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  1. #11
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Un governo europeista.
    Vero komunisti traditori di merda?
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #12
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Il commissariamento dell’Italia – Danilo Quinto

    Maurizio Blondet 3 Febbraio 2021

    E modesta proposta al centrodestra
    Matteo Salvini – a nome del centrodestra – ha dichiarato di “andare ad ascoltare” le proposte di Mario Draghi, il presidente incaricato, che ha accettato con riserva. Ora, Giorgia Meloni propone una “mediazione”, dice (rispetto alla posizione di Forza Italia, evidentemente): l’astensione dell’intero centrodestra.

    Salvini – con il centrodestra – “va ad ascoltare” chi:

    – da Direttore generale del Ministero del Tesoro, dove resta in carica fino al 2001 e da Presidente del Comitato Privatizzazioni (1993-2001) si fa promotore della più grande campagna di privatizzazione di tutte le più importanti aziende statali italiane (Telecom, Enel, Eni, Iri, ecc.);

    – dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del Management Committee Worldwide di Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo;

    – da Presidente della BCE è stato il maggiore protagonista della disastrosa politica monetaria europea (gestendo il fallimento del progetto dell’euro), difendendo tutti gli “assetti” europei, per poi dichiarare, una volta dimessosi, da libero cittadino (al Meeting di Rimini, dell’agosto 2020): “E in Europa, abbiamo avuto critiche alla stessa costruzione europea, alle quali si accompagnava un crescente scetticismo, soprattutto dopo la crisi del debito sovrano e dell’euro, nei confronti di alcune regole, ritenute fino ad allora essenziali per il funzionamento dell’Europa e dell’euro. Questa regole erano sostanzialmente, ricordate: il patto di stabilità, la disciplina del mercato unico, della concorrenza e degli aiuti di stato. Queste regole sono state successivamente sospese o attenuate, a seguito dell’emergenza causata dall’esplosione della pandemia. L’inadeguatezza di alcuni di questi assetti era divenuta da tempo evidente. Ma, piuttosto che procedere celermente a una loro correzione, cosa che fu fatta, parzialmente, solo per il settore finanziario, si lasciò, per inerzia, per timidezza e per interesse, che questa critica precisa e giustificata divenisse, nel messaggio populista, una critica contro tutto l’ordine esistente”. Per poi aggiungere che esiste un “debito buono” (che promuove lo sviluppo, denaro che s’investe sul capitale umano) e un “debito cattivo” (scelte economiche di carattere assistenzialista o di “finanza virtuale”). In sostanza, sei mesi fa Draghi ha detto le stesse cose che da anni dicono Bagnai e Borghi della Lega. Ah, se l’avesse detto e se avesse operato in questa direzione quando rivestiva la carica di Presidente della BCE. Quante cose in Italia sarebbero cambiate dal punto di vista economico e sociale.

    Si potrebbe continuare a lungo su Mario Draghi (vedi il suo curriculum pubblicato da Wall Street Italia wallstreetitalia.com/…curriculum-del-futuro-premier/ ). Tutti sapevano che c’era lui “dietro” l’iniziativa di Renzi e lo sapevano da un pezzo. E’ lui che “serve” per ri-assettare la politica italiana, anche all’interno dei singoli partiti (vedi la posizione più volte espressa da Giancarlo Giorgetti per quanto riguarda la Lega).

    Perchè, all’interno dei partiti – di tutti i partiti – sono enormi gli interessi in gioco, sia per quanto riguarda il mandato parlamentare da difendere sia perchè si vuole partecipare ai progetti dei 209 miliardi del Recovery Found, senza dire – perchè nessuno lo dice – che questo denaro non è beneficenza: tanti soldi arrivano (se arrivano) e molti più soldi devono essere restituiti all’Europa.

    L’Italia, con Mario Draghi, è commissariata. Diciamo che Draghi è Monti all’ennesima potenza. La “prova” l’abbiamo proprio in queste ore: con la borsa che sale, lo spread che scende, con tutti gli organi d’informazione, televisivi e della carta stampata, che fanno la “gran cassa” di consenso al Presidente incaricato.

    Le elezioni sono l’unica soluzione politica – la strada costituzionale “maestra”, come tutti i costituzionalisti, non quelli di oggi, ma quelli d’un tempo, direbbero e chi non opererà politicamente perchè le elezioni vi siano – come accade in tutti i Paesi del mondo e come accadrà anche in Italia in aprile, quando milioni di italiani voteranno per le amministrative – concorrerà al commissariamento del nostro Paese.

    Nessuna scusa è accettabile. Tranne una, a mio avviso: chiedete a Draghi, Voi, esponenti del centrodestra, se la maggioranza di Governo che andrà a formare sarebbe disponibile ad istituire una Commissione d’Inchiesta Parlamentare sulle responsabilità gigantesche del Governo Conte sulla gestione della pandemia, sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico. Se la risposta fosse positiva, astenetevi pure.

    Sarebbe un piccolo “segno” della Vostra esistenza politica. Perchè non ci si può limitare a dire – come ha fatto Salvini – che senza Conte, Azzolina e i comunicati di Casalino “si respira”.

    La politica richiede scelte difficili, come quella che non avete fatto per 18 mesi per “sbarazzarvi” del Governo catto-comunista + cinquestelle: le dimissioni in massa di tutti i vostri parlamentari. Il Presidente della Repubblica, in questo caso, non avrebbe potuto che prendere atto e sciogliere le Camere.

    Ora, che farete? Collaborerete con uno dei maggiori esponenti dell’elite economico-finanziaria mondialista?

    https://www.maurizioblondet.it/il-co...danilo-quinto/
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #13
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #14
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    E' arrviato!
    E' arrivato!!
    E i padioti non possono più sfuggire alle proprie responsabilità!!

  5. #15
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    CON L’ARRIVO DI DRAGHI AL COLLE, L’UOMO DELLA GRANDE FINANZA, LA COMMEDIA VOLGE IN TRAGEDIA
    3 Febbraio 2021 da Redazione 32 commenti
    di Luciano Lago

    Si poteva prevedere in qualche modo l’esito finale della crisi politica italiana ? Forse non tutti lo prevedevano ma si doveva capire dall’inizio che la crisi politica italiana, con la sovrapposizione della pandemia, sarebbe stato un ottimo pretesto per far procedere quel meccanismo di controllo e di presa in carico del governo italiano direttamente dai guru della grande finanza di Bruxelles e Francoforte.
    Certo non si poteva lasciare la gestione di un paese importante come l’Italia alla miserevole banda dei 5 Stelle, assieme al “Partitone” di Zingaretti e cespugli vari, tutti sdraiati sull’incarico a Giuseppe Conte. “Conte o morte”, era lo slogan che masticavano i Di Maio Zingaretti e Bonafede, fino alla noia ma, con la prospettiva di un ritorno alle elezioni, probabile che i 5 Stelle scopriranno il Bluff e troveranno il modo di appoggiare il nuovo “costruttore” scelto dai poteri forti. Questo sarà, come al momento sembra sicuro, Mario Draghi, e lo voteranno o si asterranno anche i 5 Stelle manifestando qualche tardivo mal di pancia.

    L’estrema capacità di trasformismo dei personaggi al governo e la loro inaffidabilità sulle parole e dichiarazioni pronunciate, vedi Luigino Di Maio (“mai con il partito di Bibbiano, mai rinnovo concessione autostrade ai Benetton, mai con l’Ilva, mai la TAP”, ecc..) fanno capire che le ultime dichiarazioni fatte dal capo parlamentare, Vito Crimi, lasciano il tempo che trovano. Il bluff dei 5 stelle sarà scoperto non appena sarà nominato Draghi e questi chiederà la fiducia.
    Piuttosto che andare allo scioglimento delle Camere con la prospettiva delle elezioni e del ritorno a casa, Di Maio e soci voterebbero la fiducia anche ad un marziano.

    Quindi sulla scena arriva il “grande regolatore”, Mario Draghi, il personaggio che sarà accolto dalle principali forze politiche, di sinistra, di centro e di destra, come il “salvatore” e che sarà portato in processione come un santo da tutti i grandi media e Tv di regime, con manifestazioni di ossequio e di stima che riempiranno tutti i giornali, le TV ed i talkshow in onda nei prossimi giorni. Un coro conforme di pensiero unico che già si intravede dai primi commenti.
    La trovata di Draghi è opera del presidente Mattarella il quale giustamente, ancora una volta, si è preoccupato di non mandare gli italiani alle elezioni. Un fatto “pericoloso” in questo momento, ha giudicato paternamente il capo dello Stato, visto che potrebbe esporre i cittadini a “pericoli di contagio”, pericolo di non avere i soldi dall’Europa in tempi brevi, pericolo di tempi morti, pericolo di assembramenti incontrollati, ecc.. Gli italiani sono fortunati ad avere un presidente che tanto si preoccupa per loro. Le elezioni possono fare male, meglio un governo tecnico finanziario, ce lo chiede l’Europa “per il nostro bene”.

    Dopo tutto si sente un gran bisogno di riforme strutturali, quelle che ogni governo proclama e non riesce a fare. Chi meglio di Draghi potrebbe mettere mano alle riforme strutturali?

    Fronteggiare la crisi tagliando tutte le spese superflue, adeguare il sistema alle regole europee, partendo dalle imposte sulla casa, con la riforma del catasto, liberalizzando lavoro e contratti, riducendo la burocrazia con tagli decisi al settore pubblico, applicando le regole bancarie che vuole Bruxelles, privatizzando quello che rimane delle aziende pubbliche, contrastando l’evasione fiscale dei commerciani, idraulici, meccanici e tappezzieri con norme severe, abolendo il contante e informatizzando la Pubblica Amministrazione. Tutti a lavorare da casa con il telelavoro. Fare del “debito buono”, come ha predicato Draghi anche al meeting di Rimini, quello che offre un ritorno di utili al capitale finanziario, invece del “debito cattivo”, quello che finisce nelle tasche dei cittadini ed alimenta la spesa pubblica.
    Questi, ci possiamo scommettere, i principali compiti di Mario Draghi nell’ambito delle ultime ricette del neoliberismo e dei mercati aperti. Una sorta di Vangelo a cui tutti i banchieri di Francoforte si sono sempre attenuti.

    Sarà una primavera di “lacrime e sangue” ma, con Mario Draghi al timone, si può essere certi che la considerazione dell’Italia nelle capitali che contano, Bruxelles, Berlino, Parigi e Londra, sarà molto più alta, visti i vantaggi che la gestione di Draghi apporterà negli ambienti finanziari di queste capitali.

    https://www.controinformazione.info/...e-in-tragedia/
    Ultima modifica di Eridano; 04-02-21 alle 14:56

  6. #16
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    “L’austerità che fa crescere” , dottrina Monti votata dal PD…

    https://www.maurizioblondet.it/munch...aghi-ed-altri/

  7. #17
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Le consultazioni di Draghi | Berlusconi: "E' l'uomo di alto profilo da noi richiesto" | Di Maio: "M5s ha il dovere di ascoltare"

    https://www.msn.com/it-it/notizie/po...?ocid=msedgntp

    L'uomo capace di piegare tutti i politici al suo volere è arrivato!

  8. #18
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Draghi sul Britannia: il discorso dell’inizio della fine dell’Italia

    29 Gennaio 2020 L'Elzeviro

    In questa seconda metà di gennaio 2020 è venuta fuori sul Fatto Quotidiano la pubblicazione – a quasi trent’anni di distanza – del discorso di Mario Draghi nella famosa crociera sul panfilo Britannia, nel 1992, dove si decise la privatizzazione (o meglio, il saccheggio) dell’immenso apparato produttivo e finanziario dello Stato italiano.
    Autore: Giuseppe Masala

    Questo evento fa sospettare che mani oscure stiano manovrando la vita politica italiana. Del resto è chiaro ed evidente che qualcuno (i servizi? Parte dei servizi? Servizi stranieri?) stia tentando di sbarrare la strada ad una eventuale ascesa di Draghi a Palazzo Chigi se non addirittura al Quirinale.



    Entrando nel merito del discorso tenuto nella sempre negata crociera, si tratta di un documento dall’eccezionale valore storico e politico. Attesta – anche senza voler dare un’interpretazione maligna delle parole di Draghi – lo spirito dei tempi segnati dall’errata convinzione delle virtù taumaturgiche del mercato. La privatizzazione avrebbe – secondo Draghi – portato maggior efficienza e maggior crescita e maggiori profitti rispetto a quanto avrebbero fatto i tanto vituperati boiardi di Stato.

    Così erano chiamati all’epoca i manager pubblici dai corifei del libero mercato, in particolare l’ultraliberista Scalfari che con una incredibile operazione di mimetizzazione si spacciava per uomo di sinistra. Dunque in definitiva avrebbero aiutato a risolvere l’annoso problema dell’alto debito pubblico in rapporto al PIL.

    Arrivarono inefficenza, mancati investimenti, mancata innovazione, spregiudicate operazioni di pirateria finanziaria e infine licenziamenti e chiusure di stabilimenti produttivi fino al completo spappolamento di quell’eccezionale apparato produttivo.
    Un danno incalcolabile che ha distrutto una nazione. Un danno, ora lo si sa con certezza, deciso in una scellerata crociera al largo delle coste italiane su una nave battente bandiera britannica e dunque sotto giurisdizione britannica. Una crociera tenutasi il 2 Giugno del 1992 nei giorni convulsi della strage di Capaci nella quale morì il giudice Giovanni Falcone. E anche questo riferimento temporale chiarisce come mani oscure tessevano trame mentre un’intera classe politica veniva portata in carcere in manette e mentre i competenti in procinto di entrare al potere agitavano cappi in Parlamento.

    Una crociera prima negata additando come paranoici complottisti coloro che ne parlavano e poi disvelata dal Presidente Cossiga in TV e da quel punto derubricata a banale cocktail tra amici. Ora, a quasi trenta anni la prova inoppugnabile che non si trattò di una scampagnata a spese della Corona Britannica, ma di un vero e proprio atto eversivo ai danni del popolo italiano.

    Pur è vero, chi tira le prove fuori ora, lo fa per inquinare e per manipolare il corso della vita politica italiana e probabilmente non è migliore di chi tesseva le trame in quell’epoca. Ma con quella storia – la nostra Storia – dobbiamo farci i conti. Draghi (il “vile affarista” di cossighiana memoria) sarà anche un grande tecnico dell’economia ed un mago dei tassi d’interesse, ma deve spiegare. Non sui giornali ma in tribunale. Possibilmente dopo che il Parlamento avrà allargato la platea delle persone accusabili di Alto Tradimento.





    Discorso completo di Mario Draghi sul panfilo Britannia nel giugno del 1992 (l’anno di Tangentopoli e della brutale speculazione di George Soros sulla lira). Fonte: Il Fatto Quotidiano, articolo “‘Privatizzazioni inevitabili, ma da regolare con leggi ad hoc’: il discorso del 1992 (ma attualissimo) di Mario Draghi sul Britannia”


    Il testo del discorso tenuto da Mario Draghi sul panfilo Britannia nel giugno del 1992:
    «Signore e signori, cari amici, desidero anzitutto congratularmi con l’Ambasciata Britannica e gli Invisibili Britannici per la loro superba ospitalità. Tenere questo incontro su questa nave è di per sé un esempio di privatizzazione di un fantastico bene pubblico.

    Home / L'Elzeviro / Draghi sul Britannia: il discorso dell’inizio della fine dell’Italia
    Draghi sul Britannia: il discorso dell’inizio della fine dell’Italia
    29 Gennaio 2020 L'Elzeviro

    In questa seconda metà di gennaio 2020 è venuta fuori sul Fatto Quotidiano la pubblicazione – a quasi trent’anni di distanza – del discorso di Mario Draghi nella famosa crociera sul panfilo Britannia, nel 1992, dove si decise la privatizzazione (o meglio, il saccheggio) dell’immenso apparato produttivo e finanziario dello Stato italiano.
    Autore: Giuseppe Masala

    Questo evento fa sospettare che mani oscure stiano manovrando la vita politica italiana. Del resto è chiaro ed evidente che qualcuno (i servizi? Parte dei servizi? Servizi stranieri?) stia tentando di sbarrare la strada ad una eventuale ascesa di Draghi a Palazzo Chigi se non addirittura al Quirinale.

    Entrando nel merito del discorso tenuto nella sempre negata crociera, si tratta di un documento dall’eccezionale valore storico e politico. Attesta – anche senza voler dare un’interpretazione maligna delle parole di Draghi – lo spirito dei tempi segnati dall’errata convinzione delle virtù taumaturgiche del mercato. La privatizzazione avrebbe – secondo Draghi – portato maggior efficienza e maggior crescita e maggiori profitti rispetto a quanto avrebbero fatto i tanto vituperati boiardi di Stato.

    Così erano chiamati all’epoca i manager pubblici dai corifei del libero mercato, in particolare l’ultraliberista Scalfari che con una incredibile operazione di mimetizzazione si spacciava per uomo di sinistra. Dunque in definitiva avrebbero aiutato a risolvere l’annoso problema dell’alto debito pubblico in rapporto al PIL.

    Arrivarono inefficenza, mancati investimenti, mancata innovazione, spregiudicate operazioni di pirateria finanziaria e infine licenziamenti e chiusure di stabilimenti produttivi fino al completo spappolamento di quell’eccezionale apparato produttivo.
    Un danno incalcolabile che ha distrutto una nazione. Un danno, ora lo si sa con certezza, deciso in una scellerata crociera al largo delle coste italiane su una nave battente bandiera britannica e dunque sotto giurisdizione britannica. Una crociera tenutasi il 2 Giugno del 1992 nei giorni convulsi della strage di Capaci nella quale morì il giudice Giovanni Falcone. E anche questo riferimento temporale chiarisce come mani oscure tessevano trame mentre un’intera classe politica veniva portata in carcere in manette e mentre i competenti in procinto di entrare al potere agitavano cappi in Parlamento.

    Una crociera prima negata additando come paranoici complottisti coloro che ne parlavano e poi disvelata dal Presidente Cossiga in TV e da quel punto derubricata a banale cocktail tra amici. Ora, a quasi trenta anni la prova inoppugnabile che non si trattò di una scampagnata a spese della Corona Britannica, ma di un vero e proprio atto eversivo ai danni del popolo italiano.

    Pur è vero, chi tira le prove fuori ora, lo fa per inquinare e per manipolare il corso della vita politica italiana e probabilmente non è migliore di chi tesseva le trame in quell’epoca. Ma con quella storia – la nostra Storia – dobbiamo farci i conti. Draghi (il “vile affarista” di cossighiana memoria) sarà anche un grande tecnico dell’economia ed un mago dei tassi d’interesse, ma deve spiegare. Non sui giornali ma in tribunale. Possibilmente dopo che il Parlamento avrà allargato la platea delle persone accusabili di Alto Tradimento.

    Discorso completo di Mario Draghi sul panfilo Britannia nel giugno del 1992 (l’anno di Tangentopoli e della brutale speculazione di George Soros sulla lira). Fonte: Il Fatto Quotidiano, articolo “‘Privatizzazioni inevitabili, ma da regolare con leggi ad hoc’: il discorso del 1992 (ma attualissimo) di Mario Draghi sul Britannia”
    Il testo del discorso tenuto da Mario Draghi sul panfilo Britannia nel giugno del 1992:
    «Signore e signori, cari amici, desidero anzitutto congratularmi con l’Ambasciata Britannica e gli Invisibili Britannici per la loro superba ospitalità. Tenere questo incontro su questa nave è di per sé un esempio di privatizzazione di un fantastico bene pubblico.

    Durante gli ultimi quindici mesi, molto è stato detto sulla privatizzazione dell’economia italiana. Alcuni progressi sono stati fatti, nel promuovere la vendita di alcune banche possedute dallo Stato ad altre istituzioni cripto-pubbliche, e per questo la maggior parte del merito va a Guido Carli, Ministro del Tesoro. Ma, per quanto riguarda le vendite reali delle maggiori aziende pubbliche al settore privato, è stato fatto poco.

    Non deve sorprendere, perché un’ampia privatizzazione è una grande – direi straordinaria – decisione politica, che scuote le fondamenta dell’ordine socio-economico, riscrive confini tra pubblico e privato che non sono stati messi in discussione per quasi cinquant’anni, induce un ampio processo di deregolamentazione, indebolisce un sistema economico in cui i sussidi alle famiglie e alle imprese hanno ancora un ruolo importante. In altre parole, la decisione sulla privatizzazione è un’importante decisione politica che va oltre le decisioni sui singoli enti da privatizzare. Pertanto, può essere presa solo da un esecutivo che ha ricevuto un mandato preciso e stabile.

    Altri oratori parleranno dello stato dell’arte in quest’area: dove siamo ora da un punto di vista normativo, e quali possono essere i prossimi passaggi. Una breve panoramica della visione del Tesoro sui principali effetti delle privatizzazioni può aiutare a comunicare la nostra strategia nei prossimi mesi.

    PRIMO: privatizzazioni e bilancio.
    La privatizzazione è stata originariamente introdotta come un modo per ridurre il deficit di bilancio. Più tardi abbiamo compreso, e l’abbiamo scritto nel nostro ultimo rapporto quadrimestrale, che la privatizzazione non può essere vista come sostituto del consolidamento fiscale, esattamente come una vendita di asset per un’impresa privata non può essere vista come un modo per ridurre le perdite annuali. Gli incassi delle privatizzazioni dovrebbero andare alla riduzione del debito, non alla riduzione del deficit.

    Quando un governo vende un asset profittevole, perde tutti i dividendi futuri, ma può ridurre il suo debito complessivo e il servizio del debito. Quindi, la privatizzazione cambia il profilo temporale degli attivi e dei passivi, ma non può essere presentata come una riduzione del deficit, solo come il suo finanziamento. (Questo fatto, nella visione del Tesoro, ha alcune implicazioni che vedremo in un secondo momento).

    Le conseguenze politiche di questa visione sono due. Dal punto di vista della finanza pubblica, il consolidamento fiscale da mettere a bilancio per l’anno 1993 e i successivi non dovrebbe includere direttamente nessun ricavo dalle privatizzazioni. Nel contempo, dovremmo avviare un piano di riduzione del debito con gli incassi dalle privatizzazioni. Ciò implicherà più enfasi del Tesoro sulle implicazioni economiche complessive delle privatizzazioni e sull’obiettivo ultimo di ricostruire gli incentivi per il settore privato.

    SECONDO: privatizzazioni e mercati finanziari.
    La privatizzazione implica un cambiamento nella composizione della ricchezza finanziaria privata dal debito pubblico alle azioni.
    L’effetto di riduzione del debito pubblico può implicare una discesa dei tassi di interesse. Ma l’impatto sui mercati finanziari può essere molto più importante, quando vediamo che la quantità di ricchezza privata in forma di azioni è piccola in relazione alla ricchezza privata totale e che con le privatizzazioni può aumentare in modo significativo.

    In altre parole, i mercati finanziari italiani sono piccoli perché sono istituzionalmente piccoli, ma anche perché – forse in modo connesso – gli investitori italiani vogliono che siano piccoli. Le privatizzazioni porteranno molte nuove azioni in questi mercati. L’implicazione politica è che dovremmo vedere le privatizzazioni come un’opportunità per approvare leggi e generare cambiamenti istituzionali per potenziare l’efficienza e le dimensioni dei nostri mercati finanziari.

    TERZO: privatizzazioni e crescita.
    (In molti casi) vediamo le privatizzazioni come uno strumento per aumentare la crescita. Nella maggior parte dei casi la privatizzazione porterà a un aumento della produttività, con una gestione migliore o più indipendente, e a una struttura più competitiva del mercato.
    La privatizzazione quindi potrebbe parzialmente compensare i possibili – ma non certi – effetti di breve termine di contrazione fiscale necessaria per un bilancio più equilibrato. In alcuni casi, per trarre beneficio dai vantaggi di un aumento della concorrenza derivante dalla privatizzazione, potrebbe essere necessaria un’ampia deregolamentazione. Questo processo, se da una parte diminuisce le inefficienze e le rendite delle imprese pubbliche, dall’altra parte indebolisce la capacità del governo di perseguire alcuni obiettivi non di mercato, come la riduzione della disoccupazione e la promozione dello sviluppo regionale.

    Tuttavia, consideriamo questo processo – privatizzazione accompagnata da deregolamentazione – inevitabile perché innescato dall’aumento dell’integrazione europea. L’Italia può promuoverlo da sé, oppure essere obbligata dalla legislazione europea. Noi preferiamo la prima strada.

    Le implicazioni di policy sono che:
    a) un grande rilievo verrà dato all’analisi della struttura industriale che emergerà dopo le privatizzazioni, e soprattutto a capire se assicurino prezzi più bassi e una migliore qualità dei servizi prodotti;

    b) nei casi rilevanti la deregolamentazione dovrà accompagnare la decisione di privatizzare, e un’attenzione speciale sarà data ai requisiti delle norme comunitarie;






    L’editoriale del Fatto Quotidiano in versione cartacea sul discorso di Draghi del 1992 sul Britannia. Fonte: Antonello Martinez Gianfreda, via Facebook
    Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni

    Draghi sul Britannia: il discorso dell'inizio della fine dell'Italia - Elzeviro
    Ultima modifica di Eridano; 04-02-21 alle 15:15

  9. #19
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Chi avrà il coraggio di dire "no!" a Draghi?

  10. #20
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    Predefinito Re: ...come previsto arriva Mario Draghi

    Anche El papa contento per l'arrivo di Draghi!!

    Il Papa aveva "scelto" Draghi e spunta l'asse con il Quirinale
    Nell'estate del 2020, il Papa nomina Mario Draghi membro ordinario di una Pontificia Accademia. Mossa che si rivela importante anche per comprendere il sostegno dell'asse tra Quirinale e Vaticano

    Si dice spesso che la Chiesa ragiona in termini di millenni e non di secoli. La lungimiranza è una dote del Vaticano per pacifica ammissione. Papa Francesco, nel luglio del 2020, ha nominato Mario Draghi presso l'Accademia delle Scienze Sociali della Santa Sede.




    Erano tempi non sospetti, per quanto il nome dell'ex presidente della Bce venisse messo sul tavolo dei possibili leader istituzionali da parecchio. Bergoglio ha anticipato quello che sarebbe successo dopo circa sei mesi nello scenario politico italiano? Di sicuro, il Papa ha optato all'epoca per una mossa che prova quanto l'ex presidente della Banca centrale europea sia stimato tra le mura leonine. Anche il presidente della Repubblica, però, ha assecondato uno scenario che, fino a qualche ora fa, poteva solo essere ipotizzato. Ecco perché è lecito che si parli di un vero e proprio asse tra il Colle e la Santa Sede.

    I laici cui guarda Bergoglio
    Il pontefice argentino, come ogni Papa che si è succeduto sul soglio di Pietro, guarda anche ai laici di altro profilo tecnico-istituzionale. Bergoglio ha scelto l'economista Stefano Zamagni per la presidenza della Pontificia accademia delle scienze sociali. Il prefetto del Dicastero del Vaticano per la comunicazione è un altro laico: Stefano Ruffini. Se "The Economy of Francis" - la kermesse che Bergoglio avrebbe voluto tenere ad Assisi, ma che poi è stata rimandata a causa della pandemia -, si fosse svolta, avremmo avuto modo di conoscere meglio il laicato che il successore di Benedetto XVI tiene in forte considerazione: il professor Luigino Bruni, la dottoressa Francesca Di Maolo, che presiede l'istituto Serafico, l'economista Mauro Magatti e così via.

    Le similitudini tra la visione del Papa e quella di Draghi
    Nella stipulazione del suo "patto con i giovani" - quello soprattutto teso ad una diversa redistribuzione delle ricchezze in vista del futuro - , l'ex arcivescovo di Buenos Aires non può che guardare anche a soggetti che operano in prossimità o in comunione con la Chiesa cattolica, ma non in via diretta nel contesto ecclesiastico. Vale per il Belpaese come per tutte le nazioni del globo terrestre. Draghi potrebbe presto incontrare il Papa da premier. Nel corso dell'ultimo Meeting di Comunione e Liberazione, l'economista ha criticato le politiche dei sussidi, rimarcando la necessità di costruire in maniera prospettica, badando soprattutto ai giovani ed alle loro possibilità.

    Mario Draghi, in questo senso, rappresenta un interlocutore privilegiato per il Vaticano, per il Papa e per i cattolici. Lo stesso Draghi nel 2020 è divenuto membro ordinario di un'Accademia centrale per lo sviluppo delle tematiche care a questo pontificato. Chi, se non Bergoglio, ha posto accenti sui temi sociali? Un atteggiamento che non è condiviso troppo dalla cosiddetta destra ecclesiastica, ma su cui Francesco ha insistito e sembra intenzionato a voler insistere ancora. E poi c'è quel dato sulla formazione del presidente incaricato (che accettato con riserva), che in queste ore non è sfuggito a buona parte degli osservatori: l'uomo che il presidente della Repubblica ha individuato per uscire da questa crisi di governo è una "creatura", per così dire, dei gesuiti. Draghi si è infatti formato pure nell'istituto Massimiliano Massimo di Roma, che è gestito dalla Compagnia di Gesù. Un altro elemento che avvicina l'economista al Papa. E non è un caso, come riporta la Lapresse, che uno dei primi placet sia arrivato da padre Antonio Spadaro, che si è espresso su Twitter.

    Il commento di Draghi a Caritas in Veritate
    Non solo: nel luglio del 2009, l'ex presidente della Bce si era già distinto per la sintonia con il vescovo di Roma. Ai tempi, però, sul soglio era seduto Joseph Ratzinger. E Mario Draghi, commentando Caritas in Veritate, sosteneva le tesi del teologo tedesco, descrivendo come non potesse esistere un'economia slegata dall'etica: "La crisi attuale conferma la necessità di un rapporto fra etica ed economia, mostra la fragilità di un modello prono a eccessi che ne hanno determinato il fallimento". E ancora: "L'enciclica ritorna sul tema antico del rapporto fra etica ed economia, rimasto saldo da Aristotele - per il quale l'economia si collegava naturalmente allo studio dell'etica - ad Adam Smith, che riteneva indispensabile, per sprigionare le virtù del mercato, un "codice di moralità mercantile" basato sulla onestà, sulla fiducia e sulla empatia". Parole perfettamente sovrapponibili alle argomentazioni ratzingeriane.

    L'asse col Colle
    Draghi, insomma, entrerebbe a Palazzo Chigi con il pieno sostegno delle sacre stanze. Si è detto spesso anche per Giuseppe Conte, che tuttavia non poteva vantare di essere un membro ordinario di una Pontifica accademia per stretta volontà del pontefice regnante. L'asse, però, non è soltanto composta dalle sacre stanze e dalla visione di Draghi: c'è un altro attore decisivo in questa - così come spiegato da Tpi - . Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della serata di ieri, ha spiazzato più di qualcuno. Il nome di Draghi era sussurrato, ma non esistevano segnali tangibili che la scelta stesse per ricadere proprio sull'uomo che molti spettatori internazionali - e questo non sembra essere un mistero - avrebbero voluto a Palazzo Chigi. Il presidente Mattarella e papa Francesco parlano una lingua simile: non c'è poi molto da stupirsi per questa convergenza. Chi ci rimette politicamente, semmai, è Giuseppe Conte, che in molti davano blindato proprio grazie ai buoni rapporti con le istituzioni.

    Francesco Boezi

    https://www.ilgiornale.it/news/crona...a-1921447.html

 

 
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