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  1. #21
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Il trampoliere

    Camminava sulla superficie prima rugosa, poi liscia, color cioccolato, burattino di curiosi osservatori, mentre intorno l'applauso frenetico di migliaia di ali di carta accarezzava la sua insensibile pelle.
    Mentre il fruscio copriva i suoi passi, rumore di cui comunque non si curava, metteva un piede davanti all'altro, in equilibrio apparentemente precario ma convinto su steli scuri e robusti, cercando un piano d'appoggio stabile nel corso del suo cammino. Con le estremità libere saggiava la scalanature del mondo, convinto di trovare punti deboli sul piano d'appoggio nella sua delicata azione circense, piano piano toccando delicatamente la durezza del piano sottostante in cerca delle sottigliezze del pavimento compatto. La sua maschera di scena somigliava a quella di antichi dottori veneziani, in cerca di peste e malanni, il naso lungo e adunco come ulteriore sostentamento all'equilibrio e bastone di ricerca e appoggio nel susseguirsi dello spettacolo. Picchiettava leggero, sollevando i suoi trampoli tra le curve del suo malfermo palco, fino a che lo stesso cominciò a rovesciarsi, gli finì sopra costringendolo ad arrampicarsi innaturalmente a testa in giù. il trampoliere ora abbracciava il palco, risalendo con fatica sopra...Rimessosi in piedi, come vuole natura coi piedi sotto (escludendo per animo di semplicità i chirotteri e altre amenità) riprese a picchiettare, con fare certosino, fino a trovare il sottile punto debole del suo teatro. Forse con animo irrequieto da tale imperfezione, forse con morbosa delizia, come talora gli uomini grattano le puntura di zanzara solo per trarre sollievo più sconcio della pazienza di aspettare, prese a grattare la superficie scabra. prima piano, poi con tale foga che cominciò a usare il naso, come un novello picchio o come pesce spada che attenti una singola sardina pervicacemente. Pian piano il pavimento cominciò a cedere, la polvere e la segatura rivelarono un mondo buio e misterioso nel vuoto sottostante...gli odori dell'ambiente sapevano di casa, di nido materno, di infanzia. Il trampoliere sentì intima soddisfazione in questa scoperta, e affondò il naso: come ogni balanino delle nocciole, fece le uova e riprese la sua marcia nella dispensa della frutta secca infestata dalle tarme del cibo.



    occhioni 2020
      


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  2. #22
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da ಠ_ಠ Visualizza Messaggio
    Il trampoliere

    Camminava sulla superficie prima rugosa, poi liscia, color cioccolato, burattino di curiosi osservatori, mentre intorno l'applauso frenetico di migliaia di ali di carta accarezzava la sua insensibile pelle.
    Mentre il fruscio copriva i suoi passi, rumore di cui comunque non si curava, metteva un piede davanti all'altro, in equilibrio apparentemente precario ma convinto su steli scuri e robusti, cercando un piano d'appoggio stabile nel corso del suo cammino. Con le estremità libere saggiava la scalanature del mondo, convinto di trovare punti deboli sul piano d'appoggio nella sua delicata azione circense, piano piano toccando delicatamente la durezza del piano sottostante in cerca delle sottigliezze del pavimento compatto. La sua maschera di scena somigliava a quella di antichi dottori veneziani, in cerca di peste e malanni, il naso lungo e adunco come ulteriore sostentamento all'equilibrio e bastone di ricerca e appoggio nel susseguirsi dello spettacolo. Picchiettava leggero, sollevando i suoi trampoli tra le curve del suo malfermo palco, fino a che lo stesso cominciò a rovesciarsi, gli finì sopra costringendolo ad arrampicarsi innaturalmente a testa in giù. il trampoliere ora abbracciava il palco, risalendo con fatica sopra...Rimessosi in piedi, come vuole natura coi piedi sotto (escludendo per animo di semplicità i chirotteri e altre amenità) riprese a picchiettare, con fare certosino, fino a trovare il sottile punto debole del suo teatro. Forse con animo irrequieto da tale imperfezione, forse con morbosa delizia, come talora gli uomini grattano le puntura di zanzara solo per trarre sollievo più sconcio della pazienza di aspettare, prese a grattare la superficie scabra. prima piano, poi con tale foga che cominciò a usare il naso, come un novello picchio o come pesce spada che attenti una singola sardina pervicacemente. Pian piano il pavimento cominciò a cedere, la polvere e la segatura rivelarono un mondo buio e misterioso nel vuoto sottostante...gli odori dell'ambiente sapevano di casa, di nido materno, di infanzia. Il trampoliere sentì intima soddisfazione in questa scoperta, e affondò il naso: come ogni balanino delle nocciole, fece le uova e riprese la sua marcia nella dispensa della frutta secca infestata dalle tarme del cibo.



    occhioni 2020
      
    Very good.

  3. #23
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Bandierarossa Visualizza Messaggio
    @standing bull ti stiamo aspettando
    Arrivo stasera, spero, con una sciocchezza da vergognarsi. Ma si fa per divertirsi in compagnia

  4. #24
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Bandierarossa Visualizza Messaggio
    Mi fa piacere che tu sappia interloquire con ironia
    Quella non mi manca, se c’è da ridere, rido.

    Citazione Originariamente Scritto da Bandierarossa Visualizza Messaggio
    PS non parlava italiano nel senso che parlava solo il dialetto locale...
    Ti facevo più sveglio.

    Citazione Originariamente Scritto da Bandierarossa Visualizza Messaggio
    Adesso però posta anche tu un tuo raccontino
    Ma no. Sai com’è, tu posti un racconto bello e allegro e ricevi subito “mi piace”, ma se i9 scrivo uno triste dovrò aspettarmi qualche bastonata dagli amici tuoi, non sanno contenersi.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  5. #25
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da mary ann Visualizza Messaggio
    Quella non mi manca, se c’è da ridere, rido.


    Ti facevo più sveglio.


    Ma no. Sai com’è, tu posti un racconto bello e allegro e ricevi subito “mi piace”, ma se i9 scrivo uno triste dovrò aspettarmi qualche bastonata dagli amici tuoi, non sanno contenersi.
    @mary ann sulla letteratura sono imparziale, se posti una cosa graziosa mi fai solo piacere, anche se fosse malinconica.

  6. #26
    Blue
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    La mantide


    La prima volta che la vedemmo fu un mattino di fine estate, seminascosta dietro la porta del terrazzo… una grossa mantide religiosa che, immobile, si godeva la frescura della casa proprio nello spicchio d'ombra che la porta proiettava sul pavimento.
    Restammo a lungo ad osservarla da vicino e a lei sembrava non dare fastidio: continuava imperterrita a rimanere immobile, con le zampe in posizione di "preghiera".
    Poco esperti di entomologia, non sapevamo come toglierla da lì senza farle male e nessuno di noi, del resto, osava toccarla…
    Punge, la mantide?
    Morde, pizzica?
    Vola?
    Rapida consultazione di testi sull'argomento per un'infarinatura di massima... poi, l'idea geniale: porgerle un rametto staccato da una pianta, sperando che ci montasse sopra.
    Funzionò! Tutt’altro che spaventata e muovendosi lentamente, salì sul rametto e si accomodò sopra una foglia. Di qui, accostammo il rametto ad un gelsomino rampicante che stava fuori e, di nuovo, lei si dispose tra il verde scuro delle fronde, spiccando come una foglia più chiara per il colore brillante del suo manto.
    Rimase lì diversi giorni e ormai, al mattino e alla sera, era diventata una consuetudine andare a controllare se c'era ancora. Si muoveva poco: passava dal gelsomino al glicine (la pianta confinante) con grande lentezza, ma a volte si fatica ad individuarla perché la tonalità di verde delle foglie del glicine era quasi identica al suo colore.
    Un giorno di sole, china a fare giardinaggio, alzai gli occhi: mi guardava! Ero, per così dire, alle sue spalle e lei, per vedermi, doveva voltarsi. Mi accorsi che poteva muovere la testa di lato e… sì, sembrava proprio che mi osservasse! Lentamente, mi alzai e le andai vicino; la sua testa si muoveva chiaramente seguendo i miei movimenti. Avrei voluto toccarla piano, accarezzarle il dorso con un dito, ma non osai.
    L’indomani pioveva e faceva fresco; con un po' di apprensione andai sul terrazzo e la vidi al riparo dietro la struttura di legno che sosteneva il rampicante. Mi sfiorò il pensiero di portarla in casa, ma mi parve ridicolo. Lasciai perdere.
    La pioggia continuò a cadere intermittente per qualche giorno e dimenticai la mantide.
    Mi tornò in mente solo quando rividi il sole e così mi precipitai sul terrazzo: era sparita. La cercai a lungo e accuratamente tra le foglie, nulla.
    Il bel tempo durò poco… di lì a poco tornarono la pioggia ed il fresco (ormai quasi freddo, la sera: si era a metà settembre). Pensammo fosse scappata o forse morta…
    Invece un mattino, aggirandoci assonnati in cucina per preparare il caffè, la trovammo accanto al fornello acceso, dove bolliva la caffettiera preparata poco prima. Era pericolosamente vicina al fuoco ed era evidente che aveva un gran bisogno di scaldarsi. Ma non poteva rimanere lì.
    Le porgemmo, come l'altra volta, qualcosa su cui salire: una cartolina arrivata con la posta del mattino. Lei, ubbidiente, ci montò sopra e fu riportata al "suo" posto, sul terrazzo, tra il glicine e il gelsomino.
    Rimase tra il fogliame per un paio di giorni, poi sparì definitivamente e non la vedemmo più.



    Questa è una storia vera. Ed è, inutile dirlo, dedicata a lei...



  7. #27
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Bandierarossa Visualizza Messaggio
    @mary ann sulla letteratura sono imparziale, se posti una cosa graziosa mi fai solo piacere, anche se fosse malinconica.
    Così non funziona. La letteratura e l’anima umana sono legate con un non so che molto, molto forte, anche se è invisibile. Tu non sei una brava persona, sei disonesto. Sto alla larga dalle persone disoneste, non voglio mostrar loro la mia anima nuda, non protetta da una veste. Sono delle bestie irsute.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  8. #28
    Blue
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da mary ann Visualizza Messaggio
    Così non funziona. La letteratura e l’anima umana sono legate con un non so che molto, molto forte, anche se è invisibile. Tu non sei una brava persona, sei disonesto. Sto alla larga dalle persone disoneste, non voglio mostrar loro la mia anima nuda, non protetta da una veste. Sono delle bestie irsute.
    Questo thread è dedicato ai racconti, @mary ann, non alle chiacchiere o alle offese verso gli utenti.
    Altri post di questo tenore verranno eliminati.

  9. #29
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    e così eccomi qui, con un racconto scritto qualche anno fa in un'area di internet frequentata da pochi amici, nato quasi per caso nel corso di una discussione sui calzerotti verde pistacchio portati sotto le Birkenstock. questo per farvi capire il livello intellettuale di contesto. ma siccome uno degli amici era un beatlesiano sfegatato, ecco che nasce l'idea: e se sulla copertina di Abbey Road Paul McCartney, invece di camminare a piedi nudi, avesse indossato calzerotti verdi e Birkenstock?
    ecco: da queste elevate considerazioni è nata : LA VERA STORIA DELLA COPERTINA DI ABBEY ROAD.
    premessa. se qualcuno non conosce quella copertina, può anche evitare di proseguire: non capirebbe molto

    Capitolo 1.
    1969.
    Quando si facevano le prime prove, si scattavano le prime immagini per quella che sarebbe stata la copertina del nuovo LP dei Beatles, saltò fuori la richiesta di John che, evidentemente istigato dalla moglie, voleva che in mezzo ai quattro attraversasse la strada anche Yoko Ono, nuda. La richiesta suscitò reazioni disparate: si narra che Paul sia rimasto perplesso ma non abbia, almeno inizialmente, manifestato alcuna contrarietà rispetto alla proposta. In effetti nemmeno George e Ringo si opposero apertamente al progetto: chi li ha conosciuti bene, però, racconta George era stato colto da una crisi irrefrenabile di pianto, mentre Ringo si era attaccato alla bottiglia di Johnny Walker etichetta rossa, un fatto estremamente indicativo per chi conosceva la passione del batterista per i single malt.
    Ma naturalmente alla fine i veri ostacoli li mise, come al solito, Paul, ovviamente istigato dalla moglie.

    Scena I
    Cucina di casa McCartney. Paul e Linda seduti a tavola davanti ad un tegame di finocchi gratinati, Paul nasconde lo spinello dietro la schiena e cerca di spegnerlo senza farsi vedere dalla consorte.
    Paul (intavola la conversazione affettando una certa nonchalance) “sai, il nuovo lp, adesso stiamo provando la copertina …”
    (a parte, cercando di spegnere la cicca tra pollice e indice della mano sinistra per non insospettire linda) : “sto fot* spinello, ma ti vuoi spegnere o no”
    Linda (guardando da un’altra parte per non far capire che ha capito): “quindi avete deciso: attraverserete la strada ….”
    P (ustionandosi le dita con lo spinello acceso) : “porc….! no, scusa linda, adesso stavo pensando a John ..”
    (a parte tira un sospiro di sollievo lasciando cadere lo spinello ormai spento)
    “… dicevo che allora i miei calzerotti verdi sono stati approvati …”
    L “caro il mio bambinone, ancora con la nostalgia di Amburgo, ma ti rendi conto che a quell’epoca eravate tutti dei morti di fame?”
    P (tromboneggiando) “sì, va bene, ma se siamo diventati quello che siamo diventati, lo dobbiamo anche …”
    L (preoccupata che quando inizia così, va avanti fino al mattino) “ma certo, caro, certo! e lo capisco bene che vuoi che non si perda la memoria di quando suonavate nelle cantine buie per quattro soldi e una pinta di birra calda”
    (a parte “stavolta gliela ho rubata io, la battuta, così la smette subito”)
    P (didascalico) “era mezzo litro, qualunque cosa voglia dire mezzo litro” (prosegue, quasi come raccontando una banalità) “sai, John ha avuto un’idea …”
    L (allarmata) “John? uhm! non so se la voglio sentire, ma forse è meglio, prima che facciate qualche str …”
    P (simulandosi sempre più distratto) “ma no, una sciocchezza, sai, John vorrebbe che nella copertina ….” (pausa esplorativa)
    L (nervosa, ma affettando calma olimpica) “ …. nella copertina …. “
    P (ora incerto) “oltre a noi quattro…..”
    L (più nervosa) “oltre?”
    P (sempre più incerto) “sì, fra noi quattro, al centro della fila, tra il secondo e il terzo, capisci, tra il secondo e il terzo….”
    L (nervosissima) “tra il secondo e il terzo e immagino anche sulle strisce pedonali”
    P (liberandosi) “ci dovrebbe essere anche Yoko” (pausa) “nuda” (Paul chiude gli occhi)
    L (con il sorriso della leonessa quando acchiappa lo gnu) “ma che bella idea, sai che mi piace?”
    P (con lo sguardo speranzoso del bambino che ha appena rotto l’abat-jour con una pallonata e che la mamma non ha ancora preso a schiaffoni) “vero? ero sicuro che sarebbe piaciuta anche a te. sai, c’è un significato in tutto questo …”
    L (sempre con lo sguardo della leonessa che ha afferrato lo gnu): “ma certo tesoro che c’è un significato. io ne sono più che sicura, anche se adesso, così sui due piedi mi sfugge un attimino”
    P (con l’aria del bambino che intravvede la possibilità di sfuggire al battipanni materno): “ma no, guarda, ti spiego ….”
    L (materna, forse): “non c’è bisogno, caro, lo sai che io ti credo sempre. e poi sono sicura che domattina John mi racconterà tutto quanto per filo e per segno, anche se continuerò a dirgli che non mi interessa”
    P (sorpreso): “ma perché? domattina non dovevi portare i bambini …. “
    L (radiosa): “ma caro, non crederai mica anche per un solo istante che io accetti che sulla copertina di Abbey Road ci vada quella tr … giapponese, senza che ci sia anch’io?”
    P (balbettando): “ma .. ma … tu davvero …”
    L (ritornando materna): “ma caro, è per il successo, per i fans: cosa credi che direbbero se vedessero Yoko in copertina senza vedere anche me? e naturalmente io dovrei avere lo stesso rilievo …”
    P (incominciando a capire): “ma tu sul serio ..”
    L (didascalica): “per forza! sai, per me è un sacrificio, ma tu capisci che se tua moglie si trova in una posizione subalterna rispetto a quella della moglie di John ….”
    P (ora inalberandosi): “dì quello che vuoi, ma io non permetterò mai che mia moglie posi nuda sulla copertina di un lp!”
    L (in un soffio di tigre): “e perché? credi forse che le mie tette siano peggio di quelle del vespasiano giapponese?”
    P (conciliante) “ma no, dai cosa dici , io …. le tue tette … e anche il resto .. vuoi mettere”
    (a parte: “azz, ma guarda tu in che casini mi devo andare a cacciare per quella zoccola che vuole farsi fotografare nuda, come se qualcuno avesse voglia di vederla a parte John che da quando .. beh, lasciamo perdere se no finisce male davvero)
    L (in cerca di resa senza condizioni): “ah, e faresti anche dei paragoni?”
    P (sconfitto): “ma no, ma che paragoni, poi sei stata tu a dire …”
    L (è una donna, quindi) “adesso vorresti anche dare la colpa a me!”
    P (un sussulto di orgoglio maschile) “senti, tutto quello che vuoi, la posizione sarà anche più importante di quella della str .. ma tu in copertina nuda non ci vai!”

  10. #30
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    La mantide


    La prima volta che la vedemmo fu un mattino di fine estate, seminascosta dietro la porta del terrazzo… una grossa mantide religiosa che, immobile, si godeva la frescura della casa proprio nello spicchio d'ombra che la porta proiettava sul pavimento.
    Restammo a lungo ad osservarla da vicino e a lei sembrava non dare fastidio: continuava imperterrita a rimanere immobile, con le zampe in posizione di "preghiera".
    Poco esperti di entomologia, non sapevamo come toglierla da lì senza farle male e nessuno di noi, del resto, osava toccarla…
    Punge, la mantide?
    Morde, pizzica?
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    Rapida consultazione di testi sull'argomento per un'infarinatura di massima... poi, l'idea geniale: porgerle un rametto staccato da una pianta, sperando che ci montasse sopra.
    Funzionò! Tutt’altro che spaventata e muovendosi lentamente, salì sul rametto e si accomodò sopra una foglia. Di qui, accostammo il rametto ad un gelsomino rampicante che stava fuori e, di nuovo, lei si dispose tra il verde scuro delle fronde, spiccando come una foglia più chiara per il colore brillante del suo manto.
    Rimase lì diversi giorni e ormai, al mattino e alla sera, era diventata una consuetudine andare a controllare se c'era ancora. Si muoveva poco: passava dal gelsomino al glicine (la pianta confinante) con grande lentezza, ma a volte si fatica ad individuarla perché la tonalità di verde delle foglie del glicine era quasi identica al suo colore.
    Un giorno di sole, china a fare giardinaggio, alzai gli occhi: mi guardava! Ero, per così dire, alle sue spalle e lei, per vedermi, doveva voltarsi. Mi accorsi che poteva muovere la testa di lato e… sì, sembrava proprio che mi osservasse! Lentamente, mi alzai e le andai vicino; la sua testa si muoveva chiaramente seguendo i miei movimenti. Avrei voluto toccarla piano, accarezzarle il dorso con un dito, ma non osai.
    L’indomani pioveva e faceva fresco; con un po' di apprensione andai sul terrazzo e la vidi al riparo dietro la struttura di legno che sosteneva il rampicante. Mi sfiorò il pensiero di portarla in casa, ma mi parve ridicolo. Lasciai perdere.
    La pioggia continuò a cadere intermittente per qualche giorno e dimenticai la mantide.
    Mi tornò in mente solo quando rividi il sole e così mi precipitai sul terrazzo: era sparita. La cercai a lungo e accuratamente tra le foglie, nulla.
    Il bel tempo durò poco… di lì a poco tornarono la pioggia ed il fresco (ormai quasi freddo, la sera: si era a metà settembre). Pensammo fosse scappata o forse morta…
    Invece un mattino, aggirandoci assonnati in cucina per preparare il caffè, la trovammo accanto al fornello acceso, dove bolliva la caffettiera preparata poco prima. Era pericolosamente vicina al fuoco ed era evidente che aveva un gran bisogno di scaldarsi. Ma non poteva rimanere lì.
    Le porgemmo, come l'altra volta, qualcosa su cui salire: una cartolina arrivata con la posta del mattino. Lei, ubbidiente, ci montò sopra e fu riportata al "suo" posto, sul terrazzo, tra il glicine e il gelsomino.
    Rimase tra il fogliame per un paio di giorni, poi sparì definitivamente e non la vedemmo più.



    Questa è una storia vera. Ed è, inutile dirlo, dedicata a lei...


    Molto bello, in alcuni passaggi profuma di Italo Calvino

 

 
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