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  1. #31
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    Citazione Originariamente Scritto da grandpa Visualizza Messaggio
    1. l'erogazione dei fondi non è ancora stata approvata: deve essere approvata dalla commissione

    Oggi a Bruxelles: probabilmente i ministri delle finanze dei paesi europei si accorderanno entro l'anno sull'erogazione del N.G. Eu.
    All'Italia verranno erogati, forse entro il 2021, 21 miliardi (il 10 % del totale) ma a una condizione: che riduciamo il debito pubblico.
    In questo modo, quei miliardi andranno utilizzati TOTALMENTE per raggiungere questo obiettivo (Pannella da Bruxelles su Tg4).
    Essendo quei soldi dati in prestito cioè un aumento di debito sarà difficile usarli per far calare il debito. Al limite rimarrà dello stesso importo. Intenderanno che vanno usati per investimenti cioè non far calare il debito ma il rapporto debito/pil.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
    Nostra proposta per emergenza Ucraina -----> La nato invade i paesi dell'est e li consegna alla russia. Guerra finita e pace per tutti.

  2. #32
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    1. l'erogazione dei fondi non è ancora stata approvata: deve essere approvata dalla commissione

    https://www.ilmessaggero.it/politica...0-5511840.html

    Next Generation Eu, scontro tra Parlamento europeo e Consiglio: stop al negoziato.

    https://www.corriere.it/economia/fin...c59f54db.shtml

    Next Generation Eu, caos a Bruxelles. Il portavoce del Parlamento Ue: «Impossibile andare avanti»

  3. #33
    member vetch
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    https://www.ilpost.it/2020/10/11/rec...nd-tempi-modi/

    Il Post ha fatto un riassunto della situazione, allo stato attuale, del Recovery Fund.
    E' un po' lungo, ma chi avesse voglia di leggere con attenzione, si renderebbe conto che è ancora tutto da decidere e che le cifre riportate sono solo supposizioni del governo italiano.

    Quando arriveranno i soldi dell’Europa
    Il governo sta rifinendo l'elenco dei progetti che potranno essere finanziati dal cosiddetto Recovery Fund, ma il lavoro da fare è molto.

    In queste settimane il governo italiano sta preparando il documento con cui spiegherà all’Unione Europea come intende spendere i circa 209 miliardi di euro di prestiti e sussidi che otterrà nei prossimi cinque anni grazie al cosiddetto Recovery Fund, il principale strumento comunitario per bilanciare la crisi economica provocata dalla pandemia da coronavirus.

    Le attenzioni di giornalisti e addetti ai lavori si stanno concentrando sui progetti che finiranno nel documento finale, cioè il cosiddetto Piano di ripresa e resilienza: ma per capire meglio quali conseguenze avranno i fondi sulla politica nazionale e le comunità che li riceveranno, è interessante soffermarsi su quando e come arriveranno. Per ora nessuna delle due domande ha una risposta chiara, ma parlando con alcuni esperti della cosa e leggendo i documenti ci si può fare un’idea più precisa.

    Le basi
    Il Recovery Fund in realtà non esiste. È solo l’espressione con cui viene informalmente chiamato il Dispositivo di ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility), cioè il principale serbatoio di risorse inserito nella più ampia strategia dell’Unione Europea per bilanciare le conseguenze della pandemia, chiamata NextGenerationEU.

    I famosi 750 miliardi che associamo al Recovery Fund – recuperati sui mercati finanziari con una soluzione molto coraggiosa, cioè titoli di stato collegati al bilancio dell’Unione Europea – in realtà sono legati al NextGenerationEU, che ha una decina di canali diversi di finanziamento. Il Dispositivo di ripresa e resilienza è il più consistente fra questi: entro il 2026 distribuirà nei 27 paesi dell’Unione circa 310 miliardi di euro di sussidi e 250 miliardi di prestiti a tasso agevolato, per un totale di 560 miliardi.
    Il criterio utilizzato per decidere come spartirsi i 560 miliardi di euro è stato misto: la popolazione di ogni singolo stato, il PIL pro capite, e per i primi due anni il tasso medio di disoccupazione fra 2015 e 2019; nel 2023 questo criterio verrà sostituito con la riduzione del PIL nazionale fra 2020 e 2021 causato della pandemia.

    Tutti i criteri citati rendono l’Italia uno dei principali beneficiari del NextGenerationEU. Secondo un calcolo diffuso dal governo italiano e confermato da alcuni economisti, l’Italia otterrebbe circa 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti sui 750 dell’intero pacchetto: e così otteniamo i famosi 209 miliardi.

    Quando arrivano i soldi?
    In linea teorica i fondi del NextGenerationEU potranno essere erogati a partire dall’1 gennaio 2021, primo giorno in cui sarà valido il nuovo bilancio pluriennale europeo. In realtà ci vorrà ancora più tempo.

    Ogni paese avrà fino al 30 aprile 2021 per sottoporre alla Commissione i Piani nazionali di ripresa e resilienza per spiegare ai funzionari europei come intende spendere i prestiti e i sussidi che riceverà secondo le quote decise a luglio. I piani saranno valutati dalla Commissione e approvati dal Consiglio dell’UE – l’organo dove siedono i rappresentanti dei 27 governi – a maggioranza qualificata.

    Per accelerare i tempi la Commissione ha invitato i governi nazionali a sottoporre le bozze del proprio piano di spesa entro il 15 ottobre 2020, in modo che i tecnici europei inizino a studiarli. Il governo italiano ha annunciato che presenterà una bozza proprio il 15 ottobre, lavorandoci probabilmente fino all’ultimo minuto utile.

    L’accordo politico trovato a luglio in sede di Consiglio Europeo prevede che il 70 per cento dei fondi sia stanziato nei primi due anni di NextGenerationEU, cioè entro il 2022. Attenzione, stanziati: come tutti i finanziamenti europei dovranno passare da diverse mani e livelli intermedi prima di arrivare a destinazione, tanto che secondo un calcolo del think tank Bruegel realizzato a giugno sulla base di documenti interni della Commissione, fra 2021 e 2022 saranno distribuiti sul territorio europeo circa un quarto dei fondi totali, mentre il resto arriverà soprattutto nel 2023 e nel 2024, a più di quattro anni dall’inizio della pandemia.

    Nei giorni scorsi il governo italiano ha pubblicato la stima ufficiale di quanto prevede di ottenere dal NextGenerationEU nella Nota di aggiornamento al DEF: nel 2021 dovrebbero arrivare in tutto 25 miliardi di euro, fra cui 10 di sussidi, 11 di prestiti e 4 da ReactEU, uno dei vari canali del programma. L’anno in cui il governo italiano si aspetta di ricevere più fondi in assoluto sarà il 2023, con 43 miliardi di cui 26 di sussidi.

    La Commissione e la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, cioè la Germania, sanno bene che gli stati membri hanno un immediato bisogno di liquidità: per questo nella bozza di compromesso in corso di valutazione in sede di Consiglio hanno proposto che ciascun paese ottenga un anticipo del 10 per cento sul finanziamento totale una volta che la Commissione e il Consiglio approveranno il Piano di ripresa e resilienza, verosimilmente nei primi mesi del 2021 (a patto che il NextGenerationEu sia stato approvato da tutti i parlamenti nazionali, e che la Commissione sia già riuscita a reperire i soldi sui mercati finanziari). A meno di sorprese, la proposta dovrebbe essere approvata.

    A regime i sussidi e i prestiti verranno invece erogati in due tranche all’anno sulla base del raggiungimento degli obiettivi intermedi compresi nel Piano e nelle comunicazioni successive alla Commissione.

    Quali saranno i passaggi necessari
    Al momento le attenzioni del governo sono concentrate sulla stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza: alla Commissione se ne potrà dare un assaggio a metà ottobre, mentre il periodo per presentarlo ufficialmente va dall’1 gennaio al 30 aprile 2021.

    Il lavoro di scrematura dei progetti da inserire nel Piano lo sta portando avanti il ministro degli Affari europei Enzo Amendola, che coordina il CIAE (Comitato interministeriale per gli affari europei), formalmente presieduto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. I lavori del CIAE sono a sua volta supportati da un comitato tecnico seguito ancora più direttamente da Amendola e che comprende i rappresentanti di regioni e province e i funzionari tecnici dei principali ministeri coinvolti. I lavori del comitato tecnico servono soprattutto a dare indicazioni su quali progetti includere e per quali motivi, e informare gli enti locali delle priorità che il governo riceve dall’Unione Europea.

    Molte delle priorità del NextGenerationEu sono già contenute nei vari documenti della Commissione: «l’obiettivo generale sarà quello di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione migliorando la resilienza e le capacità di reazione degli stati, mitigando le conseguenze della crisi sull’economia e sulla società, e promuovendo la transizione verso uno stile di vita più sostenibile e legato al digitale», si legge ad esempio nella proposta principale.

    Il Piano dovrà elencare per ogni progetto – in tutto dovrebbero essere circa un centinaio, ciascuno di dimensioni medio-grandi – il contesto in cui si inserisce, gli obiettivi che deve raggiungere alla fine del periodo di finanziamento e quelli intermedi, che permetteranno alla Commissione di valutare i progressi fatti nel corso degli anni, ed eventualmente chiedere spiegazioni e nella peggiore delle ipotesi rinviare o bloccare l’erogazione dei fondi.

    Non è ancora chiaro, però, come verranno distribuiti i fondi una volta che saranno trasferiti dai conti dell’Unione Europea a quelli dello Stato italiano. L’idea che circola negli ultimi giorni è quella di affidarne la gestione a una task force che si occupi di lavorare coi partner privati e con gli enti locali, e che permetta alla presidenza del Consiglio di tenere più sotto controllo la sua gestione, rispetto alla delega a uno specifico ministero.


    PS: cosa significa Maggioranza qualificata.
    Quando il Consiglio vota una proposta della Commissione o dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, si raggiunge la maggioranza qualificata soltanto se sono soddisfatte due condizioni:

    1.il 55% degli Stati membri vota a favore - in pratica ciò equivale a 15 paesi su 27
    2. gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65% della popolazione totale dell'UE
    Questa procedura è nota anche come regola della "doppia maggioranza".

  4. #34
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    Citazione Originariamente Scritto da grandpa Visualizza Messaggio
    Il Piano dovrà elencare per ogni progetto – in tutto dovrebbero essere circa un centinaio, ciascuno di dimensioni medio-grandi – il contesto in cui si inserisce, gli obiettivi che deve raggiungere alla fine del periodo di finanziamento e quelli intermedi, che permetteranno alla Commissione di valutare i progressi fatti nel corso degli anni, ed eventualmente chiedere spiegazioni e nella peggiore delle ipotesi rinviare o bloccare l’erogazione dei fondi.
    Quindi mi aspetto che i soldi verranno presto bloccati, dato che ovviamente i progetti ambientali e tecnologici presentati non verranno realmente realizzati. Dovranno far finta di non vedere per continuare a dare soldi all'italia.

    Già solo un imbecille potrebbe fornire quei soldi solo sulla base di progetti presentati. Io li darei dopo che l'italia ha iniziato coi suoi soldi a realizzare quei progetti. Vedere cammello prima di pagare.
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  5. #35
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    Citazione Originariamente Scritto da CapitanFracassa Visualizza Messaggio
    Quindi mi aspetto che i soldi verranno presto bloccati, dato che ovviamente i progetti ambientali e tecnologici presentati non verranno realmente realizzati. Dovranno far finta di non vedere per continuare a dare soldi all'italia.

    Già solo un imbecille potrebbe fornire quei soldi solo sulla base di progetti presentati. Io li darei dopo che l'italia ha iniziato coi suoi soldi a realizzare quei progetti. Vedere cammello prima di pagare.


    E questo era il punto 6 del mio post iniziale:

    6. per stessa ammissione di gualtieri, I VARI PAESI DOVRANNO ANTICIPARE I FONDI PER I PROGETTI e solo in un secondo tempo verranno assegnati dalla ue i fondi che dovranno a loro volta essere restituiti con gli interessi, tranne gli 85 miliardi a fondo perduto.

    A dire il vero, ieri sera gentiloni non ha fatto cenno a questa eventualità, forse perché in questa fase è meglio dissimulare.

  6. #36
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    Citazione Originariamente Scritto da grandpa Visualizza Messaggio
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    E questo era il punto 6 del mio post iniziale:

    6. per stessa ammissione di gualtieri, I VARI PAESI DOVRANNO ANTICIPARE I FONDI PER I PROGETTI e solo in un secondo tempo verranno assegnati dalla ue i fondi che dovranno a loro volta essere restituiti con gli interessi, tranne gli 85 miliardi a fondo perduto.

    A dire il vero, ieri sera gentiloni non ha fatto cenno a questa eventualità, forse perché in questa fase è meglio dissimulare.
    Anticipare e stanziare i fondi non significa dimostrare che i fondi sono già in utilizzo per i progetti previsti. Io parlo di realizzare concretamente i cantieri in tutta italia, aprirli e costruire per far arrivare almeno al 30% dello stadio opere e infrastrutture per decine di miliardi con soldi propri.

    Solo dopo che questo è avvenuto, cioè si dimostra con gli ispettori della ue, che vengono a vedere i cantieri, che le opere sono per un terzo già in costruzione reale allora l'ue darà i soldi.

    Ovviamente questo non avverrà mai, perchè l'italia non vuole usare quei fondi per i progetti scritti sulla carta. E siccome io e l'ue non siamo scemi i soldi non arrivano, o spero non arriveranno.
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  7. #37
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    Confermata la prima trance del N. G. Eu non prima della prossima estate.
    Pazienza, ci consoleremo con i 27,4 miliardi dei fondi Sure per la cassa integrazione (prestito da restituire): peccato che arriverà, per ora, solo la prima trance di 9 miliardi, non si sa di preciso quando.

  8. #38
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    Il circo europeo fa sempre sorridere

  9. #39
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    https://www.money.it/Recovery-Fund-q...oldi-in-6-anni

    Recovery Fund, i soldi arriveranno spalmati su 6 anni
    Mario D’Angelo 15 Ottobre 2020

    Il Governo scopre le carte: i soldi del Recovery Fund arriveranno in 6 tranche annuali, e le sovvenzioni sono minori del previsto

    Quando arrivano i soldi del Recovery Fund?
    È la domanda che l’Italia si fa sin da quando la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato l’enorme piano per risollevare le sorti delle economie europee dalla crisi causata dalla pandemia di coronavirus.

    Diversi esponenti del Governo hanno più volte fatto appello all’Europa affinché i soldi del Next Generation EU, di cui il Recovery è colonna portante, arrivino al più presto. Ma in realtà è già tutto scritto.

    Quando arrivano davvero i soldi del Recovery Fund?
    Senza grandi titoli sui giornali, l’approvazione della Nota di Aggiornamento al DEF (NADEF) al Senato di ieri sera ha svelato come e quando arriveranno i soldi del Recovery Fund.
    A pagina 12 della NADEF, infatti, una semplice tabella (non presente nella bozza iniziale) mostra che i fondi saranno spalmati su 6 anni dal 2021 al 2026. Ciò avverrà secondo l’accordo siglato fra Governo Conte e la Commissione.

    https://www.money.it/local/cache-vig...jpg?1602799125

    Il Recovery Fund non servirà all’emergenza COVID
    Che il piano di ripresa fosse un intervento concepito in maniera strutturale per permettere alle economie europee di stare al passo con il resto del mondo sul fronte della digitalizzazione e dell’economia verde era noto.

    Le 6 tranche con cui arriveranno i soldi, però, fanno supporre che il Recovery Fund non potrà servire a proteggere migliaia di lavoratori e aziende dall’impatto immediato dell’emergenza COVID-19.

    A rafforzare questa sensazione è il fatto che la prima tranche è in realtà la più esigua. E la prima è quella che arriverà nel pieno della seconda ondata di coronavirus - ammesso che venga erogata nei primi mesi dell’anno.

    Recovery Fund, sovvenzioni ridotte all’Italia
    L’anno prossimo, infatti, l’Europa darà all’Italia 10 miliardi di euro in sovvenzioni e altri 11 in prestiti, per un totale di 21 miliardi. Nel 2022, arriveranno 33,5 miliardi, l’anno successivo 41.

    Le sovvenzioni supereranno i prestiti soltanto nel 2023, mentre nel 2026 le sovvenzioni saranno ormai esaurite. Il totale alla fine sarà di 65,4 miliardi di sovvenzioni e 127,6 miliardi di prestiti. Di conseguenza i trasferimenti all’Italia sono stati ridotti di altri €16 miliardi rispetto a quanto annunciato precedentemente.

    PS: tutte queste sono richieste italiane, quindi sub judice e da approvare.

  10. #40
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    Predefinito Re: Condizioni attuali e sviluppo nel tempo del Next Generation Eu

    https://www.vaticannews.va/it/mondo/...peo-covid.html

    Recovery Fund rimandato a dicembre
    C'è ancora tempo per lo sblocco dei fondi del Recovery Fund in modo che siano disponibili nel 2021 anche se c'è il rischio di ritardi mentre crescono le urgenze socio-economiche dei Paesi. Il Consiglio Ue di questa settimana, infatti, si è concluso senza il necessario varo, rimandato a dicembre. Restano altre questioni importanti in tema di politiche monetarie da affrontare. Con noi l'economista Carlo Altomonte

    Fausta Speranza – Città del Vaticano

    I 750 miliardi di euro devono essere utilizzati “assolutamente e al più presto”, come hanno messo in evidenza, tra gli altri, il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giuseppe Conte, e il capo del governo spagnolo, Pedro Sánchez. “Quell’intesa ci è costata cinque giorni e quattro notti di confronto”, ha ricordato il primo ministro portoghese António Costa. Il voto sui 750 miliardi di euro messi a disposizione con l'accordo di luglio scorso, con il piano cosiddetto Recovery Fund, è legato alla questione del budget che i 27 Paesi devono votare per i prossimi sette anni. Il pacchetto è complessivo e infatti si è parlato di 1800 miliardi che l'Ue mette in campo a sostegno delle economie dei Paesi membri, a partire da quelle più colpite dalla pandemia, come Italia e Spagna.
    Le obiezioni dell'Europarlamento
    Gli eurodeputati hanno sollevato obiezioni a proposito del budget da votare perché dal bilancio pluriennale 2021-2027 sono state rimosse risorse per 39 miliardi di euro che erano state ipotizzate per politiche comunitarie come il sociale, la ricerca, la sanità, la digitalizzazione, i programmi per giovani.
    La questione centrale, dunque, è che nello sforzo di sostenere finanziariamente i singoli governi si possano trascurare invece politiche comunitarie importanti. Di questo possibile sbilanciamento e delle altre questioni che rimangono in sospeso in generale in tema di questioni finanziarie europee, abbiamo parlato con Carlo Altomonte, professore associato di materie economiche all'Università Bocconi.

    Il professor Altomonte ritiene che nel prossimo vertice di dicembre si troverà un accordo, che renderà possibile poi un'approvazione entro febbraio e dunque uno sblocco dei fondi per giugno. Ricorda che la questione Recovery Fund è legata al badget per sottolineare che come ci sono Paesi che premono di più per i soldi del Recovery Fund, così ci sono altri Paesi per cui è urgente lo sblocco del budget perché hanno bisogno di certezze in tema ad esempio di fondi strutturali all'agricoltura o altro. Commenta la posizione dell'Europarlamento spiegando che le ragioni di allerta sono giuste: l'Unione non può andare nella direzione di diminuire le risorse per politiche comuni limitandosi ad assicurare soldi alle singole casse statali. Intanto, è rimasta in sospeso la questione dei Parametri di Maastricht, che per anni sono stati considerati un dogma inamovibile ma che sono stati prontamente sospesi di fronte alla prima ondata di Covid-19. Interpellato a questo proposito, Altomonte sottolinea che il dibattito aspetta in effetti di essere ripreso. Al momento è ancora emergenza sociale ed economica, ma a suo parere già dalla fine del 2021 dovrebbe riprendere il confronto per capire cosa cambiare dell'equilibrio imposto tra debito e pil.

    Eh, quanta fretta !

 

 
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