User Tag List

Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Non dire gatto se...
    Data Registrazione
    19 Aug 2014
    Località
    Macedonia del Nord
    Messaggi
    53,906
     Likes dati
    32,692
     Like avuti
    35,832
    Mentioned
    878 Post(s)
    Tagged
    10 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito La più colossale truffa del xx secolo

    Per avere un'idea delle proporzioni della più colossale truffa del XX secolo, forse la più grande truffa mai compiuta da un gruppo di persone nei confronti di un popolo, di una nazione intera, credo basti un semplice confronto tra due cifre, che emerge in tutta la sua portata solo adesso, a undici anni di distanza. Qui si tratta della "vendita del secolo" - appunto così fu chiamata fin d'allora - che Boris Eltsin, tramite Anatolij Ciubais e Egor Gaidar, e tutto il gruppo di giovanotti russi eteroguidati da Harvard, realizzarono nel 1992. Le cifre sono queste. L'operazione voucher fu realizzata valutando in 5 (cinque) miliardi di dollari dell'epoca l'intero patrimonio dello Stato sovietico. Chi fece questo calcolo furono proprio quei giovanotti, ben consigliati da esperti come Jeffrey Sachs e Anders Aslund. Sulla base di quali valutazioni non ci hanno mai spiegato. Ma quanto quel calcolo fosse attendibile ce lo dice lo stato della borsa, della finanza e dell'economia russa nel 2003. Puntualmente confermato dal presidente Putin nel suo recente discorso alle camere riunite. Secondo uno studio di Alfa Bank (cui dobbiamo dare credito, essendo Piotr Aven uno dei suoi padroni, quello stesso Aven che partecipò ai suddetti calcoli), il mercato borsistico russo vale oggi 134 miliardi di dollari. Vedremo tra poco a chi appartengono. Ma la differenza tra 5 e 134 è evidente, e non si riduce di molto neppure attualizzando il valore del dollaro. Anzi si può dire il contrario: che la capitalizzazione complessiva del mercato russo è sicuramente inferiore, e di molto, al valore globale del patrimonio russo. Significa questa differenza che il paese è cresciuto così impetuosamente? Tutti sanno che non è così: dall'uomo della strada fino all'ultimo banchiere, dal presidente alla casalinga. Non solo il paese non è cresciuto, come dimostra il livello degl'investimenti, rimasto penosamente basso in tutti questi undici anni, come conferma il tenore di vita della gran parte della popolazione (di gran lunga al di sotto di quello del 1980), l'invecchiamento degl'impianti, il crollo dell'apparato industriale, il ritardo della ricerca nei settori fondamentali ecc. Non solo tutto ciò. Risulta inoltre che tutta questa ricchezza, che non era stata calcolata nel 1992, è l'effetto dello sfruttamento dell'apparato industriale e delle infrastrutture dell'epoca sovietica, più la dilapidazione delle risorse naturali del paese. Che fu dunque "venduto", anzi svenduto, per 5 miliardi di dollari, mentre ne valeva almeno 120 in termini reali. La causa - una delle cause, ma tra le principali - di tutti i disastri successivi, sta in queste due cifre. So bene che i difensori di quella privatizzazione possono ora invocare delle scusanti. Possono dire che l'intenzione era buona e che l'obiettivo era quello di distribuire le proprietà statali, equamente, tra i cittadini russi. Che importanza aveva il valore assoluto di ciò che si voleva distribuire? Se fosse stato di più dei 5 miliardi, avrebbe voluto dire, semplicemente, che tutti ne avrebbero ricavato di più. Santa ingenuità! Che direbbe (se fosse vera) quale fosse il livello di competenza e di conoscenza del mercato capitalistico di cui disponevano quei giovanotti. Ma non fu vera ingenuità. Non potevano non sapere che il mercato non è il luogo dove prosperano le anime belle, e che subito ci sarebbe stato chi avrebbe approfittato della svendita. E chi poteva essere a farlo se non coloro che il denaro lo avevano già, i ceffi da galera delle mafie sovietiche, i livelli inferiori degli apparati dello stato e del partito, che erano a diretto contatto con quella grande fetta del mercato nero che integrava il mercato socialista della pianificazione? Gli uni e gli altri erano contigui e fecero la parte del leone. Insieme ai capitali stranieri che, con grande facilità, comprarono i prestanome russi e, attraverso questi, una bella fetta della svendita. Chi rimase fuori fu esattamente la grande parte della popolazione, quella cui la privatizzazione era, a parole, destinata. Impoverita dal crollo dello Stato sovietico, la grande massa (che non sapeva neppure di che si stesse parlando, che non aveva la minima esperienza in materia) si limitò a vendere i suoi vouchers per qualche copeko ai managers dell'era sovietica (che invece avevano ben compreso). I managers non avevano i capitali, ma fecero alleanza con i criminali e li trovarono subito, in uno sposalizio perfetto con il sottobosco sovietico burocratico-mafioso: soldi più know-how industriale. Soldi più know-how energetico, petrolifero, gasifero. L'iperinflazione che seguì, a sua volta, fu alimentata artificialmente e spregiudicatamente. Più la gente semplice era a terra, vedeva bruciare i suoi risparmi, più i voucher potevano essere acquistati a basso prezzo e velocemente da accaparratori bene organizzati. La raccolta la facevano gli studenti, pagati tre lire, alle fermate del metrò, così vennero accumulati in poche mani quei cinque miliardi di vouchers di carta . Cioè smisurate proprietà reali.

    Fu così che accaddero due cose importanti per la storia successiva, della Russia e del mondo intero: la proprietà dello Stato sovietico venne consegnata, per una cifra irrisoria, interamente nelle mani di una classe criminale, senza scrupoli, incapace di intepretare un ruolo imprenditoriale (che per altro non poteva conoscere). Una classe che, essendo strutturalmente criminale, non poteva che agire come un gruppo parassitario, incapace di produrre ricchezza, e dedito soltanto al consumo di una ricchezza che era stata ricevuta in regalo dalla sorte, al più dalla destrezza. E, come conseguenza, si creò una barriera insormontabile alla formazione di un ceto medio imprenditoriale diffuso, unica possibilità per una rinascita economica. Undici anni dopo il quadro non solo viene confermato, ma si sta aggravando. Gli oligarchi hanno avuto il tempo per maturare, ma non sono maturati. E, del resto, poverini, non si poteva aspettare da loro un tale salto di qualità in così poco tempo. Un tagliagole non diventa un raffinato statista in pochi anni. Ecco perché la distanza tra ricchi e poveri in Russia aumenta a ritmi che sono perfino più travolgenti di quelli americani, il che è tutto dire. Al punto che perfino gli analisti d'oltre oceano cominciano a essere preoccupati. Anche loro non sono anime belle, ma adesso scoprono che gli oligarchi russi cominciano a sbarrare loro il passo, non paghi della straordinaria ricchezza che è capitata nelle loro mani. "La struttura di mercato della Russia - dichiara il direttore di un hedge fund basato a New York, ma che è interamente dedicato al mercato russo - non è normale, è estrema". Non piace agl'investitori esteri il fatto che le azioni delle compagnie russe disponibili sul mercato, cioè la quota "flottante" che può essere comprata o venduta, si vada riducendo e stia ora scendendo dal 30% (già basso) al 27%, con tendenza a scendere ancora. E che ne è della proprietà dei 134 miliardi? Il 46% è nelle mani dei managers e degli "insiders" (oligarchi e prestanome), l'11,5% è nelle mani degl'"investitori strategici" (leggi banche straniere), il 15% è di proprietà del governo federale d di quelli regionali. I piccoli risparmiatori non esistono, nemmeno i piccoli imprenditori, e non potranno esistere nemmeno domani in queste condizioni.

    E l'intera economia russa è sostanzialmente composta di tre settori fondamentali: petrolio e gas, elettricità, compagnie di telecomunicazione rappresentano il 90% del mercato. Il 71% del quale è materie prime energetiche. Nulla di nuovo è stato creato in questi undici anni, come volevasi dimostrare. Ma gli oligarchi - che non pagano le tasse a nessuno - hanno una immensa quantità di denaro fresco e comprano, comprano ancora, anche le azioni delle proprie compagnie, scalano se stessi prima che altri possano arrivare a comprarli, costruiscono fortezze nella speranza che diventino inattaccabili. Finchè il prezzo delle materie prime energetiche resta alto (hanno paura che scenda, con l'Impero che comincia a rivedere i cuoi calcoli) usano il potere del denaro e il Potere di cui dispongono, avendo privatizzato anche lo Stato e il governo, per diversificare la loro area d'influenza. Nessuno può competere con quei flussi di capitale, nemmeno grossi fondi d'investimento statunitensi, che sono in anticamera per entrare e scoprono che non c'è più niente da comprare, o che i prezzi sono troppo alti. Quanto può durare? Non molto. Ma è sufficiente per spiegare perché Vladimir Putin appare così stranamente irresoluto, così incapace di fare scelte chiare, così distratto quando si tratta di individuare e difendere gl'interessi russi. Il problema è che gl'interessi russi, in questo contesto, sono soltanto gl'interessi delle 500 famiglie che hanno comprato la Russia nel saldo di stagione del 1992.

    https://www.feltrinellieditore.it/ne...a-russia-1635/
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  2. #2
    Non dire gatto se...
    Data Registrazione
    19 Aug 2014
    Località
    Macedonia del Nord
    Messaggi
    53,906
     Likes dati
    32,692
     Like avuti
    35,832
    Mentioned
    878 Post(s)
    Tagged
    10 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: La più colossale truffa del xx secolo

    Berezovsky, il padrino che inventò la guerra in Cecenia

    «Cosa penso della guerra in Cecenia? Quello che so è che un bel giorno ho scoperto che i miei vicini di ombrellone, in Costa Azzurra, erano famosi comandanti della cosiddetta resistenza cecena». Così Mikhail Gorbaciov nel corso di un’intervista, a Torino, in occasione del World Political Forum del 2003, presente anche Benazir Bhutto (poi assassinata in un attentato), pronta a denunciare come “terrorista” l’allora presidente del Pakistan, Pervez Musharraf, alleato di Bush: «Non credete a quello che vi raccontano, Musharraf è un dittatore e il network che chiamate Al-Qaeda non si sarebbe mai radicato in Afghanistan senza l’appoggio dell’Isi, il servizio segreto militare pachistano, addestrato dalla Cia». Fiabe tragiche, come quella sull’origine del conflitto ceceno: non una rivolta popolare separatista, ma una secessione artificiale organizzata proprio da Mosca. Per la precisione, dall’allora onnipotente Boris Berezovsky.

    Ci sono le prove, persino i tabulati telefonici: Berezovsky – spiegò Giulietto Chiesa anni fa in un convegno pubblico – organizzò e finanziò la “resistenza” Cecenia bambinicecena su ordine del Cremlino. Nel ’94 Boris Eltsin era così spaventato dal crollo del suo consenso nel paese, che arrivò al punto da “inventare” una guerra, con la speranza di vincerla facilmente, per poter risalire nei sondaggi in vista delle elezioni. L’uomo appena morto a Londra, il principe degli “oligarchi” che la stampa anglosassone ribattezzò “il Padrino del Cremlino”, dipingendolo come uno stravagante esemplare del potere russo, era in realtà una formidabile pedina dell’egemonia occidentale che, con la complicità di Elstin, stava letteralmente spolpando l’ex Urss. Prima ancora di diventare il vero padrone della nuova Russia eltsiniana, Berezovsky fu soprattutto la mente e il braccio della prima guerra cecena, l’alto dirigente che – all’insaputa del mondo e innanzitutto dei russi – contrattò il prezzo della carneficina con Shamil Basaev, ex ufficiale del Kgb, riciclato come leader guerrigliero con Mikhail Gorbaciov e Benazir Bhuttol’ordine di attaccare, a freddo, le guarnigioni federali di stanza nel Caucaso.

    Dopo due anni di massacri, il bilancio parla di almeno 5.500 vittime tra i militari russi e 50.000 feriti, mentre la stima delle vittime civili va dai 50 ai 100.000 morti, con oltre 200.000 feriti e mezzo milione di profughi. I soldati dell’ex Armata Rossa non volevano saperne di combattere la guerra caucasica, terminata solo molti anni più tardi, col decisivo intervento di Vladimir Putin. Già all’inizio del primo conflitto, almeno 800 soldati e ufficiali russi si ribellarono a Mosca. L’11 dicembre del ’94 il generale Eduard Vorobyov fermò il primo attacco missilistico su Grozny: «E’ un crimine – disse – mandare le forze armate contro il mio stesso popolo». A Mosca si dimisero il consigliere per gli affari nazionali di Eltsin, Emil Pain, e il viceministro della difesa, Boris Gromov, eroe nazionale e reduce della guerra in Afghanistan. Boris BerezovskyTra i dimissionari anche un altro generale, Borys Poliakov, che protestò in televisione: «Sarà un bagno di sangue, un altro Afghanistan».

    Figura emblematica dello sfacelo del Cremlino dopo la caduta dell’Urss, Berezovsky divenne celebre per la sua spregiudicatezza, esercitata per lunghi anni al crocevia tra politica e affari, prima di subire l’ostracismo di Putin che lo “esiliò” a Londra. Ma resta probabilmente un personaggio centrale della strategia dell’Occidente per demolire l’ex impero sovietico alla fine della guerra fredda. La tragedia della Cecenia, a lungo ignorata dai media internazionali, trasformò il Caucaso in una grande palestra per guerriglieri e terroristi, preziosa per destabilizzare la Russia e addestrare “mujaheddin” destinati all’Afghanistan, con poderosi finanziamenti provenienti dall’Occidente e da alleati arabi come l’Arabia Saudita. Un drammatico “antipasto” di quello che sarebbe venuto negli anni seguenti, dall’11 Settembre fino all’operazione-Gheddafi in Libia e alla guerra civile in Siria. La Cecenia come grande “laboratorio del genocidio” e incubatore mondiale della “guerra asimmetrica” del terzo millennio: quella che a Gaza stermina periodicamente i civili, tra le ipocrite proteste del super-potere mondiale che i media chiamano “comunità internazionale”.

    https://www.libreidee.org/2013/03/be...ra-in-cecenia/
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  3. #3
    Non dire gatto se...
    Data Registrazione
    19 Aug 2014
    Località
    Macedonia del Nord
    Messaggi
    53,906
     Likes dati
    32,692
     Like avuti
    35,832
    Mentioned
    878 Post(s)
    Tagged
    10 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: La più colossale truffa del xx secolo

    chi si lamenta di putin non ricorda la russia elstiniana, o magari la ricordano e la preferiscono
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    22 Aug 2013
    Messaggi
    17,362
     Likes dati
    2
     Like avuti
    3,149
    Mentioned
    273 Post(s)
    Tagged
    32 Thread(s)

    Predefinito Re: La più colossale truffa del xx secolo

    Citazione Originariamente Scritto da Indra88 Visualizza Messaggio
    chi si lamenta di putin non ricorda la russia elstiniana, o magari la ricordano e la preferiscono
    I russi di sicuro non la preferiscono.

  5. #5
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    01 Jan 2018
    Messaggi
    5,016
     Likes dati
    1,646
     Like avuti
    2,772
    Mentioned
    36 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    1

    Predefinito Re: La più colossale truffa del xx secolo

    Putin per la Russia è stato veramente l'uomo della provvidenza.
    Si tratta di un uomo solo al comando, oppure è espressione di qualche altra forza politica (burocrati, funzionari e militari ex-sovietici)?
    Nel primo caso è un bene, nel secondo ancora meglio.

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 21-12-11, 12:09
  2. [VIDEO] Bernie Madoff e la truffa più grande del secolo
    Di LegittimaOffesa nel forum Destra Radicale
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 09-01-09, 19:57
  3. la truffa del secolo
    Di leolam nel forum Veneto
    Risposte: 8
    Ultimo Messaggio: 01-11-08, 02:05
  4. Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 24-09-02, 00:59
  5. Truffa colossale! Fossi in voi mi indignerei!
    Di Skepto nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 18-03-02, 20:15

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito