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  1. #11
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Beh, ma per i superstizioni (e anche per quelli che sostangono di non crederci) non ci sono soltanto i gatti...
    E' probabile che anche una scettica come te avrà fatto almeno una di queste cose:

    - mangiare lenticchie o uva a Capoodanno
    - evitare di passare sotto una scala aperta
    - raccogliere e conservare un quadrifoglio adocchiato in un prato
    - evitare di aprire un ombrello in casa
    - gettarsi dietro le spalle un pizzico del sale versato accidentalmente sul tavolo
    - sentirsi a disagio dopo aver rotto uno specchio
    ...

    Su, confessati...
    Se ti dico che non mi frega di nessuna di queste ti offendi?
    Le lenticchie non mi piacciono e hanno troppe lectine per i miei gusti... E la mia flora intestinale
    La scala aperta? Che mi frega, basta ci sia lo spazio per passare
    Quadrifoglio? Dove lo trovi? Mai visto uno ma lo conserverei perchè è un'anteprima...Solo curiosità non perchè porta sfiga o fortuna
    L'ombrello in casa lo apro SEMPRE per farlo asciugare
    Il sale? So da dove viene la superstizione e comunque oggi non costa più un partimonio, quindi non mi fa paura
    Rompere lo specchio? Non mi è mai capitato ma ci sto attenta perchè non amo tagliarmi o farmi male, quindi non ci credo proprio
    Sei capitata male eh?
    Scherzo
    Di tutte le possibili reazioni ad un insulto, la più efficace è il silenzio - Santiago Ramòn y Cajal
    A paraulas maccas urigas surdas
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  2. #12
    Blue
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da Iside Visualizza Messaggio
    Sei capitata male eh?
    Scherzo
    Al contrario, sono capitata bene...
    E tu ti sei guadagnata sul campo questa storiella zen: guardala fino alla fine, credo che ti piacerà.



  3. #13
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    A proposito di occhi...
    Venne acquistato nel 1688 dal ricco mercante francese Jean-Baptiste Tavernier e leggenda vuole che fu lui stesso a disincastonarlo dall'occhio della statua dell'idolo indiano Rama-Sitra, scatenando l'ira della divinità, che maledisse la pietra e tutti coloro che l'avrebbero posseduta. Rientrato in Francia, Tavernier vendette la pietra al re Luigi XIV, ma ciò non lo mise al riparo dalla maledizione dell'idolo: fece bancarotta e, nel tentativo di rifarsi, decise di ripartire per l'India... ma non ci arrivò mai, perché morì durante il viaggio.

    Il sovrano francese, nuovo possessore del gioiello (chiamato, da quel momento, anche "Blu di Francia"), lo fece tagliare a forma di cuore - e ne ridusse le dimensioni a 67,5 carati - per donarlo alla sua favorita, madame de Montespan, che poco dopo fu coinvolta in un affare di veleni e finì in disgrazia. Il successivo possessore, re Luigi XV, lo sfoggiò in varie occasioni e morì a 64 anni, fra grandi sofferenze, dopo aver contratto il vaiolo.

    Passando da un sovrano all'altro, il diamante fu quindi donato dal re Luigi XVI alla moglie Maria Antonietta, che ne fece fare una collana insieme ad altre pietre preziose... e, come sappiamo, sia lei che il marito finirono decapitati durante la rivoluzione francese. In quell'epoca di gravi tumulti, la pietra venne affidata alla principessa di Lamballe, che morì linciata dalla folla. La gemma finì quindi nelle mani di un gioielliere, che perì di infarto non appena la pietra gli fu rubata... pare, dal figlio stesso. Il figlio del gioielliere, quando scoprì di aver causato la morte del padre, non resse al dolore e si suicidò. Un suo amico, entrato casualmente in possesso del diamante, morì anche lui pochi mesi dopo.

    Da questo momento, le tracce del diamante maledetto si perdono... fino a ricomparire a Londra intorno al 1830, nella collezione di gemme del gioielliere inglese Henry Thomas Hope, dal quale prese il nome, che lo fece tagliare riducendone ulteriormente le dimensioni a quelle attuali. La maledizione che il diamante sembrava portare con sé non cessò e coinvolse molte altre persone, fino a quando (nel 1958) fu affidato al Smithsonian Institute dove ancora oggi può essere ammirato, protetto sotto una teca di cristallo antiproiettile.


    PS. Dopo questa amena lettura, sei ancora così scettica, @Iside?
    Non so Iside, ma io sono piuttosto scettico:

    Venne acquistato nel 1688 dal ricco mercante francese Jean-Baptiste Tavernier e leggenda vuole che fu lui stesso a disincastonarlo dall'occhio della statua dell'idolo indiano Rama-Sitra, scatenando l'ira della divinità, che maledisse la pietra e tutti coloro che l'avrebbero posseduta.
    A parte la data inesatta (nel 1688 Tavernier lo aveva già venduto da 20 anni al Re Sole), il diamante arrivò in Francia nel 1666 ancora semi-grezzo e difficilmente sarebbe stato utilizzato, essendo tra l'altro una pietra di forma asimmetrica e triangolare, per l'occhio di Rama: Tavernier infatti se lo procurò direttamente alle miniere di Kollur, che allora erano nel regno di Golconda.

    Rientrato in Francia, Tavernier vendette la pietra al re Luigi XIV, ma ciò non lo mise al riparo dalla maledizione dell'idolo: fece bancarotta e, nel tentativo di rifarsi, decise di ripartire per l'India... ma non ci arrivò mai, perché morì durante il viaggio.
    Venduto al re il diamante nel 1668 per 220.000 lire (no, allora non valevano 110 euri, ma l'equivalente di 147 kg d'oro) più una patente di nobiltà (che Colbert vendeva all'epoca per non meno di 500.000 lire) e divenuto Barone d'Aubonne, non risulta che Tavernier sia mai fallito né che sia morto in viaggio verso l'India: campo' altri 20 anni fino al 1689 quando la morte lo colse alla veneranda età di 84 anni, a Mosca.

    Il sovrano francese, nuovo possessore del gioiello (chiamato, da quel momento, anche "Blu di Francia"), lo fece tagliare a forma di cuore - e ne ridusse le dimensioni a 67,5 carati - per donarlo alla sua favorita, madame de Montespan, che poco dopo fu coinvolta in un affare di veleni e finì in disgrazia. Il successivo possessore, re Luigi XV, lo sfoggiò in varie occasioni e morì a 64 anni, fra grandi sofferenze, dopo aver contratto il vaiolo.
    Il diamante fu effettivamente tagliato, nel 1678, dal gioielliere di corte Jean Pitou ma fu montato su una spilla da cravatta per essere indossato esclusivamente dal Re Sole che giammai si è sognato di donarlo alla Montespan, caduta in disgrazia già l'anno prima, nel 1677, per l'affare dei veleni.
    La spilla da cravatta col diamante Hope fu poi ereditata e portata anche da Luigi XV, che fu re di Francia per 59 lunghi anni, passando alla Storia come "il Beneamato", alla faccia della maledizione dell'idolo.

    Passando da un sovrano all'altro, il diamante fu quindi donato dal re Luigi XVI alla moglie Maria Antonietta, che ne fece fare una collana insieme ad altre pietre preziose... e, come sappiamo, sia lei che il marito finirono decapitati durante la rivoluzione francese.
    Invece, essendo passata di moda, la spilla col diamante non fu mai portata da Luigi XVI e tantomeno trasformata in pendente per collana, ma rimase sepolta nelle casse del Tesoro Reale fino al 1792, quando venne rubata mentre Luigi XVI era agli arresti per il suo tentativo di fuga all'estero.
    Quando fu decapitato, non possedeva più il malefico diamante e né lui né tantomeno Maria Antonietta l'avevano mai portato.

    In quell'epoca di gravi tumulti, la pietra venne affidata alla principessa di Lamballe, che morì linciata dalla folla.
    La triste fine di Maria Teresa di Savoia, Principessa di Lamballe ("Ignudo corpo in mezzo de la via;/E un parrucchier le membra anco tepenti/Con sanguinose mani allarga e spia.") avvenne la settimana prima del saccheggio del Tesoro Reale in cui fu rubato il diamante: sicuramente la Lamballe non potè mai averlo per mano.

    La gemma finì quindi nelle mani di un gioielliere, che perì di infarto non appena la pietra gli fu rubata... pare, dal figlio stesso. Il figlio del gioielliere, quando scoprì di aver causato la morte del padre, non resse al dolore e si suicidò. Un suo amico, entrato casualmente in possesso del diamante, morì anche lui pochi mesi dopo.
    Finito in mano a qualche rivoluzionario dall'occhio lungo, il diamante scomparve di scena fino al 1830: questa triste storia dell'infarto del gioielliere - anonimo - e successive disgrazie, assomiglia troppo a quelle che si leggevano nelle "Catene di Sant'Antonio", per chi se le ricorda, ed è una evidente invenzione per insaporire la mozzarella di bufala con un po' di basilico.

    Da questo momento, le tracce del diamante maledetto si perdono... fino a ricomparire a Londra intorno al 1830, nella collezione di gemme del gioielliere inglese Henry Thomas Hope, dal quale prese il nome, che lo fece tagliare riducendone ulteriormente le dimensioni a quelle attuali. La maledizione che il diamante sembrava portare con sé non cessò e coinvolse molte altre persone, fino a quando (nel 1958) fu affidato al Smithsonian Institute dove ancora oggi può essere ammirato, protetto sotto una teca di cristallo antiproiettile.
    A parte qualche lite fra gli eredi di Hope per accaparrarselo (seems legit...), non risultano particolari disgrazie accadute ai successivi proprietari, per lo più ricchi gioiellieri, tra cui spicca Pierre Cartier, un pascià ottomano, ricche signore della società americana e alla fine è stato venduto al museo che ancor oggi lo conserva.

    In conclusione, secondo me, il diamante Hope porta fortuna e se qualche superstizioso se ne volesse liberare, sono disposto ad accettarlo in dono gratuitamente...

  4. #14
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio



    La superstizione porta sfortuna.
    (Umberto Eco)



    L'idea di scrivere su questo tema mi è venuta stamattina, leggendo di un anonimo canadese che ha restituito dei reperti rubati a Pompei nel 2005, durante una visita agli scavi.
    "Portano sfiga, riprendeteveli", ha scritto: da quando li ha presi, infatti, la sua vita è stata contrassegnata solo da eventi negativi. Qui la notizia:

    Rubano reperti a Pompei ma li riconsegnano: 'portano sfiga'

    Ma la sfortuna, allora, esiste davvero?
    Io ho paura del venerdì 13 perché furono sterminati i Templari,

    poi delllo specchio rotto, una volta se ne ruppe uno incamera

    da letto mentre stavo ridipingendole pareti e i guai non sono ancora finiti.

    Poi non passo sotto le scale e se mi cade un martello intesta?

    Del gatto nero ho paura, lo associo a uno spirito infernale.

    Basta.

  5. #15
    Blue
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    In conclusione, secondo me, il diamante Hope porta fortuna e se qualche superstizioso se ne volesse liberare, sono disposto ad accettarlo in dono gratuitamente...
    Non è possibile: l'hanno chiuso in una teca allo Smithsonian e hanno buttavo via la chiave!
    E, anche se è tarderrimo, cercherò di fare del mio meglio per risponderti...

    1. Provenienza della pietra. In apertura di post, ho introdotto la tesi dello strappo dall'occhio dell'idolo indiano con "leggenda vuole"...
    C'è un'altra leggenda che vuole che lo strappo dall'occhio di Rama non sia stato stato operato da Tavernier ma da un monaco, in un tempio indiano vicino a Mandalay. Da qui, nel 1515, sarebbe stato rubato da un sacerdote, poi catturato e torturato. Oppure, secondo un'altra leggenda, la gemma fu trovata da un minatore indiano nel XVI secolo in riva al fiume Krishna e costui decise di portarla al tempio per donarla alla dea Sita. Leggende a parte, la verità sulla sua provenienza non si saprà mai... ma alcuni esperti ipotizzano che il diamante sia originario di una miniera a nord di Andhra Pradesh, nella regione di Golconda. Però, neppure questo è certo.

    2. Vendita al Re Sole e fine di Tavernier. Il mercante francese compì ben sei viaggi in India tra il 1678 e il1668 e, secondo le fonti (Les Six Voyages de Jean-Baptiste Tavernier) acquistò la pietra durante l'ultimo viaggio: secondo alcune fonti che ho consultato, la acquistò nel 1668; secondo altre, nel 1633... comunque, certamente non vent'anni prima.
    Quanto ai rovesci di fortuna e alla morte di Tavernier, anche qui - in mancanza di certezze - si sfiora inevitabilmente la leggenda: pare che vendette il diamante per pagare i debiti del figlio, che aveva perso al gioco quasi tutte le fortune di famiglia. Infatti, Tavernier decise di tornare in India per ritentare la fortuna con qualche buon affare... ma era troppo vecchio e non ci arrivò mai: alcune fonti riportano che fu sbranato dai lupi mentre si trovava in Russia.

    3. La pietra alla corte dei Luigi. Il re Sole ordinò al tagliatore di pietre Jean Pitau di creare con la pietra "un gioiello da ricordare" e questi - dopo averci riflettuto sopra un paio d'anni, la ridusse alle dimensioni di 67.125 carati... non già non per farne un ferma-cravatta, date le dimensioni e il peso, ma un pendente piuttosto elaborato che riflettesse al meglio la luminosità della gemma, in modo che il sovrano potesse indossarla nelle occasioni solenni (pare, legata ad un nastro appeso al collo). Infine, è vero che il re morì a 72 anni, ma la sua morte fu tutt'altro che indolore (cancrena alla gamba, derivata dalla gotta contratta in età senile)... e, in più, nel frattempo aveva perso precocemente un gran numero di figli, legittimi e illegittimi. Quanto al suo successore, il "Beneamato" non ebbe una vita migliore: perse la sua favorita, la moglie (morta di tbc), scampò per un pelo alla morte a causa di un attentato (beccandosi, comunque, una pugnalata nella schiena) e infine morì di vaiolo, solo e ramingo.


    (Continua domani... ora ho troppo sonno)

  6. #16
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    2. Vendita al Re Sole e fine di Tavernier. Il mercante francese compì ben sei viaggi in India tra il 1678 e il1668 e, secondo le fonti (Les Six Voyages de Jean-Baptiste Tavernier) acquistò la pietra durante l'ultimo viaggio: secondo alcune fonti che ho consultato, la acquistò nel 1668; secondo altre, nel 1633... comunque, certamente non vent'anni prima.
    Vent'anni prima del 1688, fa appunto il 1668.
    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Venne acquistato nel 1688 dal ricco mercante francese Jean-Baptiste Tavernier
    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    3. La pietra alla corte dei Luigi. Il re Sole ordinò al tagliatore di pietre Jean Pitau di creare con la pietra "un gioiello da ricordare" e questi - dopo averci riflettuto sopra un paio d'anni, la ridusse alle dimensioni di 67.125 carati... non già non per farne un ferma-cravatta, date le dimensioni e il peso, ma un pendente piuttosto elaborato che riflettesse al meglio la luminosità della gemma, in modo che il sovrano potesse indossarla nelle occasioni solenni (pare, legata ad un nastro appeso al collo). Infine, è vero che il re morì a 72 anni, ma la sua morte fu tutt'altro che indolore (cancrena alla gamba, derivata dalla gotta contratta in età senile)... e, in più, nel frattempo aveva perso precocemente un gran numero di figli, legittimi e illegittimi. Quanto al suo successore, il "Beneamato" non ebbe una vita migliore: perse la sua favorita, la moglie (morta di tbc), scampò per un pelo alla morte a causa di un attentato (beccandosi, comunque, una pugnalata nella schiena) e infine morì di vaiolo, solo e ramingo.
    Ok, su questo siamo d'accordo: la tremenda sfortuna che porta il diamante Hope è che chiunque lo possiede, muore, prima o poi...
    Ma Luigi XV non è propriamente morto "solo e ramingo": al suo capezzale di moribondo c'era l’Arcivescovo di Parigi che gli somministrò la Comunione, il Cardinale Charles-Antoine de La Roche-Aymon che pronunciò la sua esortazione, prima dell'estrema unzione e tutto il clero del palazzo reale, riunito attorno all'agonizzante; le tre figlie Adelaide, Victoire e Sophie erano sulla soglia della porta, la Delfina e sua cognata, la Contessa di Provence, erano nella stanza accanto, il Gabinetto del Consiglio.Il Delfino, per evitare il contagio, era sulla prima rampa delle scale, circondato dai suoi fratelli e dalla sua Corte di gentiluomini.

  7. #17
    Blue
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Ok, su questo siamo d'accordo: la tremenda sfortuna che porta il diamante Hope è che chiunque lo possiede, muore, prima o poi...
    Ma Luigi XV non è propriamente morto "solo e ramingo": al suo capezzale di moribondo c'era l’Arcivescovo di Parigi che gli somministrò la Comunione, il Cardinale Charles-Antoine de La Roche-Aymon che pronunciò la sua esortazione, prima dell'estrema unzione e tutto il clero del palazzo reale, riunito attorno all'agonizzante; le tre figlie Adelaide, Victoire e Sophie erano sulla soglia della porta, la Delfina e sua cognata, la Contessa di Provence, erano nella stanza accanto, il Gabinetto del Consiglio.Il Delfino, per evitare il contagio, era sulla prima rampa delle scale, circondato dai suoi fratelli e dalla sua Corte di gentiluomini.
    E va bene, confesso: il "solo e ramingo" è stata una mia aggiunta conclusiva perché volevo andare a dormire.
    La data 1688, invece, è stata un refuso o un momento di distrazione: naturalmente era il 1668, come hai indicato tu!

    Ho appena concluso il mio smart working quotidiano, ma dopo cena mi dedicherò a esaminare le contestazioni che mancano, fra quelle che hai sollevato. Tra un buco e l'altro dello s.w., oggi, ho "studiato" e penso di essere pronta ad affrontare il tuo esame implacabile... spero.


    Ultima modifica di Blue; 21-10-20 alle 20:48

  8. #18
    Blue
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    4. Luigi XVI e consorte. Qui, faccio veloce a smentirti: non è vero che il re e sua moglie non indossarono mai il diamante perché era passato di moda. Di lui non esistono immagini che lo ritraggono con il diamante, ma di Maria Antonietta sì...



    Poi, è vero che i sovrani vennero impiccati un anno dopo il furto dei gioielli della corona (e tra questi c'era anche il diamante Hope) per mano dei rivoltosi, ma devi tener conto dell'onda lunga di sfortuna spalmata dalla gemma sulla corte di Francia. E questa spiega anche la terribile fine della povera principessa di Lamballe.

    5. La maledizione del diamante. Dire che la sfortuna attribuita al diamante assomiglia un po' alla bufala della catena di Sant'Antonio, sembra una spiegazione un po' troppo semplicistica. Tra i tanti possessori del diamante la lista di disgrazie, sventure e tracolli è troppo lunga e variegata per essere casuale.
    Eccone alcuni esempi a partire dal 1830, quando entrò in possesso di Lord Francis Hope, VIII duca di Newcastle, che la fece ulteriormente modificare riducendola a 45,5 carati e che diede il proprio nome alla pietra. Gli eventi nefasti non risparmiarono neppure lui, che decise proprio per questo di liberarsene... non dopo aver divorziato da sua moglie.
    Un altro possessore, tale Jacques Colot, morì suicida dopo aver venduto la gemma al principe Kanitowskji, che lo donò ad una ballerina. La donna morì uccisa proprio per mano del principe in un raptus di gelosia e lo stesso principe fu vittima di una rappresaglia da parte dei rivoluzionari russi.
    Un successivo proprietario, Simon Matharides, gioielliere greco, lo acquistò ma non fece neppure in tempo a riceverlo materialmente che finì la sua esistenza tragicamente, cadendo in un crepaccio. Per non parlare del sultano Abdul Hamid II, che volle a tutti i costi quel diamante e venne deposto dopo un solo anno di regno perché era impazzito.
    Giungiamo così agli inizi del Novecento, quando un successore del sultano cedette la pietra al gioielliere francese Pierre Cartier, il quale ebbe modo di venderla al proprietario del Washington Post, Edward Beale McLean, che ne fece omaggio alla moglie Evelyn. La sorte della famiglia fu purtroppo segnata da una serie di lutti e disgrazie! Morirono, in successione: la madre di McLean, due cameriere e il figlio di soli 10 anni investito da un'auto. I due coniugi divorziarono ed Edward divenne alcolizzato, mentre la la moglie Evelyn donò la pietra alla figlia, che si suicidò nel 1946 assumendo barbiturici.

    Tutto casuale?

  9. #19
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    4. Luigi XVI e consorte. Qui, faccio veloce a smentirti: non è vero che il re e sua moglie non indossarono mai il diamante perché era passato di moda. Di lui non esistono immagini che lo ritraggono con il diamante, ma di Maria Antonietta sì...



    Poi, è vero che i sovrani vennero impiccati un anno dopo il furto dei gioielli della corona (e tra questi c'era anche il diamante Hope) per mano dei rivoltosi, ma devi tener conto dell'onda lunga di sfortuna spalmata dalla gemma sulla corte di Francia. E questa spiega anche la terribile fine della povera principessa di Lamballe.

    5. La maledizione del diamante. Dire che la sfortuna attribuita al diamante assomiglia un po' alla bufala della catena di Sant'Antonio, sembra una spiegazione un po' troppo semplicistica. Tra i tanti possessori del diamante la lista di disgrazie, sventure e tracolli è troppo lunga e variegata per essere casuale.
    Eccone alcuni esempi a partire dal 1830, quando entrò in possesso di Lord Francis Hope, VIII duca di Newcastle, che la fece ulteriormente modificare riducendola a 45,5 carati e che diede il proprio nome alla pietra. Gli eventi nefasti non risparmiarono neppure lui, che decise proprio per questo di liberarsene... non dopo aver divorziato da sua moglie.
    Un altro possessore, tale Jacques Colot, morì suicida dopo aver venduto la gemma al principe Kanitowskji, che lo donò ad una ballerina. La donna morì uccisa proprio per mano del principe in un raptus di gelosia e lo stesso principe fu vittima di una rappresaglia da parte dei rivoluzionari russi.
    Un successivo proprietario, Simon Matharides, gioielliere greco, lo acquistò ma non fece neppure in tempo a riceverlo materialmente che finì la sua esistenza tragicamente, cadendo in un crepaccio. Per non parlare del sultano Abdul Hamid II, che volle a tutti i costi quel diamante e venne deposto dopo un solo anno di regno perché era impazzito.
    Giungiamo così agli inizi del Novecento, quando un successore del sultano cedette la pietra al gioielliere francese Pierre Cartier, il quale ebbe modo di venderla al proprietario del Washington Post, Edward Beale McLean, che ne fece omaggio alla moglie Evelyn. La sorte della famiglia fu purtroppo segnata da una serie di lutti e disgrazie! Morirono, in successione: la madre di McLean, due cameriere e il figlio di soli 10 anni investito da un'auto. I due coniugi divorziarono ed Edward divenne alcolizzato, mentre la la moglie Evelyn donò la pietra alla figlia, che si suicidò nel 1946 assumendo barbiturici.

    Tutto casuale?
    4. Luigi XVI e consorte.
    Non sono molto convinto.
    Nel 1749, Luigi XV fece trasformare dal gioielliere di corte Andre Jacquemin, la spilla da cravatta del nonno Luigi XIV, in questo pendente dell'Ordine del Toson d'Oro:


    Non mi convince nemmeno quello che si vede al petto di Maria Antonietta: anche se avesse disfatto l'artistico pendente per cavarci solo il diamante, non ne avrebbe mai nascosta la caratteristica forma e le grandi dimensioni dietro un giro di perle.
    L'attuale forma più regolare del diamante Hope è dovuta al taglio (dopo il furto e prima del 1812) fatto per mascherarne la provenienza illecita: dai 67 carati del French Blue furono fatti due pezzi: il più grande, di 45 carati è il terribile iettatore Hope, il resto, in giro per il mondo da allora, è probabilmente asintomatico a causa della minor carica virale di soli 22 miserabili carati... )



    Ma quello che mi convince meno, nella tua appassionata difesa della sfiga della regal coppia, è ovviamente questo clamoroso scoop...

    Poi, è vero che i sovrani vennero impiccati un anno dopo il furto dei gioielli della corona
    5. La maledizione del diamante.

    Sfortunatamente, lo Smithsonian Institution ha ricostruito con sufficiente completezza la provenienza del diamante da quando fu veduto dagli Hope e nel breve elenco di passaggi di mano mancano del tutto i pittoreschi principi russi e annesse ballerine, il gioielliere greco, il Sultano Abdul Hamid II (evocato forse dal collezionista di diamanti turco Selim Habib).
    Nemmeno il regalo alla figlia "suicida" regge al fatto che il diamante, alla morte di Evalyn, era ancora in suo possesso e non ereditato dal marito della figlia, il senatore americano Robert Rice Reynolds.

    - Nel 1901 Lord Francis Hope ottenne il permesso dalla Court of Chancery e dalle sue sorelle di vendere la pietra per aiutare a saldare i suoi debiti. Fu venduta a un commerciante di Londra che la vendette rapidamente a Joseph Frankels and Sons di New York City, che conservò la pietra a New York finché, a loro volta, non ebbero bisogno di contanti. Il diamante fu poi venduto a Selim Habib che lo mise all'asta a Parigi nel 1909. Non fu venduto all'asta ma fu venduto subito dopo a C.H. Rosenau e poi rivenduta a Pierre Cartier nello stesso anno.

    - Nel 1911 il diamante Hope fu venduto a Parigi da Cartier a Evalyn Walsh McLean, di Washington D.C., con il diamante montato come un copricapo su un cerchietto a tre livelli di grandi diamanti bianchi. Qualche tempo dopo è diventato il ciondolo su una collana di diamanti come lo conosciamo oggi. L'appariscente proprietà della pietra della signora McLean durò fino alla sua morte nel 1947.


    La Harry Winston Inc. di New York City acquistò l'intera collezione di gioielli della signora McLean, compreso il diamante Hope, dalla sua tenuta nel 1949.


    Il 10 novembre 1958 la Harry Winston Inc. donò il diamante Hope alla Smithsonian Institution.

    https://www.si.edu/spotlight/hope-diamond/history


  10. #20
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    Predefinito Re: La superstizione porta sfortuna

    non sono superstiziosa, in genere non credo a tutte ste storielle sulla sfiga. Diciamo che la negatività ce la attiriamo coi nostri atteggiamenti.
    Se non hai il coraggio di mordere, non ringhiare.

 

 
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