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    Predefinito Pornografia (riflessioni pro di Wendy McElroy e Marika Ferrero)

    Tratto da uno speciale su A/Rivista Anarchica intitolato Porno e Libertà
    A-Rivista Anarchica

    Il porno fa bene

    di Wendy McElroy

    Le donne possono trarre beneficio dalla pornografia, sia in ambito politico sia in ambito personale.
    Lo afferma una femminista canadese, che respinge tutte le critiche rivolte al mondo del porno.


    “La pornografia beneficia le donne, sia personalmente sia politicamente”. Questa frase apre il mio libro XXX: A Woman's Right To Pornography (St. Martin's Press, New York, 1997) e costituisce una difesa della pornografia ancora più estrema rispetto a quella con cui la maggior parte delle femministe ha dimestichezza. Sono arrivata a sostenere questa posizione dopo anni di interviste a centinaia di lavoratrici del sesso.
    Attualmente le posizioni femministe sulla pornografia si dividono in tre categorie. La posizione più comune - almeno nel mondo accademico - è che la pornografia sia espressione della cultura maschile attraverso la quale le donne vengono mercificate e sfruttate. Una seconda visione, la posizione liberale, mette insieme il rispetto per la libertà di parola con il principio di “un corpo, un diritto”, producendo così una difesa della pornografia lungo la linea del “non approvo, ma ognuno ha il diritto di consumare e produrre parole e immagini”. Una terza visione - una vera difesa della pornografia - è propria di quelle femministe che vengono etichettate come pro-sex e che sostengono che il porno abbia benefici per le donne.

    Femminismi anti-pornografia
    Tra queste tre posizioni non esiste molto dialogo. Le femministe anti-pornografia trattano le donne in disaccordo con loro come vittime raggirate dal patriarcato e come apologeti dei pornografi. Nel libro Sexual Liberals and the Attack on Feminism, la curatrice Dorchen Leidholt afferma che le femministe che credono che le donne facciano le loro scelte in materia di pornografia stanno diffondendo una “felice menzogna” (p. 131). Nello stesso lavoro, Sheila Jeffreys sostiene che le femministe pro-sex “erotizzano il dominio e la subordinazione”. Wendy Stock accusa le femministe per la libertà di parola di identificazione con i loro oppressori “proprio come [...] i prigionieri dei campi di concentramento con i loro carcerieri” (p. 150). Andrea Dworkin le accusa di gestire un “racket della protezione del sesso” (p. 136) e asserisce che chi difende la pornografia non può dirsi femminista.
    Le femministe liberali che non sono a loro agio con la pornografia vengono forzatamente tenute sotto silenzio. Quelle che continuano a dire la loro, come Nadine Strossen (autrice di Defending Pornography), presidentessa (fino al 2008, ndr) dell'American Civil Liberties Union (organizzazione non governativa statunitense orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali, ndr), vengono ignorate. Per esempio, Catharine MacKinnon si è diverse volte rifiutata di dividere il palco con Nadine Strossen e con qualsiasi donna difendesse la pornografia. Le femministe pro-sex - molte delle quali sono o sono state lavoratrici del sesso - rispondono spesso con la rabbia, piuttosto che con le argomentazioni.
    Ma andando al cuore della questione, quali sono sostanzialmente le domande avanzate da ognuna delle tre prospettive femministe?
    Page Mellish dell'organizzazione “Femministe che combattono la pornografia” (Feminists Fighting Pornography) ha dichiarato: “Non c'è questione femminista che non sia radicata nel problema della pornografia”. Nel suo libro Only Words, MacKinnon [...] considera la pornografia un atto di violenza sessuale in sé.
    Perché la pornografia è vista come argomento centrale del femminismo moderno e come un intrinseco atto di violenza sessuale? La risposta risiede nell'ideologia del femminismo radicale che Christina Hoff chiama “femminismo di genere”.
    Il femminismo di genere guarda la storia e vede un'ininterrotta oppressione delle donne per mano degli uomini che attraversa le barriere culturali. Per il femminismo di genere, l'unica spiegazione plausibile è che donne e uomini siano da considerarsi come classi separate e antagoniste i cui interessi necessariamente confliggono. Gli interessi maschili sono espressi e mantenuti attraverso la struttura capitalistica conosciuta come “patriarcato”.
    La radice di questo antagonismo è così profonda che si trova nella stessa biologia maschile. Per esempio nel libro considerato “spartiacque” Against Our Will (Contro il nostro volere) Susan Brownmiller rintraccia l'inevitabilità dello stupro al periodo di Neanderthal quando gli uomini usavano i loro organi genitali come armi. Brownmiller scrive: “Credo che, dalla preistoria al presente, lo stupro abbia giocato un ruolo fondamentale. Non è altro che un processo conscio di intimidazione attraverso il quale tutti gli uomini mantengono le donne in uno stato di paura”. Come Brownmiller abbia acquisito questa conoscenza sul sesso in età preistorica è comunque sconosciuto.
    Un altro cardine dell'oppressione di genere è che il sesso sia una costruzione sociale. Le femministe radicali respingono quello che loro chiamano “essenzialismo sessuale” - l'idea che il sesso sia una forza naturale basata sulla biologia che fa propendere le donne verso tendenze naturali come la maternità; anche le preferenze sessuali, come l'eterosessualità, non sarebbero biologiche, ma derivano dall'ideologia.
    Gli uomini costruiscono la sessualità delle donne attraverso parole e immagini della società [...]. Dopo questa costruzione gli uomini commercializzano la sessualità delle donne e la mettono in vendita sotto forma di pornografia. In altre parole, l'uomo definisce la sessualità della donna attraverso il porno - una definizione che determina ogni aspetto del suo ruolo nella società. Per mettere fine all'oppressione, il patriarcato e le sue narrazioni devono essere distrutti.

    Tra censura e libertà di scelta
    Il femminismo liberale è un'estensione del femminismo degli anni Sessanta che chiedeva per le donne l'uguaglianza con gli uomini, i quali non erano considerati oppressori, ma piuttosto partner riluttanti da educare. Eguaglianza non significava distruzione del sistema corrente, ma riforma attraverso misure quali la “discriminazione positiva”. Il principio liberale “un corpo, un diritto” sottintende argomenti che vanno dal diritto all'aborto, alla libertà di condurre il proprio stile di vita, come per il lesbismo. L'accento era posto sull'atto della scelta, piuttosto che sul contenuto di questa.
    Le femministe liberali condividono la tendenza liberale verso la libertà di parola, ma hanno diverse opinioni quando si tratta di pornografia. Alcune organizzazioni liberali come la Feminists for Free Expression (FFE) si è sistematicamente opposta alla censura in ogni forma. Alcune femministe liberali come Sallie Tisdale (autrice di Talk Dirty to Me) hanno fermamente difeso la libertà sessuale. Ma molte femministe liberali ragionano comunemente come segue: “Come donna sono inorridita da Playboy, ma come scrittrice comprendo la necessità della libertà di espressione”.
    Queste argomentazioni non sono favorevoli alla pornografia; sono però contrarie alla censura per diversi motivi, tra cui: grandi opere d'arte e letterarie sarebbero bandite; il primo emendamento della costituzione americana sarebbe violato; l'espressione politica sarebbe soppressa; la cultura creativa richiede libertà di parola.
    Altre femministe liberali, che hanno accettato molti assunti ideologici della posizione anti-pornografia, sembrano voler sacrificare la libertà di parola per il più alto bene della protezione delle donne. Per esempio, condannano la libera commercializzazione delle donne come “parti di corpo” che le mortifica. [...]
    Negli ultimi anni un numero crescente di femministe - rinominate pro-sex - ha difeso la scelta delle donne di partecipare e consumare pornografia. Alcune di queste donne, come Nina Hartley, sono o sono state lavoratrici del sesso; sanno per esperienza personale che prendere parte alla pornografia non è una scelta forzata e quanto questa possa essere arricchente. Le femministe pro-sex mantengono un'interpretazione coerente del principio “un corpo, un diritto” e insistono nell'affermare che ogni scelta serena sul proprio corpo deve essere protetta in caso non venisse rispettata.
    Alcune volte le argomentazioni pro-sex sembrano sovrapporsi a quelle del femminismo liberale. Per esempio, entrambe esprimono preoccupazione riguardo a chi agirà da censore, perché parole soggettive come “degradante” verranno interpretate secondo il volere del censore. La legge che ha bandito Margaret Sanger perché ha utilizzato le parole sifilide e gonorrea non è diversa, nel principio, da quella che oggi vuole decifrare cosa sia osceno. [...] Sui pericoli della censura della pornografia, le femministe pro-sex e le femministe liberali sono spesso d'accordo; ma sui possibili benefici della pornografia per le donne, il loro accordo finisce.

    Se le critiche non sono fondate
    Le critiche lanciate alla pornografia riescono a resistere ad un esame accurato?
    La pornografia è degradante per le donne. Degradante è un termine soggettivo. Per esempio io trovo estremamente degradanti le pubblicità in cui le donne provano felicità orgasmica per il sapone. La conclusione è che ogni donna ha il diritto di definire da sé cosa sia degradante e liberatorio.
    La supposta abiezione è spesso legata all'oggettivazione delle donne: è così, il porno le trasforma in oggetti sessuali. Ma cosa significa? Se preso letteralmente, non significa niente perché gli oggetti non hanno sessualità; solo gli esseri ce l'hanno. Ma affermare che il porno raffigura le donne come “esseri sessuali” sarebbe retorica spicciola.
    Di solito il termine “oggetti sessuali” sta a significare la messa in mostra di donne come parti del corpo, riducendole a oggetti fisici. Cosa c'è di sbagliato in questo? Le donne sono tanto i loro corpi quanto sono le loro menti e le loro anime. Nessun si offende se si presentano le donne come “cervelli” o come esseri spirituali. È degradante se mi concentro sul senso dell'umorismo di una donna escludendo le sue altre caratteristiche? Perché è degradante focalizzarsi sulla sua sessualità?
    La pornografia porta alla violenza contro le donne. [...] Studi ed esperti non sono d'accordo con l'affermare che esista una relazione tra pornografia e violenza, tra immagini e comportamenti. Persino il Meese Commision Report, favorevole alla censura, ha ammesso che i dati che mettevano in relazione la pornografia con la violenza non erano affidabili.
    Altri studi, come quello della femminista Thelma McCormick del 1983 per la Metropolitan Toronto Task Force sulla violenza contro le donne non hanno trovato il modo di collegare il porno e i crimini sessuali. Incredibilmente la Task Force ha bloccato lo studio riassegnandolo ad un uomo favorevole alla censura che è riuscito ad ottenere i risultati “corretti”. Lo studio è stato così pubblicato.
    E per quanto riguarda i riscontri che arrivano dal mondo reale? In Giappone, dove i porno a fumetti e la violenza brutale sono largamente disponibili, il tasso di stupri è molto più basso rispetto agli Stati Uniti, dove la violenza all'interno del porno è sottoposta a rigorose restrizioni.
    La pornografia è sinonimo di violenza perché le donne vengono costrette a parteciparvi. Nessuna delle decine di donne riportate in materiali pornografici con le quali ho parlato ha riportato di essere stata costretta; nessuna delle donne che conosco lo è stata. Tuttavia non ignoro i report sulla violenza: ogni industria ha i suoi abusi. E chiunque usi la forza o minacci una donna per farla esibire dovrebbe essere accusato di rapimento, aggressione e/o stupro. Ogni foto o film di questo genere dovrebbe essere confiscato e bruciato poiché nessuno ha il diritto di beneficiare di qualcosa che sia frutto di un atto criminale.
    La pornografia è violenza perché le donne che prendono parte a un porno sono così traumatizzate dal patriarcato che non possono dare un autentico benestare. Nonostante le donne che prendono parte alla pornografia sembrino consenzienti, le femministe anti-pornografia sostengono che nessuna donna psicologicamente sana acconsentirebbe alla degradazione derivante dal porno. Di conseguenza, se sembra essere presente un accordo è perché le donne “si sono innamorate dei loro oppressori” e devono essere salvate da loro stesse.
    Una caratteristica comune a tutte le porno attrici che ho intervistato è l'amore per l'esibizionismo. Già se una di queste donne dichiara il proprio divertimento nello sfoggiare il proprio corpo, le femministe anti-pornografia rispondono che non si tratta semplicemente di un essere umano unico che risponde in base alla diversa personalità e al diverso background; si tratta di una donna psicologicamente danneggiata e non più responsabile delle proprie azioni. In sostanza, siamo di fronte alla negazione del diritto della donna di scegliere qualsiasi cosa al di fuori del ristretto corridoio delle scelte politicamente e sessualmente corrette.
    Il diritto di scelta dipende dal diritto di fare scelte “sbagliate”, esattamente come la libertà di religione sottintende la libertà di essere atei. Dopotutto nessuno può evitare ad una donna di fare quello che ritiene di dover fare.

    Fornire informazioni e rompere stereotipi
    In quanto femminista pro-sex sostengo fermamente che: la pornografia benefici le donne, sia personalmente sia politicamente. Le fornisce informazioni sulla sessualità ad almeno tre livelli:
    - fornisce una visione panoramica delle possibilità sessuali nel mondo. Questo è vero persino per informazioni sessuali basilari come quelle sulla masturbazione. Non è infrequente per le donne arrivare all'età adulta senza conoscere il modo per fornirsi da sole il piacere;
    - permette alle donne di sperimentare in modo “sicuro” le alternative sessuali e soddisfare una sana curiosità sessuale. Il mondo è un posto pericoloso. Per contro, la pornografia può essere una risorsa di solitario apprendimento;
    - offre informazioni emotive che arrivano o dall'esperienza diretta o dall'esperienza per conto di altri. Ci fa capire come ci “sentiremmo” se facessimo una determinata cosa.
    La pornografia permette alle donne di godersi situazioni e scene che nella vita reale rifuggirebbe fortemente. Prendiamo, per esempio, una delle fantasie più comuni riportate dalle donne – la fantasia di “essere prese”. La prima cosa da capire è che la fantasia dello stupro non rappresenta il desiderio per la cosa reale. Perché una donna sana dovrebbe fantasticare sull'essere stuprata? Forse perdendo il controllo, perderebbe anche tutto il senso di responsabilità e di colpevolezza che la legano al sesso. Forse è esattamente l'opposto del sesso educato e gentile che fa solitamente. Forse trova lusinghiero immaginare che un uomo sia così sopraffatto da lei che debba per forza averla. Forse è curiosa. Forse ha pensieri masochisti che affiorano attraverso le fantasie. È meglio reprimerli?
    La pornografia rompe gli stereotipi culturali e politici in modo che ogni donna possa interpretare da sé il sesso. Le anti-femministe dicono alle donne che devono vergognarsi dei loro appetiti e dei loro desideri sessuali. La pornografia dice loro di accettarli e di goderseli. La pornografia può essere una terapia. La pornografia fornisce uno sfogo a quelli che - per qualsiasi ragione - non hanno un partner sessuale. Forse sono lontani da casa, vedovi da poco, isolati a causa di una infermità. Forse semplicemente scelgono di stare da soli.
    Anche le coppie usano la pornografia per migliorare la loro relazione. Talvolta lo fanno da soli, guardando video e esplorando insieme le loro reazioni. Talvolta le coppie si rivolgono ad un sessuologo che consiglia di usare la pornografia come un modo per aprirsi alla comunicazione sul sesso. Condividendo la pornografia, le coppie sono in grado di fare esperienza della varietà della loro vita sessuale senza dover commettere adulterio.
    La pornografia beneficia le donne sul piano politico in molti modi. Storicamente, pornografia e femminismo sono state compagne di viaggio e alleati naturali. Nonostante non sia possibile tracciare una linea tra l'ascesa della pornografia e l'ascesa del femminismo, entrambe fanno appello alla stessa condizione sociali - vale a dire, la libertà sessuale.
    La pornografia è la libertà di parola applicata al campo della sessualità. La libertà di parola è l'alleato di coloro che sono alla ricerca del cambiamento: è il nemico di chi cerca di mantenere il controllo. La pornografia, insieme alle altre forme di eresia sessuale come l'omosessualità, dovrebbe godere della stessa protezione di cui godono le eresie politiche. Questa protezione è ancora più importante per le donne, la cui sessualità è stata controllata dalla censura attraverso i secoli.
    Guardare pornografia potrebbe avere un effetto catartico sugli uomini che hanno desideri sessuali violenti nei confronti delle donne. Se questo è vero, limitare la pornografia significa rimuove la barriera protettiva tra le donne e l'abuso.
    Legittimare la pornografia proteggerebbe le lavoratrici del sesso che sono stigmatizzate dalla società. Quando le femministe anti-pornografia trattano le lavoratrici del sesso come “donne indottrinate”, di fatto indeboliscono la loro sicurezza.
    La dottoressa Leonor Tiefer, una professoressa di psicologia, ha osservato nel suo saggio On Censorship and Women: “Queste donne hanno fatto appello alle femministe per avere supporto, non rifiuto. [...] Le lavoratrici dell'industria del sesso, come tutte le donne, stanno combattendo per la sopravvivenza economica e per una vita decente e se il femminismo significa qualcosa, questo qualcosa è sorellanza e solidarietà con queste donne”. [...]

    Wendy McElroy

    traduzione di Carlotta Pedrazzini

    Originariamente apparso in Free Inquiry magazine (vol. 17, n. 4) con il titolo “A Feminist Defense of Pornography”



    Ma il sesso è un'arma rivoluzionaria

    intervista di Michele Salsi a Marika Ferrero, associazione Bocca di Rosa

    Liberarsi dalle sovrastrutture in ambito sessuale può farci progredire anche sul piano socio-politico.


    Marika Ferrero è fondatrice dell'associazione culturale Bocca di Rosa. Composta da lavoratori del porno, propone performance in cui pornografia e arte si incontrano, per affermare la libertà di ognuno di vivere ed esprimere la propria sessualità nella piena libertà e nel rispetto del prossimo.

    Sappiamo cosa sono state la liberazione femminista e la rivoluzione sessuale nel movimento del ‘68, nel movimento hippie in America e in generale negli anni ‘70: si è arrivati ad una maggiore libertà per la donna e per il sesso. Tuttavia resta ancora molto da fare, perché forse quella avvenuta è stata una rivoluzione dell'immagine più che della sostanza. Per esempio, oggi è accettato che già ragazzi di 13 anni abbiano rapporti sessuali e provino ogni tipo di trasgressione e si tende ad identificare questi fatti con la libertà, mentre forse la vera rivoluzione (o evoluzione) resta ancora da fare. Oggi non si percepisce più la necessità o l'urgenza di affrontare problemi di questo tipo, perché ci si sente appagati da una finta libertà esposta in vetrina. Sono infatti ancora attuali le parole di John Lennon: ”Viviamo in un mondo dove bisogna nascondersi per fare l'amore, mentre la violenza è alla luce del sole”. Qual è la posizione della vostra associazione a riguardo e come pensi si possa agire per migliorare le cose?
    Pensiamo anche noi che la vera rivoluzione debba ancora venire, per citare un esempio tra i più palesi, la maggior parte dei ragazzini di 13 anni di cui mi parli consumano pornografia e purtroppo ne traggono ispirazione, per cui vivono spesso complessi interiori per paura di non esser all'altezza di quelle performance mitizzate e innaturali. E questo purtroppo avviene non solo tra i ragazzi in età adolescenziale, ma anche tra uomini adulti. Miriamo a combattere quest'idea di pornografia superata e maschilista, che non ha un minimo interesse per il piacere individuale e per far cadere questi muri di sessismo, cercando di creare un'armonica ricerca della complementarietà tra l'universo maschile e quello femminile. Se riuscissimo a tramandare l'idea che fare l'amore dev'essere un'esperienza gioiosa e naturale, e non un tabù da condannare, molte persone riuscirebbero a trovare una risposta o uno sfogo alle proprie pulsioni, senza farle sfociare in repressione, e quindi in violenza. In questo modo si potrebbe davvero fare l'amore alla luce del sole, e iniziare a rendere tabù la violenza.

    Un'esperienza anche artistica
    La liberazione sessuale ha coinciso con il periodo della mercificazione del mondo, con la trasformazione dell'essere umano in consumatore e, sulla scia di questi cambiamenti, anche il porno è diventato un grande business. Hai dichiarato che l'intento dell'associazione Bocca di Rosa è anche di cambiare il mondo del porno, visto come un establishment con i suoi schemi e le sue regole. Questo ha infatti dei risvolti piuttosto tristi, con il prodotto-porno (anche quando “gratuito”) che viene consumato in un contesto di isolamento, attraverso media tecnologici, magari per sfogare delle pulsioni che devono esser represse nella vita quotidiana. Il tuo approccio, da quanto mi è sembrato di capire, vuole tentar di cambiare il porno integrandolo con la sfera artistica. Tu quali benefici pensi possa trarre dalla contaminazione artistica? E, per contro, può il porno dare nuova linfa al mondo dell'arte?
    Siamo fermamente convinti che la sessualità debba essere usata come mezzo di espansione mentale, è un po' questo il nostro obbiettivo finale e, contaminando l'ambiente della pornografia con l'arte, questo non può che risultare più semplice. La nostra idea è di illuminare un luogo ancora così sconosciuto come la sessualità con l'esperienza e la creatività performativa che contraddistinguono tutti/e quelli/e che ci seguono nel nostro progetto, ma anche nella nostra filosofia di vita.
    L'arte può essere utilizzata in maniera meravigliosa, dall'autoproduzione alla fotografia, dai video all'arte di strada unita all'erotismo, per spettacoli completamente nuovi; noi ce la metteremo tutta per riuscirci.

    Il regista Silvano Agosti ama rimarcare come la famiglia sia una delle grandi catene che mantengono prigioniero l'uomo nella sua ”servitù volontaria”; famiglia intesa soprattutto come il legarsi ad una persona e vivere nello stesso spazio per una vita intera. Alla famiglia non sfuggono nemmeno le pornostar, che pur avendo tanti rapporti sessuali con persone diverse, percepiscono il sesso principalmente come un'attività professionale a cui è affiancata una vita sentimentale più o meno ”normale” con un partner fisso. Non voglio fare la classica domanda se esiste il sesso senza amore e altre banalità del genere. Piuttosto chiedo a te in quanto pornostar, ma anche “attivista del sesso”, se pensi sia nell'essenza dell'essere umano legarsi ad una persona e condividere esclusivamente con quella la vita sessuale e affettiva. Quali e quanto ampi sono i margini di cambiamento che riesci ad intravedere, in un contesto culturale che è largamente condizionante e limitante?
    Amo sottolineare che per noi il nostro non è solo un progetto, è una filosofia di vita e io personalmente credo si possa mettere amore in tutto ciò che si fa, amando la persona con cui interagiamo in quel momento, qualsiasi sia il tipo di interazione. Io ho sempre vissuto la mia vita con totale libertà e apertura sessuale, perché vedevo vicino a me, nelle persone che la vivevano tutti i giorni, che funzionava, funzionava perfettamente. Per la società alcune pratiche sessuali vengono dichiarate perverse o anormali, rispetto a una supposta normalità, che poi è quella eterosessuale e monogama. Liberandosi da alcune strutture e sovrastrutture mentali si riescono a fare dei passi avanti anche nella società, per questo secondo me l'esclusività sessuale e affettiva non è nell'essenza dell'essere umano, ma un target che ci è stato imposto culturalmente, e che può rientrare o meno nei nostri piaceri e gusti personali. Qualunque sia la nostra preferenza, restando in armonia con il/i partner, oggi come oggi non dovrebbe esser più oggetto di discriminazione.



    Liberarsi dai tabù
    Voi sottolineate come l'associazione Bocca di Rosa sia prevalentemente formata da donne e che l'obiettivo dell'associazione è quello di unire la liberazione del sesso alla condizione della donna. La “filosofia” che state avanzando, però, è in un certo senso in antagonismo con altri gruppi femministi, penso ad esempio al caso delle ucraine di Femen che si son fatte conoscere con proteste spettacolari per denunciare il dilagare della prostituzione femminile e la mercificazione delle donne nei paesi dell'est europeo.

    Nello specifico, la tua attività mi sembra invece più in assonanza con quella della “porno-rivoluzionaria” Valentina Nappi, che si è fatta notare in questi ultimi anni: per quanto davvero esistano situazioni drammatiche dietro a tante prostitute che stanno giorno e notte sulle strade, Valentina vuole rivendicare il diritto ad essere ”zoccole”, che è uno dei tanti tabù rimasti dietro all'immagine fittizia dell'estrema libertà sessuale nel nuovo millennio. Un approccio che mi sembra più simile alla visione poetica, ma anche rivoluzionaria, della Bocca di Rosa di De André.


    La vostra associazione cos'ha da dire su questa dualità tra la mercificazione del corpo e la poesia delle prostitute?
    Questo è uno dei punti su cui ho cambiato opinione nella mia vita, prima di riuscire a ritrovare la mia vera armonia con il mio corpo e con l'universo maschile. Penso davvero che esistano molte Bocca di Rosa, e se la prostituzione dev'essere chiamata mercificazione del corpo e la pornografia no, io non ci sto. Ho visto un sacco di puttane felici, e un sacco di pornostar che vivevano tutti i giorni sull'orlo di una crisi di nervi. Ogni donna deve avere il diritto di esprimere emozioni attraverso il proprio corpo come meglio crede, combattendo i target imposti dalla nostra società condizionata da maschilismo, femminismo e sessismo in genere. Come il grande De André vogliamo superare l'immagine di prostituta che tanto si tende a condannare, regalando all'amor pagato un'immagine poetica e allo stesso tempo (come nella battaglia per l'assistenza sessuale ai disabili) socialmente e culturalmente utile.

    Oggi ci sono donne capo di stato, ministri donna, sindaci donna, forse si avranno anche donne sacerdotesse. Possiamo dire che negli anni le donne si sono guadagnate il diritto di portare i pantaloni. Ma dal mio punto di vista di maschio femminista la sfida è tutt'altra, ossia non fermarsi a rimpiazzare gli uomini nei loro ruoli, ma portare al potere l'amore generatore di vita che la donna può rappresentare.
    Nella disputa sull'equiparazione dei sessi, qual è la vostra posizione?
    Non vogliamo rivendicare diritti e pretendere doveri, ma esaltare e far conoscere, attraverso il nostro progetto, le potenzialità femminili, metterle a confronto con quelle maschili, e avviare un processo di crescita umana che possa arricchirsi nel tempo grazie alla condivisione di esperienze e all'interazione tra le più diverse realtà personali e sociali. Ogni donna ha le proprie aspirazioni e i propri sogni, lottando può trovare mezzi per realizzarli e questa è proprio una delle sfide nate con la nostra associazione. Per farvi capire il mio pensiero, vi cito una frase di Beatriz Preciado: “Considero la pornografia un dispositivo di controllo biopolitico che storicamente è stato funzionale alla società patriarcale per imporre una determinata visione della sessualità. Il nostro modo di vivere la sessualità, e possiamo esserne consapevoli o meno, è strettamente correlato ai modelli visuali e narrativi coi quali entriamo in contatto”. Da qui l'obbiettivo di far percepire la pornografia diversamente, dare messaggi e stimoli differenti a uomini e donne, e creare con la sessualità una condivisione fisica e mentale di esperienze.

    Ad anni di distanza dalle performance della pornostar Cicciolina, oggi spesso ridicolizzata per le sue performance con i cavalli, tu da pornostar e da persona direttamente coinvolta nelle tematiche, ti senti di dare un giudizio sul partito dell'amore? Pensi che la politica di partito possa allearsi con il porno?
    L'idea del Partito dell'Amore di base era molto valida, dare vita alla prima esperienza italiana di antipolitica, anche se realmente non so quanto sia stato così. Il porno aveva allora attorno un grande business, e il business con l'antipolitica non va molto d'accordo. C'è da dire che per fortuna sono nati davvero dei movimenti. Il Post-Porno vuole anche essere una forma di lotta politica. Nel sesso c'è politica: se ci liberiamo da certe sovrastrutture nel privato, potremo fare dei passi avanti anche nella società.

    Così come l'uso della cocaina, le macchine di lusso e i cenoni, anche la frequentazione di prostitute viene vista come caratteristica di certi ambienti elitari e quindi segno di benessere, di godimento della vita, che genera addirittura invidia sociale. Si può usare invece il sesso come strumento di liberazione dal basso? Avete mai pensato a quali sono le azioni concrete che possono portare a un'evoluzione del sesso e a una sua liberazione generalizzata?
    Il bisogno di sfoggiare continuamente la nostra ricchezza è una delle più grandi rovine della società odierna. Come può un uomo pretendere di ricevere rispetto da una donna che tratta come un oggetto? Ci sarebbe bisogno di più prostitute come quelle descritte nelle frasi di De André, lì si potrebbe davvero pensare al sesso come uno strumento di liberazione dal basso. Le azioni concrete possono essere moltissime, per ora noi ci limitiamo a viverle tutti i giorni come principi della nostra vita, e a trasmettere il nostro pensiero alle persone che incontriamo sul nostro cammino attraverso i nostri lavori.

    Contro i criteri mainstream
    Leggendo la descrizione della vostra associazione ho notato che viene spesso ripetuta la parola Eros e suoi derivati. La differenza generica tra porno ed erotismo è data dal fatto che l'eros risulta essere una versione più politically correct o se vogliamo meno “scandalosa” e “volgare” del porno. In realtà la distinzione è una questione filosofica, affrontata anche da Carmelo Bene che ha distinto l'Eros, romantico e sentimentale, dal Porno, visto come abbandono, smarrimento dell'Io nel desiderio del desiderio. Ora non ti chiedo una disputa filosofica, ma in quanto testimone diretto, come puoi descrivere la tua attività di porno-attrice, quale sono le sensazioni che provi a livello emozionale, quali emozioni pensi di trasmettere ai tuoi partner e ai tuoi osservatori esterni?
    Penso che ci siano molte persone che hanno voglia di “raccontare” il proprio erotismo e io sono una di quelle. L'energia che provo quando sono davanti alla telecamera è amplificata, perché ho una voglia viscerale di trasmetterla a chi è dall'altra parte, con la gioia e la semplicità che per me caratterizzano il sesso. Crediamo sia questo il segreto, valorizzare menti e corpi troppo offuscati dai finti canoni estetici e mitizzati di fisicità e piacere, caratteristiche del porno mainstream.

    Michele Salsi



    Noi, Bocca di Rosa

    Non solo un omaggio a De Andrè, ma l'omaggio all'idea della gioia per il sesso che si respira nella canzone e alla denuncia del falso perbenismo che lo ostacola.
    L'associazione Bocca di Rosa nasce dalle esperienze trasversali nell'ambito del mondo hard, e non solo, dei soci fondatori e si propone come obbiettivo fondante la ricerca della libertà di ognuno di vivere ed esprimere la propria sessualità nella piena libertà e nel rispetto del prossimo.
    L'associazione si batte per dare vita ad una pornografia che si fondi sul rispetto, che sappia mettere in risalto la naturalezza della sessualità senza gravarla di beceri “stereotipi e pregiudizi”; per far conoscere il mondo poco conosciuto e spesso frainteso del BDSM; per sdoganare il tabù di sessualità e disabilità; per la libertà di scelta di genere.

    Associazione Bocca di Rosa
    associazioneboccadirosa@gmail.com

  2. #2
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    Predefinito Re: Pornografia (riflessioni pro di Wendy McElroy e Marika Ferrero)

    Ci sta anche che faccia schifo.

    Il punto è se occorra mettere paletti o meno all’internet.
    Se è no la risposta a me van bene anche i nazisti cannibali e squartatori (❤️)
    se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...

  3. #3
    Super Troll
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    Predefinito Re: Pornografia (riflessioni pro di Wendy McElroy e Marika Ferrero)

    Se sono film ok

  4. #4
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    Predefinito Re: Pornografia (riflessioni pro di Wendy McElroy e Marika Ferrero)

    non ho voglia di scoglionarmi a leggere tutto il papiro.
    Mi limitero' a ribadire l'evidenza gia' ampiamente dimostrata che la pornografia e' cosa buona e giusta

 

 

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