Continuo a osservare un bias grande come una casa nei discorsi dei liberisti: essi descrivono il comunismo come un sistema intrinsecamente coercitivo (per non dire dittatoriale) e il liberismo come un sistema non coercitivo.
In questo post apprenderete che in realtà il numero di coercizioni statali necessarie a preservare un sistema comunista è lo stesso di quelle necessarie in un sistema liberista.
1) "Il comunismo è una dittatura perché lo stato impedisce di acquisire la proprietà privata"
Si, perché i comunisti ritengono che tutto sia di tutti, quindi privatizzare qualcosa equivale a rubare alla collettività.
Non è più coercitivo rispetto al liberismo: nel liberismo vieni arrestato se rubi la proprietà privata ad altre persone, mentre nel comunismo se rubi la proprietà collettiva. La forza richiesta per difendere la proprietà collettiva non è superiore né più brutale rispetto a quella necessaria per difendere la proprietà privata.
Nel liberismo lo stato sgombera la proprietà privata immobile occupata abusivamente. Nel comunismo sgombera la proprietà collettiva immobile qualora qualcuno cerchi di colonizzarla e appropriarsene. Anche qui, la forza richiesta nel comunismo non è né maggiore né più brutale.
2) "Il comunismo è una dittatura perché lo stato vieta il commercio privato"
In realtà non è necessario che lo stati vieti il commercio privato. È sufficiente che lo stato sia molto attivo nel mercato.
3) "Il comunismo è una dittatura anche se non vieta di fare impresa, perché lo stato i soldi per fare impresa li prende dai contribuenti"
In realtà no, non è necessario: le imposte sono uno strumento che si usa per redistribuire denaro in un sistema capitalista, ma nel comunismo non sono necessarie perché lo stato ha il controllo dell'economia.
Nel nostro sistema la banca centrale emette moneta comprando titoli, quindi iniettando liquidità nel mercato privato. Nel comunismo la banca centrale può emettere moneta finanziando le aziende statali, le quali a loro volta versano gli stipendi ai vari dipendenti.
I dipendenti acquistano poi i servizi delle aziende statali e loro, nuovamente, li versano in stipendi.
Naturalmente è necessaria una coercizione: la moneta emessa dalla banca centrale tramite le aziende statali deve essere imposta, cioè tutti devono essere obbligati a usare quella moneta per acquistare beni e servizi. Nulla di diverso rispetto al sistema attuale, visto che anch'esso impone l'utilizzo di una moneta.
Arrivo alle conclusioni.
È vero che il sistema comunista rispetto al sistema libersista ha una libertà in meno: la libertà di impresa, anche quando non vietata, è comunque limitata. Però la minore libertà di impresa è compensata da altre libertà che invece sono maggiori nel comunismo. Per esempio, l'università gratuita, la sanità gratuita, le autostrade gratuite, ecc ecc... non sono forse libertà?