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Discussione: Il caso Pinochet

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    Predefinito Re: Il caso Pinochet


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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    la storia gli renderà merito

  4. #4
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    la storia gli renderà merito
    Ne sono certo anch'io.

  5. #5
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    la storia gli renderà merito
    E lo stesso farà per la Giunta Argentina.

  6. #6
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet


  7. #7
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    L'ideologia del regime era anticomunista ed autoritaria. Tutti i libri ritenuti scomodi e sovversivi furono dichiarati illegali e la stampa fu fortemente censurata. Ogni violazione delle leggi sulla libertà di stampa era punita con la morte. L'ideologizzazione fu più forte rispetto al Cile di Pinochet; gli imperativi della giunta erano gli stessi del regime nazista e di qualsiasi regime fascista, anche se non vi furono del tutto le caratteristiche di questi regimi, mancando un culto del capo e una politica di corporativismo: tutto verteva sul nazionalismo, l'anticomunismo, il militarismo, l'antisemitismo, il patriottismo esasperato e la salvaguardia dei valori tradizionali della religione cattolica. I bambini e gli studenti venivano educati a rispettare tali valori, ed erano spronati a denunciare maestri e professori che utilizzassero termini tipici del lessico marxista e sovversivo come proletariato, borghesia, America Latina, sfruttamento, rivoluzione. Persino manifestare scetticismo verso la religione poteva rendere sospetti, così come portare la barba incolta.

    L'ammiraglio Massera dichiarò che il declino della civiltà occidentale era imputabile alle opere di tre ebrei: Karl Marx, Sigmund Freud e Albert Einstein. Nonostante alcuni membri del regime lo negassero, soprattutto per non perdere il sostegno di Henry Kissinger, la giunta militare aveva in sé, a differenza dell'omologo governo cileno di Pinochet, gli elementi di antisemitismo: molti nazisti avevano trovato precedentemente rifugio in Argentina, e molti neofascisti collaborarono con il regime. Gli stessi soldati torturatori si accanivano particolarmente contro i sequestrati ebrei e, paragonandosi alla Gestapo, facendo sfoggio di ammirazione verso Hitler.

    Secondo le madri di dissidenti ebrei, lo stato d'Israele non intervenne per non compromettere i rapporti diplomatici con la giunta. Il Rabbino Marshall T. Meyer, un attivista dei diritti umani riconosciuto a livello internazionale, l'unico membro straniero della Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas e anche membro della «Assemblea permanente per i diritti umani» e fondatore del «Movimento Ebraico per i Diritti Umani» ha denunciato l'antisemitismo dei militari nei confronti dei prigionieri politici d'origine ebraica.

  8. #8
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    Dice Miguel Serrano su Pinochet:

    "En el año 1957 se reunieron en Chile, bajo la Presidencia del General Carlos Ibáñez del Campo, las logias mundiales del Rito Escocés y del Rito de York, acordándose la coexistencia pacífica con el comunismo. Y es de esta reunión de donde habrá salido el acuerdo para trabajar por el gobierno que impusiera, años después, el hermano masón y judío, Salvador Allende Gossens. No es de extrañar, entonces, que el General Ibáñez, al final de su mandato, favoreciera la elección del "hermano" Salvador Allende, aconsejando a su gente trabajar por él, en contra de Jorge Alessandri Rodríguez, quien ganó la votación. Porque aún no había llegado el tiempo. La judeo-masonería trabaja a largo plazo.
    Y es ahora, durante el Gobierno del General Augusto Pinochet Ugarte, al comienzo de su llegada al poder, cuando se reúne en Santiago la más alta directiva mundial de la B'nai B'rith... (También visita Chile uno de sus altos dirigentes, David Rockefeller.) ¿Qué acordaría? Sus decisiones serán secretísimas. Pero no estamos lejos de poder adivinarlas. Tanto en el Gobierno de Allende, como en el de Pinochet, la Masonería persigue el mismo fin: la entrega física de Chile a los judíos."

  9. #9
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    “La vittoria storica e politica del generale Augusto Pinochet ha certamente cambiato il corso della storia mondiale. E’ stata, soprattutto e in primo luogo, una sonora sconfitta per le forze mondiali del più fanatico laicismo e dell’intollerante progressismo messianico d’estrema sinistra…forze mondiali che avevano ormai l’intera umanità, le università scientifiche americane in primis…, al loro assoluto servizio. Per questo un normale, necessario autoritarismo di stato viene descritto come la peggiore tirannia della storia!”.

    Alexander Solzenicyn 21.03.1976 Madrid

    Sono ormai passati quasi ben cinquant’anni da quando, l’11 settembre ’73, il
    mondo intero conobbe il volto sereno e impassibile del generale cileno Augusto
    Pinochet ma la sua figura storica ancora oggi è amata o odiata, non sembra
    ammettere vie di mezzo. Di recente, in Sudamerica si è riaperto un dibattito
    quotidiano in quanto vari intellettuali conservatori brasiliani hanno decretato lo
    statista cileno “il più grande uomo politico del XX secolo” e Bolsonaro ha
    ribadito il giudizio; una macchina propagandistica globale e
    occidentale di Sinistra radicale si mise in moto e non si fermò più. Ancora
    adesso, nei muri di molte città e cittadine del Nord Italia si possono leggere le
    scritte sbiadite dell’epoca che fu: “Pinochet terrorista fascista….”, “Cile tomba
    del fascismo…”, “Morte al fascismo cileno” e via di seguito. Come è sempre
    avvenuto con i grandi fenomeni storici contemporanei, chiunque lo può
    constatare direttamente, la distanza tra chi ha vissuto in prima persona taluni
    eventi e la propaganda internazionale, per lo più di sinistra e progressistica, è
    assai netta. Parlando del pinochetismo con cileni di classi medie e popolari, la
    spiegazione degli eventi che questi forniranno è decisamente differente rispetto
    a quella che la macchina propagandistica della Sinistra rivoluzionaria, liberal o
    progressistica, fornirà. Le più grandi accuse politiche “globalisticamente” mosse
    dalla rivoluzione mondiale neo-sessantottina di Sinistra alla Giunta Pinochet
    sono quelle: di essere stata golpista, di aver lavorato in realtà per la frazione
    Kissinger statunitense e non per l’interesse popolare cileno, di aver
    sistematicamente represso gli oppositori politici di sinistra, di essersi venduta
    al liberismo d’oltreoceano e naturalmente di essere neo-fascista. Ora
    cerchiamo di vedere uno ad uno i punti di cui la Sinistra radicale antifascista
    accusa il generale cileno. Premetto che, a differenza di molti cileni o
    sudamericani, non considero affatto Pinochet un eroe o un patriota, né
    tantomeno il “padre del Cile” ma al tempo stesso sono abbastanza scioccata
    dalla propaganda di sinistra che non ammette i meriti dell’avversario,
    nemmeno quando vi sono, mossa da un pensiero di gruppo collettivistico
    subordinato da secoli all’elitismo di ristrette frazioni dell’alta finanza ultraprogressista dell’estremo occidente. Al tempo stesso, come vedrà il lettore, mi
    guardo bene dal negare la tragedia della repressione antimarxista e antiebraica
    del pinochetismo. Ho cercato però di contestualizzarla. Questo breve articolo è
    il sunto di una tesina universitaria di alcuni anni fa.

    Kissinger, l’arte della distensione e la Rivolta conservatrice dell’11
    settembre ‘73

    Secondo varie frazioni della destra radicale statunitense e neo-maccartista,
    Kissinger fu un agente “ebreo comunista” del Deep State. Non so sia vero,
    personalmente mi pare eccessivo ma è un fatto che Kissinger espresse per
    anni e anni in libri, interviste, congressi il punto di vista che la marcia del
    Comunismo mondiale sarebbe stata inarrestabile e l’americanismo dovesse
    integrarsi nel Comunismo globalista. La rivoluzione del ’68 fu in effetti una
    conseguenza di americanismo e nichilismo antropologico di Sinistra radicalista. Kissinger,
    ad esempio, fu un arcinemico di Ronald Reagan in quanto il presidente
    statunitense avrebbe abbandonato l’approccio gradualista kissingeriano, che
    era in fondo quello tradizionale statunitense e anglosassone, con il Comunismo
    – approccio che aveva caratterizzato l’operato di tutti i presidenti della Guerra
    Fredda, compreso Nixon a mio avviso, pur con distinguo sui quali non posso
    qui soffermarmi – a favore di un atteggiamento offensivo forte del supporto di
    Giovanni Paolo II e dei guerriglieri anticomunisti afghani (Cfr. Kissinger,
    “Diplomacy”, New York 1994). Ritengo dunque, in definitiva, che Kissinger fu
    uomo del Deep State progressista e anticristiano dell’estremo occidente, come
    oggi lo è ad esempio oggi Soros, il massimo ideologo della Sinistra radicale del
    XXI secolo. L’ideologia kissingeriana, tutta fondata sulla dissuasione verso il socialismo, preferiva di certo il Comunismo
    internazionale, se avesse dovuto scegliere, al fascismo o al conservatorismo
    tradizionalista di destra. Non va dimenticato, come ormai noto, che il famoso e
    potentissimo Gruppo d’intelligence, londinese, dei 5, al servizio dell’URSS, era
    una filiale dei Rotschild di Londra e Parigi. La stessa Thatcher fu costretta con
    grande imbarazzo a intervenire sulla questione del Barone Rotschild spia del
    Comunismo mondiale (Lord Rothschild Accused of Working as Soviet Spy - YouTube). Di
    conseguenza, Kissinger, uomo del Deep State dei Rotschild, tutto può essere
    stato tranne che uno stretto amico del Cile conservatore ed antiprogressista di
    Augusto Pinochet. Sergio Romano, in pagine illuminanti e molto equilibrate
    (Cfr. Cinquant’anni di storia mondiale, Longanesi 1995), bene spiega come il
    ruolo dell’amministrazione Nixon e dello stesso Kissinger – che spesso fu
    peraltro antagonista al nixonismo quando quest’ultimo tentò di uscire dai
    condizionamenti del Deep State – nella rivolta nazionale e popolare
    anticomunista cilena sia stato pressoché nullo. L’amministrazione Nixon non si
    oppose alla prova di forza del generale Pinochet, ma non la incentivò ne tanto
    meno fornì supporto logistico di alcun tipo alla stessa. La rivolta conservatrice
    pinochetista non fu affatto un golpe, Romano spiega come il Cile neomarxista
    di Allende fosse allo stremo, una catena ininterrotta di scioperi e sabotaggi
    interni, con rivolte popolari anticomuniste che si susseguivano, che furono il
    funerale del marxismo di Allende, ben prima dell’ 11 settembre ’73. L’azione
    dell’elite militare pinochetista fu autonoma e non eterodiretta. La rivolta cilena
    del ’73 colpì nella sua spina dorsale il bipolarismo di Yalta e l’arte della
    distensione promossa dal Deep State e portata avanti da Kissinger. La morte di
    Allende e la sconfitta del socialismo in Cile fu un evento epocale, ben più
    pesante per il Deep State della crisi coreana, di quella di Cuba o del conflitto
    vietnamita. Riprendeva di fatto vigore e forza quella guerra civile ideologica
    mondiale che si era, momentaneamente interrotta, nel 1945, conclusasi con la
    vittoria della frazione “liberal-marxista”. Come nel ’22 a Roma, nel ’33 in
    Germania e nel ’36 in Spagna: Santiago ’73 rimetteva in moto la guerra civile
    ideologica su scala mondiale che sembrava vinta dal Deep State che
    supportava la Sinistra radicalista, per questo l’immagine di Pinochet è rimasta
    impressa nella memoria della coscienza comune universale. La prima voce in
    ordine cronologico che si leverà, non a caso, nel mondo per salutare la vittoria
    del Conservatorismo anti-progressista cileno fu quella del profeta del
    Tercerismo mondiale, il generale argentino Juan Domingo Peròn, il primo e più
    grande avversario di Yalta. Poco dopo l’11 settembre 1973, Peròn e Pinochet si
    incontreranno in un clima di grande cameratismo, di seguito daranno avvio a
    un piano strategico comune volto all’abbattimento di Yalta e del bipolarismo
    marxista-americano nel continente sudamericano. La morte del generale Peròn
    (1 luglio 1974) complica i piani strategici del Cile pinochetista, che isolato
    economicamente e diplomaticamente da tutto l’Occidente cerca così
    disperatamente sponde nel mondo islamico (Libia di Gheddafi, Iran, Siria, Iraq)
    ma anche all’interno del Patto di Varsavia (Romania, Polonia) e della destra
    israeliana (Begin). Non vi sono quindi prove di una liaison Kissinger Pinochet,
    tutt’altro, anzi da quando la Sinistra liberal o radicale riconquistava la Casa
    Bianca i tentativi delle frazioni di sinistra di CIA e MI6 di sabotare la normale
    vita del Cile conservatore si moltiplicheranno, con il soccorso addirittura, in
    taluni casi, di DGI cubana e sovietico KGB (cfr. M. Spataro, Pinochet. Le
    scomode verità, S. Sigillo 2003). Va infine precisato che i rapporti tra la
    dittatura antiperonista argentina di Videla e la democrazia sovrana cilena
    furono tutt’altro che buoni. Videla fu organico a Yalta e alleato del comunismo
    argentino, uccise e perseguitò sicuramente più peronisti che marxisti e il
    regime militare fu sempre sostenuto dal Partito Comunista di Buenos Aires; il
    generale Pinochet, continuatore del peronismo, fu invece un irriducibile nemico
    di Yalta e del comunismo. Infine, quello di Pinochet non si può nemmeno
    tecnicamente definire un Golpe, in quanto il generale, capo di stato maggiore,
    rispose con l’intervento antimarxista a una sollecitazione verso l’esercito da
    parte di parlamento e magistratura.

    Pinochet non fu liberista

    Si continua a ripetere che Pinochet fu liberista per i rapporti con i Chicago Boys
    ma chi ripete tali luoghi comuni non si è dato lo sforzo di approfondire. I dati
    dei ricercatori e degli economisti (Rogoff-Reinhart, Questa volta è diverso. Otto
    secoli di follia finanziaria, Saggiatore 2010) mostrano invece che i settori
    strategici industriali dell’economia cilena furono nazionalizzati e di proprietà
    statale. CODELCO, corporazione mineraria di rame, assunse valore strategico
    sociale nel 1976, tre anni dopo la vittoria pinochetista; di fatto apparteneva al
    Presidente della nazione Augusto Pinochet che rappresentava lo Stato del Cile.
    I fondi della stessa saranno utilizzati come leva per quel miracolo sociale cileno
    riconosciuto da tutti gli standard economici quando il Presidente Pinochet lasciò
    il potere. La democrazia plebiscitaria pinochetista protesse la Proprietà, la
    piccola e media proprietà in particolare con il fine di incentivare lo Stato
    protezionista e nazionale del lavoro; sviluppò un sistema pensionistico e
    sanitario che fu considerato dagli specialisti il più avanzato in America Latina;
    creò una piccola e media borghesia cilena che il marxismo allendista aveva
    deliberatamente abbattuto. Dunque è scorretto considerare Pinochet sia
    liberista che liberale. Pinochet dette vita ad una Democrazia plebiscitaria e
    Gremialistica, avendo sottoposto il suo Governo a diversi referendum popolari:
    quando perse il referendum dell’88, seppur di misura, Pinochet accettò
    serenamente il verdetto e il Cile ripiombò nel buio della “democrazia
    rappresentativa” e dell’oligarchia finanziaria. Una frase ricorrente dei cileni è
    Vuelve mi General, Torna mio Generale, per ricordare gli anni aurei della
    Democrazia sovrana non liberale pinochetista. Si pensi che il modello
    pedagogico di Allende per le future generazioni prevedeva l’abolizione dello
    studio di storia cilena, la negazione di un patriottismo cileno e il culto degli eroi
    del socialismo progressistico (per lo più ebrei) nel corso della storia mondiale.
    Se è vero che Pinochet, per riparare ai disastri di una cattivissima statizzazione
    allendista, liberalizzerà assai, è anche vero che lo Stato Nazionale del Cile sarà
    il centro della vita politica. Analizzando l’apporto dei costituenti, nel 1980,
    emerge la sostanza neo-peronista (Guzmàn) da destra sociale della democrazia
    pinochetista. Si deve parlare dunque per correttezza di “Corporativismo di
    mercato” non di liberismo cileno. L’importante distintivo cileno dell’Ordine Bernardo Higgins venne donato dai successivi Governi di sinistra ai Rotschild e ai Rockfeller e non dallo Stato nazionale cileno. Di recente, David Rockfeller veniva visto a passeggio a Santiago con esponenti Socialisti e della sinistra neo-allendista, non con i “fascisti” pinochetisti.

    La repressione contro le sinistre radicali

    Questo è indubbiamente vero ed è un capitolo non luminoso e poco trasparente della Democrazia sovrana cilena. Qui la sinistra radicale ha ragione. Il generale non smentirà mai
    che di fronte alla logica del terrore e della guerra civile messa in moto dai rossi
    di Allende, con il sostegno logistico cubano (DGI), fu necessaria quella che
    definì una fase chirurgica di “contro-terrore” per riportare il Cile nel
    “disciplinamento” dell’organizzazione della vita di comunità. Purtroppo
    tristemente famosa diverrà la “carovana della morte” del generale Arellano
    Stark, che fece sparire nel nulla più di 120 terroristi comunisti in poco tempo; il
    generale Pinochet non era però informato della vicenda e quando la venne a
    conoscere punì i responsabili. I terroristi cileni avevano però già precipitato il
    paese, spalleggiando Allende, nella fase di guerra civile; i guerriglieri della
    sinistra radicale, un esercito di migliaia di soldati e partigiani irregolari, erano
    appoggiati finanziariamente e militarmente dai servizi segreti di mezzo mondo,
    dalla frazioni progressiste del cattolicesimo e dell’ebraismo americano e
    francese, erano ormai entrati nella fase di aggressione diretta all’esercito
    cileno. Il tributo di sangue di soldati e carabinieri cileni non si placherà
    nemmeno dopo l’11 settembre ’73. Pur non giustificando affatto il “contro-
    terrore” dei conservatori cileni, si deve dire che la sinistra radicale uccise
    comunque dal 1973 al 1990 647 militari cileni e che tentò in molti casi, con il
    supporto della CIA di sinistra, di attentare alla vita di Augusto Pinochet.
    Inoltre, se utilizziamo la logica storica novecentesca (ma anche quella odierna,
    come stiamo vedendo) va addebitato al Comunismo internazionale e alla
    sinistra liberal e radicale che sia il fatto di aver sistematicamente usato lo
    strumento principe della strage di massa e dell’annientamento del nemico. E’
    inevitabile che prima o poi, per non perire definitivamente, le forze
    conservatrici e non progressistiche si autotutelino per l’elementare
    sopravvivenza fisica. Va al riguardo segnalato che nel momento in cui ( ad es.
    1977 o 1983) Augusto Pinochet allentò le briglia, i terroristi ne approfittarono
    per intensificare di nuovo le violenze antinazionali.

    Pinochet fu veramente un fascista e un antisemita?

    Secondo uno storico serio e sempre equilibrato come l’ebreo George Mosse, il
    pinochetismo fu più o meno una forma di Nazionalsocialismo cileno, più che il
    classico regime autoritario di destra (G. Mosse, Intervista sul nazismo, Laterza
    1977). Non solo perché la Giunta conservatrice sarebbe stata antiliberale e
    anticomunista ma soprattutto perché la Giunta militare era antisemita. Allende
    fu in ottime relazioni ideologiche e geopolitiche con l’ebraismo mondiale.
    Allende era già stato vicino all’Histadrut, ai laburisti di Israele e al partito sionista marxista
    israeliano, Mapam, il cui segretario politico, Naftali Feder, era stato presente
    all’inaugurazione presidenziale cilena nel 1970 e si mantenne sempre in
    rapporto con il leader socialista cileno. Circa 200 israeliani stavano lavorando
    in Cile per studiare i metodi di irrigazione della terra arida. Allende sostenne in
    diversi casi che il conflitto in Medio Oriente poteva essere risolto solo
    con l’esistenza e alla sopravvivenza dello stato
    socialista ebraico, privo delle componenti sioniste anti-bolsceviche. Allende, esponente di punta della Massoneria globalista dell’America latina, considerava dunque il sionismo nella sua funzione
    di forza di sinistra, e per questo Israele fu sostenuto dall’Urss di Stalin. Questo
    esperimento per costruire una società diversa aveva ispirato molti giovani
    sionisti di sinistra a ritardare la loro aliya per aiutare il governo di Allende. Il
    Fronte di sinistra sionista aveva rotto e spaccato i ranghi della comunità
    ebraica cilena invitando Allende a rivolgersi a loro durante la campagna
    elettorale. Anche loro divennero bersagli durante il regno del terrore di
    Pinochet, come “ebrei marxisti e sovversivi antinazionali”. Qualche migliaia di
    sionisti di sinistra vennero protetti ospitandoli presso l’ambasciata israeliana
    nella capitale, Santiago, per molti mesi prima di essere scortati dai diplomatici
    all’aeroporto in rotta verso Israele. Ebrei che avevano servito
    nell'amministrazione Allende come Enrique Testa, il capo della comunità
    sefardita, furono prima perseguitati dalla destra nazionale cilena, poi cacciati in brutto modo
    dal Pesei. Jaime Faivovich, ex sindaco di Santiago, cercò rifugio
    nell’ambasciata messicana. Volodia Teitelbaum, il capo del partito comunista,
    fuggì in Italia, protetto dai compagni italiani. Il rabbino di nuova nomina, Angel
    Kreiman, era progressista e filosocialista, riuscì a ottenere permessi di
    salvaguardia per gli ebrei di sinistra ed era vicino al Comitato per la Pace,
    istituito dai sacerdoti cattolici di sinistra poco dopo l’11 settembre ‘73. Il
    rabbino Kreiman firmò una petizione insieme al cardinale cattolico Silva e al
    vescovo luterano Frenz che chiedevano al regime di concedere l’amnistia ai
    prigionieri politici. Come si vede il filosocialismo cattolico, ebraico, luterano
    facevano blocco contro a livello internazionale contro il conservatorismo Nazionale cileno. Le attività
    del rabbino furono criticate da elementi conservatori all’ interno della comunità
    ebraica cilena, che guardavano con simpatia il regime nazionale. Il rabbino
    Kreiman cercò così di trovare un compromesso tra Pinochet e la sua coscienza
    di Sinistra liberal sebbene la stragrande maggioranza dell’ebraismo cileno fu
    radicalmente antipinochetista anche, ma non solo, a causa della persecuzione
    che finiva per identificare socialismo e ebraismo. In una conversazione,
    Pinochet gli disse che il suo governo avrebbe vietato il film Il violinista sul
    tetto perché sarebbe stato un film di “propaganda ebraico-socialista” che
    mostrava i rivoluzionari che sventolavano una bandiera rossa e sostenevano il
    rovesciamento dello Zar, verso cui Pinochet aveva una certa riverenza ideale
    per il nobile martirio e per quelle che definì illuminate riforme. I rapporti tra il
    Governo cileno e Israele migliorarono un pochino quando Begin (destra
    radicale israeliana) diventò nel ’77 primo ministro; un rapporto redatto
    da intelligence della CIA del 5 febbraio 1988 affermava che Israele aveva
    venduto all’aviazione cilena 100 missili aria-aria Shafrir nel 1978 e altri 50 nel
    1980. A questo seguirono 150 carri armati Sherman e aerei Westwind 2.
    Nonostante questo, Pinochet coltivò sempre rapporti con l’OLP palestinese e
    nel 1978 ospitò un raduno dell’opposizione palestinese non comunista a
    Santiago. Durante il conflitto Iran Iraq si approfondiscono le relazioni tra l’Iran
    di Khomeini e il Cile pinochetista con scambio operativo tra reparti di
    intelligence. Durante il conflitto delle Malvinas, Pinochet disse che “il regime
    antiperonista” argentino non poteva essere sostenuto dai militari cileni ma vi
    era in ballo pure la tradizionale rivendicazione di Santiago sul Canale di Beagle. In
    entrambi i conflitti, i sostegni cileni a Iran khomeinista e Gran Bretagna
    giocarono un ruolo molto importante. Nel 1998, durante le cure mediche a
    Londra, Pinochet è stato arrestato con un mandato di cattura internazionale
    per violazioni dei diritti umani. Il sionismo progressista di sinistra fu una delle
    forze strategiche della campagna mondiale contro il pinochetismo. Il rabbino
    Micky Roser di Yakar si scagliò contro il “fascismo” cileno; in seguito,
    moltissimi ebrei, israeliani e non, reclamavano il fatto che i loro genitori furono
    uccisi sotto il regime pinochetista. In Israele, presso il Ministero degli affari
    esteri, vi sarebbero 19 mila documenti con date precise e con i nomi degli
    ebrei perseguitati e uccisi dai pinochetisti ma l’attuale Governo di destra israeliano ha classificato la notizia come non rilevante e sembra non voglia
    compromettere le buone relazioni israelo-cilene. Risulta così difficile stabilire
    con precisione quanto sia stata radicale e pesante l’eventuale persecuzione
    antisemita del regime pinochetista cileno. Quanto al fatto che la democrazia
    corporativista cilena fosse più o meno fascista, difficile rispondere in modo
    definitivo. Va comunque considerato che il comandante Merino, il capo
    dell’Armada, aveva un busto di Mussolini nel suo studio con cui accoglieva i
    militari e i diplomatici; Pinochet era un grande ammiratore di Petain e del
    generalissimo Franco, si definì in tre casi “un peronista cileno” ed in alcune
    interviste riabilitò anche il nazionalsocialismo tedesco dicendo esplicitamente
    che se non vi fosse stato il nazismo i marxisti avrebbero annientato tutti i
    cristiani o gli uomini di destra conservatrice nella terra; la maggior parte dei
    soldati cileni erano soliti cantare in continuazione canzonacce dell’epoca
    fascista come Battaglioni M sotto gli occhi compiacenti o nel migliore dei casi
    indifferenti dei vertici del regime. Non so quello che stabilirà in futuro la storia,
    ma è un fatto evidente che la maggior parte dei militari dell’11 settembre
    ’73 si considerarono i continuatori degli anticomunisti “nazionali” e dei
    rivoluzionario-conservatori del ‘900 e appena presero il potere liberarono i
    militanti peronisti di destra nazionale arrestati e perseguitati sotto quella che loro stessi definirono “la dittatura comunista ebraica” di Allende.

  10. #10
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    Predefinito Re: Il caso Pinochet

    La scuola di Chicago , l'Itt e Kissinger, ma per favore. Der werwolf fidati, stai meglio in Lega o in Fratelli d'Italia.
    Bazooka!!!

 

 
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