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  1. #1
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    Predefinito Come vivono i lavoratori in Cina

    Come vivono i lavoratori in Cina
    Today, 105 AM
    planetbookaward.org

    spesso scrivo post su Facebook e poi mi arrivano messaggi di utenti della mia bacheca che chiedono riferimenti.



    Ieri ho ricevuto un messaggio da una persona che chiedeva il mio numero telefonico perché voleva parlarmi con urgenza. Non ci ho pensato un attimo, gliel’ho dato.

    Mi chiama e fa, “perché utilizzi il termine proletariato, non ti sembra un po’ datato?“. Gli rispondo dicendo che con quel termine intendo tutti i salariati, precari, disoccupati e pensionati che vivono soltanto della propria forza lavoro. E’ insomma una definizione che corrisponde a una condizione sociale, non una “moda” di qualche decennio fa.

    Poi chiede: “Come fai ad essere così informato sulla Cina?“. Gli rispondo “Non capisco, dove vuoi arrivare?”

    Ha cosi inizio una conversazione per molto interessante. Sulla Cina, in fondo, seguo da decenni le evoluzioni economiche, i dati registrati anche dalle istituzioni internazionali, i “piani quinquennali, ecc, tanto da averne fatto gran parte di un linro (Piano contro mercato). Ma non ci sono stato.

    Lui spiega di essere un consulente, che possiede una Sas, di fatto un “imprenditore di se stesso”. Assieme ad altri professionisti progetta prodotti di alta tecnologia.

    Da anni per lavoro va in Cina, l’ha girata in lungo e in largo, specie il Guangdong, dove il cuore è Shenzen, e la zona più industrializzata che va fino a Shangai. Ha visitato molte aziende hitech. Ci sono capannoni datati, ma moltissimi sono all’avanguardia.

    La parte più interessante, di cui qui non sentiamo mai parlare, è però la condizione operaia, come vivono concretamente i lavoratori.

    Gli operai, racconta, entrano in fabbrica alle 8.30, gli impiegati alle 9. Alle 12 tutti a mangiare, chi vuole può andare a casa, per gli altri c’è la mensa aziendale. Gli operai, dopo aver finito di mangiare, possono riposare fino alle 14. Alle 14 si riprende e si lavora fino alle 18, poi tutti fuori dalla fabbrica.

    Quelli che vivono più distanti dal luogo di lavoro vengono raccolti e riportati a casa con pulmini aziendali, come qui da noi avveniva praticamente solo con il personale di volo dell’Alitalia, quando era una società pubblica e i lavoratori di quell’azienda venivano considerati “privilegiati” (in realtà era una misura di sicurezza, perché è meglio che il personale di volo prenda servizio nelle migliori condizioni fisiche possibili).

    Nel weekend le aziende organizzano partite di basket, calcio o gite aziendali. I cinesi sono soliti cenare alle 18.30, dopo tutti per strada ad affollare i locali fino a mezzanotte. E così nell’intero weekend.

    Nel Guangdong i salari sono più alti che da noi. Mi racconta che i cinesi del sud sono come i latini, ospitali, cordiali e calorosi (loro dicono: “non siamo come i giapponesi”), ma se ti senti superiore a loro, chiudono, e di te non vogliono più saperne.

    Sentono molto il senso della comunità, che viene prima dell’individuo e le stesse forme di controllo sono da loro giustificate con il “senso della nazione“.

    I cinesi, quasi tutti, sono molto grati al governo per il benessere che ha portato e tutti – ripeto: tutti, visto che anche le statistiche internazionali dichiarano ufficialmente estinta la povertà – lavorano prima per il Paese e poi per se stessi.

    Ancora. Mi spiega che da tanti anni non ci sono più i “dormitori aziendali”. Quella era un altra epoca. E’ finita l’epoca della produzione a basso costo (e bassi salari), ora dettano loro al mondo il catalogo dei prodotti industriali. Investono tantissimo in istruzione e ricerca e ormai sovrastano tutti.

    Il mio interlocutore al telefono maledice le privatizzazioni e i tagli alla ricerca e all’istruzione, fatti da noi negli ultimi 30 anni; dice che “la pagheremo cara, in futuro”. E’ sbalordito da come tv e giornali italiani vedono la Cina, “tutte falsità”. Ci siamo lasciati dicendo che leggerà il mio libro.

    In serata ho chiesto conferma ad un altro consulente che vive da 12 anni in Cina. Mi dice che nel Guangdong è sicuramente così, mentre in altre aree i salari sono paragonabili a quelli del Portogallo, con la differenza che in Cina la vita costa meno e dunque il potere d’acquisto è più alto.

    Ad esempio un biglietto della metro costa 40 centesimi di euro, un taxi per 10 minuti, diffusissimi. 1,30 euro.

    Per finire, mi raccomando: date retta a chi dice che in Cina “sono schiavi”, per nascondere il fatto che gli schiavi ora siamo noi.

    *

    La risposta dal secondo consulente:

    Carissimo, che dire?

    Ti confermo assolutamente le notizie che hai avuto, solo un piccolo distinguo sul livello salariale. Nella zona del Guangdong i salari sono molto più alti rispetto al resto del paese, per tutta una serie di ragioni. In altre aree le retribuzioni non sono altissime, ma oramai arrivano mediamente a livello di paesi europei tipo Portogallo o paesi dell’est.

    Con il vantaggio che la vita e i servizi sono molto meno cari, il che si traduce, come ben sai, in un potere di acquisto nettamente superiore a molti paesi europei.

    Facciamo un esempio, la metropolitana qui a Tianjin (la quarta città della Cina per popolazione) costa per una corsa 3 RMB (circa 40 euro/cent), a Milano 2 euro (anche se a tempo).

    I bus costano 1,9 RMB, circa 22 euro/cent, una corsa in taxi (diffusissimi) di circa 10 minuti, 11 euro/cent (1 euro e 30 circa).

    Questo ti da un quadro un po’ più chiaro della reale situazione.




    PASQUALE CICALESE






    Economista. Nato a Crotone, laureato in Scienze Politiche. Sposato con Stefania, ha due figli, David e Dario. È impiegato alla Regione Calabria. Autore di "Piano contro mercato. Per un salario sociale di classe" (L.A.D., 2020)

    Come vivono i lavoratori in Cina? Le risposte di 2 manager italiani - Le cicale e la formica - L'Antidiplomatico
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    Come vivono i lavoratori in Cina? Le risposte di 2 manager italiani - Le cicale e la formica - L'Antidiplomatico - La politica internazionale che il mainstream non vi racconta
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    se l'europa non cambia sistema conviene andarsene...altrimenti ci ridurrà come e peggio della grecia.

  2. #2
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    In Cina regna il comunismo : non esistono lavoratori.

    Sono tutti padroni dei mezzi di produzione che utilizzano.

  3. #3
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    Come vivono i lavoratori in Cina
    Today, 105 AM
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    spesso scrivo post su Facebook e poi mi arrivano messaggi di utenti della mia bacheca che chiedono riferimenti.



    Ieri ho ricevuto un messaggio da una persona che chiedeva il mio numero telefonico perché voleva parlarmi con urgenza. Non ci ho pensato un attimo, gliel’ho dato.

    Mi chiama e fa, “perché utilizzi il termine proletariato, non ti sembra un po’ datato?“. Gli rispondo dicendo che con quel termine intendo tutti i salariati, precari, disoccupati e pensionati che vivono soltanto della propria forza lavoro. E’ insomma una definizione che corrisponde a una condizione sociale, non una “moda” di qualche decennio fa.
    a
    per quelli scapoli una scopata gratis con la Marisa , come i barracuda volanti.
    La famosa artista idolo delle folle :" si figuri che uno ha addirittura scritto che avrei dovuto investire i MIEI soldi comprando un bar! Io!!!! La barista!!!!"

  4. #4
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    Citazione Originariamente Scritto da Tiresia Visualizza Messaggio
    In Cina regna il comunismo : non esistono lavoratori.

    Sono tutti padroni dei mezzi di produzione che utilizzano.
    No

  5. #5
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    Citazione Originariamente Scritto da Sinistra Anti-PD Visualizza Messaggio
    No
    Se il comunismo non regna nemmeno nei paesi comunisti, siete fritti

  6. #6
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    Ieri ho ricevuto un messaggio da una persona che chiedeva il mio numero telefonico perché voleva parlarmi con urgenza. Non ci ho pensato un attimo, gliel’ho dato.

    Mi chiama e fa, “perché utilizzi il termine proletariato, non ti sembra un po’ datato?“. Gli rispondo dicendo che con quel termine intendo tutti i salariati, precari, disoccupati e pensionati che vivono soltanto della propria forza lavoro. E’ insomma una definizione che corrisponde a una condizione sociale, non una “moda” di qualche decennio fa.

    Poi chiede: “Come fai ad essere così informato sulla Cina?“. Gli rispondo “Non capisco, dove vuoi arrivare?”

    Ha cosi inizio una conversazione per molto interessante. Sulla Cina, in fondo, seguo da decenni le evoluzioni economiche, i dati registrati anche dalle istituzioni internazionali, i “piani quinquennali, ecc, tanto da averne fatto gran parte di un linro (Piano contro mercato). Ma non ci sono stato.

    Lui spiega di essere un consulente, che possiede una Sas, di fatto un “imprenditore di se stesso”. Assieme ad altri professionisti progetta prodotti di alta tecnologia.

    Da anni per lavoro va in Cina, l’ha girata in lungo e in largo, specie il Guangdong, dove il cuore è Shenzen, e la zona più industrializzata che va fino a Shangai. Ha visitato molte aziende hitech. Ci sono capannoni datati, ma moltissimi sono all’avanguardia.

    La parte più interessante, di cui qui non sentiamo mai parlare, è però la condizione operaia, come vivono concretamente i lavoratori.

    Gli operai, racconta, entrano in fabbrica alle 8.30, gli impiegati alle 9. Alle 12 tutti a mangiare, chi vuole può andare a casa, per gli altri c’è la mensa aziendale. Gli operai, dopo aver finito di mangiare, possono riposare fino alle 14. Alle 14 si riprende e si lavora fino alle 18, poi tutti fuori dalla fabbrica.

    Queste condizioni credo proprio che riguardano i lavoratori dipendenti di aziende di alto livello, per lo piu incluse nelle supply chains di multinazionali cinesi.

    Sono per alcuni aspetti gli equivalenti di quelli che in occidente lavorano per Google o per la Microsoft..... che offre pause, vacanze, corsi di studio, asili, palestre..... e via dicendo.

    Ma la maggior parte della gente NON lavorano per Google........ e nel caso della Cina ci stanno centinaia di milioni di lavoratori che fanno i contadini, i manovali, i camionisti, i magazzinieri, i mercati ambulanti, i facchini..... e via dicendo, e per questi la vita e' assai difficile.

  7. #7
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    Citazione Originariamente Scritto da Tiresia Visualizza Messaggio
    Se il comunismo non regna nemmeno nei paesi comunisti, siete fritti
    La cina è un paese comunista tanto quanto lo era l’URSS, cioè zero, anzi meno di zero nle caso cinese.

    Il comunismo non regna nei paesi stalinisti perché il comunismo è un sistema globale o quantomeno pluricontinentale, non può esistere il vero comunismo in un solo Paese.

  8. #8
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    .

    Gli operai, racconta, entrano in fabbrica alle 8.30, gli impiegati alle 9. Alle 12 tutti a mangiare, chi vuole può andare a casa, per gli altri c’è la mensa aziendale. Gli operai, dopo aver finito di mangiare, possono riposare fino alle 14. Alle 14 si riprende e si lavora fino alle 18, poi tutti fuori dalla fabbrica.
    .

    in italia la pausa pranzo è un lusso che pochi si possono concedere. al limite c'è l'orario spezzato, che però ti porta via l'intera giornata se non abiti vicino il luogo di lavoro. tuttavia sono consentite brevi pause a rotazione.

    ma in cina, durante l'orario di lavoro, si può prendere una pausa? o si deve lavorare senza sosta?

    quanto ai dormitori, prima dormire era gratis, adesso i cinesi devono pagarsi l'affitto e le bollette.

    .
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  9. #9
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    in italia la pausa pranzo è un lusso che pochi si possono concedere
    L'ultima volta che ho lavorato in italia sono passati molti anni....

    Ma non ricordo che la situazione della pausa pranzo fosse cosi mal messa!!!!

  10. #10
    calici amari
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    Predefinito Re: Come vivono i lavoratori in Cina

    Citazione Originariamente Scritto da paulhowe Visualizza Messaggio
    L'ultima volta che ho lavorato in italia sono passati molti anni....

    Ma non ricordo che la situazione della pausa pranzo fosse cosi mal messa!!!!
    .

    da un'ora è stata ridotta a un quarto d'ora (dove lavoravo io) e nel frattempo c'era pure la fila per il bagno.

    prima le pause erano conteggiate nell'orario di lavoro, poi le pause non venivano conteggiate nello stipendio.

    tutto ciò, prima che l'azienda chiudesse i battenti.


    .
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

 

 
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