettivi dell’Egemone (a parte la guerra) in mezzo a tutto questo casino: provocare una spaccatura irreparabile tra Russia e Unione Europea sotto gli auspici della NATO, interrompere il gasdotto Nord Stream 2, e aumentare i profitti nel business delle armi per il complesso industriale militare.

    La domanda fondamentale è, quindi, se Mosca sarà in grado di fare una mossa alla Sun Tzu senza finire in una guerra calda in Donbass.

    Sul posto, la prospettiva è cupa. Denis Pushilin, uno dei massimi leader delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, ha dichiarato che le possibilità di evitare una guerra sono “estremamente ridotte”. Il cecchino serbo Dejan Beric, che ho incontrato a Donetsk nel 2015 ed è un vero esperto del territorio, si aspetta un attacco di Kiev all’inizio di maggio [in inglese].

    L’estremamente controverso Igor Strelkov, che possiamo definire un esponente del “socialismo ortodosso”, duro critico delle politiche del Cremlino e uno dei pochissimi signori della guerra sopravvissuti dopo il 2014, ha dichiarato senza mezzi termini [in inglese] che l’unica possibilità di pace è che l’esercito russo controlli il territorio ucraino almeno fino al fiume Dnepr. Sottolinea che una guerra ad aprile è “molto probabile”, che per la Russia una guerra “ora” è meglio di una guerra più tardi, e che c’è il 99% di possibilità che Washington non combatta per l’Ucraina.

    Su quest’ultimo aspetto almeno Strelkov ha ragione: Washington e la NATO voglio una guerra combattuta fino all’ultimo Ucraino.

    Rostislav Ischenko, il principale analista russo sull’Ucraina, che ho avuto il piacere di incontrare a Mosca alla fine del 2018, sostiene [in inglese] in maniera convincente che “la complessiva situazione diplomatica, militare, politica, finanziaria ed economica costringe le autorità di Kiev ad intensificare le operazioni di combattimento in Donbass”.

    “Comunque” aggiunge Ischenko “agli Americani non gliene importa niente se l’Ucraina resisterà per un po’ o se andrà in pezzi in un istante. Loro sono convinti di poterci guadagnare in entrambi i casi”.

    Difenderemo l’Europa

    Supponiamo il peggior scenario in Donbass: Kiev lancia la sua guerra lampo, l’intelligence russa traccia tutto, Mosca annuncia immediatamente che userà la piena autorità conferitale dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per far rispettare il cessate il fuoco previsto dagli Accordi di Minsk 2.

    In quella che sarebbe una questione di 8, massimo 48 ore, le forze russe riducono in pezzi l’intero apparato della guerra lampo e rimanda gli Ucraini nel loro recinto, che si trova a circa 75 km a nord della zona di contatto stabilita.

    A proposito, nel Mar Nero non c’è alcuna zona di contatto. Il che significa che la Russia può inviare tutti i suoi sottomarini all’avanguardia, più la flotta di superficie, ovunque nel “lago russo”. Sono comunque già dislocati.

    Martyanov, ancora una volta, detta legge quando predice, con riferimento ad un gruppo di missili russi sviluppati dalla Novator, che “schiacciare il sistema di comando e controllo degli Ucraini è una questione di poche ore, indipendentemente che sia vicino al confine o nella zona interna ucraina operativa e strategica. Praticamente, l’intera “marina” ucraina vale meno della salva di un 3M54 o di un 3M14 che sarebbe necessario per affondarla. Penso che un paio di Tarantul siano sufficienti per eliminarla presso o nelle vicinanze di Odessa e per poi dare a Kiev, in particolare al suo distretto governativo, un assaggio delle moderne armi di stallo”.

    Il tema assolutamente chiave, che non si ripete mai abbastanza, è che la Russia non (lo sottolineo) “invaderà” l’Ucraina. Non ne ha bisogno e non lo vuole. Quello che sicuramente farà Mosca è sostenere i cittadini delle repubbliche della Novorossiya con attrezzature, intelligence, guerra elettronica, controllo dello spazio aereo e forze speciali. Non sarà necessaria neanche una no-fly zone. Il “messaggio” sarà chiaro: se un jet da combattimento NATO si presenta vicino al fronte, verrà sommariamente abbattuto.

    E questo ci porta al “segreto” di Pulcinella sussurrato solo nelle cene informali di Bruxelles e nelle cancellerie di tutta l’Eurasia: i burattini della NATO non hanno le palle per entrare in aperto conflitto con la Russia.

    Una cosa è avere dei cani che abbaiano come la Polonia, la Romania, la banda baltica e l’Ucraina, amplificati dai media mainstream secondo la sceneggiatura dell’“aggressione russa”. Di fatto, in Afghanistan il collettivo della NATO è stato preso a calci nel sedere senza troppe cerimonie. E nel 2010 non ha osato combattere le forze di Damasco e dell’Asse della Resistenza.

    Quando tutto fallisce, il mito prevale. Entra nell’esercito americano che occupa parti dell’Europa per “difenderla” contro quei Russi fastidiosi (e chi se no?).

    Questa è la logica che sta dietro all’annuale DEFENDER-Europe 21 [in inglese] dell’esercito americano, in corso fino alla fine di giugno, che mobilita 28.000 soldati da Stati Uniti e 25 alleati e “partner” della NATO.

    Questo mese, uomini ed equipaggiamenti pesanti già dislocati in tre depositi dell’esercito americano in Italia, Germania e Olanda, saranno trasferiti in varie “aree di addestramento” di 12 paesi. Oh, le gioie del viaggio, nessun lockdown in un’esercitazione all’aria aperta, dato che tutti sono stati vaccinati contro il Covid-19.

    “Pipelineistan” uber alles

    Il Nord Stream non è un grande problema per Mosca, al più è un inconveniente del “Pipelineistan”. Dopo tutto, l’economia russa non ne ha ricavato un singolo rublo dall’ancora inesistente gasdotto durante la decade del 2010, eppure le è andata benissimo. Se il Nord Stream 2 viene cancellato, sul tavolo ci sono dei piani per reindirizzare la maggior parte del flusso di gas russo verso l’Eurasia, in particolare la Cina.

    Parallelamente, Berlino sa molto bene che cancellare il Nord Stream 2 sarà una violazione contrattuale estremamente grave, che implica centinaia di miliardi di euro. E’ stata la Germania a richiedere inizialmente la costruzione del gasdotto.

    La “energiewende” (la politica della “transizione energetica”) della Germania è stata un disastro. Gli industriali tedeschi sanno molto bene che il gas naturale è l’unica alternativa all’energia nucleare. Non sono esattamente contenti che Berlino diventi un semplice ostaggio, condannata a comprare il gas di scisto dall’Egemone ad un prezzo assurdamente alto, anche supponendo che l’Egemone sia in grado di fornirne, dato che la sua industria del fracking è in rovina. La Merkel che spiega all’opinione pubblica tedesca perché devono tornare ad usare il carbone o comprare scisto dagli Stati Uniti, sarà uno spettacolo da non perdere.

    Allo stato attuale, le provocazioni della NATO contro il Nord Stream 2 procedono senza sosta, con l’utilizzo di navi da guerra ed elicotteri. Il Nord Stream 2 aveva bisogno di un permesso per lavorare nelle acque danesi, che è stato concesso solo un mese fa. Anche se le navi russe non sono così veloci nella posa dei tubi come le precedenti navi della svizzera Allseas [in inglese] (che si è tirata indietro impaurita dalle sanzioni americane), la russa Fortuna sta facendo continui progressi, come ha fatto notare l’analista Petri Krohn: un chilometro al giorno quando va bene, ma almeno 800 metri al giorno. Con 35 km rimasti, non ci dovrebbero volere più di 50 giorni.

    Parlare con gli analisti tedeschi rivela un affascinante gioco di ombre cinesi sul fronte energetico tra Berlino e Mosca, per non parlare di Pechino. Confrontatelo con Washington: i diplomatici europei si lamentano che non c’è assolutamente nessuno con cui negoziare sul Nord Stream 2. Anche supponendo che ci sia un qualche tipo di accordo, Berlino è propensa ad ammettere che la valutazione di Putin sia corretta: gli Americani non sono “capaci di accordo”. Basta guardare i risultati.

    Dietro la nebbia della guerra, tuttavia, spunta un chiaro scenario: la combo Deep State/NATO sta usando Kiev per dare il via ad una guerra come tentativo disperato per seppellire definitivamente il Nord Stream 2, e così anche le relazioni russo-tedesche.

    Allo stesso tempo, la situazione si sta evolvendo verso un possibile nuovo allineamento nel cuore dell’“Occidente”: Stati Uniti/Regno Unito contrapposti a Germania/Francia. Alcune eccezioni dell’anglosfera sono certamente più russofobiche di altre.

    Il tossico scontro tra russofobia e “Pipelineistan” non finirà anche se il Nord Stream 2 sarà completato. Ci saranno più sanzioni. Ci sarà un tentativo di escludere la Russia dallo SWIFT. Si intensificherà la guerra per procura in Siria. L’Egemone cercherà senza esclusione di colpi di creare ogni sorta di molestia geopolitica contro la Russia.

    Che bel diversivo per distrarre l’opinione pubblica interna dall’enorme quantità di denaro stampata per camuffare un imminente collasso economico. Mentre l’impero si sbriciola, la narrativa è scolpita nella pietra: è tutta colpa dell’“aggressione russa

    http://sakeritalia.it/attualita/ried...pipelineistan/

  4. #4
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Biden telefona all’“assassino”

    La grande notizia del giorno è che Biden ha deciso di chiamare Putin. Ecco come i Russi hanno riferito [in russo] la notizia:

    Su iniziativa della parte americana, si è tenuta una conversazione telefonica tra il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin e il Presidente degli Stati Uniti d’America Joseph Biden. Sono stati discussi in dettaglio lo stato attuale delle relazioni russo-americane e alcuni aspetti relativi all’agenda internazionale. Joseph Biden ha confermato al Presidente russo il suo precedente invito a partecipare al summit sul clima, che si terrà in videoconferenza il 22-23 aprile. Entrambe le parti hanno espresso la loro disponibilità a continuare il dialogo sugli ambiti più importanti per garantire la sicurezza globale, di interesse non solo della Russia e degli Stati Uniti ma anche dell’intera comunità mondiale. Inoltre, Joseph Biden ha espresso il suo interesse a normalizzare la situazione con un approccio bilaterale, e a definire e stabilizzare la cooperazione sulle questioni urgenti, come garantire la stabilità strategica e il controllo degli armamenti, il Programma sul nucleare iraniano, la situazione in Afghanistan e il cambiamento climatico mondiale. In questo contesto, il Presidente degli Stati Uniti ha proposto di considerare la possibilità di un incontro al vertice nel prossimo futuro. Durante lo scambio di opinioni sulla crisi interna ucraina, Vladimir Putin ha delineato gli approcci per una soluzione politica basata sul pacchetto di misure degli Accordi di Minsk. E stato concordato di dare istruzioni ai servizi competenti per risolvere le questioni sollevate durante la conversazione telefonica.

    Questa è la versione americana [in inglese]:

    Oggi il Presidente Joseph R. Biden Jr. ha parlato con il Presidente russo Vladimir Putin. Hanno discusso una serie di questioni regionali e globali, tra cui l’intenzione degli Stati Uniti e della Russia di perseguire un dialogo di stabilità strategica su una serie di temi relativi al controllo degli armamenti e alla emergente sicurezza, sulla base dell’estensione del Nuovo Trattato START. Il Presidente Biden ha anche chiarito che gli Stati Uniti agiranno con fermezza in difesa dei propri interessi nazionali in risposta alle azioni della Russia, come gli attacchi informatici e le interferenze elettorali. Il Presidente Biden ha sottolineato il risoluto impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il Presidente ha espresso le nostre preoccupazioni per le improvvise attività militari nella Crimea occupata e ai confini dell’Ucraina, e ha invitato la Russia ad allentare le tensioni. Il Presidente Biden ha ribadito il suo obiettivo di costruire un rapporto stabile e definito con la Russia coerente con gli interessi degli Stati Uniti e ha proposto un incontro al vertice in un paese terzo da tenersi nei prossimi mesi per discutere tutte le questioni che riguardano gli Stati Uniti e la Russia.

    Perché la diversità di toni? Perché i Russi non credono alle roboanti dichiarazioni prima di una negoziazione e, a differenza di “Biden”, non sono insicuri della loro legittimità (sia quella della loro politica sia quella del loro governo). Per quanto riguarda Biden, lui produce esattamente lo stesso tipo di aria fritta per cui l’amministrazione Trump era diventata così famosa. Vi posso dire che cosa pensano i Russi quando leggono una cosa del genere. Loro pensano: “di sicuro mi sembra che il vecchio stia cercando disperatamente di darsi coraggio!”. Sono totalmente d’accordo.

    Detto questo, in Russia c’è anche un certo prematuro trionfalismo. Molti “patrioti che gridano urrà” stanno dicendo che “Biden ha capitolato per primo”. Le loro argomentazioni sono qualcosa del tipo:

    Secondo il Ministro della Difesa Shoigu [in russo], gli Stati Uniti/NATO hanno circa 40.000 soldati lungo il confine russo (ufficialmente per una esercitazione) e circa 15.000 sistemi d’armamento. Come risposta a questa minaccia, la Russia ha dislocato lungo il suo confine occidentale 2 Armate e 3 Divisioni Aviotrasportate. Per un totale di circa 200.000 soldati. Gli Americani lo hanno visto, e hanno capito che il “pugno” russo li potrebbe distruggere. Questa è la ragione per cui Biden ha capitolato.

    Bene, io non sono del tutto sicuro che “Biden” abbia capitolato o abbia “ammiccato per primo”. Perché?

    “Nei prossimi mesi” è troppo tardi per disinnescare gli attuali rischi di guerra. Si potrebbero incontrare nella prossima conferenza sul clima del 22 e 23 aprile. Ma è il formato sbagliato.
    La prima regola dell’analisi militare è “non guardare alle intenzioni ma alle capacità”. Questo è ancora più vero per le “intenzioni dichiarate”. E che cosa leggiamo tra le righe delle presunte intenzioni di “Biden”? La cosa migliore che riesco a trovare è “perseguire un dialogo strategico sulla sicurezza” e non ne sono davvero molto colpito.
    Supponiamo che si incontrino prima che scoppi una guerra su ampia scala. E quindi? Non si incontrò Trump con Kim Jong-un? Ne è uscito qualcosa di buono?
    Domenica scorsa, Margarita Simonian, caporedattrice di Russia Today, ha detto una cosa molto interessante durante una trasmissione televisiva russa. La riassumo e la riporto a parole mie qui di seguito:

    Non saremo mai in grado di raggiungere un vero accordo (di coesistenza) con gli Stati Uniti. Perché? Perché sono un paese costruito sulla violenza dal primo giorno. E’ un paese bloccato in diverse dottrine ideologiche, tra cui la Dottrina della Scoperta e la Dottrina del Destino Manifesto [entrambi i link in inglese]. Tutte queste dottrine dicono la stessa cosa: “Abbiamo il diritto di fare quello che vogliamo, e abbiamo il diritto di governare su chiunque altro. Questa terra era nostra, ma quegli indiani figli di pu***na avevano l’arroganza di viverci. Quindi li massacreremo tutti e poi faremo una bella festa per celebrare che ci hanno insegnato cosa mangiare (Il Giorno del Ringraziamento). Era vero non solo nel XVII secolo. Vi ricordo l’anno 1831: quando da noi c’era già stata la rivolta dei Decabristi [in inglese], gli Stati Uniti erano impegnati in un’enorme operazione di pulizia etnica (il Sentiero delle Lacrime [in inglese]) sotto la supervisione personale del Presidente Andrew Jackson (a proposito, era un Democratico!), che ha deportato 5 tribù indiane che erano stabilite lì, avevano le loro scuole e molti erano convertiti al cristianesimo. Li deportò in Oklahoma utilizzando dei metodi che provocarono migliaia di morti (una tribù perse ¼ della sua gente). La mia famiglia fu deportata da Stalin (eravamo armeni) e vi posso dire che i metodi usati da Stalin durante le sue deportazioni furono una “passeggiata” rispetto a quello che hanno fatto i “democratici Stati Uniti”.

    Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di crollare. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di diventare poveri. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di rinunciare alle nostre armi nucleari. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di rinunciare a tutti i nostri interessi nazionali e non possiamo accettare di fare solo ciò che ci dicono di fare (tra cui quello che va a scapito dei nostri interessi). Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non accetteremo mai di dimenticare la nostra storia e non accetteremo che le nostre generazioni future si considerino una nazione totalmente diversa. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non accetteremo mai nulla di tutto ciò. E loro non accetteranno mai niente di meno! (il grassetto è mio).

    Francamente, non posso che essere d’accordo. Dalla Prima Crociata in poi, il valore fondante e anche l’identità dell’Occidente politico (nelle sue varie manifestazioni) è sempre stato l’imperialismo. Questo è vero per il papato latino quanto lo è per il nazional-socialismo di Hitler, ed è ancora vero per la principale ideologia odierna degli Stati Uniti. A dire il vero, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Possiamo chiamare in molti modi queste varie manifestazioni dell’Occidente messianico unito (che io oggi definisco “Zona A”) ma non cambia nulla a livello della sua essenza, natura e comportamento: cambiano i pretesti (le ideologie) ma la politica rimane la stessa.

    Questo è il motivo per cui dico che la Russia e l’Impero anglo-sionista sono bloccati in una guerra esistenziale da cui solo una parte ne uscirà viva, e l’altra sarà distrutta (la Russia dagli Stati Uniti) o profondamente cambiata (a causa delle contraddizioni dialettiche interne del capitalismo e della natura insostenibile della società americana di oggi).

    Ma non pensiamo che sia “solo” la Simonian a “vedere la luce”. Il viceministro degli Esteri, Sergey Riabkov, ha fatto la seguente dichiarazione [in russo] sugli Stati Uniti:

    Loro parlano di un prezzo alto ma non lo dicono mai. Ciò che hanno fatto finora, l’abbiamo, prima, studiato bene, e, poi, ci siamo adattati. Non crediamo che tale terminologia sia generalmente applicabile: prezzo, pagamento e così via. Noi difendiamo semplicemente i nostri interessi e gli interessi dei nostri cittadini, la popolazione russofona, e continueremo a proteggerli. La domanda è: che conclusioni si possono trarre da questa situazione a Kiev e dai sostenitori di Kiev? Queste conclusioni non creano uno stato d’animo positivo, queste minacce rafforzano solo la nostra convinzione di essere sulla strada giusta: gli Stati Uniti sono il nostro nemico, fanno di tutto per minacciare la posizione della Russia nell’arena internazionale, non vediamo altri elementi nel loro approccio nei nostri confronti. Queste sono le nostre conclusioni.

    Piuttosto chiaro, no?

    Anni, addirittura decenni, di minacce no-stop contro la Russia hanno (finalmente!) raggiunto il loro pieno risultato: le illusioni sui loro vicini occidentali che molti Russi hanno avuto per secoli sono svanite completamente nella società e nella coscienza russe. Quello che rimane è una ferma determinazione a sopravvivere, vivere, fare qualsiasi cosa sia necessaria per impedire che l’Impero “assimili” la Russia.

    I Russi ora vedono chiaramente anche un’altra ovvietà della politica occidentale. La definirei così: non importa davvero contro chi combatte la Russia (potrebbe essere anche Satana in persona e, per molti versi, lo è, chi ha orecchi per intendere…), l’Occidente si schiererà sempre ma sempre dalla parte del nostro nemico (anche se fosse Satana in persona, chi ha orecchie per intendere…). Lasciate che vi faccia un esempio che la dice tutta:

    Gli Stati Uniti affermano che è stata al-Qaeda a fare l’attentato dell’11 Settembre. Bene. La fisica che si studia al liceo potrebbe provare il contrario, ma va bene così. Eppure, quegli stessi Stati Uniti hanno dato pieno appoggio ad “al-Qaeda”(incluse tutte le sue varie denominazioni e pseudonimi) sia in Cecenia che in Siria (aggiungerei, anche in Serbia). E continuano a farlo [in russo].

    Un altro esempio? Certo.

    L’Occidente ha sempre sostenuto i peggiori e più violenti governanti russi. Al contrario, in Occidente vengono denigrati, diffamati e disprezzati i migliori governanti della storia russa, e vengono, ovviamente, descritti come tiranni oscurantisti, anche quando paragonati ai leader occidentali dello stesso periodo sembrano dei santi (alcuni di loro lo sono davvero!).

    Volete un altro esempio? Okey.

    Prendiamo la religione. Nella storia delle relazioni tra Russia e Occidente, notiamo qualcosa di interessante: non importa quale parte della cristianità occidentale (latina o riformata) sia al potere, i governanti dell’Occidente saranno sempre contro i loro presunti “fratelli cristiani”, anche se questo significa stare dalla parte dei non-cristiani! Non è cambiato molto tra il XV secolo, la Guerra di Crimea e oggi: l’Occidente ha sempre creato una “coalizione ecumenica” ad hoc per cercare di conquistare finalmente la Russia.

    Il punto è questo: la Simonian ha ragione al 100%. Il “programma per la Russia” dell’Occidente non è cambiato e rimane lo stesso: la Russia deve scomparire. Nient’altro è accettabile per i nostri vicini occidentali.

    Quindi, dove stiamo andando?

    Francamente, non lo so. Non penso che qualcuno lo sappia, ma posso esprimere le mie speranze.

    Io spero che l’attuale posizione russa (Siamo disposti ad affrontare la forza combinata di USA+NATO+UE e “perché dovremmo volere un mondo senza la Russia? ”[in inglese]) per superare il narcisismo delirante dell’Occidente (Noi siamo onnipotenti! Nessuno ci può fermare! Vi distruggeremo!), riporti un numero sufficiente di persone a contatto con la “reale realtà” (come tante lo furono durante la Guerra Fredda). Poi, spero davvero che l’Impero non scateni gli Ucronazi nel Donbass (sì, la speranza è l’ultima a morire ma devo ammettere che al momento non vedo come gli Ucraini possano fermare l’escalation). Spero che i popoli dell’Unione Europea si liberino del loro attuale stato di colonia e che riacquistino un pizzico di vera sovranità. Infine, spero che la società americana sconfigga quei “fricchettoni attivisti” che sono ora al potere e che gli Stati Uniti diventino una nazione potente ma normale (come molti imperi hanno fatto in precedenza). Lo slogan “rivogliamo il nostro paese” ha il mio totale sostegno. Ma questa è una speranza grande, ne sono consapevole.

    E ora una botta pessimistica di realismo.

    Primo, Biden (l’uomo, non il “Biden” collettivo) non è nella posizione di negoziare con nessuno. Nemmeno la sua Harris. Nella migliore delle ipotesi, può fare come hanno fatto dei microcervelli come John Kerry e Josep Borrell: incontrare la controparte, dichiarare “A”, quindi tornare a casa e proclamare immediatamente un “non-A”.

    Ditemi, perché i Russi dovrebbero essere interessati a questo tipo di stupido circo?

    Per quanto poi riguarda il “Biden” collettivo? Bene, Blinken è decisamente più intelligente di quell’arrogante imbecille di Pompeo, ma sicuramente non odia di meno la Russia. E’ un miglioramento? Forse.

    Temo che questo incontro proposto non si terrà mai, penso che la Casa Bianca lo veda come un fine stratagemma per tentare di far abbassare le difese ai Russi (sia in termini militari che politici). Non succederà. E’ troppo tardi.

    Potrebbe essere che “Biden” stia gettando la spugna e stia cercando una qualche intesa con la Russia. Mai dire mai, ma trovo che sia estremamente improbabile. Perché? A causa di secoli di narcisismo ideologico messianico e di senso di impunità dei governanti americani: semplicemente non sono in grado di capire che la loro “città sulla collina” è stata messa in una sorta di situazione di “scacco matto” da parte di un’orda di barbari asiatici che tracannano vodka (proprio come non sono in grado di capire come quei cattivi “musi gialli comunisti” abbiano costruito un’economia di gran lunga superiore alla loro).

    Anche un famoso leader dell’“Occidente unito” ha avuto difficoltà ad accettare che lui, e il suo presunto “esercito invincibile”, siano stati completamente distrutti da dei sub-umani russi. Anche quando poteva sentire il suono dei cannoni sovietici dal suo bunker sotterraneo.

    E’ proprio vero, alcune cose non cambiano mai.


    Il Saker

    http://sakeritalia.it/attualita/bide...-allassassino/

  5. #5
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Non lo faranno, si limiteranno a sostenere i rivoltosi come qualche anno fa.

  6. #6
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Citazione Originariamente Scritto da FRUGALE Visualizza Messaggio
    Non lo faranno, si limiteranno a sostenere i rivoltosi come qualche anno fa.
    Penso anch'io.
    Faranno finta di appoggiare gli ucraini e ne faranno carne da cannone.

  7. #7
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Come mai non hai creato il sondaggio su questa domanda?
    Comunque anche io penso che non ci sarà la guerra anche per via dei trattati internazionali che ne limitano i casi possibili...quindi la vedo dura, anche se non impossibile. In ogni caso penso che l'appoggio di USA e Russia alle rispettive fazioni, anti e pro-indipendentiste saranno limitate.

  8. #8
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    NAVI DA GUERRA RUSSE HANNO CIRCONDATO IL PORTO UCRAINO DI MARIUPOL

    Almeno nove navi da guerra russe sono entrate nelle acque del Mar d’Azov, bloccando l’accesso al mare della flotta ucraina, circondando infatti diversi porti importanti dove hanno sede le navi da guerra della Marina ucraina.

    Secondo i dati a disposizione della risorsa di informazioni Avia.pro, stiamo parlando delle navi della Flottiglia del Caspio della Marina russa, che stanno effettuando la transito verso il Mar Nero. Allo stesso tempo, la Russia ha chiaramente dimostrato al comando militare ucraino che, se necessario, la flotta ucraina potrebbe non potersi recarsi affatto nel Mar d’Azov.
    Nella fotografia presentata è possibile vedere la posizione delle navi da guerra della Marina russa nelle acque del Mar d’Azov, direttamente ai confini dello spazio marittimo dell’Ucraina.



    Mar Nero e Mar di Azov
    Va notato che la parte ucraina ha deciso di non fare provocazioni in questa regione, tuttavia, ha portato le sue navi da guerra nelle acque del Mar Nero, come affermato in precedenza, proprio per intercettare le navi della Flottiglia del Caspio, tuttavia è ovvio che Kiev non vorrà rischiare, rendendosi conto che la Russia non lo tollererà e, se necessario, potrà persino sequestrare o distruggere navi ucraine, di cui, a proposito, Kiev è già stata avvertita più volte.

    AL MOMENTO, CI SONO INFORMAZIONI CHE A CAUSA DELLE AZIONI DELLA FLOTTA UCRAINA, LA RUSSIA HA BLOCCATO TUTTI GLI APPROCCI ALLO STRETTO DI KERCH.
    Proteste dall’Ucraina e dalla NATO
    A seguito di questo blocco che riguarda le acque territoriali della Federazione russa, sono arrivate le proteste del Ministero degli Esteri Ucraino. Inoltre la portavoce della NATO, Oana Lungescu, ha affermato che l’alleanza è preoccupata per i piani della Russia di limitare l’accesso a una serie di aree del Mar Nero, chiede il libero accesso ai porti ucraini sul Mar d’Azov , nonché la libertà di navigazione. .
    La risposta per la Russia è stata data dal capo della commissione del parlamento della Crimea, Yuri Gempel, il quale ha detto:
    “Non dovreste politicizzare e speculare sulla chiusura di una parte del Mar Nero al largo della costa della Crimea. Chiediamo alle autorità dell’Ucraina e dei paesi occidentali di smetterla di interferire negli affari interni della Russia. La Russia ha il diritto di prendere qualsiasi misure e azioni nelle sue acque territoriali per proteggere gli interessi statali “, ha detto RIA News Gempel.
    Tenendo conto della costante escalation della situazione da parte dell’Ucraina e dei paesi della NATO vicino ai confini della Russia, tutte le misure che stiamo prendendo sono giustificate e opportune”, ha detto Gempel.


    Navi russe nel Mar Nero

    Secondo il bollettino del Dipartimento della Navigazione e Oceanografia del Ministero della Difesa della Federazione Russa, temporaneamente – dal 24 aprile al 31 ottobre – l’esercizio del diritto di passaggio innocente attraverso i mari territoriali della Federazione Russa per le navi da guerra straniere e altre navi statali “in tre regioni del Mar Nero sono sospese lungo la costa della Crimea (approssimativamente da Sebastopoli a Gurzuf ), un’area rettangolare al largo della costa della penisola di Kerch, nonché una piccola area del mare vicino la punta occidentale della Crimea.
    Le aree del Mar Nero previste per la chiusura non interferiranno con la navigazione attraverso lo stretto di Kerch , inoltre, tutte le zone si trovano all’interno delle acque territoriali della Federazione Russa.

    Fonti: Avia.pro.ru – Ria. ru

    Traduzione e sintesi: Sergei Leonov

    https://www.controinformazione.info/...o-di-mariupol/

  9. #9
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    dipende se la Russia manda il suo esercito regolare o meno, non credo che lo faccia

  10. #10
    email non funzionante
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    Predefinito Re: Gli USA entreranno in guerra contro la Russia per Kiev?

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    dipende se la Russia manda il suo esercito regolare o meno, non credo che lo faccia
    Non interverranno comunque. Lasceranno che i russi sbranino gli ucraini.

 

 

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