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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    I popoli d'Europa mi stanno bene, il popolo d'Europa proprio non mi va giù.
    Esatto.

    L'Europa si salva solo se si sbarazza del centralismo della UE e dei vari stati nazionali di ottocentesca memoria e si da vita ad una Europa confederale delle Patrie etniche

  2. #12
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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    I popoli d'Europa mi stanno bene, il popolo d'Europa proprio non mi va giù.
    Concordo ma non escluderei che si vada a finire lì.
    Hitler or Hell.

  3. #13
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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch

    Citazione Originariamente Scritto da Sparviero Visualizza Messaggio
    Concordo ma non escluderei che si vada a finire lì.
    Sarebbe un "popolo" artificiale senza radici e identità.

  4. #14
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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch


  5. #15
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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch


  6. #16
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  7. #17
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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch

    Mathilde Ludendorff. La lancia che non si spezza


    Mathilde Ludendorff ritratta nel 1941 da W. Willrich - Mathilde ed Erich Ludendorff

    Mathilde Friederike Karoline Spieß nacque il 4 ottobre 1877 a Wiesbaden figlia del pastore protestante Bernhard Spieß. Già nell’infanzia e nella scuola primaria Mathilde è una ragazza intelligente, precoce e fortemente polemica contro le discriminazioni attuate verso il sesso femminile. Alle sue obiezioni e critiche gli insegnanti rispondono, evitando di entrare nel merito, che il suo comportamento non s’addice ad una signorina per bene. Le modeste condizioni economiche della famiglia non impediscono a Mathilde ed alla sorella di proseguire gli studi. Si orienta verso un corso rapido, di quelli che esistevano al tempo, per diventare insegnante al termine del quale è assunta in un pensionato per ragazze. Il lavoro non è soddisfacente ma accetta di rimanere per guadagnarsi il necessario per sostenere l’esame di maturità nella scuola superiore ed iscriversi alla facoltà di medicina. Nel 1904 sposa il docente di Zoologia ed Anatomia Gustav Adolf von Kemnitz, che viveva nella casa dei genitori di Mathilde come figlio adottivo, a cui darà tre figli. Si trasferisce col marito a Berlino ed interrompe gli studi universitari che riprenderà a Monaco nel 1910. Si laurea nel 1913 con una tesi sulle differenze sessuali come fattore specifico nelle facoltà spirituali dell’uomo e della donna. Dopo un periodo di tirocinio come assistente medico a Garmisch-Partenkirchen nel 1915 lascia la località montana bavarese con la qualifica di medico neurologo. Dal 1916, anno in cui si rompe il suo matrimonio a causa di una relazione adulterina del marito, che morirà nel 1917 in un incidente di montagna, Mathilde inizia lo studio della filosofia e sviluppa una visione del mondo ispirata alle concezioni religiose völkisch. Nel 1917 fonda e dirige una casa di cura privata con cui sostenta la famiglia. Nel 1918 si impegna politicamente nella lotta contro il governo comunista della Repubblica dei Consigli bavarese e comincia a pubblicare diversi libri dedicati alla questione femminile ("Das Weib und seine Bestimmung", "Der Minne Genesung", "Des Weibes Kulturtat"). Nel 1920 lavora per un “Concilio delle Donne” vicino Monaco che doveva essere la premessa alla fondazione della “Lega Nazionale delle Donne”. Le sue idee sulla questione femminile analizzano soprattutto le questioni psicologiche dei sessi, promuovono una nuova cultura dell’amore in opposizione a quella cristiana e sostengono i diritti delle donne nella vita pubblica. Alla questione femminile fornisce anche una spiegazione storica: l’uomo e la donna sono di pari valore ma di diversa forma: “Il soggiogamento della donna è da comprendere come la facile e violenta soluzione di una tensione dell’animo dell’uomo, la sua volontà d’affermazione in opposizione alla indipendenza sessuale della donna. La sottomissione della donna fu massima perciò tra quei popoli guerrieri e con una forte e sregolata sensualità come gli asiatici e gli ebrei il cui obiettivo di dominio mondiale deve essere perseguito dalla fedeltà degli uomini al comandamento religioso. L’auto dominio, che tra i Germani era presente anche nella vita istintuale, li proteggeva dal dominio femminile e lasciava un grande valore alla donna e l’equiparazione della vita sessuale. Tra noi fu per primo il Cristianesimo che ebbe bisogno della degradazione, dell’interdizione della donna e delle sue conseguenze: spaccatura della vita culturale, abuso maschile della funzione guerriera e corruzione dei costumi.” Nel 1919 si sposa in seconde nozze con il maggiore Edmund Georg Kleine da cui si separerà due anni più tardi. Nel 1923 attraverso la conoscenza di Gottfried Feder (1883 – 1941 ingegnere, economista e principale ideologo dei primi tempi del partito nazionalsocialista) viene in contatto con il Generale Erich Ludendorff, eroe della prima Guerra mondiale, vincitore dei russi nella battaglia di Tannenberg, esponente nazionalista e reduce dal fallito putsch di Monaco insieme ad Adolf Hitler. Ludendorff le affida in cura la moglie morfinomane da cui si separa nel 1925 per sposarsi con Mathilde nel 1926 a Tutzing in alta Baviera. Il matrimonio con l’eroe della prima guerra mondiale accresce la fama di Mathilde ma l’unione con il generale è anche il sodalizio intellettuale di due persone con la medesima visione del mondo per cercare di realizzare una missione storica: salvare la nazione tedesca. Mathilde nei suoi studi scientifici sulle religioni di prima della guerra aveva cercato di spiegare le varie fedi religiose attraverso l’esegesi dei diversi testi sacri che lei considerava anche come documenti storici che riflettevano la cultura e lo sviluppo di un aggregato sociale. Mathilde integrò i fondamenti del suo sistema filosofico con l’opera di Kant, Schopenhauer, di Nietzsche (soprattutto il libro “Genealogia della Morale”) e con la visione religiosa originaria germanica. Chiamò la sua filosofia religiosa “Deutsche Gotterkenntnis” (conoscenza di Dio tedesca) e sostenne l’indispensabile ritorno ai valori ed alla morale germanica pre-cristiana. Per perseguire gli scopi che si erano prefissi Erich e Mathilde Ludendorff fondano nel 1925 il Tannenbergbund, e, nel 1930, l’associazione religiosa “Deutschvolk” che presto riescono ad avere oltre 24.000 aderenti (K. Weissmann Druiden, Goden. Weise Frauen Herder Verlag, 1991, pag. 53). La Haus Ludendorff a Tutzing diviene la base centrale del movimento e della stampa collegata: il mensile “Am heiligen Quell deutscher Kraft” (Alla sacra fonte della forza tedesca che vende oltre 45.000 copie), il settimanale “Ludendorffs Volkswarte” (l’osservatorio del popolo di Ludendorff) e l’inserto “Vor’m Volksgericht” (davanti al tribunale del popolo) redatti dal generale, dalla moglie e illustrati dalle caustiche penne di Hans Günther Strick ed Hermann Rehwaldt (per una selezione delle caricature vedi “Mit spitzer Feder und grimmigen Humor” curato da Franz von Bebenburg, Verlag Hohe Warte, 1983). Molti di questi giornali e riviste saranno sottoposti a censura prima e durante il regime nazionalsocialista per i contenuti di forte polemica contro il cristianesimo protestante e cattolico. La critica nei suoi confronti ma anche quella contro le altre "geheimen überstaatlichen Mächten" (potenze segrete sovrastatali) era rigorosamente radicale. Queste forze erano identificate nel Cristianesimo politico, con il suo braccio cattolico (gerarchie vaticane e Gesuiti) e quello delle chiese protestanti, nella Plutocrazia del grande capitalismo internazionale, nel Giudaismo, nella Massoneria e nel Bolscevismo. Mathilde sosteneva nei suoi innumerevoli ed approfonditi studi che ciascun popolo avesse sue caratteristiche specifiche di comportamento e di religiosità e riteneva, come molti suoi contemporanei, che il Giudaismo fosse fondamentalmente ostile non solo al popolo tedesco ma a tutti gli altri popoli radicati. Era l’invisibile burattinaio che insieme alle altre grandi mafie internazionali manovrava la politica e l’economia internazionale. Il tutto era finalizzato a ridurre i popoli radicati e fieri delle proprie specifiche identità a delle masse amorfe, facilmente condizionabili e dominabili. A quel tempo idee simili erano sostenute anche da Moeller van der Bruck e Edgar Jung (analisi del pensiero di questi autori in Stefan Breuer La Rivoluzione conservatrice Donzelli Editore, Roma, 1995) che ritenevano che i gruppi etnici e le razze avessero una coscienza che ereditavano dai loro antenati nei loro fondamenti religiosi e di credenze spirituali. Carl Jung (1875 – 1961) sosteneva che l’inconscio conteneva molto di più che il rimosso personale: vi era contenuto un profondo substrato sociale connesso a quello che Franklin L. Baurner definiva “oltre il mero individuale”. L’inconscio collettivo di Jung emergeva nelle visioni religiose, nei simboli e nei miti dell’umanità. Nel “L’anima dell’uomo” Mathilde scrisse: “Tutti i passi fatti dagli esseri umani per aumentare il loro grado di coscienza sono stati ottenuti con l’illuminazione verso il sacro di un individuo solo in mezzo ad un’ecatombe d’altri esseri viventi. Secondo le stesse leggi naturali, la prima esperienza di Dio non è nata in tutti i precedenti esseri ma solo nel soggetto delle specie più cosciente del divino. Nello steso modo, per tutto il tempo da cui esiste l’umanità, tutti gli altri passi dalla creazione fino ai nostri giorni sono fissati nel subcosciente dell’eredità razziale. La stessa cosa può essere detta per la prima esperienza di Dio attraverso le generazioni, con tutte le conseguenze sul “carattere ereditario”, l’eredità razziale di un gruppo etnico ed il carattere razziale di una nazione.” Secondo la sua visione, il popolo eredita la sua spiritualità così per riacquisire fiducia, forza spirituale e grandezza materiale è indispensabile per la Germania e per l’Europa espellere tutte le influenze aliene come il Cristianesimo, il Giudaismo ed i principi dell’Illuminismo francese. Attraverso la sua opera filosofica Mathilde cerca di dimostrare, in accordo con le idee del marito, che solo la stretta aderenza d’unità razziale e concezione del divino possono portare alla liberazione tedesca. Questa particolare enfasi sul dovere del rinnovamento spirituale del popolo tedesco e la profondità e vastità degli elaborati teorici e filosofici mettono i Ludendorff in una posizione particolare rispetto agli altri gruppi völkisch della rivoluzione conservatrice. Il livello teorico, i riferimenti intellettuali e la qualità culturale, oltre alla fama del Generale ed un proprio circuito di librerie, permettono una gran diffusione ai libri di Mathilde. La polemica con i nazionalsocialisti verso la prima metà degli anni trenta si fa pesante. Mathilde è una delle poche donne che non ha paura di tener testa a Hitler e di manifestare apertamente la propria ostilità al regime nazionalsocialista che accusa di aver tradito gli ideali del movimento völkisch trescando con l’alta finanza e le gerarchie vaticane. Tra il 1932 ed il 1937 molti giornali del movimento Ludendorff sono sequestrati e sottoposti a censura. Il 22 settembre del 1933 vengono messi fuori legge il Tannenbergbund e i Deutschvolk. Solo il 12 marzo 1937, dopo un colloquio tra Erich Ludendorff e Adolf Hitler, si raggiunge una tregua. Il 5 aprile 1937 in un articolo su “Am heiligen Quell deutscher Kraft” il Generale annuncia che è stata garantita la libertà per il membri del“Deutsche Gotterkenntnis” che da ora si dovrà chiamare solo Bund für Deutsche Gotterkenntnis. L’8 maggio 1937 il Deutsche Gotterkenntnis ottine lo status ufficiale di religione e diventa la terza confessione in Germania al livello di cattolicesimo e protestantesimo. Il 20 dicembre 1937 il Generale Erich Ludendorff muore e Mathilde pretende che nei funerali di stato sia esposta solo la bandiera prussiana. Da questo momento Mathilde prende le redini del movimento che dirigerà fino alla sua scomparsa. Continua il suo lavoro filosofico d’elaborazione ed approfondimento analizzando il nuovo rapporto che l’uomo può e deve creare con il sacro. E’ un tema a cui Mathilde ha dedicato innumerevoli studi sia per smascherare le presunte verità rivelate del Cristianesimo sia per cercare di far comprendere la nuova e decisiva posizione in cui si trova il genere umano dopo il nichilismo. Hans Kopp spiegherà così la visione religiosa di Mathilde: “Così dobbiamo intendere la sua opera. Né il sacrificio agli Dei, né il sacrificio di un Dio possono sopravvivere come residuo credibile in un mondo senza Dei e che volge le spalle a questo Dio della felicità che viene da Gerusalemme ed al suo Figlio. E' vero che ci sono sempre stati alcuni che hanno compiuto il salto verso un nuovo livello di consapevolezza religiosa, ma dopo tutte le esperienze in questo campo pochi, che sono solo l'espressione di un desiderio generale, conducono dietro di sé gli altri. L'uomo è ormai collocato sulle fondamenta del proprio io: egli solamente possiede la risposta da dare al destino. Né la preghiera verso al cielo, né l'ascetica rinuncia richiamano quaggiù un Dio. Solamente attraverso l'auto-liberazione dai lacci della schiavitù della propria volontaria sottomissione, l'uomo può elevarsi alla libertà dell'auto-responsabilizzazione. La fusione tra l’uomo e Dio, che nelle antiche religioni si voleva raggiungere tramite l'aiuto di tutte le possibili rappresentazioni magiche e idee immaginarie, sarà raggiunta solo attraverso l’io, che nella sua spontanea esperienza del divino, compie se stesso e la creazione.” La Germania perde la guerra ed il popolo tedesco vive la sua catastrofe morale e materiale. La volontà di vendetta dei vincitori si abbatte anche contro Mathilde. I suoi libri sono inseriti nelle liste di proscrizione e proibiti (pubblicate dalla Uwe Berg Verlag Tangendorfer Str. D 21442 Toppenstedt, la lista completa al sito VHO - Liste der auszusondernden Literatur: Inhalt und Bücher A). Il procedimento di denazificazione oltre al lavaggio del carattere e alla messa fuorilegge e distruzione di decine di migliaia di libri richiede anche continue e vergognose abiure. Nella Germania distrutta e umiliata quasi tutti sono pronti a piegarsi e prostituirsi ai vincitori. Mathilde è di un’altra tempra. Il suo cognome da nubile, Spieß, significa lancia ed è una lancia che non si spezza. Il pittore Wolfgang Willrich, vecchio membro del Tannenbergbund ed amico di lunga data di Mathilde (vedi http://www.thule-italia.com/arte/Willrich/willrich.html), esegue due suoi ritratti (in vendita al sito www.hohewarte.de) nel 1941 e nel 1947: caratteristica comune dei dipinti è la fierezza che traspare dallo sguardo. La stessa fierezza che Mathilde manifesta il 23 novembre 1949, quando contro di lei viene aperto un procedimento per motivi ideologici: non rinnega nulla di quanto ha scritto o sostenuto. In una dichiarazione difensiva di 80 pagine riafferma che ogni popolo ha una “völkische Identität” e delle caratteristiche particolari, afferma di non essere antisemita ma di ritenere che in generale gli ebrei siano animati da sentimenti antitedeschi. Non esprime le richieste abiure e condanne per i “crimini dei vinti” ma sostiene che anche tra i Nazionalsocialisti siano state attive quelle "geheimen überstaatlichen Mächten" che si battono contro lo spirito del Deutschtum e contro tutti i popoli radicati. Il 5 gennaio 1950 la commisssione la classifica Hauptschuldig (colpevole principale) anche se un successivo procedimento dell’8 gennaio 1951 abbassa il giudizio a Belastete (corresponsabile). Nello stesso anno viene rifondato anche giuridicamente il Bund für Deutsche Gotterkenntnis che prende ufficialmente il nome di Bund für Gotterkenntnis e riesce ad aggregare oltre 10.000 sostenitori (saranno 12.000 nel 1995 secondo l’ufficio di protezione della Costituzione). Mathilde resta fedele ai suoi principi e continua le sue attività filosofiche ed editoriali: nasce la casa editrice Hohe Warte, diretta dal genero Franz Freiherr Karg von Bebenburg, che ristampa i suoi libri in molteplici edizioni, quelli del Generale Erich Ludendorff e di altri importanti intellettuali völkisch tra cui Hans Friedrich Karl Günther. Nel 1955 fonda a Tutzing una “Schule der Gotterkenntnis”. Dopo una vergognosa campagna di stampa diffamatoria, in cui si distingue Der Spiegel, nel 1961 il Bund für Gotterkenntnis viene ritenuto “nemico della Costituzione” e proibito. Il bando verrà annullato nel 1977 per errori procedurali. Il 24 giugno del 1966 Mathilde Ludendorff muore a Tutzing. Per quanti volessero onorare la memoria di Mathilde ed Erich Ludendorff e degli affiliati al Bund für Gotterkenntnis esiste, nonostante i continui e ripetuti tentativi di chiusura, dal 1932 un cimitero pagano nato per iniziativa di due membri del Bund. Il sito si chiama Ahnenstätte (luogo sacro degli antenati) Hilligenloh ed è situato presso la citta di Hude nell’area di Oldenburg in Bassa Sassonia. La casa editrice Hohe Warte, che stampa anche l’interessante quindicinale Mensch und Maß giunto al 45° anno di vita, ha pubblicato un saggio di Gunther Duda (scaricabile gratuitamente in formato pdf http://www.hohewarte.de/Neuersch/Neu-Ketzer.html) che documenta la storia dell’intolleranza e delle calunnie contro il cimitero pagano Ahnenstätte Hilligenloh. La chiusura del cimitero è richiesta proprio da personaggi che rappresentano le solite e sempre attive "geheimen überstaatlichen Mächten".

  8. #18
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    Predefinito Re: FORTEZZA EUROPA. Analisi, idee e storia per una Europa völkisch

    L’Idea etnonazionalista völkisch, valicando l’odierno sistema partitocratico-tecnocratico-plutocratico, si concretizza nella volontà e nella necessità di agire al fine di compenetrare profondamente con il dato etnico e razziale la filosofia della politica; in altre parole, è necessario etnicizzare la realtà politica e ripristinarla in senso völkisch. Solo allora si avrà una politica realmente posta al servizio del Volk. I presupposti fondamentali dell’Idea etnonazionalista völkisch sono ravvisabili, quasi identificabili, nei valori e nei principi basilari propri dell’Idea völkisch. È nell’ideale etnonazionalista che l’Idea völkisch si riconosce, ritrovando se stessa, perpetuandosi, rinnovandosi ed attualizzandosi. Ritornata ad essere l’espressione più autentica della Comunanza del Sangue, dello Spirito e del Destino del Volk, l’Idea völkisch conforma e potenzia la nostra Weltanschauung mediante l’apporto di valori tradizionali, antichi, finanche immutabili ed eterni, perennemente connessi all’agire delle ancestrali e trascendentali forze del Sangue e della Stirpe. V’è, pertanto, un indiscutibile, evidente ed ininterrotto legame di continuità ideale, dal carattere metapolitico e metastorico, che unisce la nostra filosofia etnonazionalista völkisch all’idealità ed al pensiero del Movimento völkisch, sorto nella Mitteleuropea ed in Germania tra il finire del XIX secolo ed i primi decenni del XX secolo. L’etnonazionalismo völkisch, riprendendo e fortificando tutti gli elementi strutturali dell’Idea völkisch, si è obiettivamente palesato come la sola Idea-forza in grado di attuare, con la necessaria fermezza e radicalità, la salvezza animico-razziale dei Popoli Europei, in altre parole di sottrarre l’Europa della Tradizione dalla terrificante sorte riservatale da quelle Forze che, da sempre, hanno operato ai suoi danni, specialmente negli ultimi tre secoli della nostra storia. L’Idea etnonazionalista völkisch è da intendersi, da recepire, come l’ultima ed originaria espressione generata dall’atavica cultura e tradizione europea; un’Idea senza parole, come scrisse Oswald Spengler, colma di responsabilità e di speranze; un radicale impegno, un patto metafisico di Lealtà e di Fedeltà stipulato con i nostri Avi in nome della preservazione di quanto essi ci hanno trasmesso di più sacro e puro: la loro/nostra eredità ancestrale; un atavico e rigido codice d’Onore a cui attenersi strenuamente, ma anche una realtà viva, fattiva, plasmante ed operante. È nostro profondo convincimento di dover essere d’esempio per tutti quei Patrioti europei che, lottando per la libertà delle proprie nazioni, vogliano contrapporsi a tutte quelle strutture realizzate dai servi dell’imperialismo mondialista allo scopo di distruggere nei popoli ogni identità tradizionale ed etnica, a vantaggio di una società mondiale, massificata ed asservita al demone dell’economia, il Dio Denaro. L’Etnonazionalismo völkisch si è posto l’immane compito metapolitico di risvegliare nei nostri popoli quell’essenza perduta e così preziosa che è la “luce interiore”, la coscienza e la volontà di ritornare a essere se stessi, per pervenire alla radicale e vittoriosa riaffermazione dei nostri originari e incorrotti valori di Sangue e di Spirito. Solamente allora, dopo aver riaffermato il principio d’autorità e il primato di quei sacri e atavici valori che, nel Sangue, nelle forze più profonde della Stirpe e della Tradizione, hanno la loro radice, potremo ritrovare quelle sane e fattive energie, che riposano nel più profondo dell’anima razziale del Volk, le quali soltanto potranno rigenerarci ed infondere in noi, e in tutti i Patrioti europei, la rinnovata volontà di combattere e vincere contro la Sovversione mondialista, ritornando in tal modo padroni della nostra Terra. Sarà poi necessario riannodare quei legami millenari che i nostri Avi seppero tessere da una fila all’altra del nostro grande continente. Ciò implica, per noi Europei, la costruzione di un’Etnofederazione europea forte, indipendente militarmente ed economicamente, sovrana del proprio destino.

  9. #19
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