“Ogni identità è abolita. Ma non ogni spiritualità. Quel and no religion too (e anche nessuna religione, ndr) è il colpo di grazia. O meglio, sarebbe dire ‘dell’anti-Grazia’. E non a motivo di prospettare – davvero – un mondo senza religione. Neppure l’Anticristo annuncerà ciò. il sostituirsi a Dio non è mai per annullare il divino. Ma per identificarlo nell’uomo. Non a caso la questione è quel Paradiso che l’espiazione della Croce consente alle opere potenziali di ogni uomo di meritare. E il Paradiso esige – cattolicamente – non l’anonimato della interiorità mistica e nichilista, quanto il Giudizio. Questo è il vero Reset: il nulla del peccato e del Giudizio, perché l’uomo faccia del suo stesso nulla di identità l’abisso della pretesa divinità“.

Lui morì a causa della folle gloria ricercata da Mark Chapman, fan (secondo alcuni, deluso) di John Lennon e dei “suoi ideali”. Andò ben oltre gli stessi Beatles. E nessuno – ovviamente – sta qui a disquisire sul livello di rivoluzione musicale che seppero realizzare tra il 1960 e il 1965, registrando dischi su dichi, fino alla scelta di rinunciare ai tour dopo il 1967 e di fatto fino allo scioglimento nel 1970. Nessuno, almeno qui, è interessato ad approfondire l’influenza di Yoko Ono su Lennon o la sua responsabilità sulla fine stessa dei Beatles. In sé, possiamo tralasciare anche il pacifismo direttamente legato alla guerra in Vietnam (nota a tutti è la protesta al letto presso l’Hilton Hotel di Amsterdam), per quanto la situazione geopolitica e militare degli anni sessanta tra le presidenze Kennedy e Nixon non può essere certo trascurata o sottovalutata. Nel numero di dicembre 2020 di Airone c’è un bell’articolo di Fabio Dalmasso sulla figura di John Lennon.

Il punto è un altro: quel singolo del 1971 è un manifesto che esprime una sintesi perfetta di ciò che significa spirito anti-Occidentale e anti-Cristiano. E il paradosso è che solo nell’Occidente cristiano poteva essere creato ed espresso: non indica infatti valori solo alternativi, quanto una radicale opposizione all’ordine religioso, politico, culturale, economico e sociale dell’Europa, come forgiata nei secoli di Roma. Non prospetta una “invasione straniera”, ma un ribaltamento, un rovesciamento – essenzialmente religioso – di ciò che chiamiamo Occidente cristiano.

Prima di tutto il sognare: ciò che la Bibbia ha spesso considerato come luogo privilegiato per un messaggio angelico o una profezia – un “privilegio” che Freud ha poi inteso come surrogato di pulsioni inespresse e castrate razionalmente –, diventa in Lennon la vera speranza. Il non sperare con lui diventa automaticamente oscurantismo e meschinità guerrafondaia. Perché, cosa altro può essere in fondo il Cristianesimo e l’Occidente tutto – da misconoscere e di cui vergognarsi senza riserve – se non l’abisso della inimicizia? Non è forse menzogna la legge, l’ordine, il Logos, come già suggerito dal serpente?

Questa è la sfida: perché in verità l’effettiva perversione è proprio l’utopia, come l’inganno che sia necessario il male per comprendere il bene, l’odio per apprezzare l’amore. Non così il Dio di san Tommaso che è Verità e Bene per essenza. Non così l’universo di san Tommaso che è ordinato e buono. Senza che ci sia sostanza di male. La Metafisica occidentale è Determinazione. È Scienza di Tempo e Spazio. È realismo di essere e di essenza. È fango e spirito. È terra e spada. È Signore e famiglia.

Ma Lennon va anche oltre persino l’utopia classica (vedi qui). Perché l’utopia moderna si è quasi sempre mossa sul piano sociale o almeno a partire da quello. L’egualitarismo ideologico della indifferenziazione assoluta l’ha predicato in astratto (le isole senza tempo e spazio della letteratura) o riferendosi alla innocenza selvaggia, corrotta da famiglia e proprietà (Rousseau), o in chiave di rivoluzione politica marxisticamente pensata.

Lennon raggiunge il cuore, con una violenza ideologica mai vista: invita non tanto a credere alle sue opinioni, quanto a sognare con lui, a sperare con lui. Il mondo forgiato dal sogno della sua religione è fede, speranza e carità dei popoli tutti. Anzi degli uomini tutti, perché anche la determinazione dei popoli va abolita, fonte di divisione e guerra. E forse l’uomo stesso, nella sua identità ultima (come coerentemente si muove il Gender).

Il sogno della pace annulla ogni distinzione: la proprietà, la tradizione, la terra per cui vivere o morire. To be as “one”. E non l’unità con Dio o di Dio, nelle Tre distinte Persone. L’Unità indifferenziata e illimitata dell’Uno-Tutto. La pace è data dall’immaginare above us only sky, senza peccato né giudizio. La pace è data perché there’s no heaven, no hell below us. (non c’è paradiso, nessun inferno sotto di noi, ndr)

Ogni identità è abolita. Ma non ogni spiritualità. Quel and no religion too (e anche nessuna religione, ndr) è il colpo di grazia. O meglio, sarebbe dire “dell’anti-Grazia”. E non a motivo di prospettare – davvero – un mondo senza religione. Neppure l’Anticristo annuncerà ciò. il sostituirsi a Dio non è mai per annullare il divino. Ma per identificarlo nell’uomo. Non a caso la questione è quel Paradiso che l’espiazione della Croce consente alle opere potenziali di ogni uomo di meritare. E il Paradiso esige – cattolicamente – non l’anonimato della interiorità mistica e nichilista, quanto il Giudizio. Questo è il vero Reset: il nulla del peccato e del Giudizio, perché l’uomo faccia del suo stesso nulla di identità l’abisso della pretesa divinità.





Imagine

Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today…

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace…

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world…

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one Immaginate

Immaginate che non ci sia alcun paradiso
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immaginate tutta le gente
Che vive solo per l’oggi

Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace

Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità

Immaginate che non ci siano proprietà
Mi domando se si possa
Nessuna necessità di cupidigia o brama
Una fratellanza di uomini
Immaginate tutta le gente
Condividere tutto il mondo

Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità.



di Pierluigi Pavone