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    Predefinito Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Written by borissmirnov

    Gentile lettrice, lettore

    Preambolo

    Il comune buonsenso suggerisce che le giuste soluzioni esistono davvero per ogni situazione che si possa definire "difficile"

    La guerra, lungi da rappresentare alcuna soluzione, (e lo dimostrano ben 2 guerre mondiali o globali una a ridosso dell' altra) può esordire in maniera militare, ma anche finanziaria con il medesimo obiettivo dello scontro tra Stati-nazione. Entrambi i generi di conflitto generano non solo moltissime vittime da scontri, ma anche vittime economiche.

    Questo nuovo tipo di guerra genera un bottino perpetuo di sottrazione di civiltà, di diritti e di ricchezza, una diminuzione di democrazia ai privati cittadini che ne subiscono la sconfitta a causa che il proprio governo non ha combattuto affatto, ma senza resistere, ha abbracciato un nuovo ideale, abdicando, consegnando moneta sovrana, banca centrale, protezione dei confini e le proprie politiche economiche e monetarie in mano all' entità finanziaria aggressore. Stiamo parlando del governo delle elite economiche e del sistema bancario denominato Unione Europea. Una entità economica che sta sottraendo forza economica oltre che politica agli Stati-nazione con l' intento di effettuarne un progressivo smantellamento.

    Un semplice aneddoto il quale indica che la soluzione al problema è proprio "davanti al naso" di colui che lo ha realmente compreso, richiama ad un diritto-dovere di conoscerne le cause davvero profondamente, prima di cimentarsi solo a ideare, e men che meno a proporre, eventuali soluzioni. Chiediamo quindi cortese pazienza a leggere attentamente le seguenti informazioni, che sono in apparenza semplici, ma se non bene assimilate, impedirebbero di capire davvero questo scritto.

    Fine del preambolo

    Per conoscere cos'è la crisi è necessario conoscere alcuni fondamenti di economia politica. Approfondiamo!

    Al giorno di oggi, la stragrande maggioranza delle comunità economiche del mondo origina e si distingue nella riconosciuta istituzione che prende il nome di Stato-nazione.

    Lo stato-nazione ha origine come concetto nel XII secolo, sospinto da una grande frammentazione sia economica che culturale delle regioni europee. Con il Trattato di Westfalia del 1648 nasce una nuova Europa. Il sistema geopolitico nato dalla pace di Westfalia ingloba quasi tutta l'Europa, compresa la Russia e per convenzione è utilizzato come spartiacque tra il sistema-medioevo e la nuova società basata sullo stato-nazione. Con lo sviluppo degli stati-nazione nasce anche un'economia mercantile e, con essa, il futuro sistema capitalista.

    Lo Stato-nazione, (come la Francia o l' Italia e molti altri noti esempi,) è oggi, un entità Giuridica, Economica e spesso racchiude anche in sè, particolari omogeneità Culturali nonchè Etniche. La convivenza continuativa di un popolo che adotta la stessa lingua e che condivide gli stessi destini in quanto ad usi e costumi nazionali, crea un forte senso di appartenenza e di volontà individuale a difendere i valori ed i territori comunemente condivisi. Sentirsi appartenente ad una etnia, ad un popolo o ad una nazione è sia un istinto naturale, che un esigenza psicologica dell' individuo che naturalmente sente il bisogno di appartenere ad un classe sociale, etnica, nazionale nonchè di appartenenza territoriale inquadrata in un preciso contesto storico. Eppure esiste un ideologia che si giova della soppressione di questi comuni istinti umani.

    Il senso di orgoglio sociale, etnico, di razza, o di appartenenza nazionale sono un bene o un male?

    Dal mondo della cultura, viene una precisa risposta, ovvero, che il senso di appartenenza, la tradizione, l' orgoglio locale, nazionale e la difesa dei propri diritti che ingloba quindi, anche la conservazione dei propri territori, sono valori positivi come quello della famiglia, eppure esiste un ideologia che richiama questi valori a generatori di nuovi possibili conflitti sospingendo la creazione di una nuova società umana snaturata di principi di appartenenza e di orgogli etnici, territoriali.. nazionali. Non è affatto un caso se nelle scuole pubbliche di tutta Europa, da ormai molti anni non si insegna più la geografia, poco la storia e nemmeno il latino, lo scopo è di crescere nuove generazioni insensibili al concetto di appartenenza sociale, etnica e nazionale, per renderle meno coscienti della propria appartenenza, e più duttili ai nuovi imput politici che sospingono la formazione di una nuova società omologata, indifferente e standardizzata.

    Questi antichi valori sono apertamente in contrasto con "il pensiero unico" che sospinge concetti come mercato unico, globalizzazione e meticciato imposto per ragioni politiche come valori positivi quando essi non lo sono affatto nella realtà.

    Facciamo un piccolo esempio:

    Se lo stato dove vivi ha un economia estremamente florida, tu, come cittadino investito dell' incarico di ministro dell' economia, prestando giuramento di fedeltà alla missione a te affidata di proteggere i prioritari interessi nazionali, apriresti i confini di stato liberalizzando commerci, dove prodotti provenienti da paesi poverissimi e quindi a bassissimo costo, distruggessero completamente i fatturati delle imprese della tua nazione e della quale proprio tu sei responsabile per l' economia?

    No? Eppure "il pensiero unico" che sospinge concetti come mercato unico e globalizzazione, ha trovato estimatori anche tra capi di stato e ministri delle finanze di molti paesi, ideali che stanno decretando una letterale continuata distruzione del patrimonio industriale nazionale, creando disoccupazione, deflazione economica, esodi e sofferenze immani... in nome di un ideale.

    Non esiste uno stato che non si sia formato solo lentamente e per la maggiorparte dei casi, abbia preso la propria forma geo-politica odierna a causa di un conflitto bellico. Una scusa questa, impiegata dai fautori del "pensiero unico" per generare deliberatamente nuove crisi, in luogo di operare per il benessere popolare, che servono allo scopo di sortire effetti politici desiderati dai gruppi di potere. Ogni popolo ha diritto al miglioramento della propria condizione sociale e non a subirne la sovversione, per ragioni ideologiche che sono le medesime delle guerre, ovvero con scopo di raggiungere obiettivi politici particolari che nulla hanno a che vedere con il benessere dei popoli.

    Smantellare lo Stato-nazione... ma a favore e per chì?

    Il neoliberismo che continueremo a definire "pensiero unico" è di fatto concorde quindi sulla positività nella generazione della crisi (e quindi dei disagi e sofferenze derivate) per conseguire i propri scopi, che implicitamente, essendo scopi propri, sottointende una azione politica volontaria a diminuzione dello stato di democrazia.

    Non si sottovaluti l' estrema semplicità del concetto, perchè sarà preso in esame come proprio l' aggressione al sistema Stato-nazione, ovvero della propria struttura operativa creata in ambiente democratico sono la causa fondante di quella che è conosciuta come crisi economica.

    Prima di approfondire il funzionamento dello Stato-Nazione, è necessario menzionare un altro fondamentale di economia politica che in sintesi estrema, chiarisce che a parità di condizioni socio-economiche, dove aumenta il livello di agglomerazione umana, ovvero il tasso di urbanizzazione, si raggiungono i massimi redditi economici pro-capite su basi statistiche, in quanto l' urbanizzazione, ha come obiettivo primario, la creazione di un insediamento con la capacità di produrre e distribuire capillarmente merci e servizi limitando al minimo gli spostamenti che la popolazione deve compiere allo scopo di fruirne, ciò, a tutto vantaggio sociale attivando un virtuoso volano economico accorpando a comodità di servizi un reale risparmio economico.

    La storia consegna come obiettivo della formazione della città-stato ancor prima dello Stato-nazione, una azione comune difensiva. Concetto questo da non dimenticare.

    In pratica, questa formula, indica gli agglomerati urbani prima (le città stato) e ben più avanti gli Stati-nazione, come aventi funzioni difensive ed anche maggiore potenziale economico rispetto alle zone rurali, ed infine, il numero di individui, se superiore per km quadrato indicano una più elevata capacità economica teorica, limitata solo dalle potenzialità agricole, che superato un certo tasso di abitanti, faticherebbero a sfamare la popolazione.

    Quindi, per uno Stato-nazione con un economia basata in modo preponderante sull' agricoltura, esiste un ottimale proporzione di abitanti per km quadrato, ed invece, negli Stati-nazione con un economia basata prevalentemente in modo industriale e sui servizi, vale praticamente il solo concetto di: Più abitanti = a più potenziale di arricchimento, in quanto i cittadini salariati più sono in numero elevato e più generano consumi che dal punto di vista industriale corrispondono a maggiore domanda che si converte al movimento di maggiori flussi di capitali economici aumentando quindi la dimensione dell' economia. Questi risultati sono stati nella realtà sperimentati nell' economia italiana arrivata al proprio apice appena prima della firma dei disgraziati trattati di Maastricht, tessuto economico-industriale il quale gradiva l' arrivo di immigrati per sopperire alla carenza di forza lavoro creatasi dalle sempre maggiori necessità del sistema Italia, fino a quando non si iniziò lo smantellamento di questo medesimo "gioiello economico" mirabilmente capace, con la propagazione dei prevedibili speculari nefasti effetti di perdita di benessere e diritti oramai negati ai cittadini italiani.

    Questi semplici concetti si collegano ad un principio di economia politica che definiremo economia frazionata. (Da non confondersi con economia "frazionaria" che è un concetto squisitamente bancario) in quanto il sistema Italia era ben protetto nei propri confini da necessari dazi, e tutti gli organi di stato contribuivano alla regolazione interna dell' economia compresi i necessari trasferimenti economici dalle regioni più ricche a quelle più povere. (Cassa del Mezzogiorno ecc.)

    Per ragioni di differenza geopolitica sostanziale ed anche di differente cultura e progresso industriale, non è possibile avere economie su vasti territori completamente omogenee e quindi, la europea sovversione dei princìpi di funzionamento dell' economia, diventa un atto distruttivo al benessere economico, proprio imponendo degli standard uguali a nazioni differenti.

    Stupidità...? Vedete, Si rincorre in modo miope un semplice ideale, in luogo del benessere comune generalizzato. Gli stessi poteri che distruggono il benessere diffuso, questi governanti sono i banchieri, gli stessi uomini che finanziarono i Savoia contro gli Austriaci e gli Austriaci contro i Savoia... il vincitore della guerra, a prescindere che fossero gli italiani o il regno d Austria, sono state le banche, le quali hanno tratto profitto da scontri tra Stati-nazione! Nessuna morale... i banchieri neoliberisti sono sostenitori di un ideologia che si giova della soppressione dei poveri in luogo della soppressione della povertà!

    Stiamo dicendo che il sistema Unione Europea non è affatto ne progettato ne costituito per il benessere di cittadini! Assolutamente quindi, non è necessaria nessuna Unione Europea ne tantomeno alcun Euro o moneta unica per conseguire diffuso benessere e ricchezza!

    Le economie europee sono esse stesse frazionate ed è sostenibile una apertura interna dei confini nazionali solo per le economie più simili. Quindi giammai con Cina, India ecc... Queste aperture, se e quando avvengono, non sono comunque mai indolore in quanto singoli settori produttivi di beni e servizi, possono avere in stati attigui ed apparentemente simili per macro-economia, ugualmente grandi differenze di condizioni di lavoro, di aliquote fiscali, di costi delle materie prime e delle energie, insomma, differenze causate da 1000 diversi fattori e scatenanti benessere di settore da una parte e crisi dall' altra.

    Non è possibile una unione monetaria senza uno stato unico e quindi esso provvisto di politiche interne di trasferimento, atte ad attutire gli scompensi economici fra regioni (i frazionamenti economici fra regioni)

    L UE, la quale sospinge "il pensiero unico" è completamente disinteressata al solo concetto di re-distribuzione regionale della ricchezza, al contrario opera, imponendo parametri omogenei a nazioni diverse, sottraendo risorse economiche agli Stati-nazione in luogo che fornirne e soprattutto sanzionando in luogo di trasferire risorse a compensazione.

    Queste semplici regole di economia politica si conoscevano già nell' 800 ma sembra che ai vertici UE, non siano andati molto a scuola, oppure che... non glie ne importa.
    La regola di imporre una moneta unica a nazioni con economie frazionate o differenti, senza attuare nemmeno politiche di compensazione è per principio una perfetta utopia che può solo portare disagio sociale, disparità e tanta inutile sofferenza, e.. tali condizioni sono oggi ben visibili in Europa, particolarmente in Italia.

    L ideale è accettare il ritorno delle democrazie e la restituzione dei potere come della moneta agli stati-nazione con le regole tipiche e confini tantopiù controllati e protetti, proporzionalmente al differenziale economico fra nazioni.

    Moneta unica? Inutile e se imposta: dannosa!

    Ma come opera al dettaglio l' Unione Europea per smantellare Stati e democrazie?

    Lo scopriremo conscendo i quattro cardini di funzionamento dello Stato-Nazione.



    Lo Stato-nazione si fonda sulla:

    1) Politica economica: ovvero esercitando autorità sui propri confini, per es. aumentando i dazi su merci che lo stato già produce in grande quantità, per consentire al mercato interno di assorbire la produzione nazionale agevolando sia l' industria che l' occupazione! Lo stato può al contrario diminuire i dazi per agevolare l' importazione di prodotti della quale si beneficano sia le industrie che i cittadini, le quali scarseggiano per quantità in Italia. I gettiti dei dazi vengono impiegati sia per spese sociali, sia re-investiti per assistere ' impresa che esporta, rifondendo le aziende italiane delle tasse spese per dazi di altre azioni a fronte dell export.

    2) Politica monetaria: Si tratta della produzione di moneta che deve essere sia proporzionata all' aumento dell' economia reale, sia regolata per consentire il giusto afflusso di capitale circolante. Questo potere dello Stato-nazione, agisce come calmierante sui tassi di interesse, consentendo alle economie di accedere più agevolmente perchè a buon mercato al credito con tassi bassi piuttosto che elevati.

    3)Politica dei tassi di cambio: Essa serve per la regolazione del cambio. Il tasso di cambio è importante perchè esportando e ricevendo valuta straniera, l' impresa che esporta ha bisogno di convertire nella propria valuta i proventi delle compravendite. Inoltre la gestione della politica monetaria consente un apprezzamento o svalutazione della moneta producendo effetti sia ad agevolazione dell' export (effetto competitività,) che effetti regolatori i quali favoriscono l' economia che gira intorno alla propria rispettiva moneta.

    Chi decide i tassi? Gli europeisti gridano: Naturalmente i mercati, ed invece questa è una menzogna, perchè se la banca centrale (di stato) emette e mette in circolo valuta, i tassi sia di cambio che i saggi di interesse scendono esattamente in modo proporzionale alla quantità di valuta emessa, agendo questa operazione, da perfetto regolatore di questi parametri. La banca centrale che non agisce sull' immissione di valuta per regolarne una ottimale disponibilità, perde la caratteristica di banca centrale nazionale, in quanto non più sostenitrice dell' economia di stato perchè automaticamente opera contro le economie di territorio, ed allora diviene vero che rimangono i mercati a protagonisti regolatori di questi valori. Questa è la situazione prevalente in materia di politica monetaria delle privatizzate banche centrali europee subordinate alla BCE.

    4) Politica Fiscale (A), Politica fiscale (B) Politica fiscale (C)

    Politica fiscale (A) Si tratta delle politiche di Stato le quali programmano e decidono per la spesa pubblica o spesa di stato

    Politica fiscale (B) Si tratta delle politiche di Stato le quali programmano e decidono per il prelievo di liquidità dalle economie per ragioni di stabilità monetaria e vi rientra in misura parziale anche il prelievo fiscale ai cittadini.

    Politica fiscale (C) Si tratta delle politiche di Stato le quali programmano e decidono per il prelievo fiscale ai cittadini, con obiettivo primario di finanziare le spese di stato.



    Questi sono i quattro cardini sul quale si basa il sistema economico dello Stato-nazione!

    1) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di gestione delle politiche economiche e monetarie consegnandole alla BCE una banca privata con sede in Germania. Inoltre impedendo agli stati di battere moneta essi sono costretti a mendicare per accedere a puro debito alle banche centrali ora privatizzate dell arcipelago BCE, debito che si riversa su un aumento ormai insostenibile della pressione fiscale che genera deflazione e nuova povertà! Ma... non è proprio l UE quella che dichiara a parole di combattere l aumento del debito pubblico?

    2) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di proteggere i propri confini nazionali, consentendo alle economie emergenti e del terzomondo di inondare di merce a prezzi di concorrenza insostenibili per le aziende italiane, oberate di regole, leggi, vincoli, tasse e costi energetici che della tassazione sul lavoro.

    3) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di proteggere le proprie politiche di cambio valutario, impedendo le svalutazioni concorrenziali ed imponendo una valuta unica ad economie differenti, mentre le valute dovrebbero invece ricalcare gli andamenti economici delle rispettive economie che abbiamo definito frazionate.

    4) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di proteggere le proprie politiche fiscali, vietando agli stati dispendere a favore dell' impresa ed impedendo politiche espansive imponendo Austerity e Spending review ed imposto contributi a fondo perduto come per l ERF e per il SURE nonchè per il famigerato MES... fondi regalati dagli Stati-nazione ma che verranno impiegati solamente in prestito generando sia deflazione economica agli stati che donano, come anche nuovo debito agli stati beneficiari di questi erroneamente definiti "aiuti".

    Ad aggravare la situazione si aggiunge la privatizzazione delle aziende pubbliche, nate con i soldi dei cittadini, ora espropriati dei benefici dei gettiti di stato che si traducevano in più bassa tassazione (24% negli anni 80 ed invece ca. 70% nel 2021) . Altra gravante sul nuovo sistema economico targato UE, è il fatto che le banche centrali non vogliono più fungere da cuscinetto economico per il sociale o welfare popolare perchè essendo il loro stato giuridico mutato da aziende pubbliche a private SpA, gli azionisti delle banche non intendono accettare perdite per ragioni sociali o umanitarie... le banche centrali hanno cessato quindi una delle loro fondamentali funzioni di Stato.

    Ma perchè l Unione Europea sbaglia davvero tutto per il benessere dei cittadini?

    L' Unione Europea non considera gli europei cittadini propri, perciò oltre a non sostenerne l' economia interna, ne infligge sanzioni in luogo che soccorso ed infligge debito in luogo di denaro a fondo perduto dove c'è crisi.

    L' Unione Europea è un sistema economico escogitato dai banchieri per sottrarre coattivamente ricchezza mediante lo strumento monetario e per agevolare il mercantilismo mondiale delle multinazionali che beneficiano di confini aperti a loro vantaggio al costo della distruzione delle economie nazionali, basate esse su regole e vincoli differenti. A loro nulla importa di voi cittadini! E chiaro adeso?

    Lo Stato-nazione è una protezione per il benessere dei propri cittadini, e viene per questa ragione attaccato dall' UE, che si nasconde dietro il falso ideologico di una unità europea, mentre invece è occupata allo smantellamento, allo spossessamento di tutti e quattro i cardini di funzionamento e sostentamento degli Stati-nazione, ai quali è rimasta la sola facoltà di tassazione al cittadino!

    E per questa ragione , che questo sistema ora non funziona più, con una fiscalità impazzita ed insostenibile che dovrebbe supportare tutti gli espropri di potere che ha operato l' Unione Europea contro gli Stati-nazionali! Per macabra ironia dei committenti di questi cambiamenti, nei Giornali ed alla TV, in luogo che spiegare le reali ragioni del perchè esiste la crisi, si compie una irricevibile propaganda sull' incapacità dei governi nazionali a fare fronte alle problematiche di oggi.

    Gli europeisti mentono insistendo che siano i mercati a determinare i tassi sia di cambio che di interesse, sottacendo queste funzioni della banca centrale, perchè ad oggi non esiste più la Banca d' Italia di Stato, ma solo Bankitalia che appartiene al sistema europeo delle banche centrali e che non è più governata dallo Stato italiano. Loro mentono perchè non si deve sapere che è stato tolto un potente mezzo di gestione delle politiche economiche e monetarie agli Stati-nazione.

    Sempre gli europeisti parlano di trasferimenti economici a ri-equilibrio delle economie, finanziando nuove aziende e startup dei vari paesi a fondo "perduto"... sottacendo che questi importi sono completamente computati a debito per gli Stati-nazionali. Un perfetto falso ideologico, sia per i veri fini, sia per la compulsiva divulgazione di false informazioni sociali.

    Lo avete mai visto come lavora un Bue quando gli si tolgono sia l' acqua da bere che la paglia da mangiare? Crolla a terra stremato! Il "governo Bue" italiano è stato talmente Bue (asino) da togliersi sia il cibo che l' acqua per potere andare avanti, sottoscrivendo nel 1992 i trattati di Maastricht senza averli nemmeno compresi, e siccome queste cose non possono raccontarle in TV, vengono pagati Saltimbanchi e Giullari televisivi come Beppe Grillo per raccontare che per uscire dall' Euro è necessario un referendum popolare, cosa espressamente vietata dall art. nr 75 della costituzione, mentre la realtà è che l' art. nr. 50 del TFUE consente agli Stati-nazione di uscire dall Euro e dalla stessa UE, semplicemente comunicando al Consiglio Europeo la propria intenzone di uscirne.

    Se gli stati iniziano ad invertire questo processo di dissolvimento liberandosi della piovra UE e ri incominciano ad auto-proteggersi e se si adotta una moneta comune (ulteriore) e non unica per le transazioni oltreconfine, lasciando i cittadini liberi di circolare per l Europa di nuovo ri-costituita da liberi e protetti Stati-azione, senza distruggere le economie con maldestre politiche-illusione che stiamo oramai da ben 28 anni vivendo, i cittadini europei sarebbero davvero felici e contenti!

    Il vecchio passaporto, quello serve davvero... è già esso, vera libertà inoltre esso consente la circolazione di individui che in quanto a detentori di passaporto non rappresentano una minaccia sociale perchè non sono posseduti da migranti illegali e criminali.

    Il "pensiero unico" rappresenta un autentico danno alle capacità di pensiero autonomo, ne è convinta anche la Giornalista de Il Giornale Ida Magli!

    L' Unione Europea è nientemeno che la più grande truffa della storia dell' umanità!

    E una imprescrittibile necessità quindi, quella di uscirne subito per non soccombere.

    ©2021 Boris Smirnov



    Testo tratto dal mio articolo che titola: Crisi economica: I veri perchè. attualmente ancora soggetto a migliorie.
    Io mi sono occupato di scrivere, di raccontare con rispetto ed attenzione ai dati certi, un pò di storia d' Italia.. Il mio Blog: Come e perchè uscire dall'Unione Europea e dall Euro

  2. #2
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Impossibile uscire dalla storia umana: necessario fu e sarà evolvere dal concetto di tribù al clan; dal clan alla nazione; dalla nazione allo Stato e dallo Stato al mondo globalizzato.

    L'Europa ? Un continente aperto, da organizzare come tutto il resto del globo terraqueo
    di necessità virtù

  3. #3
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    speriamo che collassi il prima possibile sto inutile circo

  4. #4
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Citazione Originariamente Scritto da Maria Vittoria Visualizza Messaggio
    Impossibile uscire dalla storia umana:
    E la Storia (quella vera) viene sempre scritta DOPO gli eventi, mai prima. Tanti hanno preteso di scrivere la Storia prima che si verificasse, e sono tutti morti nella consapevolezza d'aver sbagliato... o sono morti pur di non ammetterlo.
    Dunque frasi come "essere fuori dalla storia" e simili lasciano sempre il tempo che trovano.

  5. #5
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Ho letto con interesse il tuo saggio ma non posso far altro che rimanere perplesso su alcuni punti che non riguardano affatto i pro e i contro della UE e dell'attuale sistema monetario, commerciale e fiscale vigente in Europa, su quello tutte le opinioni sono legittime, sarà poi il tempo a rivelare quali erano quelle giuste e quali erano sbagliate.

    Ciò che mi lascia perplesso è la tua interpretazione sugli avvenimenti storici passati oltre all'importanza che attribuisci ai Stati-nazione anche oltre i confini del continente europeo.

    In particolare:
    Al giorno di oggi, la stragrande maggioranza delle comunità economiche del mondo origina e si distingue nella riconosciuta istituzione che prende il nome di Stato-nazione.
    Prima di tutto dobbiamo chiarire un fatto, all'infuori del continente Europeo gli Stati-nazione non sono affatto la norma, anzi in realtà quasi non ne esistono, il più delle volte troviamo nazioni divise dai confini di vari stati e/o stati composti da una popolazione multi-etnica e/o multi-nazionale, e anche nel caso trovassimo casi di stati etnicamente omogenei e che all'interno dei loro confini raccolgono la quasi totalità del gruppo etnico che lo definisce culturalmente spesso la sua popolazione non ha sviluppato una vera e propria coscienza nazionale.

    Questo però non preclude a quei stati di attuare le politiche economiche che tu descrivi, il tuo discorso sembra incentrato sul fatto che solo lo stato-nazione può attuare politiche economiche nell'interesse della popolazione, tesi che mi sembra alquanto bizzarra dato che questo può farlo qualsiasi stato sovrano, peraltro molti dei stati europei sono definiti "nazionali" sui generis come Spagna, Svizzera e Regno Unito.

    Gli stessi poteri che distruggono il benessere diffuso, questi governanti sono i banchieri, gli stessi uomini che finanziarono i Savoia contro gli Austriaci e gli Austriaci contro i Savoia... il vincitore della guerra, a prescindere che fossero gli italiani o il regno d Austria, sono state le banche, le quali hanno tratto profitto da scontri tra Stati-nazione!
    Questo passaggio mi puzza terribilmente anche perché sulle guerre d'indipendenza fra il Regno di Sardegna e l'Impero d'Austria ho già visto filmati di teorie assurde incentrate sul ruolo dei Rothschild che sarebbero stati i grandi manovratori che avrebbero portato i Savoia e gli Asburgo verso il conflitto militare, e temo che tu abbia pescato da questo marasma tipico di ambienti complottisti e in alcuni casi peggio ancora antisemiti.

    I Rothschild, e qualsiasi altra famiglia di banchieri per definizione di mestiere prestano soldi, il fatto che ci fossero vari rami della famiglia a Parigi, Vienna ed altre capitali Europee e che i migliori clienti delle famiglie di banchieri erano gli stati non vuol dire nulla se non il fatto che la responsabilità fiscale degli stati in genere è di un livello molto basso, se poi consideriamo gli stati monarchici qua abbiamo dinastie regnanti che si indebitavano per finanziare le guerre che scatenavano.

    In questo passaggio hai rovesciato completamente causa ed effetto, cioè attribuisci la causa delle guerre all'indebitamento con i banchieri quando è vero l'opposto: la causa dell'indebitamento erano le guerre, d'altronde il primo motivo per il quale gli stati hanno adottato politiche economiche disastrose è per finanziare le guerre, e questo pure durante il periodo storico contemporaneo, gli esempi più lampanti sono la Germania durante la Prima Guerra Mondiale o gli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam.

    Peraltro le tue tesi avrebbero merito se avessimo a che fare con entità politiche non sovrane, il che è palesemente falso nel caso degli stati europei, posso capire il perché uno Scozzese in Gran Bretagna possa avere da ridire sulla politica economica del proprio stato ad esempio ma non posso assolutamente capire come questa cosa sia possibile nei confronti della UE quando sappiamo tutti che le sue decisioni non sono altro che il risultato di un negoziato fra stati sovrani.

    Per capire cosa voglio dire guardati questo video.

  6. #6
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Citazione Originariamente Scritto da Maria Vittoria Visualizza Messaggio
    Impossibile uscire dalla storia umana: necessario fu e sarà evolvere dal concetto di tribù al clan; dal clan alla nazione; dalla nazione allo Stato e dallo Stato al mondo globalizzato.

    L'Europa ? Un continente aperto, da organizzare come tutto il resto del globo terraqueo
    Certo grazie al mondo globalizzato ci troviamo nella merda del covid, mentre i confini servivano a controllare anche la nascita dei focolai. E comunque la storia raccontala tutta: l'europa si è unificata almeno una ventina di 20 nella storia e si è sempre riseparata, chiediti perché.
    È un vanto essere ignorati da utenti di livello 0.

    Agli euradical snob antifà che danno del lei per sottolineare la distanza dal ceto del popolino rispondo con un voi (come usava quando c'era LVI) così imparano. Gradassi avvisati mezzi salvati.

  7. #7
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Citazione Originariamente Scritto da Alexandri Magni Visualizza Messaggio
    Ho letto con interesse il tuo saggio ma non posso far altro che rimanere perplesso su alcuni punti che non riguardano affatto i pro e i contro della UE e dell'attuale sistema monetario, commerciale e fiscale vigente in Europa, su quello tutte le opinioni sono legittime, sarà poi il tempo a rivelare quali erano quelle giuste e quali erano sbagliate.

    Ciò che mi lascia perplesso è la tua interpretazione sugli avvenimenti storici passati oltre all'importanza che attribuisci ai Stati-nazione anche oltre i confini del continente europeo.

    In particolare:

    Prima di tutto dobbiamo chiarire un fatto, all'infuori del continente Europeo gli Stati-nazione non sono affatto la norma, anzi in realtà quasi non ne esistono, il più delle volte troviamo nazioni divise dai confini di vari stati e/o stati composti da una popolazione multi-etnica e/o multi-nazionale, e anche nel caso trovassimo casi di stati etnicamente omogenei e che all'interno dei loro confini raccolgono la quasi totalità del gruppo etnico che lo definisce culturalmente spesso la sua popolazione non ha sviluppato una vera e propria coscienza nazionale.

    Questo però non preclude a quei stati di attuare le politiche economiche che tu descrivi, il tuo discorso sembra incentrato sul fatto che solo lo stato-nazione può attuare politiche economiche nell'interesse della popolazione, tesi che mi sembra alquanto bizzarra dato che questo può farlo qualsiasi stato sovrano, peraltro molti dei stati europei sono definiti "nazionali" sui generis come Spagna, Svizzera e Regno Unito.



    Questo passaggio mi puzza terribilmente anche perché sulle guerre d'indipendenza fra il Regno di Sardegna e l'Impero d'Austria ho già visto filmati di teorie assurde incentrate sul ruolo dei Rothschild che sarebbero stati i grandi manovratori che avrebbero portato i Savoia e gli Asburgo verso il conflitto militare, e temo che tu abbia pescato da questo marasma tipico di ambienti complottisti e in alcuni casi peggio ancora antisemiti.

    I Rothschild, e qualsiasi altra famiglia di banchieri per definizione di mestiere prestano soldi, il fatto che ci fossero vari rami della famiglia a Parigi, Vienna ed altre capitali Europee e che i migliori clienti delle famiglie di banchieri erano gli stati non vuol dire nulla se non il fatto che la responsabilità fiscale degli stati in genere è di un livello molto basso, se poi consideriamo gli stati monarchici qua abbiamo dinastie regnanti che si indebitavano per finanziare le guerre che scatenavano.

    In questo passaggio hai rovesciato completamente causa ed effetto, cioè attribuisci la causa delle guerre all'indebitamento con i banchieri quando è vero l'opposto: la causa dell'indebitamento erano le guerre, d'altronde il primo motivo per il quale gli stati hanno adottato politiche economiche disastrose è per finanziare le guerre, e questo pure durante il periodo storico contemporaneo, gli esempi più lampanti sono la Germania durante la Prima Guerra Mondiale o gli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam.

    Peraltro le tue tesi avrebbero merito se avessimo a che fare con entità politiche non sovrane, il che è palesemente falso nel caso degli stati europei, posso capire il perché uno Scozzese in Gran Bretagna possa avere da ridire sulla politica economica del proprio stato ad esempio ma non posso assolutamente capire come questa cosa sia possibile nei confronti della UE quando sappiamo tutti che le sue decisioni non sono altro che il risultato di un negoziato fra stati sovrani.

    Per capire cosa voglio dire guardati questo video.
    Ti ringrazio per la tua reale attenzione nel leggere il mio scritto.

    Riconosco che è vero ciò che tu scrivi... è appannaggio europeo prevalente il concetto di Stato-nazione, il mio interesse è incentrato sul fatto che l'Europa con la formazione di stati-nazione è divenuta il continente più ricco del mondo affiancando gli USA che, nonostante siano più stati, condividono praticamente una nazione ed adottano un sistema economico davvero simile allo stato-nazione di stampo europeo.

    In quanto ai Rothschild, ho approfondito in un altro articolo i loro meriti e de-meriti, nell' articolo soprascritto non si tenta di suggerire che le banche abbiano innescato le guerre tra stati, ma semplicemente che ne hanno finanziato entrambe le controparti antagoniste, e questa è una notizia certa. Il nesso con il mio tema è che ad oggi al governo sono proprio i banchieri, che non parteggiano per nessun popolo ma per i propri interessi... l' accenno storico lo ho utilizzato solo per rendere l idea di cosa può realmente importare ad un banchiere.., Apolide per giunta, in luogo di patria, nazione ed altri simboli nazionali.

    Il terzo punto che tu descrivi dicendo le decisioni UE non sono altro che il risultato di un negoziato fra stati sovrani, non so dove lo trovi, se non nella tua personale speranza che possa essere così.

    L' Eurogruppo, formato dai ministri delle finanze dei paesi europei, non può nemmeno organizzare riunioni ufficiali, ma solo informali e ti spiego il senso legale di ciò cosa significa: Le loro riunioni non hanno alcun potere legislativo, ne di modifica dei trattati, ma al più di tipo consultivo.

    Il Consiglio dell Unione Europea è formato dai capi di stato ed anche esso non ha il diritto di riunirsi in forma ufficiale, ma può anche esso, organizzare solo riunioni informali

    Il consiglio Europeo è formato anche esso dai capi di stato ed anche esso fino al 2017 non ha avuto il diritto di riunirsi in forma ufficiale, ma poteva anche esso, organizzare solo informali
    Il parlamento europeo non può occuparsi di politiche economiche e monetarie, (lo fa la BCE), ne legiferare se non per questioni minori, ma può solo porre richieste alla commissione europea, quindi potere =a ZERO!

    Quindi, la tua affermazione che le decisioni UE non sono altro che il risultato di un negoziato fra stati sovrani, è purtroppo frutto di una tua personale convinzione o speranza che si scontra con la realtà delle stesse leggi e regolamenti UE!

    Io, al riguardo, ne ho scritto un articolo sul mio Blog che puoi tranquillamente consultare.

    Se hai dubbi sulla veridicità di quanto scrivo, non esitare ad esprimerli, mi pregio di linkare direttamente dal sito ufficiale dell UE ogni punto di quanto affermo.

    Un cordiale saluto e grazie per la lettura.
    Boris
    Io mi sono occupato di scrivere, di raccontare con rispetto ed attenzione ai dati certi, un pò di storia d' Italia.. Il mio Blog: Come e perchè uscire dall'Unione Europea e dall Euro

  8. #8
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Citazione Originariamente Scritto da Maria Vittoria Visualizza Messaggio
    Impossibile uscire dalla storia umana: necessario fu e sarà evolvere dal concetto di tribù al clan; dal clan alla nazione; dalla nazione allo Stato e dallo Stato al mondo globalizzato.

    L'Europa ? Un continente aperto, da organizzare come tutto il resto del globo terraqueo
    Con grande dispiacere, Continente aperto significa aumento della povertà nel continente, ed evoluzione, significa involuzione, perchè da moderne democrazie si sta passando alla restituzione di poteri e diritti ai potenti .. come nell' antichità, con la gravante che la storia passata non è stata sufficiente ad aiutare ad evitare di ri-cascarci.

    L' Unione Europea è il ritorno al medioevo democraticamente parlando ed i redditi popolari ricalcheranno i medesimi medievali risultati.
    Io mi sono occupato di scrivere, di raccontare con rispetto ed attenzione ai dati certi, un pò di storia d' Italia.. Il mio Blog: Come e perchè uscire dall'Unione Europea e dall Euro

  9. #9
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    @Boris-smirnov sei un vero e proprio gigante perchè la tua cultura ti permettere di ribattere e annichilire gli agenti massonici governativi che infestano questo forum.

  10. #10
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    Predefinito Re: Le ragioni strutturali sul perchè l Unione Europea si dissolverà

    Citazione Originariamente Scritto da Boris-smirnov Visualizza Messaggio
    Written by borissmirnov

    Gentile lettrice, lettore

    Preambolo

    Il comune buonsenso suggerisce che le giuste soluzioni esistono davvero per ogni situazione che si possa definire "difficile"

    La guerra, lungi da rappresentare alcuna soluzione, (e lo dimostrano ben 2 guerre mondiali o globali una a ridosso dell' altra) può esordire in maniera militare, ma anche finanziaria con il medesimo obiettivo dello scontro tra Stati-nazione. Entrambi i generi di conflitto generano non solo moltissime vittime da scontri, ma anche vittime economiche.

    Questo nuovo tipo di guerra genera un bottino perpetuo di sottrazione di civiltà, di diritti e di ricchezza, una diminuzione di democrazia ai privati cittadini che ne subiscono la sconfitta a causa che il proprio governo non ha combattuto affatto, ma senza resistere, ha abbracciato un nuovo ideale, abdicando, consegnando moneta sovrana, banca centrale, protezione dei confini e le proprie politiche economiche e monetarie in mano all' entità finanziaria aggressore. Stiamo parlando del governo delle elite economiche e del sistema bancario denominato Unione Europea. Una entità economica che sta sottraendo forza economica oltre che politica agli Stati-nazione con l' intento di effettuarne un progressivo smantellamento.

    Un semplice aneddoto il quale indica che la soluzione al problema è proprio "davanti al naso" di colui che lo ha realmente compreso, richiama ad un diritto-dovere di conoscerne le cause davvero profondamente, prima di cimentarsi solo a ideare, e men che meno a proporre, eventuali soluzioni. Chiediamo quindi cortese pazienza a leggere attentamente le seguenti informazioni, che sono in apparenza semplici, ma se non bene assimilate, impedirebbero di capire davvero questo scritto.

    Fine del preambolo

    Per conoscere cos'è la crisi è necessario conoscere alcuni fondamenti di economia politica. Approfondiamo!

    Al giorno di oggi, la stragrande maggioranza delle comunità economiche del mondo origina e si distingue nella riconosciuta istituzione che prende il nome di Stato-nazione.

    Lo stato-nazione ha origine come concetto nel XII secolo, sospinto da una grande frammentazione sia economica che culturale delle regioni europee. Con il Trattato di Westfalia del 1648 nasce una nuova Europa. Il sistema geopolitico nato dalla pace di Westfalia ingloba quasi tutta l'Europa, compresa la Russia e per convenzione è utilizzato come spartiacque tra il sistema-medioevo e la nuova società basata sullo stato-nazione. Con lo sviluppo degli stati-nazione nasce anche un'economia mercantile e, con essa, il futuro sistema capitalista.

    Lo Stato-nazione, (come la Francia o l' Italia e molti altri noti esempi,) è oggi, un entità Giuridica, Economica e spesso racchiude anche in sè, particolari omogeneità Culturali nonchè Etniche. La convivenza continuativa di un popolo che adotta la stessa lingua e che condivide gli stessi destini in quanto ad usi e costumi nazionali, crea un forte senso di appartenenza e di volontà individuale a difendere i valori ed i territori comunemente condivisi. Sentirsi appartenente ad una etnia, ad un popolo o ad una nazione è sia un istinto naturale, che un esigenza psicologica dell' individuo che naturalmente sente il bisogno di appartenere ad un classe sociale, etnica, nazionale nonchè di appartenenza territoriale inquadrata in un preciso contesto storico. Eppure esiste un ideologia che si giova della soppressione di questi comuni istinti umani.

    Il senso di orgoglio sociale, etnico, di razza, o di appartenenza nazionale sono un bene o un male?

    Dal mondo della cultura, viene una precisa risposta, ovvero, che il senso di appartenenza, la tradizione, l' orgoglio locale, nazionale e la difesa dei propri diritti che ingloba quindi, anche la conservazione dei propri territori, sono valori positivi come quello della famiglia, eppure esiste un ideologia che richiama questi valori a generatori di nuovi possibili conflitti sospingendo la creazione di una nuova società umana snaturata di principi di appartenenza e di orgogli etnici, territoriali.. nazionali. Non è affatto un caso se nelle scuole pubbliche di tutta Europa, da ormai molti anni non si insegna più la geografia, poco la storia e nemmeno il latino, lo scopo è di crescere nuove generazioni insensibili al concetto di appartenenza sociale, etnica e nazionale, per renderle meno coscienti della propria appartenenza, e più duttili ai nuovi imput politici che sospingono la formazione di una nuova società omologata, indifferente e standardizzata.

    Questi antichi valori sono apertamente in contrasto con "il pensiero unico" che sospinge concetti come mercato unico, globalizzazione e meticciato imposto per ragioni politiche come valori positivi quando essi non lo sono affatto nella realtà.

    Facciamo un piccolo esempio:

    Se lo stato dove vivi ha un economia estremamente florida, tu, come cittadino investito dell' incarico di ministro dell' economia, prestando giuramento di fedeltà alla missione a te affidata di proteggere i prioritari interessi nazionali, apriresti i confini di stato liberalizzando commerci, dove prodotti provenienti da paesi poverissimi e quindi a bassissimo costo, distruggessero completamente i fatturati delle imprese della tua nazione e della quale proprio tu sei responsabile per l' economia?

    No? Eppure "il pensiero unico" che sospinge concetti come mercato unico e globalizzazione, ha trovato estimatori anche tra capi di stato e ministri delle finanze di molti paesi, ideali che stanno decretando una letterale continuata distruzione del patrimonio industriale nazionale, creando disoccupazione, deflazione economica, esodi e sofferenze immani... in nome di un ideale.

    Non esiste uno stato che non si sia formato solo lentamente e per la maggiorparte dei casi, abbia preso la propria forma geo-politica odierna a causa di un conflitto bellico. Una scusa questa, impiegata dai fautori del "pensiero unico" per generare deliberatamente nuove crisi, in luogo di operare per il benessere popolare, che servono allo scopo di sortire effetti politici desiderati dai gruppi di potere. Ogni popolo ha diritto al miglioramento della propria condizione sociale e non a subirne la sovversione, per ragioni ideologiche che sono le medesime delle guerre, ovvero con scopo di raggiungere obiettivi politici particolari che nulla hanno a che vedere con il benessere dei popoli.

    Smantellare lo Stato-nazione... ma a favore e per chì?

    Il neoliberismo che continueremo a definire "pensiero unico" è di fatto concorde quindi sulla positività nella generazione della crisi (e quindi dei disagi e sofferenze derivate) per conseguire i propri scopi, che implicitamente, essendo scopi propri, sottointende una azione politica volontaria a diminuzione dello stato di democrazia.

    Non si sottovaluti l' estrema semplicità del concetto, perchè sarà preso in esame come proprio l' aggressione al sistema Stato-nazione, ovvero della propria struttura operativa creata in ambiente democratico sono la causa fondante di quella che è conosciuta come crisi economica.

    Prima di approfondire il funzionamento dello Stato-Nazione, è necessario menzionare un altro fondamentale di economia politica che in sintesi estrema, chiarisce che a parità di condizioni socio-economiche, dove aumenta il livello di agglomerazione umana, ovvero il tasso di urbanizzazione, si raggiungono i massimi redditi economici pro-capite su basi statistiche, in quanto l' urbanizzazione, ha come obiettivo primario, la creazione di un insediamento con la capacità di produrre e distribuire capillarmente merci e servizi limitando al minimo gli spostamenti che la popolazione deve compiere allo scopo di fruirne, ciò, a tutto vantaggio sociale attivando un virtuoso volano economico accorpando a comodità di servizi un reale risparmio economico.

    La storia consegna come obiettivo della formazione della città-stato ancor prima dello Stato-nazione, una azione comune difensiva. Concetto questo da non dimenticare.

    In pratica, questa formula, indica gli agglomerati urbani prima (le città stato) e ben più avanti gli Stati-nazione, come aventi funzioni difensive ed anche maggiore potenziale economico rispetto alle zone rurali, ed infine, il numero di individui, se superiore per km quadrato indicano una più elevata capacità economica teorica, limitata solo dalle potenzialità agricole, che superato un certo tasso di abitanti, faticherebbero a sfamare la popolazione.

    Quindi, per uno Stato-nazione con un economia basata in modo preponderante sull' agricoltura, esiste un ottimale proporzione di abitanti per km quadrato, ed invece, negli Stati-nazione con un economia basata prevalentemente in modo industriale e sui servizi, vale praticamente il solo concetto di: Più abitanti = a più potenziale di arricchimento, in quanto i cittadini salariati più sono in numero elevato e più generano consumi che dal punto di vista industriale corrispondono a maggiore domanda che si converte al movimento di maggiori flussi di capitali economici aumentando quindi la dimensione dell' economia. Questi risultati sono stati nella realtà sperimentati nell' economia italiana arrivata al proprio apice appena prima della firma dei disgraziati trattati di Maastricht, tessuto economico-industriale il quale gradiva l' arrivo di immigrati per sopperire alla carenza di forza lavoro creatasi dalle sempre maggiori necessità del sistema Italia, fino a quando non si iniziò lo smantellamento di questo medesimo "gioiello economico" mirabilmente capace, con la propagazione dei prevedibili speculari nefasti effetti di perdita di benessere e diritti oramai negati ai cittadini italiani.

    Questi semplici concetti si collegano ad un principio di economia politica che definiremo economia frazionata. (Da non confondersi con economia "frazionaria" che è un concetto squisitamente bancario) in quanto il sistema Italia era ben protetto nei propri confini da necessari dazi, e tutti gli organi di stato contribuivano alla regolazione interna dell' economia compresi i necessari trasferimenti economici dalle regioni più ricche a quelle più povere. (Cassa del Mezzogiorno ecc.)

    Per ragioni di differenza geopolitica sostanziale ed anche di differente cultura e progresso industriale, non è possibile avere economie su vasti territori completamente omogenee e quindi, la europea sovversione dei princìpi di funzionamento dell' economia, diventa un atto distruttivo al benessere economico, proprio imponendo degli standard uguali a nazioni differenti.

    Stupidità...? Vedete, Si rincorre in modo miope un semplice ideale, in luogo del benessere comune generalizzato. Gli stessi poteri che distruggono il benessere diffuso, questi governanti sono i banchieri, gli stessi uomini che finanziarono i Savoia contro gli Austriaci e gli Austriaci contro i Savoia... il vincitore della guerra, a prescindere che fossero gli italiani o il regno d Austria, sono state le banche, le quali hanno tratto profitto da scontri tra Stati-nazione! Nessuna morale... i banchieri neoliberisti sono sostenitori di un ideologia che si giova della soppressione dei poveri in luogo della soppressione della povertà!

    Stiamo dicendo che il sistema Unione Europea non è affatto ne progettato ne costituito per il benessere di cittadini! Assolutamente quindi, non è necessaria nessuna Unione Europea ne tantomeno alcun Euro o moneta unica per conseguire diffuso benessere e ricchezza!

    Le economie europee sono esse stesse frazionate ed è sostenibile una apertura interna dei confini nazionali solo per le economie più simili. Quindi giammai con Cina, India ecc... Queste aperture, se e quando avvengono, non sono comunque mai indolore in quanto singoli settori produttivi di beni e servizi, possono avere in stati attigui ed apparentemente simili per macro-economia, ugualmente grandi differenze di condizioni di lavoro, di aliquote fiscali, di costi delle materie prime e delle energie, insomma, differenze causate da 1000 diversi fattori e scatenanti benessere di settore da una parte e crisi dall' altra.

    Non è possibile una unione monetaria senza uno stato unico e quindi esso provvisto di politiche interne di trasferimento, atte ad attutire gli scompensi economici fra regioni (i frazionamenti economici fra regioni)

    L UE, la quale sospinge "il pensiero unico" è completamente disinteressata al solo concetto di re-distribuzione regionale della ricchezza, al contrario opera, imponendo parametri omogenei a nazioni diverse, sottraendo risorse economiche agli Stati-nazione in luogo che fornirne e soprattutto sanzionando in luogo di trasferire risorse a compensazione.

    Queste semplici regole di economia politica si conoscevano già nell' 800 ma sembra che ai vertici UE, non siano andati molto a scuola, oppure che... non glie ne importa.
    La regola di imporre una moneta unica a nazioni con economie frazionate o differenti, senza attuare nemmeno politiche di compensazione è per principio una perfetta utopia che può solo portare disagio sociale, disparità e tanta inutile sofferenza, e.. tali condizioni sono oggi ben visibili in Europa, particolarmente in Italia.

    L ideale è accettare il ritorno delle democrazie e la restituzione dei potere come della moneta agli stati-nazione con le regole tipiche e confini tantopiù controllati e protetti, proporzionalmente al differenziale economico fra nazioni.

    Moneta unica? Inutile e se imposta: dannosa!

    Ma come opera al dettaglio l' Unione Europea per smantellare Stati e democrazie?

    Lo scopriremo conscendo i quattro cardini di funzionamento dello Stato-Nazione.



    Lo Stato-nazione si fonda sulla:

    1) Politica economica: ovvero esercitando autorità sui propri confini, per es. aumentando i dazi su merci che lo stato già produce in grande quantità, per consentire al mercato interno di assorbire la produzione nazionale agevolando sia l' industria che l' occupazione! Lo stato può al contrario diminuire i dazi per agevolare l' importazione di prodotti della quale si beneficano sia le industrie che i cittadini, le quali scarseggiano per quantità in Italia. I gettiti dei dazi vengono impiegati sia per spese sociali, sia re-investiti per assistere ' impresa che esporta, rifondendo le aziende italiane delle tasse spese per dazi di altre azioni a fronte dell export.

    2) Politica monetaria: Si tratta della produzione di moneta che deve essere sia proporzionata all' aumento dell' economia reale, sia regolata per consentire il giusto afflusso di capitale circolante. Questo potere dello Stato-nazione, agisce come calmierante sui tassi di interesse, consentendo alle economie di accedere più agevolmente perchè a buon mercato al credito con tassi bassi piuttosto che elevati.

    3)Politica dei tassi di cambio: Essa serve per la regolazione del cambio. Il tasso di cambio è importante perchè esportando e ricevendo valuta straniera, l' impresa che esporta ha bisogno di convertire nella propria valuta i proventi delle compravendite. Inoltre la gestione della politica monetaria consente un apprezzamento o svalutazione della moneta producendo effetti sia ad agevolazione dell' export (effetto competitività,) che effetti regolatori i quali favoriscono l' economia che gira intorno alla propria rispettiva moneta.

    Chi decide i tassi? Gli europeisti gridano: Naturalmente i mercati, ed invece questa è una menzogna, perchè se la banca centrale (di stato) emette e mette in circolo valuta, i tassi sia di cambio che i saggi di interesse scendono esattamente in modo proporzionale alla quantità di valuta emessa, agendo questa operazione, da perfetto regolatore di questi parametri. La banca centrale che non agisce sull' immissione di valuta per regolarne una ottimale disponibilità, perde la caratteristica di banca centrale nazionale, in quanto non più sostenitrice dell' economia di stato perchè automaticamente opera contro le economie di territorio, ed allora diviene vero che rimangono i mercati a protagonisti regolatori di questi valori. Questa è la situazione prevalente in materia di politica monetaria delle privatizzate banche centrali europee subordinate alla BCE.

    4) Politica Fiscale (A), Politica fiscale (B) Politica fiscale (C)

    Politica fiscale (A) Si tratta delle politiche di Stato le quali programmano e decidono per la spesa pubblica o spesa di stato

    Politica fiscale (B) Si tratta delle politiche di Stato le quali programmano e decidono per il prelievo di liquidità dalle economie per ragioni di stabilità monetaria e vi rientra in misura parziale anche il prelievo fiscale ai cittadini.

    Politica fiscale (C) Si tratta delle politiche di Stato le quali programmano e decidono per il prelievo fiscale ai cittadini, con obiettivo primario di finanziare le spese di stato.



    Questi sono i quattro cardini sul quale si basa il sistema economico dello Stato-nazione!

    1) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di gestione delle politiche economiche e monetarie consegnandole alla BCE una banca privata con sede in Germania. Inoltre impedendo agli stati di battere moneta essi sono costretti a mendicare per accedere a puro debito alle banche centrali ora privatizzate dell arcipelago BCE, debito che si riversa su un aumento ormai insostenibile della pressione fiscale che genera deflazione e nuova povertà! Ma... non è proprio l UE quella che dichiara a parole di combattere l aumento del debito pubblico?

    2) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di proteggere i propri confini nazionali, consentendo alle economie emergenti e del terzomondo di inondare di merce a prezzi di concorrenza insostenibili per le aziende italiane, oberate di regole, leggi, vincoli, tasse e costi energetici che della tassazione sul lavoro.

    3) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di proteggere le proprie politiche di cambio valutario, impedendo le svalutazioni concorrenziali ed imponendo una valuta unica ad economie differenti, mentre le valute dovrebbero invece ricalcare gli andamenti economici delle rispettive economie che abbiamo definito frazionate.

    4) L' Unione Europea ha sottratto agli Stati-nazione la facoltà di proteggere le proprie politiche fiscali, vietando agli stati dispendere a favore dell' impresa ed impedendo politiche espansive imponendo Austerity e Spending review ed imposto contributi a fondo perduto come per l ERF e per il SURE nonchè per il famigerato MES... fondi regalati dagli Stati-nazione ma che verranno impiegati solamente in prestito generando sia deflazione economica agli stati che donano, come anche nuovo debito agli stati beneficiari di questi erroneamente definiti "aiuti".

    Ad aggravare la situazione si aggiunge la privatizzazione delle aziende pubbliche, nate con i soldi dei cittadini, ora espropriati dei benefici dei gettiti di stato che si traducevano in più bassa tassazione (24% negli anni 80 ed invece ca. 70% nel 2021) . Altra gravante sul nuovo sistema economico targato UE, è il fatto che le banche centrali non vogliono più fungere da cuscinetto economico per il sociale o welfare popolare perchè essendo il loro stato giuridico mutato da aziende pubbliche a private SpA, gli azionisti delle banche non intendono accettare perdite per ragioni sociali o umanitarie... le banche centrali hanno cessato quindi una delle loro fondamentali funzioni di Stato.

    Ma perchè l Unione Europea sbaglia davvero tutto per il benessere dei cittadini?

    L' Unione Europea non considera gli europei cittadini propri, perciò oltre a non sostenerne l' economia interna, ne infligge sanzioni in luogo che soccorso ed infligge debito in luogo di denaro a fondo perduto dove c'è crisi.

    L' Unione Europea è un sistema economico escogitato dai banchieri per sottrarre coattivamente ricchezza mediante lo strumento monetario e per agevolare il mercantilismo mondiale delle multinazionali che beneficiano di confini aperti a loro vantaggio al costo della distruzione delle economie nazionali, basate esse su regole e vincoli differenti. A loro nulla importa di voi cittadini! E chiaro adeso?

    Lo Stato-nazione è una protezione per il benessere dei propri cittadini, e viene per questa ragione attaccato dall' UE, che si nasconde dietro il falso ideologico di una unità europea, mentre invece è occupata allo smantellamento, allo spossessamento di tutti e quattro i cardini di funzionamento e sostentamento degli Stati-nazione, ai quali è rimasta la sola facoltà di tassazione al cittadino!

    E per questa ragione , che questo sistema ora non funziona più, con una fiscalità impazzita ed insostenibile che dovrebbe supportare tutti gli espropri di potere che ha operato l' Unione Europea contro gli Stati-nazionali! Per macabra ironia dei committenti di questi cambiamenti, nei Giornali ed alla TV, in luogo che spiegare le reali ragioni del perchè esiste la crisi, si compie una irricevibile propaganda sull' incapacità dei governi nazionali a fare fronte alle problematiche di oggi.

    Gli europeisti mentono insistendo che siano i mercati a determinare i tassi sia di cambio che di interesse, sottacendo queste funzioni della banca centrale, perchè ad oggi non esiste più la Banca d' Italia di Stato, ma solo Bankitalia che appartiene al sistema europeo delle banche centrali e che non è più governata dallo Stato italiano. Loro mentono perchè non si deve sapere che è stato tolto un potente mezzo di gestione delle politiche economiche e monetarie agli Stati-nazione.

    Sempre gli europeisti parlano di trasferimenti economici a ri-equilibrio delle economie, finanziando nuove aziende e startup dei vari paesi a fondo "perduto"... sottacendo che questi importi sono completamente computati a debito per gli Stati-nazionali. Un perfetto falso ideologico, sia per i veri fini, sia per la compulsiva divulgazione di false informazioni sociali.

    Lo avete mai visto come lavora un Bue quando gli si tolgono sia l' acqua da bere che la paglia da mangiare? Crolla a terra stremato! Il "governo Bue" italiano è stato talmente Bue (asino) da togliersi sia il cibo che l' acqua per potere andare avanti, sottoscrivendo nel 1992 i trattati di Maastricht senza averli nemmeno compresi, e siccome queste cose non possono raccontarle in TV, vengono pagati Saltimbanchi e Giullari televisivi come Beppe Grillo per raccontare che per uscire dall' Euro è necessario un referendum popolare, cosa espressamente vietata dall art. nr 75 della costituzione, mentre la realtà è che l' art. nr. 50 del TFUE consente agli Stati-nazione di uscire dall Euro e dalla stessa UE, semplicemente comunicando al Consiglio Europeo la propria intenzone di uscirne.

    Se gli stati iniziano ad invertire questo processo di dissolvimento liberandosi della piovra UE e ri incominciano ad auto-proteggersi e se si adotta una moneta comune (ulteriore) e non unica per le transazioni oltreconfine, lasciando i cittadini liberi di circolare per l Europa di nuovo ri-costituita da liberi e protetti Stati-azione, senza distruggere le economie con maldestre politiche-illusione che stiamo oramai da ben 28 anni vivendo, i cittadini europei sarebbero davvero felici e contenti!

    Il vecchio passaporto, quello serve davvero... è già esso, vera libertà inoltre esso consente la circolazione di individui che in quanto a detentori di passaporto non rappresentano una minaccia sociale perchè non sono posseduti da migranti illegali e criminali.

    Il "pensiero unico" rappresenta un autentico danno alle capacità di pensiero autonomo, ne è convinta anche la Giornalista de Il Giornale Ida Magli!

    L' Unione Europea è nientemeno che la più grande truffa della storia dell' umanità!

    E una imprescrittibile necessità quindi, quella di uscirne subito per non soccombere.

    ©2021 Boris Smirnov



    Testo tratto dal mio articolo che titola: Crisi economica: I veri perchè. attualmente ancora soggetto a migliorie.
    Quello che ho notato nel tuo testo è che hai usato i termini stato/stati un totale di 66 volte e i termini nazione/nazioni un totale di 36 volte. Ma solo per iniziare, lo stato costruisce la nazione, non la nazione costruisce lo stato.

    Ma torniamo all'argomento in questione. Quo Vadis Europa?

    Secondo me, c'è un ampio accordo sugli obiettivi generali dell'Unione europea: l'UE dovrebbe essere un'area di prosperità libera e pacifica. Dovrebbe essere caratterizzato dalla diversità, perché la diversità è un valore in sé e un prerequisito per una competizione fruttuosa. L'UE non dovrebbe essere un'isola di prosperità, perché beneficia della prosperità dei suoi vicini attraverso il commercio, lo scambio di idee e la pressione competitiva. L'UE dovrebbe anche offrire alle generazioni future condizioni di vita eccellenti attraverso politiche sostenibili. E l'UE dovrebbe svolgere un ruolo positivo nell'aumentare la libertà e la prosperità in tutto il mondo. Ciò che è controverso, tuttavia, è come questi obiettivi debbano essere raggiunti, non se l'UE debba ancora esistere o meno. Ora c'è un gruppo di europei che invoca il concetto di "più Europa" e desidera un'integrazione più completa e veloce dei membri dell'UE rafforzando le istituzioni centrali. L'idea di uno stato federale europeo, tuttavia, genera una veemente opposizione da parte di quegli europei che vogliono "meno Europa" e vogliono che le decisioni siano (ancora una volta) il più possibile decentrate. Una contrapposizione inconciliabile? Non necessariamente. Secondo me, sarebbe meglio combinare i vantaggi di entrambi i sentieri. Rafforzare i poteri decisionali centrali e allo stesso tempo decentralizzare massicciamente con una vera autonomia locale.

    Punti di forza e di debolezza attuali dell'UE
    A che punto è l'UE oggi? Vanta almeno cinque punti di forza che contribuiscono agli obiettivi di cui ho appena accennato:

    1. il mercato unico aperto con la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone è un enorme successo! È il motore della prosperità dell'Europa e ha dato alle persone una libertà di movimento senza precedenti.
    2. C'è una grande diversità nell'UE - culturalmente, linguisticamente, politicamente ed economicamente. Certo, alcuni Stati membri soffrono di problemi importanti.
    3. L'UE non se la cava male nel confronto internazionale quando si tratta di sviluppo sostenibile. Questo è evidente sia nella politica ambientale che in quella fiscale. Nonostante l'evidente sovraindebitamento di alcuni paesi (come L'italia e Grecia), il debito medio a livello paneuropeo è chiaramente inferiore a quello degli Stati Uniti e del Giappone.
    4. L'UE è per molti aspetti un paradiso di libertà rispetto ad altri paesi e regioni del mondo. Questo è vero anche in confronto agli Stati Uniti. I suoi cittadini sono tenuti a pagare le tasse anche se non ci vivono, e i vincoli sociali derivanti dall'eccesso di moralizzazione e dall'eccesso di correttezza politica sono probabilmente molto più incisivi e restrittivi lì che nell'UE.
    5. l'UE svolge un ruolo relativamente positivo nella politica mondiale. È molto meno minacciosa per il mondo di altre grandi potenze politiche, che conducono permanentemente guerre contro la droga, il terrorismo e il riciclaggio di denaro, che spesso non fanno che esacerbare i problemi associati a questi mali, oltre a spostarli in altre aree e ad avere conseguenze disastrose per molti paesi.

    Adesso elenco secondo me i punti deboli.

    1. Molti paesi dell'UE hanno molto meno successo dal punto di vista economico e sociale di quanto potrebbero avere con una politica economica e sociale alternativa. In particolare, soffrono di una disoccupazione la cui portata è socialmente esplosiva. Responsabili di ciò sono le strutture del mercato del lavoro completamente incrostate (italia) che derivano da regolamenti insensati, che a loro volta sono una conseguenza della mancanza di incentivi per i governi a riformare. La deregolamentazione dei mercati del lavoro porterebbe significativi guadagni di benessere dopo alcuni anni, ma nel breve termine graverebbe sui beneficiari delle regolamentazioni odierne.
    2. La disuguaglianza di reddito nell'UE è allarmante. In effetti, è ancora più alto che negli Stati Uniti. Mentre lì le differenze tra gli stati sono incluse nelle misure della disuguaglianza individuale, i dati dell'UE si riferiscono generalmente alla disuguaglianza media all'interno dei singoli paesi. Tuttavia, se la disuguaglianza nell'UE dovesse essere misurata sistematicamente in tutta l'area economica, come avviene negli Stati Uniti, l'UE ne uscirebbe peggio.
    3. L'UE soffre di forti forze centrifughe. Il rapido sviluppo economico di Cina, India e altre economie emergenti sta aumentando non solo la domanda di prodotti e servizi ad alta tecnologia, ma anche l'offerta di prodotti meno sofisticati. Questo sta causando un rapido cambiamento nelle " condizioni di scambio ", il valore del commercio internazionale di beni e servizi. I paesi del nord dell'UE, tecnologicamente all'avanguardia, beneficiano molto di più dello sviluppo economico globale rispetto ai paesi del sud.
    4.Mmolti paesi dell'UE soffrono di una bassa morale fiscale tra i loro cittadini (Italia, Grecia, paesi dell'est), alta corruzione e scarse politiche di localizzazione regionale/locale. Una delle ragioni principali di ciò è la completa eccessiva centralizzazione di questi paesi. In essi, la quasi totalità del gettito fiscale fluisce spesso prima verso la capitale, da dove poi ritorna alle regioni e ai comuni dopo una lotta di distribuzione opaca attraverso trasferimenti non trasparenti e quasi del tutto indipendenti dalle entrate fiscali locali. Di conseguenza, i cittadini sono poco motivati a pagare loro stessi le tasse e a controllare il pagamento delle tasse dei loro concittadini. Non solo la morale fiscale è bassa di conseguenza, ma l'evasione fiscale è persino socialmente accettata. Coloro che pagano le tasse invece di sostenere l'economia locale con i loro soldi diventano i veri peccatori. Allo stesso tempo, è molto meno conveniente per i politici locali perseguire una buona politica di localizzazione, perché le entrate fiscali che possono essere generate in questo modo si allontanano completamente
    5. In alcuni paesi dell'UE, sono state promulgate molte leggi e regolamenti che non sono stati realmente concepiti per essere attuati. Le leggi fiscali sono state spesso concepite in modo insensato e abusivo. Un primo passo verso la riforma nei paesi in crisi è spesso quello di iniziare a far rispettare più seriamente le leggi esistenti, specialmente quelle fiscali. Ma se paesi come la Grecia o l'Italia cercano davvero di raccogliere tutte le tasse troppo complicate, distorsive e spesso troppo alte, le conseguenze per l'economia sono drammatiche.

    Ma adesso veniamo alle soluzione cosa si dovrebbe fare in futuro?

    È essenziale che l'UE crei e sviluppi istituzioni che combinino i vantaggi della centralizzazione e del decentramento. Da un lato, i politici a livello UE hanno bisogno di incentivi efficaci per sviluppare nel suo complesso delle valide soluzioni per l'UE. Dall'altro, è necessaria una vera autonomia locale. Ma come conciliare ciò che a prima vista sembra essere contraddittorio? Di seguito, presento un catalogo di misure concrete che mi sembrano adatte a combinare in modo positivo queste forze apparentemente contrastanti.
    1. Il rafforzamento dell'Unione può essere raggiunto solo se le decisioni più importanti a livello europeo sono preparate, prese e attuate da politici eletti dal popolo. A tal fine, tuttavia, un sistema come quello degli Stati Uniti con un unico forte soggetto decisionale nazionale, il presidente, non dovrebbe essere introdotto in nessun caso. Perché sarebbe in pericolo di soccombere alle stesse illusioni di controllo e di potere di alcuni presidenti degli Stati Uniti. Quindi, come loro, anche lui dovrebbe essere controllato da molti controlli ed equilibri, che troppo spesso portano a situazioni di stallo politico. La soluzione migliore sarebbe che le decisioni più importanti fossero prese da più persone, tutte elette con voto popolare a livello europeo in un unico collegio elettorale.
    2. L'UE non può evitare di imporre un effettivo decentramento nei singoli stati membri per rafforzare i comuni e le regioni. I comuni e le regioni hanno bisogno di veri poteri fiscali e di spesa per la fornitura efficiente di servizi pubblici locali e regionali. Il decentramento non deve essere simmetrico, ma può essere asimmetrico, dando più autonomia ad alcune autorità locali che ad altre.
    3. I cittadini devono avere più voce in capitolo. Gli argomenti regolarmente addotti contro una maggiore partecipazione alla democrazia più diretta non sono validi.
    4. La concorrenza deve essere creata tra il governo (o la maggioranza parlamentare) e gli organi decisionali concorrenti. Per questo, nella procedura maggioritaria sono necessari organi di verifica e controllo eletti dal popolo, che possano controllare e criticare tutte le proposte dei governi e presentare proposte alternative concrete in parlamento o meglio ancora direttamente al popolo.
    5. La competizione con i paesi extraeuropei dell'UE stabilisce incentivi che stimolano i legislatori dell'UE a perseguire politiche orientate ai cittadini.
    6. Politiche valide provengono da istituzioni valide. A questo proposito, è necessaria un'azione a tutti i livelli in Europa. Nel fare ciò, l'UE non dovrebbe certo prendere a modello le istituzioni degli Stati Uniti. Perché con le istituzioni americane arriverebbero problemi americani. Piuttosto, l'UE ha bisogno di un nuovo sofisticato mix di rafforzamento dei poteri decisionali centrali e allo stesso tempo di un massiccio decentramento con una vera autonomia locale. Immagino uno spazio politico flessibile in cui si stabiliscono istituzioni di "migliori pratiche" e in cui le regioni possono sviluppare ulteriormente le proprie istituzioni. In particolare, i paesi che si trovano attualmente in una posizione sfavorevole potrebbero guadagnare molto dal decentramento e imparare dagli esempi di successo.
    7. Allo stesso tempo, un'attenta condivisione del potere e l'elezione popolare diretta dei politici a livello europeo possono evitare che l'UE si comporti come altre "potenze mondiali". Se, in parallelo, la competizione politica è rafforzata a tutti i livelli, questo crea incentivi per i leader politici a perseguire politiche nell'interesse dei cittadini e a sviluppare ulteriormente le istituzioni politiche nel senso discusso.

 

 
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