Originariamente Scritto da
Blue
La mantide
La prima volta che la vedemmo fu un mattino di fine estate, seminascosta dietro la porta del terrazzo… una grossa mantide religiosa che, immobile, si godeva la frescura della casa proprio nello spicchio d'ombra che la porta proiettava sul pavimento.
Restammo a lungo ad osservarla da vicino e a lei sembrava non dare fastidio: continuava imperterrita a rimanere immobile, con le zampe in posizione di "preghiera".
Poco esperti di entomologia, non sapevamo come toglierla da lì senza farle male e nessuno di noi, del resto, osava toccarla…
Punge, la mantide?
Morde, pizzica?
Vola?
Rapida consultazione di testi sull'argomento per un'infarinatura di massima... poi, l'idea geniale: porgerle un rametto staccato da una pianta, sperando che ci montasse sopra.
Funzionò! Tutt’altro che spaventata e muovendosi lentamente, salì sul rametto e si accomodò sopra una foglia. Di qui, accostammo il rametto ad un gelsomino rampicante che stava fuori e, di nuovo, lei si dispose tra il verde scuro delle fronde, spiccando come una foglia più chiara per il colore brillante del suo manto.
Rimase lì diversi giorni e ormai, al mattino e alla sera, era diventata una consuetudine andare a controllare se c'era ancora. Si muoveva poco: passava dal gelsomino al glicine (la pianta confinante) con grande lentezza, ma a volte si fatica ad individuarla perché la tonalità di verde delle foglie del glicine era quasi identica al suo colore.
Un giorno di sole, china a fare giardinaggio, alzai gli occhi: mi guardava! Ero, per così dire, alle sue spalle e lei, per vedermi, doveva voltarsi. Mi accorsi che poteva muovere la testa di lato e… sì, sembrava proprio che mi osservasse! Lentamente, mi alzai e le andai vicino; la sua testa si muoveva chiaramente seguendo i miei movimenti. Avrei voluto toccarla piano, accarezzarle il dorso con un dito, ma non osai.
L’indomani pioveva e faceva fresco; con un po' di apprensione andai sul terrazzo e la vidi al riparo dietro la struttura di legno che sosteneva il rampicante. Mi sfiorò il pensiero di portarla in casa, ma mi parve ridicolo. Lasciai perdere.
La pioggia continuò a cadere intermittente per qualche giorno e dimenticai la mantide.
Mi tornò in mente solo quando rividi il sole e così mi precipitai sul terrazzo: era sparita. La cercai a lungo e accuratamente tra le foglie, nulla.
Il bel tempo durò poco… di lì a poco tornarono la pioggia ed il fresco (ormai quasi freddo, la sera: si era a metà settembre). Pensammo fosse scappata o forse morta…
Invece un mattino, aggirandoci assonnati in cucina per preparare il caffè, la trovammo accanto al fornello acceso, dove bolliva la caffettiera preparata poco prima. Era pericolosamente vicina al fuoco ed era evidente che aveva un gran bisogno di scaldarsi. Ma non poteva rimanere lì.
Le porgemmo, come l'altra volta, qualcosa su cui salire: una cartolina arrivata con la posta del mattino. Lei, ubbidiente, ci montò sopra e fu riportata al "suo" posto, sul terrazzo, tra il glicine e il gelsomino.
Rimase tra il fogliame per un paio di giorni, poi sparì definitivamente e non la vedemmo più.
Questa è una storia vera. Ed è, inutile dirlo, dedicata a lei...