A parer mio noi ambiamo a superare completamente il lavoro salariato e non poniamo così tanta attenzione sul discorso razziale.Pur volendo comunque mantenere una certa identità etnica.
A parer mio noi ambiamo a superare completamente il lavoro salariato e non poniamo così tanta attenzione sul discorso razziale.Pur volendo comunque mantenere una certa identità etnica.
Le differenze sono nettissime. In sintesi:
Differenza 1: - La cosiddetta destra sociale (non si può comunque dare una definizione univoca, in quanto presenti molte correnti) si basa su una visione organica dello stato e della società, una specie di funzionalismo macrostrutturale, dove (sempre in soldoni) ogni categoria umana e sociale risponde in maniera differente alle esigenze del comparto socioeconomico.
E i socialisti? - Per noi, semplicemente, non funziona. O meglio, non è sufficiente. Il socialista è come un matematico che deve risolvere il conflitto tra capitale e lavoro, che fu, è, e sempre sarà l'unico vero ostacolo alla pace sociale fino alla realizzazione della società socialista, quando questo conflitto non esisterà più. Perchè per noi il corporativismo e lo stato organico non funzionano? Semplice, perchè da buoni matematici sappiamo bene che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Sì, il corporativismo supera in qualche modo il liberalismo, ma nella sostanza il lavoratore resta un subordinato ricattabile e il conflitto sociale resta, i ricchi restano ricchi, i poveri restano poveri. La RSI, la carta di Verona, tanto care alla destra sociale, si guardarono bene - in una repubblica! - dall'abolizione dei titoli nobiliari e dei privilegi della nobiltà. Stessa cosa dicasi per la socializzazione, che voleva dire i padroni restano padroni e più oneri vengono dati agli operai, dove il tutto si risolse in contrattazioni in nero. Noi siamo per l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione da realizzarsi attraverso un piano di ristrutturazione dello stato e della società.
Differenza 2: La destra sociale poggia spesso su basi tradizionaliste, quando non completamente cattoliche/neoguelfe. Che tutta la destra sociale italiana storica a stragrande maggioranza seguisse la linea della DC e i dettami clericali è un fatto innegabile, spesso - anche se non sempre - contro i diritti civili.
E i socialisti? - Qui non troverai nessuno contro le unioni omosessuali e contro l'eutanasia, e siamo per l'esclusione di qualsiasi organizzazione religiosa dalla sfera istituzionale dello stato, che non significa odiare le religioni, anzi, ma togliere per sempre i privilegi delle chiese (non solo quella cattolica). Per noi comunque i diritti civili non andranno MAI al di sopra di ordine civile e giustizia sociale, al contrario delle pseudosinistre fucsia.
Differenza 3: Italia agli italiani. La destra sociale riprende molte delle tematiche identitarie, peraltro anche giustamente, davanti allo sfacelo socioculturale portato avanti dal liberismo e dall'immigrazione di massa.
E i socialisti? - L'Italia a chi lavora. A differenza della destra sociale, la filosofia socialista si basa sul concetto del Lavoro come base delle relazioni dello Stato. Chiaramente questo non significa non essere patriottici, anzi, l'identità è un fattore culturale primario senza dubbio alcuno, ma il Lavoro è la discriminante essenziale. In sostanza, neri o bianchi poco importa al capitale, ciò che conta è il conto in banca, i privilegi, il potere. Per noi il potere è di chi lavora, indipendentemente dalla sua etnia.
Questo è a grandissime linee il succo, potrei restare qui a scrivere molto altro, ma nella sostanza questi sono a mio avviso i punti principali. Tra l'altro io sono convinto che la destra cosiddetta sociale, in Italia, sia qualcosa di molto flebile e spesso un camuffamento per rendere gli aggettivi "reazionario" e "conservatore" meno antipatici.
★ TIOCFAIDH ÁR LÁ ★╾━╤デ╦︻
革命无罪,造反有理
Concordo, punto per punto, con Ribelle.
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
Si può benissimo essere su posizioni cattoliche tradizionali per ciò che riguarda determinati temi e al contempo tenere il clero al di fuori della politica nazionale, abolire l'ottopermille e gli altri privilegi temporali.
In questo modo si riconosce il contributo positivo che il cristianesimo ha dato nei secoli, ma giustamente si limita la sfera d'azione della Chiesa all'ambito pastorale e, appunto, religioso.
Per quanto riguarda i nobili, ci si sarebbe arrivati...
Con me sfondi una porta aperta. Sono agnostico ma ritengo il sentire religioso un importante elemento popolare. Nessuna qua, per capirci, vuole l'abbattimento di chiese o forme di ateismo di stato. Certo è che rimane necessaria la separazione Stato-Chiesa e un'operazione di argine per gli alti prelati che vogliono fare politica.
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
Ah, volevo fare una piccola precisazione. A differenza della "destra sociale" (che mai ha avuto a che fare con il movimento operaio), noi ci richiamiamo al meglio della tradizione socialcomunista tipica del PCI e del PSI. Inoltre, pur ritenendo il socialismo del XX secolo ormai tramontato, guardiamo con favore a quelle misure popolari che caratterizzarono i paesi comunisti e socialisti. Questo perché è necessario , oltre che salutare, rinnovarsi e formulare un nuovo paradigma anti-capitalista. Ma non è nostra intenzione gettare il bambino con l'acqua sporca.
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
Ma infatti la mia è una risposta molto generica a una domanda ancor più generica. Alla fine, chi e cosa corrisponde esattamente a destra sociale? A primo tatto vien da pensare al MSI, ma quale, la fronda rautiana o quello di Almirante? È difficile creare un quadro unitario della cosa appunto.
Al giorno d'oggi destra sociale mi fa pensare a "piccoli" tipo Fiamma Tricolore / Movimento Idea Sociale / Fronte Nazionale (ma esistono ancora?)
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革命无罪,造反有理
Quando penso a cosa sia o meglio sia stata la "destra sociale" in Italia, penso a Stanis Ruinas e a "Pensiero Nazionale" o a Ernesto Massi e il suo Partito Nazionale del Lavoro, che ebbe breve vita a cavallo tra anni 50 e 60.
Tutto il resto è stato la peggiore espressione dell'atlantismo e del grande capitale.
E sugli epigoni "sociali" di oggi, tipo Lega e FdI, meglio stendere un velo pietoso.
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
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革命无罪,造反有理