Ryan Hartwig, che in precedenza ha fatto luce sul presunto modello di pregiudizi di Facebook nei confronti dei conservatori, sostiene ora che la censura attuata dall’azienda sia diventata «scandalosa».

Hartwig, un ex moderatore di contenuti presso una società che forniva servizi a Facebook, è fatto notizia nel giugno del 2020 per aver affermato che ai moderatori era stato ordinato di applicare le politiche di Facebook in modo selettivo, al fine di consentire, in determinate circostanze, contenuti che demonizzavano i conservatori, la polizia, e i maschi bianchi.

In un’intervista rilasciata a Epoch Times durante la recente Conservative Political Action Conference (Cpac), Hartwig ha dichiarato di aver «visto che Facebook ha fatto eccezioni, essenzialmente, per mettere a tacere i conservatori».

Dal canto suo, Facebook ha ripetutamente sostenuto che la piattaforma non favorisce alcun particolare punto di vista politico.

Ma Hartwig, che ha lavorato quasi due anni per Cognizant, una società assunta da Facebook per gestire parte del suo controllo manuale dei contenuti, ha spiegato che Facebook ha fornito indicazioni, in diverse occasioni, che favorivano punti di vista e cause di sinistra. «Un esempio di pregiudizio che ho riscontrato è stato quando il conduttore della Cnn Don Lemon ha affermato in diretta che gli uomini bianchi sono minacce terroristiche. E così Facebook ci ha fornito indicazioni in quanto partner per i contenuti affermando: ‘Sappiamo che questo viola la nostra politica sull’incitamento all’odio, ma stiamo facendo un’eccezione degna di nota’».

Altri esempi citati dall’insider sono le linee guida che «dicevano che va bene attaccare i maschi bianchi eterosessuali che non sostenevano Lgbt definendoli delle schifezze» o le istruzioni specifiche che chiedevano di cercare «commenti di odio» legati al discorso sullo stato dell’Unione dell’allora presidente Donald Trump.

Hartwig ha parlato di circa 30 esempi di questo tipo, che intende raccogliere e descrivere in dettaglio in un libro di prossima uscita.

Commentando il tema del Cpac di quest’anno, che è ‘America Uncanceled’, Hartwig ha dichiarato: «Non potrebbe esserci un tema più appropriato per la conferenza di quest’anno, perché abbiamo visto quanto sia diventata scandalosa la censura con Facebook».

Un altro ex moderatore di Facebook presso Cognizant, Zach McElroy, ha registrato segretamente un certo numero di moderatori di Facebook che parlavano di pregiudizi politici nel controllo dei contenuti, sia propri che osservati in altri. Le testimonianze di McElroy sono state presentate in un video pubblicato da Project Veritas nel giugno 2020. «Abbiamo preparato il gioco in modo che possa funzionare sul lato sinistro», aveva dichiarato una persona, identificata come moderatore di Facebook a Cognizant. Diversi moderatori affermavano anche di voler rimuovere qualsiasi contenuto conservatore o a sostegno di Trump, indipendentemente dal fatto che violasse le politiche di Facebook.

Di Tom Ozimek2 MARZO 2021
Insider: la censura di Facebook è diventata «scandalosa»
Il whistleblower di Facebook Ryan Hartwig, durante un'intervista con 'American Thought Leaders' di Epoch Times, alla Conservative Political Action Conference (Cpac) di Orlando, il 28 febbraio 2021. (The Epoch Times)
Ryan Hartwig, che in precedenza ha fatto luce sul presunto modello di pregiudizi di Facebook nei confronti dei conservatori, sostiene ora che la censura attuata dall’azienda sia diventata «scandalosa».

Hartwig, un ex moderatore di contenuti presso una società che forniva servizi a Facebook, è fatto notizia nel giugno del 2020 per aver affermato che ai moderatori era stato ordinato di applicare le politiche di Facebook in modo selettivo, al fine di consentire, in determinate circostanze, contenuti che demonizzavano i conservatori, la polizia, e i maschi bianchi.

In un’intervista rilasciata a Epoch Times durante la recente Conservative Political Action Conference (Cpac), Hartwig ha dichiarato di aver «visto che Facebook ha fatto eccezioni, essenzialmente, per mettere a tacere i conservatori».

Dal canto suo, Facebook ha ripetutamente sostenuto che la piattaforma non favorisce alcun particolare punto di vista politico.

Ma Hartwig, che ha lavorato quasi due anni per Cognizant, una società assunta da Facebook per gestire parte del suo controllo manuale dei contenuti, ha spiegato che Facebook ha fornito indicazioni, in diverse occasioni, che favorivano punti di vista e cause di sinistra. «Un esempio di pregiudizio che ho riscontrato è stato quando il conduttore della Cnn Don Lemon ha affermato in diretta che gli uomini bianchi sono minacce terroristiche. E così Facebook ci ha fornito indicazioni in quanto partner per i contenuti affermando: ‘Sappiamo che questo viola la nostra politica sull’incitamento all’odio, ma stiamo facendo un’eccezione degna di nota’».

Altri esempi citati dall’insider sono le linee guida che «dicevano che va bene attaccare i maschi bianchi eterosessuali che non sostenevano Lgbt definendoli delle schifezze» o le istruzioni specifiche che chiedevano di cercare «commenti di odio» legati al discorso sullo stato dell’Unione dell’allora presidente Donald Trump.

Hartwig ha parlato di circa 30 esempi di questo tipo, che intende raccogliere e descrivere in dettaglio in un libro di prossima uscita.

Ryan Hartwig, ex moderatore dei contenuti di Facebook presso Cognizant, parla con il fondatore di Project Veritas James O’Keefe. (Screenshot tramite Project Veritas/Youtube)
Commentando il tema del Cpac di quest’anno, che è ‘America Uncanceled’, Hartwig ha dichiarato: «Non potrebbe esserci un tema più appropriato per la conferenza di quest’anno, perché abbiamo visto quanto sia diventata scandalosa la censura con Facebook».

Un altro ex moderatore di Facebook presso Cognizant, Zach McElroy, ha registrato segretamente un certo numero di moderatori di Facebook che parlavano di pregiudizi politici nel controllo dei contenuti, sia propri che osservati in altri. Le testimonianze di McElroy sono state presentate in un video pubblicato da Project Veritas nel giugno 2020. «Abbiamo preparato il gioco in modo che possa funzionare sul lato sinistro», aveva dichiarato una persona, identificata come moderatore di Facebook a Cognizant. Diversi moderatori affermavano anche di voler rimuovere qualsiasi contenuto conservatore o a sostegno di Trump, indipendentemente dal fatto che violasse le politiche di Facebook.

L’allora presidente Donald Trump a un raduno Maga a Grand Rapids, Michigan, il 28 marzo 2019. (Charlotte Cuthbertson/The Epoch Times)
La portavoce di Facebook Heather King ha risposto al video di Veritas del 23 giugno, durante una teleconferenza al Campidoglio sui programmi di integrità elettorale di Facebook, alla quale hanno partecipato l’ufficio di Washington di Facebook e il personale del Congresso.

In una trascrizione ottenuta da Project Veritas e inoltrata a Epoch Times, si legge: «Per quanto riguarda una domanda relativa all’articolo di Project Veritas. Prima di tutto, i nostri revisori lavorano duramente per mantenere il nostro spazio per gli utenti finali ogni giorno, le decisioni dei revisori vengono regolarmente valutate, assicurano che le nostre politiche siano applicate in modo equo e accurato, non promuovono alcun punto di vista politico di alcuna fascia, e i commenti inclusi in questo video non sono coerenti con le nostre politiche. Rivedremo la nostra formazione e supervisione per assicurarci di non fare politica e stiamo controllando i nostri partner per assicurarci che stiano seguendo in modo appropriato le nostre politiche».

Dal canto suo, all’evento Cpac del 26 febbraio, il rappresentante Devin Nunes (R-Calif.) ha dichiarato che la censura delle Big Tech è «probabilmente il problema più grande che dobbiamo affrontare in questo momento nel nostro Paese, in quanto Partito».
Insider: la censura di Facebook e diventata <<scandalosa>> | Epoch Times Italia