di Eugenio Orso

Il titolo del presente articolo potrà sembrare un po’ strano, forse sibillino, per l’uso dell’espressione “basi concrete” in riferimento a un’ipotesi di vera opposizione in Italia, ma così non è, se riflettiamo bene, perché l’opposizione politica e sociale organizzata, per poter “materializzarsi” e giocare un ruolo importante nella società, ha necessità di fare i conti con la realtà concreta di un paese, con le trasformazioni culturali e socioeconomiche intervenute, o anche soltanto subite, con le risorse che l’opposizione stessa dovrà impiegare per tentare di affermarsi e con il loro possibile reperimento.

In epoche ormai lontane da noi, Marx, Lenin e persino Mao Tse-tung raccomandavano l’”analisi concreta della situazione concreta”, e questa raccomandazione è fondamentalmente valida anche ai giorni nostri, per chi volesse intraprendere l’insidiosa strada dell’opposizione “in democrazia”, nonostante i grandi cambiamenti, che oserei definire “di Evo”, intervenuti dalle loro epoche alla nostra.

Ciò che intendo fare, in questo breve scritto che definisco (non troppo) ironicamente e leninisticamente saggio popolare, è proprio tentare l’”analisi concreta della situazione concreta” ai giorni nostri, limitando il più possibile il campo all’Italia ma partendo da una scala molto più grande.
L’Italia che osserviamo è vulnerabile come non mai, dal dopoguerra a oggi, e in piena crisi sanitaria ed economica, ben sapendo che si tratta di crisi indotte, per uno scopo evidente di potere e di controllo dell’ex Bel Paese.

La breve analisi alla quale mi accingo, è funzionale a determinare se ci sono oggi, in Italia, le premesse indispensabili per la costituzione di una vera opposizione popolare, di natura politica e sociale, per contrastare fattivamente le dinamiche di potere che informano il governo della penisola e che passano sopra la testa di tutti.

Tralascio per brevità un’approfondita analisi storica, con un ampio sguardo al passato, che sarebbe stata necessaria e ineludibile dal punto di vista del materialismo marxista e marxiano, procedendo spedito e schematico.
Premetto, come prima osservazione importante, che le opposizioni che alcuni “esponenti politici e parlamentari” minacciano di costituire in parlamento, per contrastare il governo elitista/troikista/atlantista di Mario Draghi, appoggiato senza discutere dalla quasi totalità del “circo” parlamentare, hanno il sapore o di squallida Fake news, per salvare sé stessi, i voti potenziali e la propria posizione politica (ben retribuita) in parlamento, oppure di tentativo di costruire un nuovo specchietto per le allodole, dopo il “tradimento” a tutti evidente dei conclamati (dagli influenti media mainstream) “populisti/sovranisti” 5Stelle e Lega, assolutamente proni davanti al rappresentante degli interessi elitisti e sopranazionali Mario Draghi.

Si tenterà ancora subdolamente, a partire dal recinto parlamentare con la cassa di risonanza dei media elitisti, di portare una possibile, futura protesta popolare contro la nuova ondata di Austerity che l’”Europa” imporrà e l’effetto sociale delle “condizionalità” del Recovery Fund (forse anche del Mes “sanitario”) su un binario morto.

Una protesta regolarmente vanificata, negl’anni scorsi, e da sempre prigioniera nel recinto parlamentare liberal-democratico, dopo la scomparsa o quanto meno l’”ammaestramento” dell’Extraparlamentare (ridotto in tempi recenti e pre-Covid ai Verità per Giulio, ai Gretini di Greta Thunberg, alle Sardine e simili corbellerie).
Faccio riferimento, prevedendo un’opposizione democratica inefficace, di facciata e da operetta, ai vari Pino Cabras, parlamentare espulso dal 5Stelle per aver votato contro il governo Draghi e ora “orfano di partito”, ai vari imbroglioni fra i quali spicca “il Dibba”, presunto Agit-Prop pentastellato diventato per calcolo politico ex 5S, alla piacente senatrice Barbara Lezzi, in vena di dire la sua per la necessaria visibilità, e compagnia balbettante.

L’opposizione “costruttiva” all’esecutivo Draghi di Fratelli d’Italia, nata e destinata a morire nel perimetro parlamentare, non la prendo neppure in considerazione, perché il suo intento, fin dalle prossime amministrative (benché da rinviare il più possibile come le politiche), sarà di “fare la festa” ai pacchetti di voti soprattutto della Lega, oggi “draghista” più draghista dello stesso Draghi (si veda #maipiulega, Topic che ha spopolato sui famigerati social).

Le opposizioni democratiche, “pacifiche” e sostanzialmente PolCor hanno una funzione importante nel mantenere in piedi, a tutti i costi con l’inganno, il sistema di governo democratico, liberale, occidentale “avanzato”, dominato dai grandi flussi finanziari elitisti che colonizzano il mondo, o almeno una parte rilevante del pianeta, e perciò sono nella loro intima sostanza anti-popolari, utili al dominio elitista nel perpetuare l’inganno della democrazia, contrarie anch’esse, come le maggioranze parlamentari, agli interessi vitali del Popolo e della Nazione.

Che poi questi vili imbroglioni si collochino fuori dalla “maggioranza Ursula”, così detta seguendo l’esempio di un parlamento europeo privo di poteri effettivi, non ha alcuna importanza, mancando totalmente le basi concrete che dovrebbe avere una vera opposizione, di programma, di sistema e addirittura “di Civiltà”.
In ultimo, ben sapendo di non scoprire l’acqua calda, rilevo come il 5Stelle è stato venduto a lungo come vera opposizione (ovviamente democratica, per quanto “populista”), per poi fare il “salto della quaglia” almeno un paio di volte, come partito di governo, fino all’appoggio incondizionato, trasformista alla Fregoli e … convintamente “ecologico-Gretino”, dato al governo del Quisling Troika e ”neo-grillino” (suo malgrado) Mario Draghi.

Seconda osservazione importante, molto semplice da comprendere se non ci astrae dalla realtà, è che la democrazia è soltanto l’ancella politica del dominio assolutistico dei Mercati, liberi e globali, quale mascheramento dei grandi interessi dell’élite finanz-globalista-giudaica, che impone all’”occidente” e, in prospettiva futura, imporrà al mondo intero il suo “imperialismo finanziario privato”.
Un imperialismo, quello di cui sopra, profondamente diverso dall’imperialismo studiato da Lenin nella prima metà del Novecento, non più “fase suprema del capitalismo” (1916), ma sua rilevante mutazione genetica un secolo dopo (2021).

Un imperialismo di nuova sostanza che colonizza vari piani, a partire dal piano politico-strategico, avocando a sé protetto dallo schermo “democratico” le decisioni strategiche che contano, espropriando di questa prerogativa i governi nazionali, come quello fantoccio italiano, riducendoli a comparse sub-politiche completamente sottomesse con regole europee, ricatto del debito operato dai Mercati (Spread con il Bund, ancora in uso), ingabbiamento in un sistema di alleanze internazionali stringente e senza via d’uscita (Nato, Ue, Uem, eccetera), proprio come l’euro che è “impossibile” da abbandonare, “irreversibile” come un percorso ormai tracciato, una direzione da seguire fino alla morte, a detta dello stesso Draghi.


Protesta contro il Dominio delle Banche in Europa
L’”imperialismo finanziario privato”, di matrice elitista/globalista e non più borghese-imperialista d’inizio Novecento legato alla potenza di uno Stato, si muove anche sul piano biologico, per il controllo dell’essere umano e la sua trasformazione diminutiva in qualcos’altro, in qualcosa di più facilmente gestibile e malleabile, adatto a vivere sotto il tallone assolutista dei cosiddetti “Mercati & Investitori”.
L’emergenza Covid-19, SARS-CoV-2 prospettata come endemica, diffusa, persistente e altre sue mutazioni future che già si prevedono, è sostanzialmente derivata dall’uso indiscriminato di un’arma batteriologica/biologica (quale coltura di laboratorio), non troppo “letale” nell’immediato come fu la Spagnola nel 1918-1919, ma sicuramente efficace.

Un’arma efficace per seminare il panico amplificato dai media e dai vari comitati tecnici scientifici, imponendo la novità della “supremazia sanitaria”, il Lockdown d’intere popolazioni, secondo un’espressione carceraria anglosassone, e infine il Vaccino “salvifico”, che forse è il vero obbiettivo al quale l’élite finanz-globalista-giudaica e occidentale puntava fin dall’inizio, spargendo il Covid nel mondo a partire dalla Cina.
Non soltanto per “incassare” permettendo a Big Pharma di vendere miliardi di dosi di Vaccino, ma per inoculare chissà cosa nell’essere umano, visto che le specifiche dei vaccini commercializzati sembrano essere opache e vi sono già alcune morti sospette di vaccinati che i media hanno lasciato trapelare.

Forse la vera arma biologica definitiva è proprio il Vaccino e lì si voleva arrivare, per approfondire il controllo della popolazione e per “sfoltirne la fila” (troppi inutili, in senso neocapitalista, deboli e fragili, non più utilizzabili come neo-schiavi e causa di maggiori spese sociali).
L’arma biologica e batteriologica usata scientemente, incolpando la Cina di primo acchito, ha avuto la funzione:

1) di approfondire e rendere più stringente il controllo delle popolazioni, compresa quella italiana (controllo definito da qualcuno “dittatura sanitaria”), anche in previsione di una futura guerra di aggressione, decisa dall’élite occidentale con l’uso delle armi Usa/Nato e/o israeliane. contro la Russia o la Cina, oppure l’Iran, foriera di sviluppi imprevedibili e forse non convenzionali;

2) di aggravare la situazione economica e del debito pubblico degli stati più deboli, favorendo la caduta del PIL per un maggior potere di ricatto futuro, riuscendo così a determinarne con estrema facilità i governi, “commissariandoli” a piacimento e assicurandosi una cieca e potenzialmente suicida “fedeltà atlantica” (un esempio per tutti: l’avvento in Italia dell’atlantista di ferro Mario Draghi);
3) di introdurre il Vaccino che non porterà soltanto maggiori risorse nelle casse di Big Pharma, controllata dagli stessi elitisti, ma consentirà di approfondire ulteriormente il cruciale controllo della popolazione e, come già scritto, di “sfoltirne la fila”.

Questo è il quadro generale in cui una vera opposizione, per ora solo ipotetica, dovrà muovere i primi passi nell’ex Bel Paese, con l’aggravante “italiana” della totale subalternità ai poteri esterni e una vera e propria “zombificazione” della popolazione, passiva e caracollante come mai prima nella storia nazionale.
Le classi sociali del capitalismo produttivo del secondo millennio, nell’”iconografia” marxista come nel quadro di Pellizza da Volpedo, il Quarto Stato, che incarna il Proletariato in fiera marcia contro l’alta Borghesia proprietaria, si sono ormai dissolte, in certi casi disintegrate culturalmente e un nuovo ordine sociale è sorto dalle loro ceneri, con la Global Class dominante che stabilisce la sua nuova “Lex de imperio” e la Pauper Class neocapitalistica che la subisce.


Rifiuto del Debito
Quanto precede anche e soprattutto in Italia, dove è evidente la discesa negli inferi della “competitività” neocapitalista/mondialista (esportare a tutti i costi sociali, digitalizzarsi e diventare “green”, mangiando insetti per sopravvivere in prospettiva futura), altrettanto evidente la conseguente pauperizzazione del ceto medio e dello stesso proletariato (ex) industriale, con l’avvenuta disintegrazione culturale degli strati più bassi della popolazione.
In tali contesti, fra i meno favorevoli cui ci potesse condurre la storia, dovrà muoversi una nascente e, per ora, puramente immaginata opposizione di programma, di sistema e, in ultima analisi, “di Civiltà”.

Quali potrebbero essere le caratteristiche di questa iniziativa antagonista, i limiti e le opportunità di un’opposizione siffatta, non parlamentare, non “pacifica”, non democratica e soprattutto non posticcia?

Di seguito la risposta alla domanda.
I) La prima caratteristica è l’esistenza di un programma politico alternativo, sufficientemente flessibile, applicabile alla realtà concreta, che contenga elementi “di transizione” dall’ultraliberismo imposto a forza a forme di keynesismo e di dirigismo statale, riattivazione dell’effetto benefico di una spesa pubblica crescente, senza vincoli esterni, a fronte di una risalita della propensione al risparmio della popolazione, contestuale alla riattivazione del malconcio mercato interno, “killerato” fin dai tempi del Quisling Troika Mario Monti. Aspetti di politica sociale rilevanti, con nuove forme di Assistenzialismo Statale, perequazione dei redditi (vero aspetto di “lotta di classe”, oggi) e una ragionevole dose di Protezionismo delle produzioni nazionali che restano in vita, per non perdere ancora know-how e posti di lavoro. Favorire la transizione dalla piccola impresa e da una struttura produttiva sempre più gracile e depauperata, a più grandi e solide aggregazioni produttive con l’intervento di uno Stato che si appropria la Sovranità della moneta (la cosa più pericolosa e difficile da ottenere, per noi!) dalla quale ogni altra possibile sovranità discende.

Uno Stato in grado di scegliere liberamente alleanze internazionali commerciali/energetiche/militari più consone delle attuali e più aderenti agli interessi della Nazione (Russia e non più Usa/Nato, Paesi Liberi e non più UE, anzitutto) e di sciogliere i precedenti vincoli. Trascorso un congruo periodo (pluriennale) di transizione dal sistema economico/politico neoliberista a quello alternativo, si potrà pensare a forme più avanzate di socializzazione delle risorse. Il limite incontrato è che questo programma appena abbozzato, oggi nessuno lo esprime e i suoi punti fondamentali sono altrettanti tabù.
II) Intorno al suddetto programma politico alternativo, è necessaria l’aggregazione di quadri disposti al rischio (anche per quanto riguarda la stessa loro incolumità personale) e a gestire con mano ferma la transizione dall’ultraliberismo imposto alla vera Sovranità monetaria e politica, riappropriandosi la decisione strategica, come conseguenza dell’alternativa politica accennata al punto I). Il limite incontrato è che questi quadri ancora non si vedono o almeno, dispersi e isolati, sicuramente oscurati dai media, non hanno la possibilità di aggregarsi e di agire, acquistando visibilità.
III) Il ripudio della democrazia come forma di governo “ausiliaria” del potere elitista, finanziario e giudaico che sta opprimendo e saccheggiando il paese. Questo punto è importantissimo, perché la democrazia, come già ampiamento dimostrato in Italia, è lo strumento politico del Nemico Principale per mantenere la stretta sul nostro paese, dal quale “estrarre” a piacimento risorse, per incrementare il suo potere e aggredire o destabilizzare i Paesi ancora Liberi (prima fra tutti la Federazione Russa, ultima vera potenza dell’Europa e alleato naturale dell’Italia). Ai suoi tempi Lenin ha individuato un’alternativa al sistema di governo borghese-imperialista da lui chiamato “parlamentarismo”, nei Soviet dei soldati, degli operai e dei contadini (Tesi di aprile del 1917, Potere ai Soviet). Oggi ci troviamo in contesti diversissimi, ma con un grande problema politico, analogo a quello affrontato da Lenin ai suoi tempi. Il limite incontrato è che questa forma di governo alternativa, che non può più essere rappresentata dai Soviet, ancora non c’è, se non si rispolvera, come ultima istanza, la vecchia e vituperata Dittatura, per gestire una transizione di potere fondamentalmente incerta e rischiosissima.
IV) Il ripudio del “pacifismo”, non trattandosi in alcun modo di uno strumento di lotta per conseguire obbiettivi politici senza spargimenti di sangue, ma soltanto sottomissione pecoresca al potere elitista imperante, che lo impone opportunisticamente alle masse assieme al “culto sanfedista” della democrazia. Lo fa valendosi dei suoi media, dei suoi pseudo-intellettuali e accademici, degli esponenti sub-politici e collaborazionisti, di molti Corifei, dei falsi movimenti a lui tributari (come le Sardine da “rivoluzione colorata”) che crea ad arte nell’ormai ridotto spazio Extraparlamentare. Oggi il “gandhismo”, se adottato da una forza alternativa, da un’opposizione politica e sociale che propone istanze sgradite agli elitisti e al Gotha democratico, sarebbe sinonimo di fallimento aprioristico, con annessa e successiva disintegrazione oppure, in alternativa, l’“integrazione” svilente e tombale nel sistema parlamentarista democratico (vedi la grottesca parabola discendente dei 5Stelle).

Esiste un altro limite grande come una casa e per ora decisivo, che non permette il sorgere, in Italia, di una forza o di un Blocco alternativo di vera opposizione: l’assenza dell’appoggio da parte di una Potenza Libera ed esterna, abbastanza forte per combattere gli elitisti e i loro mercenari.
Analizzando la realtà sociopolitica e culturale del nostro disgraziato paese, agnello sacrificale, dopo la piccola Grecia, sull’altare dell’”integrazione europea” e del globalismo economico-finanziario (il sacerdote che offrirà il sacrificio sarà Draghi), mi sono convinto che niente di buono può nascere all’interno dell’Italia.


Putin con Assad e le autorità militari e religiose della Siria
L’unica e sola speranza rimasta all’ex Bel Paese è una grande vittoria geopolitica delle Potenze Libere come Russia, Iran, Cina, a scapito dell’asse del male Usa-Nato/israeliani-ebrei/sauditi decapitatori e loro sodali. In quel caso, solo ipotizzato, le conseguenze positive si sentiranno anche in Italia, paese debole, ormai condannato all’insignificanza e perciò sensibilissimo, anzi, completamente esposto ai grandi cambiamenti esogeni e geopolitici.
L’alternativa all’”aspetta e spera” di cui sopra, anche questa piuttosto improbabile, sarebbe il ricordato ed essenziale appoggio di una Potenza Libera e Sovrana ad un ipotetico Blocco alternativo, Extraparlamentare, Antidemocratico e Non Pacifista italiano, in termini di finanziamenti, di “logistica” e contropropaganda.

Si capisce bene che l’unica potenza che potrebbe dare un simile aiuto ai veri di movimenti di opposizione in Europa, aiutandoli a nascere, a crescere, oppure addirittura facendoli sorgere in paesi completamente prostrati come l’Italia, è la Federazione Russa, che ne avrebbe i mezzi.
Il filosofo russo Aleksandr Gel’evič Dugin ha auspicato che i russi si facciano carico della liberazione dell’Europa, ma l’Unione europea, debole e asservita, puro strumento commerciale e monetario sprizzante austerity da tutti i pori, si è appiattita sulle politiche aggressive Usa (e Nato) nei confronti della Russia, con il fine, fra l’altro, di impedire che la Terza Roma si rivolga decisamente all’Europa, culla della sua cultura, e che nazioni europee, soprattutto quelle occidentali, guardino alla Russia come a un paese amico.
Così la Federazione Russa, nel suo spazio bicontinentale, si rivolge sempre più a oriente e altrove, dimenticando che un aiuto alle vere opposizioni in Europa sarebbe anche nell’interesse dei suoi popoli e rafforzerebbe la sua difesa, allontanando il pericolo di future aggressioni, ai suoi confini, operate dall’asse del male elitista.
Questo è quanto mi suggerisce l’”analisi concreta della situazione concreta” oggi, in Italia.
Sic et simpliciter.

N.B. Le opinioni espresse nell’articolo non necessariamente coincidono con quelle della redazione.

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