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    Predefinito ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    di Antonio Coppola|

    L'Ungheria di Miklós Horthy fu un regime autoritario, conservatore, di estrema destra, fortemente militarista e legato al fascismo prima e al nazional socialismo tedesco poi.
    Correva l’anno 1920 quando l’ammiraglio Miklós Horthy, già ministro della guerra nel 1919, venne proclamato capo del Governo del regno di Ungheria.

    La figura di Miklós Horthy è estremamente importante per la storia politica dell’europa degli anni venti e trenta, perché fu, in un certo senso, l’anticipatore di quei movimenti nazionalisti anticomunisti che, negli anni seguenti, avrebbero coinvolto Italia, Germania, Spagna e tutto il resto d’europa, attraverso forme e nomi di partito diversi nella forma, ma tutti strutturati in maniera paramilitare, con una rigida gerarchia interna e caratterizzati da sentimenti di odio verso comunisti, ebrei e numerose altre minoranze etniche e culturali.

    Horthy è il grande anticipatore di Mussolini, Oswald Mosley ed Hitler, ne condivide le idee e l’ideologia, se pur con qualche differenza.

    La Carriera di Miklós Horthy
    La carriera di Miklós Horthy è iniziata tra i ranghi dell’esercito ungherese, dove fece rapidamente carriera, grazie anche alle sue origini nobiliari, e negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, tra il 1909 ed il 1914, si ritrovò ad essere uno degli aiutanti e più stretti collaboratori dell’imperatore Francesco Giuseppe, per poi servire durante la guerra fino al raggiungimento del grado di contrammiraglio e comandante supremo della flotta imperiale della regia marina austro-ungarica.

    Finita la guerra, Horthy ricopriva una delle più alte cariche militari dell’impero Austro-Ungarico, impero che tuttavia usciva sconfitto dalla guerra e si preparava alla propria disgregazione definitiva, che sarebbe avvenuta tramite una serie di scontri interni, e in quel contesto di crisi, la guida del governo ungherese venne affidata al comunista ungherese, Ábel Kohn, meglio noto come Béla Kun.



    Il governo comunista di Béla Kun ebbe vita breve, sopravvivendo dal 21 marzo 1919 al 3 aprile dello stesso anno, e vi fece seguito un governo anticomunista guidato da Károly Huszár, appoggiato da Miklós Horthy che, tra il marzo 1919 e l’aprile del 1920, ricoprì la carica di ministro della guerra.

    Lo scontro tra Comunisti e Anti-Comunisti in Ungheria, non fu solo politico, ci furono diversi scontri armati in tutta l’Ungheria, scontri che videro contrapposti i monarchici anticomunisti ai comunisti di Kun.

    Una delle prime disposizioni del Governo di Huszár fu quella di ripristinare la monarchia ungherese, e preparare un ritorno degli Asburgo, tuttavia, il nuovo ordine europeo venutosi a formare dopo la fine della guerra, rendeva particolarmente ostico questo progetto, e alla fine, in seguito all’ingresso trionfale e conseguente occupazione militare di Budapest da parte di Horty e le sue truppe, l’ammiraglio assunse l’incarico di capo provvisorio dello stato, con il titolo di reggente del regno d’Ungheria, in ungherese kormányzó, carica che ricoprì fino alla fine della seconda guerra mondiale.

    La Politica di Horthy
    La politica di Miklós Horthy era inquadrabile nelle idee della destra sovranista e conservatrice, Horthy rappresentava gli interessi dell’aristocrazia e per lui e la propria cerchia sociale di appartenenza, il comunismo era una minaccia reale. Béla Kun nel proprio programma puntava a sottrarre le terre ai nobili per darle al popolo ungherese, Horthy era membro di una di quelle famiglie nobili a cui Kun voleva togliere le terre.

    Una delle prime decisioni politiche che l’ammiraglio ungherese dovette affrontare in qualità di capo del governo, fu quella dei trattati di pace ancora in corso, e il ruolo giocato dall’Ungheria durante la prima guerra mondiale, non dava molto margine di manovra all’ammiraglio, fu quindi “costretto” ad accettare le dure condizioni del trattato di pace del Trianon, il trattato con cui vennero stabilite, dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale, le sorti del nuovo Regno d’Ungheria, in seguito alla dissoluzione dell’Impero austro-ungarico. Presero parte alla conferenza Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia, oltre ai loro alleati, Romania, Regno dei Serbi, Croati e Sloven e il trattato venne firmato il 4 giugno 1920.

    Le dure condizioni del trattato di Trianon, come sarebbe accaduto anche in Germania, alimentarono una forte insofferenza nei confronti dei vincitori della guerra e, unito ad un crescente sentimento anticomunista e antisemita, portarono alla nascita di un regime, estremamente autoritario, anche se non assunse mai i tratti di una dittatura o di un regime totalitario come invece sarebbe accaduto all’Italia di Mussolini e la Germania di Hitler, in cui il parlamento venne completamente esautorato.

    Il regime di Horthy
    Durante gli anni del regime di Horthy, che coincidono con gli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale, l’Ungheria rimase, se pur in modo parziale, una monarchia parlamentare, guidata da un reggente.

    Il parlamento Ungherese come anticipavo non venne completamente esautorato, ne venne sostituito da altri organi e istituzioni, tuttavia, l’autorità del reggente fu particolarmente incisiva e il parlamento, il più delle volte, si ritrovò a seguire le direttive di Horthy.

    Nel regime di Horthy l’ordine sociale ungherese doveva rimanere inalterato, e a tal proposito l’ammiraglio, da militare, aristocratico e conservatore qual’era, si impegnò profondamente affinché quell’ordine precostituito non venisse alterato, in particolare dalla minaccia della “barbarie sovietica” che aleggiava alle porte dell’Ungheria.

    L’Ungheria di Horthy fu uno dei primi paesi europei a varare delle leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei e con largo anticipo rispetto alle leggi di Norimberga e le leggi razziali italiane, già nel 1921 Horthy ordinò che venisse limitata la percentuale di studenti di varie minoranze presenti in Ungheria.

    La legge, firmata dal primo ministro ungherese del 1921 Pál Teleki, fissava al 6% il numero massimo di studenti di origine ebraica che potevano iscriversi alle università ungheresi. Altre leggi discriminatorie di questo tipo vennero varate negli anni seguenti, il cui corpo legislativo, per molti, preparò il terreno per le successive leggi di Norimberga del regime nazista, proclamate il 15 settembre 1935. In Ungheria, comunque, il culmine delle leggi razziali e antisemite arrivò nel 1938 con una serie di leggi proclamate dal’allora primo ministro fino al culmine di una vera e propria legislazione antiebraica introdotta nel 1938 dal primo ministro Kálmán Darányi, con cui il paese si preparò alle deportazioni naziste.

    Il proto fascismo di Horthy
    Il regime autoritario di Horthy si trova in un limbo ai limiti del fascismo, ideologia con la quale Horthy ebbe un forte legame, consolidato soprattutto dopo la firma dei protocolli di Roma del 1934, con cui l’Ungheria si legava all’influenza economica e politica dell’Italia. Tuttavia, nonostante questo legame Horthy non arrivò mai ad abbracciare totalmente il Fascismo e, in seguito alla morte di Engelbert Dollfuss, leader del fronte Patriottico, un partito austriaco di ispirazione fascista, Horthy, come molti altri proto fascisti in europa, si avvicinò maggiormente alle posizioni più radicali del nazional socialismo tedesco.

    L’ambizione di Horthy
    Come Hitler e Mussolini, anche Horthy ambiva al potere personale e puntava ad assumere il potere assoluto sullo stato che governava, questa ricerca del potere ebbe evoluzioni diverse in Ungheria, Italia e Germania, che si legano soprattutto allo status politico delle tre nazioni.

    Ungheria ed Italia erano monarchie, anche se, l’Ungheria era de facto una monarchia senza re, mentre l’Italia, anche se non particolarmente presente nella scena politica, aveva comunque un re. Diversamente la Germania era una repubblica.

    Secondo Max Weber, la legittimazione del potere può avvenire in tre diversi modi, ovvero in modo tradizionale, carismatico e legale/giuridico e, sempre secondo Weber, il potere politico (assoluto) può manifestarsi solo in presenza di questi tre elementi.

    Noi oggi sappiamo che tra Hitler, Mussolini ed Horthy, l’unico a conseguire il potere assoluto fu Hitler, questo perché Hitler, grazie al proprio carisma e all’uso della forza, riuscì a conseguire una legittimazione legale e carismatica del proprio potere, inoltre, l’organizzazione paramilitare della Germania, collocava Hitler al vertice di una sorta di gerarchia tradizionale, simil feudale, garantendo quindi, anche un potere tradizionale in uno stato in cui non erano presenti forme di potere tradizionali.



    Nell’Ungheria di Horthy, se bene l’ammiraglio, godesse di potere legale/giuridico, grazie al proprio, conseguito grazie a carisma e forza, proprio come Hitler, l’Ungheria era una monarchia, senza re, ma comunque una monarchia, e di conseguenza, per ascendere al rango supremo, Horthy aveva necessità di essere proclamato regnante e non semplicemente reggente della corona.

    A tale proposito, durante il proprio governo Horthy estese progressivamente i propri poteri, cannibalizzando parti del parlamento e accentrando nelle proprie mani diverse cariche, e riuscì tantissimo ad avvicinarsi tantissimo al proprio obiettivo di diventare “re di Ungheria”, al punto che, nel 1937, alle soglie della seconda guerra mondiale, ad Horthy mancava soltanto il riconoscimento della chiesa cattolica per l’investitura ufficiale e l’ascesa al trono, ascesa che probabilmente non avvenne proprio a causa della guerra

  2. #2
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Il fascismo Britannico di Mosley

    di Antonio Coppola|

    Nell’ottobre del 1932, sir Oswald Mosley, all’epoca Ministro del governo britannico eletto nel partito Labour, diede ufficialmente vita ad un nuovo movimento politico, fortemente conservatore, di carattere protezionista e isolazionista, di estrema destra, che avrebbe preso il nome inizialmente di British Union of Fascists e successivamente, nel 1934 avrebbe cambiato nome in British Union of Fascists and National Socialists, per poi cambiare ancora una volta nome, nel 1937 diventando semplicemente British Union.

    Mosley è un grande ammiratore e sostenitore di Benito Mussolini, successivamente anche di Hitler, e tra il 1930 e il 1932, quale membro del governo britannico, incontra in diverse occasioni Mussolini, da cui trae ispirazione.

    Mosley costruisce il proprio partito sfruttando diversi canali che gli avrebbero portato il favore sia della classe operaia britannica, sia della classe borghese britannica che dell’aristocrazia, inoltre le posizioni ufficialmente antibolsceviche di Mosley gli avrebbero garantito una certa libertà d’azione. Mosley tuttavia, non cercò realmente lo scontro con i comunisti e inizialmente si propose in una posizione intermedia, quasi come un alleato, che avrebbe portato all’inghilterra la rivoluzione, senza però allertare troppo chi temeva una rivoluzione.

    La svolta isolazionista di Mosley avvenne in seguito al crollo della borsa di New York nel 1929, i cui effetti non tardarono ad arrivare anche in europa, con conseguente chiusura di fabbriche, perdita di innumerevoli posti di lavoro e contrazione dei consumi nazionali da parte della classe operaia.

    Mosley diede la colpa della crisi finanziaria che aveva impoverito la nazione a fantomatici cospiratori stranieri, tra cui le grandi famiglie e banchieri ebrei. Argomentazione già utilizzata da Mussolini in italia e che sarebbe poi stata ripresa anche da Hitler in germania.



    Puntare il dito contro gli Ebrei, in quel tempo era estremamente semplice, vi erano diffuse teorie di cospirazioni sioniste che trovavano apparentemente conferma nella chiusura quasi totale e nella forte diffidenza, delle comunità ebraiche nei confronti dei non ebrei.Ma gli ebrei non erano l’unico nemico di Mosley e non furono l’unico gruppo etnico contro cui i Fascisti Britannici avrebbero puntato il dito, per Mosley e i fascisti britannici, chiunque non fosse “britannico” era una minaccia per la nazione e l’impero, ed tra i grandi nemici del partito vennero inseriti “zingari”, Irlandesi e Winston Churchill.

    Durante i comizi del BUF del 1932 e fino al 1936 vi furono numerosi scontri e rivolte, tra i fascisti britannici coadiuvati da alcuni gruppi criminali, tra cui i Billy Boys di Glasgow, guidati da Billy Fullerton, per gestire la sicurezza e la popolazione britannica. Generalmente durante un comizio di Mosley, quando la folla fascista iniziava ad inneggiare ed augurare la morte agli ebrei ed esibivano il saluto fascista (che ricordiamo, non essere un gesto romano), i gruppi antifascisti ed ebrei insorgevano, spesso scatenando episodi di violenza che venivano poi raccontati da Mosley in modo molto fantasioso, ad esempio agitando un giornale in cui si parlava di uno scontro tra fascisti e antifascisti e dicendo “sono loro, gli antifascisti, i violenti, quelli che istigano l’odio, non noi fascisti”, riconducendo la violenza fascista (che in diverse occasioni si lasciò qualche morto alle spalle) come di legittima difesa all’aggressione ebraica.

    Nell’ottobre del 1936, durante una manifestazione a Londra, ci fu un enorme mobilitazione britannica di matrice antifascista, nota oggi come la “battaglia di Cable Street” in cui socialisti britannici, liberali, e persino indipendentisti dell’IRA, coadiuvati da gruppi armati delle famiglie criminali britanniche si scontrarono contro i fascisti e “spezzarono” definitivamente l’ascesa fascista britannica e relegando i fascisti britannici a partito minore e minoritario, fino al momento dello scioglimento del partito e l’arresto di Mosley nel 1940.

    La battaglia di Cable Street presenta molte anomalie, tra cui la mobilitazione delle forze di polizia che non fu particolarmente chiara, e si ipotizza, dietro l’episodio, ci fosse la mano del governo britannico e di Churchill che forse avevano intuito la pericolosità del fascismo, e se bene lo tollerassero all’estero, non potevano permettere che divampasse anche nel regno unito, anche perché, nelle sue ambizioni e nei suoi discorsi pubblici, Mosley, padre ed ispiratore del fascismo britannico, ambiva a rovesciare addirittura la corona Britannica.

    La storia di Mosley e del Fascismo Britannico viene raccontata molto bene, nel background narrativo della quinta stagione di Peaky Blinders, serie di cui ho sempre apprezzato il modo in cui si allaccia alla storia reale, e in questo caso ci racconta da vicino il modo in cui i britannici hanno vissuto l’esperienza del fascismo, se non l’avete già vista, vi consiglio di recuperare Peaky Blinders dalla prima alla quinta stagione, perché merita davvero tanto. Tempo fa ho pubblicato un articolo in cui vi spiegavo perché tutti dovrebbero guardare quella serie.



    La storia di Mosley e del BUF ci mostra il vero volto del fascismo, quello che la narrazione italiana post bellica, ha dimenticato, a causa della grande amnistia generale. Il fascismo che emerge dai discorsi di Mosley, ma anche quello che emerge dai discorsi di Mussolini, è un fascismo fortemente Antisemita e xenofobo, che per opportunismo si è raccontato in modo diverso a seconda di quella che fosse la platea.

    Mosley parlando agli operai prometteva garanzie salariali, meno ore di lavoro e più soldi, parlando ai proprietari delle fabbriche prometteva protezione dalla concorrenza straniera e maggiori libertà nella gestione del personale, parlando all’estero prometteva l’intensificazione di scambi commerciali, e forse gli unici di cui non ha mai cercato il consenso, furono gli ebrei, perché loro erano il nemico da eliminare, e questo molti anni prima che Hitler prendesse il potere in Germania e presentasse la “soluzione finale”.

    La storia del BUF ci mostra un europa che non siamo abituati ad immaginare, un europa che ha sconfitto il Fascismo sul nascere. Provate ad immaginare che mondo sarebbe se Mussolini non avesse preso il potere e la Germania fosse insorta contro Hitler e il Nazional Socialismo. Probabilmente non avremmo mai avuto la seconda guerra mondiale ed oggi vivremmo in un mondo profondamente diverso.



    Bibliografia
    Fascismo britannico e nuova Europa. Scritti e discorsi di battaglia dalla British Union of Fascists all'Europa-Nazione
    L.Biancani, Il fascismo britannico (1920-1945)
    T.Linehan, British Fascism, 1918-39: Parties, Ideology and Culture
    N.Copsey, D.Renton, British Fascism, the Labour Movement and the State

  3. #3
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    L'unico "fascismo" ungherese fu quello di Szalasi, del quale può ben scrivere @Avanguardia.

  4. #4
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    tutta la mia ammirazione per il regime di Horthy, non so se si puo' definire fascista o nazionalsocialista perchè comunque il parlamento fino al 1944 resto' attivo e l'opposizione anche socialdemocratica continuo' ad esistere, seppur in numero esiguo
    Inoltre fino al 1944 gli ebrei non vennero di fatto importunati, ci fu il numero chiuso nelle università e nelle professioni ma la vita per loro resto' tollerabile fino all'ocupazione da parte della Germania nel marzo 1944

  5. #5
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Citazione Originariamente Scritto da Vero Socialismo Visualizza Messaggio
    L'unico "fascismo" ungherese fu quello di Szalasi, del quale può ben scrivere @Avanguardia.
    Szalasy, controllo' solo una parte dell'Ungheria, quando ando' al potere nell'ottobre 1944 il paese era già parzialmente occupato, la maggior parte del tempo Szalasy si trovava a Sopron l'estremità ovest del paese e delego' il ministro dell'interno a Budapest, di fatto il paese era occupato dalla Germania, Szalasy governava solo di nome

  6. #6
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Citazione Originariamente Scritto da Vero Socialismo Visualizza Messaggio
    L'unico "fascismo" ungherese fu quello di Szalasi, del quale può ben scrivere @Avanguardia.
    Esatto.
    Non ho capito cosa c' entra Horthy, con tutto il rispetto per i suoi appassionati, con il fascismo.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Esatto.
    Non ho capito cosa c' entra Horthy, con tutto il rispetto per i suoi appassionati, con il fascismo.
    Durante la sua reggenza ci furono alcuni governi guidati da primi ministri filo-fascisti, se non fascisti, e propugnò una politica di forte amicizia con l'Italia.
    Per il resto non vedo molti altri nessi, se non alcuni comuni tratti nazionalisti e autoritari.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  8. #8
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Goebbels di Horthy e Antonescu aveva dei giudizi poco lusinghieri per usare un eufemismo
    Il punto principale del programma Nazionalsocialista è di sopprimere il concetto liberale dell’individuo e quello marxista di umanità e sostituirli con la comunità popolare, radicata nella terra e vincolata insieme dal legame del sangue comune.

  9. #9
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Citazione Originariamente Scritto da TerzaVia88 Visualizza Messaggio
    Goebbels di Horthy e Antonescu aveva dei giudizi poco lusinghieri per usare un eufemismo
    A ragione.

  10. #10
    Comunismo = Capitalismo
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    Predefinito Re: ll Fascismo Ungherese di Miklós Horthy e quello inglese di Mosley

    Citazione Originariamente Scritto da Vero Socialismo Visualizza Messaggio
    A ragione.
    Gli ebrei se la passavano troppo bene e avevano ancora troppa influenza grazie anche a diplomatici tedeschi assolutamente anti nazionalsocialisti
    Il punto principale del programma Nazionalsocialista è di sopprimere il concetto liberale dell’individuo e quello marxista di umanità e sostituirli con la comunità popolare, radicata nella terra e vincolata insieme dal legame del sangue comune.

 

 
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