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  1. #11
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    Predefinito Re: Presepio nella storia e nell'arte

    Li chiamiamo “zampognari” perché di solito vanno in due per le strade della città nel periodo natalizio, ma soltanto uno dei due suona la zampogna, l’altro suona la “ciaramella”, strumento musicale della famiglia degli oboi, popolarmente denominato “piffero”.



    Il nome “ciaramella” deriva dalla parola tardo latina “calamĕllus”, che è il diminutivo di “calămus” (= canna).
    Giovanni Pascoli dedicò a questo strumento musicale la bella poesia titolata


    “Le ciaramelle”

    “Udii tra il sonno le ciaramelle,
    ho udito un suono di ninne nanne.
    Ci sono in cielo tutte le stelle,
    ci sono i lumi nelle capanne.

    Sono venute dai monti oscuri
    le ciaramelle senza dir niente;
    hanno destata ne' suoi tuguri
    tutta la buona povera gente.

    Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
    accende il lume sotto la trave;
    sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
    di cauti passi, di voce grave.

    Le pie lucerne brillano intorno,
    là nella casa, qua su la siepe:
    sembra la terra, prima di giorno,
    un piccoletto grande presepe.

    Nel cielo azzurro tutte le stelle
    paion restare come in attesa;
    ed ecco alzare le ciaramelle
    il loro dolce suono di chiesa;

    suono di chiesa, suono di chiostro,
    suono di casa, suono di culla,
    suono di mamma, suono del nostro
    dolce e passato pianger di nulla.

    O ciaramelle degli anni primi,
    d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
    or che le stelle son là sublimi,
    conscie del nostro breve mistero;

    che non ancora si pensa al pane,
    che non ancora s'accende il fuoco;
    prima del grido delle campane
    fateci dunque piangere un poco.

    Non più di nulla, sì di qualcosa,
    di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
    quel pianto grande che poi riposa,
    quel gran dolore che poi non duole;

    sopra le nuove pene sue vere
    vuol quei singulti senza ragione:
    sul suo martòro, sul suo piacere,
    vuol quelle antiche lagrime buone!”


    In questa poesia Pascoli ricorda la sua infanzia, quegli "anni primi" e il suono delle ciaramelle che evocavano l’imminente festività natalizia, il presepe.

  2. #12
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    Predefinito Re: Presepio nella storia e nell'arte

    fra poco arriva il mio presepe...

  3. #13
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    Predefinito Re: Presepio nella storia e nell'arte

    Con la poesia del Pascoli avrei voluto concludere il mio intervento in questo topic, anche se ci sono altre cose da dire sulla natività.
    Un gentile forumista mi ha scritto in privato per invitarmi a dire anche qualcosa sull'albero di Natale. Ma è off topic, perciò da cancellare se considerato inopportuno.

    Adesso racconto quel che so dell'albero di Natale...: l'abete, conifera dal portamento maestoso, ha le "foglie" chiamate aghi che sono persistenti nel tempo, perciò quest'albero fu collegato nell'antichità al ciclo annuale della Natura e al solstizio d'inverno, festeggiato come giorno della rinascita del Sole.

    L'uso dell'albero natalizio ebbe inizio nel nord Europa.

    La primogenitura dell’albero di Natale la pretende la città di Riga, capitale della Lettonia.

    Nel centro storico c’è la piazza “Ratslaukums”, sulla quale si affaccia anche il municipio. Nel selciato è stata affissa una lastra disegnata che simboleggia i rami d’abete e nel contempo indica in 8 lingue diverse il punto dove nel 1510, nel periodo natalizio, fu collocato il primo “albero di Natale”: un abete addobbato, si dice, con carta colorata e mele, poi bruciato come auspicio di prosperità per l’anno successivo.





    (sui bordi della petrosa lastra ottagonale c’è incisa in otto lingue la scritta: "Il primo albero di Natale, a Riga nel 1510".)


    Ma il preteso primato della capitale lettone è contestato dagli estoni, che credono di essere stati loro nel 1441 ad allestire e addobbare il primo abete a Tallinn, capitale dell’Estonia, in occasione del mercatino dell’Avvento nella loro città, nella piazza del municipio. Lo sostiene lo storico estone Jiri Kūskemā.


    Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase nel nord e centro Europa. I cattolici la consideravano un uso protestante e solo nello scorso secolo questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. Da alcuni anni viene allestito pure in Vaticano, in piazza San Pietro, insieme al presepe.

    Nel 19/esimo secolo la tradizione dell’albero di Natale fu introdotto negli Stati Uniti d’America da immigrati tedeschi.

    E dagli Stati Uniti la moda dell’albero di Natale giunse in Italia dopo la seconda guerra mondiale, anche attraverso il cinema, con commoventi film. Questa usanza cominciò a diventare fenomeno di massa verso la fine degli anni ’50 dello scorso secolo, in coincidenza con l’inizio in Italia delle trasmissioni televisive, nel 1954.

    L’abete e non il pino è il vero albero di Natale. Nell’abete gli aghi sono attaccati a mazzetti, invece nel pino gli aghi sono singoli.
    L’abete (vero o di plastica) viene addobbato con sfere colorate, luci, festoni, filamenti color oro e argento che simboleggiano i capelli delle fate secondo leggende nordiche.

    Spesso vicino l’albero vengono posate sul pavimento le confezioni natalizie con i regali da offrire ai familiari nel giorno di Natale.

    Fra i numerosi canti natalizi alcuni sono diventati famosi, come l’italiano “Tu scendi dalle stelle”, , il tedesco “O tannenbaum”, l’austriaco “Stille nacht” (in italiano “Astro del ciel”) gli americani “Jingle bells” e “White Christmas”. E’ invece di origine irlandese il testo e la melodia del canto“Adeste fideles”.

  4. #14
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    Predefinito Re: Presepio nella storia e nell'arte


    albero di Natale vicino al presepe in piazza San Pietro (Vaticano)

    L’albero di Natale evoca l’albero cosmico, considerato l’asse che unisce l’Ade, la terra e il cielo.

    Per la sua estensione sia verso il basso sia verso l’alto, numerose antiche popolazioni nella loro cosmologia concepirono l’esistenza di un “albero sacro” come asse del mondo, l’axis mundi che unisce il mondo degli dei a quello terrestre, perciò divinità esso stesso.

    Nella mitologia nordica l’albero cosmico è denominato Yggdrasill; in area celtica era simboleggiato dal frassino o dalla quercia. Nel Medioevo fu successivamente collegato dai credenti cristiani all’ abete-albero di Natale.

    Nell’Antico Testamento si narra dell’Eden, ambiente sacro dove sono presenti l’albero della vita e l’albero conoscenza del bene e del male.

    L’albero della Vita simbolicamente è considerato entità cosmica interconnessa secondo una linea verticale di collegamento tra il sacro e il profano.



    Il pittore danese Viggo Johansen (1851 – 1935) nel 1891 dipinse “Silent Night”.

    “È Natale a casa della famiglia Johansen, che balla e canta intorno all'albero di Natale nel soggiorno. La moglie dell'artista Martha è in primo piano tra le sue figlie Ellen e la piccola Nanna, e nel cerchio chiuso vediamo anche la sua amica d'infanzia Helene Christensen di Skagen. Con chi si tiene per mano il figlio maggiore Fritz rimane un mistero, e sebbene Johansen fosse impegnato davanti al cavalletto, l'allegro commento fu che era Viggo stesso a stare dietro l'albero. Nell'angolo vediamo la zia di Martha, che osserva da lontano il piacere in attesa del gregge di bambini nel soggiorno di Amaliegade a Copenhagen”.

  5. #15
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    Predefinito Re: Presepio nella storia e nell'arte


 

 
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