Originariamente Scritto da
Democrazia Liberalsocialista
Io non ho nessuna passione per gli omosessuali e per l'omosessualità, tutt'altro: se vuoi farmi andare a letto con un uomo devi ammazzarmi.
Devi anche ammazzarmi per farmi guardare certi programmi televisivi, tipo "c'è posta per te" e quelle cagate li.
Quello che sto dicendo è che chi ha capito il principio di non aggressione e lo applica non chiede di vietare l'omosessualità e "c'è posta per te": fa semplicemente scelte personali di suo gradimento, senza rompere il cazzo a chi ne fa altre.
Per esempio, per tornare al tema della discussione, se a voi piace la TV guardatevela pure: io preferisco un servizio come Netflix così posso scegliere film e serie di mio gradimento senza dovermi sorbire la pubblicità e soprattutto SCELGO IO cosa guardare, non è che mi viene imposto da un'emittente.
Ciò detto, se tu non sei d'accordo con il principio di non aggressione e ritieni che non debba essere applicato ne prendo atto e la possiamo anche chiudere qui la discussione, ma quello che contesto è la tua idea che chiunque applichi il principio di non aggressione ma arrivando a conclusioni diverse (sempre che io non abbia capito male la tua tesi).
Non è così, assolutamente no! L'idea del principio di non aggressione è proprio quella di dire "tu fatti le tue scelte che io faccio le mie, ognuno per la sua strada", quindi uno che parte dall'idea che tu debba fare le sue stesse scelte è palesemente contrario al principio di non aggressione: ne rigetta proprio le fondamenta.
Eri partito con l'esempio del rumore e su questo ti ho risposto: quando due persone condividono uno stesso ambiente le scelte che si diffondono nell'intero ambiente non sono per definizione scelte personali. Ribadisco che il liberalismo (nonché il principio di non aggressione) difende solo la libertà assoluta di fare
SCELTE PERSONALI, non la libertà assoluta di fare qualsiasi scelta, anche quelle non personali.
Quindi se io e te abitiamo in un monolocale condiviso evidentemente dobbiamo fissarci delle regole, perché visto che condividiamo lo spazio vitale ogni scelta che facciamo è per definizione non personale. Se ti fai le seghe sul divano non è una tua scelta personale, perché ci sono anche io sul divano. Se ti porti a casa uomini e donne e te li scopi non è una scelta personale, perché ci sono anche io, che potrei non voler vedere certe cose.
Quindi è perfettamente legittimo che io mi lamenti se tu fai determinate cose e allora, da adulti, cercheremo dei compromessi per fare tutti più o meno felici. Per esempio potremmo fissare la regola che io di martedì sera vado a cena fuori così tu hai la casa libera per fare le tue porcherie e tu invece vai a cena fuori giovedì così io ho la casa libera di giovedì.
La migliore soluzione possibile sia per me che per te però è un'altra, cioè che tu vada a vivere per i fatti tuoi e io pure, in maniera tale che poi ogni scelta che faremo all'interno del nostro spazio vitale sarà per definizione una scelta personale.
Ora, tu come la prenderesti se anche una volta che ti sei preso il tuo spazio personale per farti i cavoli tuoi in santa pace io venissi a dirti che non devi farti le seghe sul divano?? Sarebbe una palese violazione del principio di non aggressione, perché a quel punto mirerei a sopprimere le tue
SCELTE PERSONALI.
Francamente fare acrobazie dialettiche per far passare l'idea che tutti quanti applichino il principio di non aggressione non mi sembra una cosa particolarmente brillante ed eviterei di chiamare gli altri "sottodotati" solo perché contestano il tuo tentativo di far perdere totalmente il significato alle parole "violenza" e "aggressione".
Perché se no a sto punto allora perché non possiamo relativizzare anche lo stupro? Voglio dire, magari la vittima in realtà è lo stupratore, poverino. Magari il vero aggredito è lui: che ne sappiamo, magari ci ha provato educatamente con tante ragazze per tutta la sera e non ci sono state, quindi ha concluso di essere stato aggredito e violentato perché le cose non sono andate come sperava, quindi alla fine ha dovuto per forza obbligare una ragazza a fare sesso per avere il suo momento di gloria.
Qualcuno potrebbe rispondermi che un privato cittadino non è paragonabile allo stato, infatti un privato cittadino non può obbligarti a dargli soldi mentre lo stato può.
Ok, mi sta bene... e allora facciamo così: il nostro amico non va in giro a stuprare, ma chiede che lo stato almeno una volta al mese costringa una ragazza a fare sesso con lui. Se la giro in questa maniera non c'è nessun problema, giusto?? Lo stato può!! Come facciamo poi a dire che il vero aggredito non è lui, che viene respinto dalle donne??? Magari la vera aggressione è quella!!!
Guarda, se vuoi proseguire con acrobazie dialettiche, rigirando la frittata e giocando sul rendere nebulose le definizioni, per me va bene: so essere molto creativo anche io. Ti posso creare una difesa morale per ogni crimine se proprio vuoi. Il fatto è che io stavo cercando di discutere in maniera intellettualmente onesta, perché se vogliamo buttarci sul relativismo possiamo davvero arrivare a dare giustificazione a qualsiasi porcheria.
Non c'è bisogno che continui a ripetere che sono tutti discorsi astratti perché alla fine sceglie la maggioranza, lo so benissimo anche io. Noi però stiamo parlando di etica, cioè di cose astratte, non di come funziona il mondo. Io ti sto dicendo quali sono i miei paletti etici e ti sto dicendo che non mi importa cosa voglia la maggioranza: se la maggioranza vuole uscire dai miei paletti etici io faccio una dura opposizione. @
Sentenza