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  1. #11
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    Citazione Originariamente Scritto da Generale gothic Visualizza Messaggio
    Eh ma loro intanto incentivano i monopattini...
    fabbricati in Cina peraltro

    https://www.globalist.it/economy/202...a-2060364.html
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  2. #12
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    La Germania acquista 1000 autocarri militari IVECO, e la stessa e' svenduta ai cinesi!

    https://www.gazzetta.it/motori/la-mi...33178325.shtml
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
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  3. #13
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    https://www.repubblica.it/economia/2...nti-285851315/


    Melfi cassa integrazione per 7100 dipendenti.

  4. #14
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    Citazione Originariamente Scritto da paulhowe Visualizza Messaggio
    https://www.repubblica.it/economia/2...nti-285851315/


    Melfi cassa integrazione per 7100 dipendenti.
    I franzosi iniziano i tagli in quella definita come il gioiello delle fabbriche automobilistiche in europa!
    ed e' solo l'inizio

    Nazionalizzare gli stabilimenti italiani della ex FCA
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
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  5. #15
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....


  6. #16
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    la prossima settimana mi arriva la macchina nuova ed orgogliosamente non è FCA

    sono stato pure attaccato pesantemente per "non aver comprato italiano" dal custode del mio posto auto

    mi ha pure augurato di fare il botto perchè ho comprato la macchina straniera, sto stronzo
    in europa c'è chi paga e chi prende....


    http://www.europarl.europa.eu/news/i...i-stati-membri

  7. #17
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    I franzosi iniziano i tagli in quella definita come il gioiello delle fabbriche automobilistiche in europa!
    ed e' solo l'inizio

    Nazionalizzare gli stabilimenti italiani della ex FCA
    Sono impegnati a nazionalizzare Ilva e Alitalia.

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  8. #18
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    La pandemia frena la 500 elettrica, Stellantis convoca i sindacati. I timori sul diesel

    Per capire perché lo spartito sull’auto di questo governo (ma anche del precedente) è finora troppo timido conviene partire da una notizia passata sottotraccia. I vertici della Magneti Marelli — venduta poco tempo fa Fiat Chrysler ai giapponesi di Calsonic Kansei controllati dal fondo Usa Kkr — hanno deciso di spostare un’intera linea di produzione per il motore elettrico della Porsche dallo stabilimento di Bari ad un impianto in Germania. Vengono penalizzate le competenze e le maestranze del nostro Paese perché le decisioni pertengono a multinazionali che hanno la testa pensante altrove e da noi diventa un rincorrersi per chiedere misure di sostegno al reddito con gli ammortizzatori sociali.
    Imprese
    Exor, con il lusso di Ferrari e Louboutin vale 30 miliardi

    di Daniela Polizzi

    Uno schema che potrebbe replicarsi per la Iveco, di proprietà di Cnh Industrial (il cui azionista di controllo è Exor, la holding degli Agnelli-Elkann-Nasi), che è nel mirino dei cinesi di Faw assieme ad una partecipazione della divisione powertrain di FPT industrial che assemblea motori e generatori anche per conto terzi. Sarebbe l’ennesimo marchio italiano che finisce all’estero e per questo l’operazione è finita sotto la lente del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha paventato l’ipotesi di applicare il golden power sull’operazione bloccando la trattativa se dovesse essere accertato che si tratta di un’azienda strategica per l’Italia. Sarebbe però necessario che invece di ragionare su uno strumento di tipo ostativo si pensasse anche ad una politica industriale sulla mobilità sostenibile in ossequio al re-branding che ha appena fatto il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini. Magari coinvolgendo Cassa Depositi che deve impiegare i 40 miliardi del Patrimonio Rilancio su aziende del Paese a cui però manca ancora un decreto attuativo del ministero del Tesoro.

    lo scenario
    La svolta elettrica, le fabbriche italiane, il destino cinese: tutto quello che c’è da sapere su Stellantis

    di Fabio Savelli

    Fonti torinesi raccontano ad esempio che a Mirafiori non tutto sta andando per il verso giusto sulla 500 elettrica. I volumi di vendita non sarebbero in linea con le attese. Verrebbero prodotte attualmente 210 vetture al giorno, lontane dall’obiettivo delle 300 quotidiane e dalle 70mila all’anno, target fatto filtrare dall’ex numero uno Emea di Fca Pietro Gorlier. Se i volumi battono in ritirata anche per le misure di distanziamento (che incide pesantemente sulla rete distributiva dei concessionari che devono ancora smaltire lo stock di invenduto del 2020) forse dovremmo interrogarci anche su ciò che ha in mente Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, che ha appena deciso di convocare i sindacati italiani il prossimo 15 aprile, per un’anticipazione sulle linee guida del prossimo piano industriale del gruppo che dovrebbe essere pronto ad inizio 2022.
    Il ceo Tavares
    Stellantis, soci premiati con 1 miliardo. Tavares: «Puntiamo sulla Cina e sull’elettrico»

    di Fabio Savelli

    Sulla Magneti Marelli si era cercato di convogliare l’interesse di soci privati attorno ad una cordata guidata dalla Brembo di Alberto Bombassei ma poi non se ne fece nulla. Stavolta si parla della necessità di un consolidamento tra gli operatori della componentistica tricolore attorno alla Adler per non rischiare la sparizione rispetto al peso specifico maggiore che avrà la società francese Faurecia, tra i leader mondiali di settore, i cui dividendi della futura gestione verranno distribuiti anche ai soci ex Fca, quindi anche gli Agnelli. Su Iveco qualcuno tratteggia la necessità di ragionare in un’operazione di consolidamento che riguardi anche Industria Italiana Autobus nel cui capitale ci sono Invitalia, il braccio finanziario del ministero dello Sviluppo e dotazione di risorse del Tesoro, e Leonardo, controllata dallo stesso ministero dell’Economia.

    Occorrerebbe poi che qualcuno nell’esecutivo svelasse le condizionalità legate a quel prestito da 6,3 miliardi alla controllata Fca Italy erogato l’anno scorso da Intesa Sanpaolo con l’ombrello statale della garanzia di Sace all’80% dell’importo. Ci sarebbero i vincoli occupazionali sugli impianti italiani che però devono passare sotto l’analisi costi-benefici di Tavares che ha scelto una prima linea di manager maggiormente riconducibile agli ex Psa. L’ex viceministro del Tesoro Antonio Misiani aveva paventato la necessità di un ingresso nel capitale di Stellantis da parte della nostra Cassa Depositi. Ma è sembrata una dichiarazione estemporanea senza alcun punto di caduta.

    Spiega Michele De Palma, responsabile auto di Fiom Cgil, che «Stellantis sta già operando unilateralmente una riduzione dei costi che sta determinando cambiamenti sulla condizione di lavoro ed effetti sui lavoratori dei servizi. Ma il problema principale è l’aumento delle giornate di cassa integrazione, non solo per l’andamento sul mercato dell’auto in Europa, ma anche per l’assenza di modelli ad alimentazione ecosostenibile frutto della mancanza di investimenti del piano in corso». In filigrana il ragionamento si lega alla crisi dei motori diesel che investe inevitabilmente gli impianti di Pratola Serra e Cento.

    L’elettrificazione determinerà ulteriori impatti negli stabilimenti dove si producono cambi e propulsioni. Pratola serra è in crisi da diversi anni che si è tamponata attraverso la produzione di mascherine. L’arrivo del nuovo motore per il Ducato (perso da CNH nello stabilimento di Foggia) però non saturerà lo stabilimento e comunque il processo di elettrificazione è partito anche per i veicoli commerciali leggeri. L’altro stabilimento che produce esclusivamente tecnologia diesel, motori di grossa cilindrata per il mercato americano (RAM), motori industriali e marini è la VM di Cento. Sulla spinta del cambiamento tecnologico Volkswagen ha annunciato un taglio di 5000 lavoratori (pre pensionamenti o pensionamenti “part-time” utilizzando il meccanismo previsto dalla contrattazione ma bloccando la “staffetta generazionale”) per recuperare risorse da investire nell’elettrificazione. De Palma si chiede quale sarà la missione produttiva di questi stabilimenti. Non risulta neanche aperto un tavolo al ministero dello Sviluppo che coinvolga inevitabilmente anche i Trasporti e il nuovo Mite per la transizione energetica affidato a Roberto Cingolani. I confederali chiedono da tempo che si apra un confronto vero sull’auto e sulla mobilità sostenibile. Per ora il vuoto.

    Sulla capacità installata e la relativa produttività degli impianti italiani ex Fca siamo al 46% delle potenzialità rispetto al 73% dei francesi. Per la mancanza di modelli da lanciare sul mercato nonostante gli impianti Fca abbiano usufruito negli ultimi anni di importanti investimenti, fino a 5 miliardi, del piano Italia. L’Alfa Romeo ha fatto registrare un crollo a febbraio 2021 sull’anno precedente del 45% di nuove immatricolazioni portando Cassino al minimo storico della capacità produttiva. Gli impianti quindi dovrebbero essere sfruttati meglio ma dipenderà dalle scelte di Tavares. Ma è chiaro che siamo davanti al rischio di una pesante ristrutturazione su tutta la catena del valore della componentistica. In cui l’Italia non ha nemmeno pensato ad una strategia come ha fatto la Francia con Macron che ha messo a terra un vasto programma di insourcing di assemblaggio e manutenzione chiedendo di saturare gli impianti nazionali.

    E poi c’è un tema di ricerca e sviluppo. Dalle prossime mosse di Stellantis si capirà se Tavares intende puntare su Mirafiori e Modena. Lo si capirà se assumerà giovani nella ricerca e sviluppo per futuro dell’automotive in Italia. Per il momento sembra timidissima anche la costruzione di una filiera delle batterie nel nostro Paese. Dovremmo realizzare almeno una o più gigafactory in Italia per produrle ma il progetto appena annunciato da Italvolt sembra ancora avvolto nella nebbia perché non risultano commesse e contratti con Stelllantis. Né si è capito il futuro del gioiellino della robotica Fca Comau, Dovrebbe andare a spin-off per una relativa quotazione in Borsa. Ma l’incertezza regna sovrana.
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  9. #19
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    Una ex grande realta' italiana con un fatturato di 10 miliardi ( 0,6% PIL nazionale)
    con siti produttivi in Spagna e Francia e Germania.
    In Italia ? chiuderanno?

    https://it.wikipedia.org/wiki/Iveco
    Confrontare il fatturato col pil e' scorretto, e' come confrontare i profitti di un'impresa col giro d'affari di un'altra.

    Bisognerebbe chiedersi perche' le aziende se ne vanno... forse che siano gli assurdi poteri sindacali (e il peculiare diritto del lavoro italiano), e lo statalismo imperante (con annessa pressione fiscale da rapina) ?

  10. #20
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    Predefinito Re: Dopo FCA anche IVECO lascia l'Italia: addio industria italiana.....

    Iveco Gtf-8x8, l’esercito tedesco acquista il camion-panzer italiano

    http://https://www.gazzetta.it/motor...33178325.shtml



    datela ai cinesi dai!!!!!!!
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