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Kavalerists
Il Myanmar non dev’essere istigato dall’occidente
scritto il 16 MARZO 2021
32 fabbriche finanziate dalla Cina sono state vandalizzate da attacchi a Yangon, Myanmar, con perdite per 240 milioni di yuan (36,89 milioni di dollari), dichiarva l’ambasciata cinese in Myanmar, dopo che criminali a Yangon distrussero, saccheggiarono e bruciarono fabbriche cinesi. Due dipendenti cinesi rimasero feriti, secondo l’ambasciata. Il Ministero degli Esteri cinese ribadì che il vandalismo contro le imprese cinesi fu molto “grave”, esortando il Myanmar a prendere misure concrete per fermare ogni attività violenze e punire i criminali in conformità alla legge per garantire la sicurezza dei dipendenti e delle imprese cinesi. Il Myanmar inviava poliziotti e vigili del fuoco nelle aree colpite a Yangon per rafforzare la sicurezza, dichiarava il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian in conferenza stampa. Alla domanda se la Cina evacuerà i cittadini dal Myanmar, Zhao disse che la Cina osserva la situazione ed è molto preoccupata per la sicurezza delle istituzioni e del personale cinesi. La Cina spera che il Myanmar adotti misure per proteggerne la sicurezza. Zhao affermò che la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Myanmar si basa sempre sul principio del vantaggio reciproco e favorisce lo sviluppo economico e sociale del Myanmar e porta benefici alla popolazione locale. “Le azioni di questi trasgressori non servono gli interessi del Myanmar e del suo popolo. Chiediamo al popolo del Myanmar di esprimere le proprie richieste in conformità con la legge e di astenersi dall’essere incitato o sfruttato per evitare di danneggiare la cooperazione amichevole tra Cina e Myanmar”, aveva detto Zhao.
I residenti cinesi in Myanmar e gli analisti credono che gli attacchi alle fabbriche cinesi siano organizzati e premeditati, il che rivela che le forze ostili dentro e fuori il Myanmar mirano ad alimentare l’odio per allontanare il Myanmar dalla Cina. Il giorno dopo gli attacchi, le strade dal centro di Yangon a Hlaing Thar Yar, una delle due cittadine in cui si trovavano le fabbriche, erano paralizzate, con cenere, incendi e blocchi stradali. Alcuni uomini d’affari cinesi a Yangon pensavano di sospendere le operazioni commerciali; alcuni si trasferirono al centro mentre altri decisero di restare per proteggere le attività. Lu Tong, cittadino cinese di Yangon, disse di essere rimasto nella zona industriale di Hlaing Thar Yar e che non osò uscire temendo gli scontri, ma finora non c’era fumo o spari dopo la legge marziale imposta nella regione. Disse che l’esercito del Myanmar prese il controllo della zona industriale, ma non inviò truppe per proteggere specifiche fabbriche cinesi.
continua...
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