In questi ultimi mesi l’Italia è in piena confusione riguardo al da farsi nel prossimo futuro in tema di istruzione. Uno studio dell’Istat, però, ha messo altro pepe in una situazione già burrascosa. L’istituto infatti mostra livelli di scolarizzazione tra i più bassi di tutti i paesi d’Europa.
Nonostante la graduale crescita percentuale dell’Italia in termini di istruzione, il distacco con le altre nazioni è ancora marcato. Nel nostro paese hanno almeno un diploma quasi i tre quarti dei giovani tra i 30 ed i 34 anni, mentre nel resto dell’Ue la media è dell’84%.
La differenza si allarga ancor più prendendo in esame i titoli universitari. In Italia infatti sono il 27,6% le persone tra i 30 ed i 34 anni ad averne uno, il resto dell’Ue si attesa in media sul 40,3%.
Considerando le macro aree del nostro territorio, i dati appaiono molto differenti. I laureati superano il 30% in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento. In queste regioni la quota di persone con al massimo una licenza media è del 15%. In Sicilia, Puglia e Calabria, invece, vi sono i livelli più alti di persone meno istruite.
In Italia l’abbandono anzitempo dell’istruzione dei giovani tra i 18 ed i 24 anni sono diminuite di oltre 20 punti percentuali negli ultimi 26 anni. Tra il 2002 ed il 2019, il distacco rispetto agli altri paesi si è ridotto dal 7,3 al 3,3%.
Nel nostro paese l’incidenza dei quindicenni con competenze insufficienti vede una media superiore rispetto al resto dell’Europa per la comprensione dei testi scritti ed ancor più per matematica e scienze. Ulteriori studi mostrano come, in linea generale, le ragazze hanno risultati migliori nella comprensione testuale rispetto ai ragazzi mentre sono peggiori in matematica. Le donne, nella maggior parte dell’Ue, sono più scolarizzate degli uomini. La media vede un divario del 12,2% (33,8% contro 21,6%)