L’ansia di tornare al “come eravamo prima” vista e letta in molti media e social fa intendere che l’uomo non sta facendo tesoro della terribile lezione che la natura gli sta impartendo, e che non vede l’ora di tornare al “come eravamo prima” convinto che tutto ciò che stiamo vivendo sia solo frutto del caso o di un incidente di laboratorio.
Come sempre l’uomo è ingenuo, ignorante e presuntuoso e si limita a dare delle spiegazioni semplicistiche a una malattia che non può essere solo frutto del caso o di un incidente di laboratorio.
Il grande Paracelso attribuiva la causa e l’origine della malattia a cinque “enti”: L’ENTE NATURALE, L’ENTE ASTRALE, L’ENTE VELENOSO, L’ENTE SPIRITUALE, l’ENTE DIVINO.
Sull’ente naturale e su quello velenoso la scienza moderna è “sufficientemente” preparata e capace di dare delle risposte. La scienza moderna, essendo essenzialmente una scienza materialista una scienza cioè che tiene conto solo dei componenti fisici dell’uomo, è però totalmente incapace di prendere in considerazione, in tutti i casi in cui affronta il male, le componenti astrale, spirituale e men che meno quello divino.
Per quello divino la scienza ha “delegato le religioni” (Reghini) che sono basicamente fideistiche, intolleranti, fanatiche e quindi incapaci di coniugare le loro conoscenze teologiche con i gli studi scientifici.
Sugli altri “enti” scienza e religioni brancolano nel buio: conoscono le stelle e i pianeti come i bambini che di notte alzano gli occhi al cielo e restano incantati dal turbinio delle stelle ed hanno di Dio una visione infantile o deviata ed una palese ignoranza delle “cause karmiche delle malattie” (Paracelso).
Stando così le cose gli uomini non vedono l’ora di tornare “al come eravamo prima” perché nessuno, ripeto NESSUNO, è in grado di prospettare un cambiamento radicale nella vita di tutti i giorni, nella politica, nel costume e soprattutto nella medicina che continuerà a essere trattata con quella visione materialistica che cura solo l’uomo fisico con tutti i limiti che una visione unilaterale comporta. E senza un cambiamento radicale di stile di vita e di riconquista dei valori basici dell’uomo integrale, teniamoci pronti alle sofferenze e ai lutti delle prossime pandemie.
In conclusione, come tante volte nella storia dell’umanità, l’uomo dimentica facilmente le lezioni del passato, non apprende nulla e non fa tesoro delle disgrazie che si abbattono su di lui e non per caso.