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svicolone
Dentro al Pd: «Con la Lega si dialoga». Da Bonaccini a Delrio, quelli che simpatizzano col «nemico» dei dem
Bonaccini: «Quello che ha detto Salvini sui ristoranti aperti anche alla sera è ragionevole». Delrio: «Di Salvini mi fido politicamente, una scelta responsabile il sì a Draghi
Tutto era cominciato con l’idea che non dovessero mai governare insieme. Almeno così diceva il Pd, quando sperava di non dover coabitare con la Lega di Matteo Salvini nell’esecutivo Draghi. Poi è finita com’è finita, e adesso i dem provano a vivere da separati in casa con il Carroccio. Ma non è facile. Come sa bene Nicola Zingaretti, che a metà febbraio ha avuto un colloquio a tu per tu con Salvini. Mezz’ora in tutto. Ma subito dopo il leader dem ha tenuto a precisare che «Pd e Lega sono alternativi». E nei giorni seguenti lo ha rimarcato più volte, fino ad arrivare allo scontro diretto con il gran capo della Lega sulle chiusure pasquali. Il secondo, manco a dirlo, era contrario, il presidente della Regione Lazio, invece, le caldeggiava. E ancora qualche giorno fa, nella riunione della Direzione dem richiesta dalle donne, dopo che erano state fatte fuori dalla guida di tutti i dicasteri, il segretario ha ricordato con enfasi che è stato grazie al Pd che i decreti sulla sicurezza, voluti da Salvini nel primo governo Conte, sono stati modificati.
Zanda: «Guardare con rispetto all’evoluzione leghista»
Marcare le distanze è l’imperativo della dirigenza dem, tanto più che le elezioni amministrative, benché spostate in autunno, vedranno inevitabilmente scontrarsi centrosinistra e centrodestra. Ma poi c’è la vita parlamentare di tutti i giorni, per esempio, e lì la faccia dell’arme non serve. Anzi complica non poco le cose. Per questa ragione un esponente dem lontano anni luce dalla cultura leghista, come Graziano Delrio, adotta nei confronti del capo del Carroccio un linguaggio assai più cauto. Che lo spinge a dire: «Salvini ora ha fatto delle scelte responsabili e ha sicuramente fatto dei passi avanti». Il capogruppo del Pd alla Camera ammette che «con loro» — ossia i leghisti — «su determinati argomenti il dialogo in Parlamento non è stato difficile». E che dire di Luigi Zanda, l’ex presidente dei senatori dem, vicino, ma con l’autonomia che lo ha sempre caratterizzato, a Dario Franceschini? Lui, ad esempio, è convinto occorra «guardare con rispetto» all’«evoluzione leghista».
Pragmatismo
Insomma il Pd si presenta con due volti. Quello pragmatico, di chi sa che per far marciare il governo Draghi occorre trovare dei punti di intesa con la Lega e quello di chi si prepara alla contesa elettorale che verrà. Ma la differenza di posizioni rispetto al rapporto con la Lega non ha finora provocato scontri, se non in un caso. In quello di Stefano Bonaccini. Il governatore dell’Emilia-Romagna, che pure non dimentica mai di ricordare di aver «battuto Salvini» alle Regionali, è convinto che «si possa dialogare con gli avversari»». Motivo per cui è stato più volte attaccato dagli uomini di Zingaretti. L’ultima, quando ha convenuto sulla «ragionevolezza» di alcune aperture sollecitate da Salvini in tempo di pandemia. «La disperazione non va cavalcata con false promesse. Va governata. Noi tutti siamo d’accordo con le riaperture, ma che senso ha dire “io lavoro per le riaperture”?», è stata, in quell’occasione, la replica, indiretta ma non troppo, dello stesso segretario.
La consapevolezza di essere un pretesto
E nei giorni seguenti si sono moltiplicate le prese di posizione degli zingarettiani contro quello che al Nazareno veniva definito «l’asse Salvini-Bonaccini». «Basta con le sbandate sulle riaperture», intimava il vice capogruppo Michele Bordo. «Le proposte di Salvini sono sempre strumentali e mai ragionevoli», ammoniva lo zingarettiano Marco Miccoli. Non manca giorno che Salvini non faccia notare queste differenze di vedute. Ma anche il capo leghista sa di essere solo un pretesto in una guerra che con lui non ha nulla a che fare, perché riguarda la leadership del Pd.
Dentro al Pd: «Con la Lega si dialoga». Da Bonaccini a Delrio, quelli che simpatizzano col «nemico» dei dem- Corriere.it
CONTRORDINE , COMPAGNI!
ma tu guarda guarda .il prossimo segretario del pd, Bonaccini e il fedele del rio calano le braghine.
non saranno delle aquile, ma hanno capitoche aria tira. e , come ho sempre detto, Bonaccini su questo, nel fiutare come vanno le cose, non è secondo a nessuno,nel partito.
adesso, cari piddini forumisti, dovete cambiare registro: andate a prendere i nuovi ordini ed adeguatevi, forza, di corsa!