In questi giorni ho scritto diversi post in favore del servizio pubblico e della sua espansione e molti utenti hanno capito ben poco delle mie idee, forse anche perché ho espresso diversi concetti ma in maniera molto frammentata (un po' qua e un po' là, in diversi post), quindi chiaramente se uno non si legge tutti i post non può capire di cosa sto parlando.
Una delle critiche che sono state fatte ripetutamente è che i monopoli statali sono sbagliati perché non c'è più scelta e non c'è più concorrenza, ma io non ho mai parlato di monopoli statali: non ho scritto da nessuna parte che lo stato deve controllare tutta l'economia.
Infatti creare un servizio pubblico non significa creare un monopolio statale: infatti, per esempio, il servizio scolastico pubblico c'è un po' in tutti i paesi, ma non è che aprire scuole private sia vietato. Il servizio sanitario pubblico c'è un po' in tutti i paesi, ma non è che aprire ospedali o studi medici privati sia vietato.
Quindi tutte quelle persone che si sono messe a parlare di Unione Sovietica, come se io avessi in mente quel modello, non hanno capito niente.
Ci sono poi altri utenti che invece dicono che i servizi pubblici non funzionano perché sono delle mangiatoie. Ho scritto tra un post e l'altro che sono d'accordo sul fatto che i servizi pubblici non devono essere mangiatoie e ho anche spiegato come fare a evitare che lo diventino.
Cerco quindi di riassumere il tutto con un solo post.
1) Prima di tutto bisogna creare una vera concorrenza tra servizi pubblici e servizi privati. Molti hanno giustamente osservato che i servizi pubblici diventano spesso inefficienti perché lo stato si prende a carico i debiti senza però pretendere il raggiungimento di determinati obbiettivi, quindi i servizi pubblici non hanno l'incentivo all'efficienza.
Infatti prima di tutto bisogna togliere i sussidi statali sia alle società pubbliche che a quelle private, in maniera tale che sia possibile fare un confronto onesto fra i prezzi.
Questo non significa che poi i cittadini dovranno pagarsi tutto di tasca loro: semplicemente lo stato darà i soldi ai cittadini e non alle società. Cioè, lo stato non deve sussidiare gli ottici se vuole fare in modo che acquistare occhiali sia più economico, ma deve dare se mai dei voucher ai cittadini per comprare gli occhiali ("ti dò 100 euro e poi mi porti la ricevuta per dimostrare che hai comprato occhiali e non droga").
2) Una volta creato un sistema concorrenziale, si fa la "legge del servizio pubblico", come spiegato qui: https://forum.termometropolitico.it/...a-qualita.html
La legge, riassumendo, dice che ogni servizio pubblico viene gestito da un manager e che il manager DEVE riuscire a fare in modo che il servizio pubblico risulti più economico rispetto ai servizi privati: la legge dice che se l'obbiettivo non viene raggiunto, il manager viene automaticamente rimosso e quindi sostituito con un altro manager.
Quindi non è vero che il manager avrà il posto statale garantito a vita: avrà il posto solo fintanto che gli obbiettivi verranno raggiunti. Va da sé che se il manager viene messo sotto pressione, egli metterà sotto pressione anche i vari impiegati del servizio pubblico ("effetto domino"): quindi la politica non deve occuparsi del singolo impiegato statale, ma deve solo mettere sotto pressione il manager.
Se il manager è costretto a raggiungere gli obbiettivi prefissati, allora cercherà di avere sotto di sé degli impiegati efficienti, che lavorano bene e tenderà a licenziare quelli che vanno al lavoro solo per scaldare le sedie.
3) Una volta riformato il servizio pubblico, si procede poi con la sua espansione. Si potranno creare servizi pubblici per ogni cosa importante: https://forum.termometropolitico.it/...-avanzato.html
Per esempio potremo avere il servizio pubblico "Supermercato Italiano": https://forum.termometropolitico.it/...i-statali.html
Perché conviene avere servizi pubblici? Molto semplice: perché essi possono fornire beni e servizi senza profitto, quindi possono potenzialmente essere molto più economici di quelli privati. Potenzialmente, un supermercato statale potrebbe magari vendere 3 kili di pasta a 30 centesimi.
Grazie ai servizi pubblici si può aumentare il potere d'acquisto dei cittadini e quindi rendere tutti quanti meno poveri, tranne ovviamente i ricchi imprenditori che saranno meno ricchi perché subiranno la concorrenza del servizio pubblico.
Naturalmente questo si può fare solo se prima di tutto si fanno le riforme esposte nel punto 1 e nel punto 2: creare una vera concorrenza tra servizi pubblici e privati è essenziale per misurare l'efficienza dei servizi pubblici e quindi per sapere se il manager sta facendo un buon lavoro oppure se deve essere licenziato.
Noi non vieteremo l'iniziativa privata: faremo semplicemente una concorrenza feroce e spietata alle aziende private. Più gli imprenditori piangeranno e più sapremo di star facendo un buon lavoro. Se vietassimo l'iniziativa privata come hanno fatto i comunisti non sentiremo gli imprenditori piangere e quindi non sapremmo se stiamo o meno facendo un buon lavoro, per questo io non mi definisco comunista.
Ci sono domande?