Grazie, prego ! Sono due parole che derivano dal latino.

Grazie: è il plurale di grazia, dal latino “gratia”, collegata con gratus (= grato) e la gratitudine (dal latino gratitudo).

Il lemma “ringraziare” è preceduto dal prefisso “ri-“ che esprime ripetizione e restituzione: ringraziare è quasi la sintesi di rendere-grazie.

Prego: prima persona del presente indicativo del verbo pregare.

L’interiezione “prego” è entrata nell’uso del parlato quotidiano come formula di cortesia per rispondere ad una persona che ringrazia, oppure usata per invitare una persona ad entrare (prego !), o a prendere qualcosa: “prego, s’accomodi!”.

“Prego”, come formula di cortesia, è attestato da secoli nell’espressione “Vi prego di accettare le mie scuse”, ed altre frasi simili.

Nel passato si diceva anche “che la grazia di Dio sia con te”, a cui si replicava “prego che sia così”, cosa che giustifica l’utilizzo dei due termini come abbreviazione.

In questo caso “pregare” non ha il suo significato religioso, non ha il carattere sacrale che caratterizza l’appello alla divinità.