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  1. #11
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    A proposito dell'enigma nell'arte, mi viene in mente un artista che nelle sue opere ha fatto dell'enigma un enigma: Marcel Duchamp, maestro di pseudo-rebus, di giochi di parole, di oggetti rovesciati che smontano l'opera d'arte come se fosse un giocattolo rotto. E ingiustamente ricordato soprattutto per il celebre orinatoio (che, a proposito di rebus, richiama alla mente il francese à rebours, alla rovescia), ovvero una vagina rovesciata...


  2. #12
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte


  3. #13
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Povera Monnalisa sbeffeggiata, vilipesa (una volgare prostituta con il culo caldo) e sfregiata, con un chiaro riferimento alla sua presunta androginia...

    Secondo il famoso critico d'arte Maurizio Calvesi (morto, ho appena scoperto, proprio a luglio di quest'anno), la "Gioconda con i baffi" sarebbe nata proprio come allusione all'androginia del celebre personaggio leonardeso. L'androgino, come unione di maschile e femminile (quindi, di due poli contrari) è una figura simbolica ricorrente nei trattati alchemici e la sigla che dà il titolo al ritratto sarebbe proprio la chiave per interpretarne il senso. Calvesi ipotizza che Duchamp possa aver preso spunto, per il suo buffo titolo, da una miniatura di Jean Perrel proveniente da un manoscritto alchemico del Cinquecento, dove si vede la personificazione della Natura-Alchimia (peraltro simile alla Gioconda nella posizione delle braccia e nello sfondo paesaggistico) che siede su un forno acceso a forma di tronco cavo*.
    Quindi, certamente, con il posteriore al caldo...


    * Purtroppo, non ne ho trovata traccia in rete; ma se dovessi riuscirci tu, @trash, potresti postare qui tutto quello che riesci a trovare?
    Grazie.

  4. #14
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte




    "Rimostranze della Natura all'Alchimista Errante", Jean Perreal, 1516.

    Jean Perréal (1450-1530) fu un artista di gran successo (e anche un esperto alchimista) e incontrò Leonardo in uno dei suoi frequenti viaggi in Italia, proprio a Milano, al seguito di Luigi XII; pare anzi che sia stato lui a "inventare" i primi pastelli e a far adottare questa tecnica per i disegni di "studio" allo stesso Leonardo, di cui era un grande ammiratore.
    E' un pittore abbastanza misterioso, a volte è citato come Jean de Paris e ultimamente è stato identificato da qualcuno pure come il "Maestro di Moulins" (che altri critici identificano tuttavia nel fiammingo Jean Hey).

    A proposito di enigmi, se Perreal fosse davvero il "Maestro di Moulins", allora si potrebbe analizzare il suo quadro "Maddalena di Borgogna presentata da Santa Maddalena" (ca. 1488-1490, Parigi, Louvre)

    per vedere se vi fosse stato nascosto qualche codice merovingio (sfuggito a Dan Brown) : dalla misteriosa ampolla che si scambiano tutte quelle maddalene promana un profumo proustiano che potrebbe riportarci alla ricerca di un tempo ormai perduto.

  5. #15
    Blue
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Ah, ma che meraviglia di post, grazie: solo tu potevi riuscire a scovare una tale succulenza...
    E che voglia di saperne di più su questo misterioso "Maestro di Moulins"!
    Ammesso che sia davvero lui l'autore della Maddalena di Borgogna postata qui sopra, ho visto che le notizie su Jean Hey presenti in rete sono piuttosto scarne e che l'unico suo dipinto firmato è un Hecce Homo del 1494, attualmente al Musée des Beaux-Arts di Bruxelles.

    Poi, se non è di troppo disturbo, vorrei anche saperne di più su quella dedica in calce alla Monnalisa coi baffi: "Moustache par Picabia / barbiche par Marcel Duchamp / avril 1942".

    Grazie...

  6. #16
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio

    Poi, se non è di troppo disturbo, vorrei anche saperne di più su quella dedica in calce alla Monnalisa coi baffi: "Moustache par Picabia / barbiche par Marcel Duchamp / avril 1942".

    Grazie...
    E' una lunga storia che si potrebbe intitolare "Il mistero della Gioconda rasata".

    Nel 1919 Duchamp aveva creato l'originale ready-made di LHOOQ con una comune cartolina della Gioconda per un collezionista privato e lo aveva con se, a New York, quando Francis Picabia gli chiese il permesso di pubblicarlo sulla sua rivista "391" in uscita nel marzo 1920.
    Non esistevano allora scanner o fax, quindi Duchamp dovette spedirgli l'originale da New York a Parigi con la posta, che passava per nave (Lindbergh arrivò un po' dopo) ma sicccome la rivista doveva andare in stampa e l'originale non era ancora arrivato, Picabia, con il permesso di Duchamp (immagino ottenuto per telegrafo), replicò l'opera aggiungendo di sua mano baffi e "LHOOQ" su una cartolina identica e la pubblicò scrivendoci sopra "Tableau Dada par Marcel Duchamp".


    Però Picabià nel fare da fax umano per Duchamp si era dimenticato di aggiungere il pizzetto a Monna Lisa, come nell'originale, limitandosi ai soli baffi.
    L'immagine che ho postato sul thread è la bozza di stampa di Picabia, che Jean Arp trovò anni dopo in una libreria e portò a Duchamp, nell'aprile del 1942.
    Duchamp, che si era accorto della mancanza del pizzetto, lo aggiunse di sua mano con una penna stilografica e inchiostro nero, aggiungendo l'annotazione "Moustache par Picabia / barbiche par Marcel Duchamp / avril 1942".

    L'originale resta in una collezione privata a Parigi, quella in mostra al Centro Pompidou secondo Arturo Schwarz (in The Complete Works of Marcel Duchamp) è solo una replica del 1930, per di più in un formato più grande (64,7 × 48,2 cm contro 19, 7 × 12,4 cm dell'originale”). Sarebbe stato offerto da Aragon al Partito Comunista Francese dopo averla ricevuta da Hans Arp . L'originale, secondo Schwarz, è quello appartenente a una collezione privata di Parigi.


    Oltre a sei repliche con barba e baffi, Duchamp ha realizzato anche "L.H.O.O.Q. Shaved" del 1965 in cui la Gioconda è senza baffi né barba aggiunti e con la didascalia in francese "rasée L.H.O.O.Q.". Si trova al MOMA ma non in esposizione: in fondo, è tornata ad essere una banale cartolina con la foto della Gioconda.
    Oppure è una geniale replica concettuale superiore all'originale... mah.. con l'arte moderna non si può mai sapere...


  7. #17
    Blue
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Straordinario... grazie!
    La storia della Monnalisa rasata, poi, non la sapevo e la trovo a dir poco geniale.

    Rimane comunque un mistero da risolvere. Osservando l'originale Monnalisa coi baffi di Duchamp...



    ... e confrontandola con quella che hai postato sopra, c'è una cosa che salta all'occhio, soffermandosi ad osservare i soli baffi.
    Poiché Picabia aveva urgenza di pubblicare l'opera di Duchamp sulla rivista "391", al punto da aggiungere i baffi alla Monnalisa pur non avendo ancora visto l'opera di Duchamp, come ha fatto a disegnarli pressoché identici?

    Tra l'altro, la loro forma ricorda quella dei mustacci di Dalì... che c'entri qualcosa pure lui?

  8. #18
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Straordinario... grazie!
    La storia della Monnalisa rasata, poi, non la sapevo e la trovo a dir poco geniale.

    Rimane comunque un mistero da risolvere. Osservando l'originale Monnalisa coi baffi di Duchamp...



    ... e confrontandola con quella che hai postato sopra, c'è una cosa che salta all'occhio, soffermandosi ad osservare i soli baffi.
    Poiché Picabia aveva urgenza di pubblicare l'opera di Duchamp sulla rivista "391", al punto da aggiungere i baffi alla Monnalisa pur non avendo ancora visto l'opera di Duchamp, come ha fatto a disegnarli pressoché identici?

    Tra l'altro, la loro forma ricorda quella dei mustacci di Dalì... che c'entri qualcosa pure lui?
    No, sicuramente Picabia aveva avuto modo di vedere a Parigi il ready-made di LHOOQ che Duchamp aveva fatto l'anno prima: fu solo quando decise che voleva assolutamente pubblicarlo col manifesto dada che scoprì che l'opera era andata a New York con Duchamp.

    Dalì aveva 15 anni nel 1919, avrà avuto sì e no quattro peli sotto il naso... più facile che li abbia imitati successivamente, estendendoli rispetto all'originale, quando gli crebbero smisuratamente i peli, insieme al suo ego.

    Comunque, a proposito dei baffi di LHOOQ, va detto che oltre alla " LHOOQ con i baffi" e la " LHOOQ senza i baffi", Duchamp non ci ha fatto mancare nemmeno "i baffi di LHOOQ senza la Gioconda":



    Marcel Duchamp, Moustache et barbe de L.H.O.O.Q., Pochoir on paper 4 x 6,5 cm, 1941



    E infine una ulteriore e forse definitiva variazione sul tema: ecco qui "La Gioconda con i baffi senza i baffi e senza la Gioconda":



    Marcel Photoshop, L.H.O.O.Q. sans moustache et barbe et sans la même Joconde, Pochoir on paper 4 x 6,5 cm, 1941

  9. #19
    Blue
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Conoscendoti un po', avrei una vaga sensazione: che queste ultime due "opere" te le sia inventate di sana pianta.
    Invece, è più che possibile che Dalì abbia tratto ispirazione dalla Gioconda di Duchamp per i suoi celebri baffi... mettendoci un po' della sua esagerazione gigionesca:





    L'attinenza fra i baffi dello spagnolo e quelli del ritratto di Duchamp mi sembra troppo forte per essere soltanto casuale... che ne pensi?

  10. #20
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    Predefinito Re: Enigma, tra mito e arte

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Conoscendoti un po', avrei una vaga sensazione: che queste ultime due "opere" te le sia inventate di sana pianta.
    La solita malfidente: "Moustache et barbe de L.H.O.O.Q" è l'illustrazione fatta da Duchamp per il frontespizio di un poema di Georges Hugnet che si intitolava, toh..., "Marcel Duchamp".

    Chi è quest'uomo?
    E' quello che macina fuliggine
    al mulino dei cristalli di neve.


    https://www.toutfait.com/issues/issu...ais/po_08.html

    E anche l'attribuzione di "L.H.O.O.Q. sans moustache et barbe et sans la même Joconde" a Marcel Photoshop non mi sembra davvero possa dare adito ad alcun tipo di dubbio


    Invece, è più che possibile che Dalì abbia tratto ispirazione dalla Gioconda di Duchamp per i suoi celebri baffi... mettendoci un po' della sua esagerazione gigionesca:




    L'attinenza fra i baffi dello spagnolo e quelli del ritratto di Duchamp mi sembra troppo forte per essere soltanto casuale... che ne pensi?
    A metà degli anni '20 Salvador Dalí era senza barba né baffi.
    Alla fine degli anni '20 o all'inizio degli anni '30, si fece crescere i baffetti alla "Menjou" (l'attore Adolphe Menjou), che era popolare a quel tempo


    Adolphe Menjou nel 1923

    Quelli di Dalí, che definì lui stesso "i baffi più piccoli del mondo", si vedono in una fotografia di Man Ray del 1933, un anno prima che Dalí e Gala si sposassero:


    Rimasero così fino alla fine degli anni '30.
    Arrivato negli anni '40 negli Stati Uniti, Dalí iniziò a farsi crescere le punte dei baffi sempre più lunghe, fino a farli sembrare due antenne negli anni '50,
    Nel 1954 pubblicò un libro fotografico dedicato ai suoi baffi, "Dalì's Moustache" quando raggiungevano una lunghezza totale di 25 centimetri, trasformandoli nella sua icona più caratteristica.

    Chi o cosa abbia ispirato Dalí a portare i suoi baffi in quel modo è ancora in discussione.
    I più papabili ispiratori dovrebbero essere il pittore spagnolo Velázquez, che Dalí ammirava e reinterpretava a modo suo


    ma soprattutto quelli del mecenate di Velázquez, Filippo IV di Spagna:


    che portava il suo secondo nome ("Salvador Felipe Jacinto Dalí i Domènech" è il nome completo dell'artista).

    L'unico nome suggerito da Dalí riguardo ai suoi baffi è invece Marcel Proust, che aveva letto da giovane e di cui imitava lo stile di scrittura, con frasi lunghe e metafore.


    Ma è un riferimento piuttosto vago, citato solo in una breve citazione di Dalí: I miei baffi "sono la parte più seria della mia personalità. Sono dei baffi ungheresi molto semplici. Marcel Proust ha usato lo stesso tipo di pomata per questi baffi."

    Ma tornando a LHOOQ, sicuramente in un caso Dalí li usò per citare quasi pedissequamente l'opera di Duchamp: nel suo ehm... "autoritratto" del 1954:


 

 
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