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  1. #11
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    L'UE

    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #12
    ___La Causa del Popolo___
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

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  3. #13
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    Ambrose Evans-Pritchard: senza unione fiscale, l'Unione Europea è destinata a sgretolarsi



    di Ambrose Evans-Pritchard - The Telegraph

    La pandemia si è trasformata in uno shock asimmetrico infido per diverse nazioni della zona euro.



    Le economie forti emergeranno ancora più forti in termini relativi. I deboli emergeranno molto più deboli. Il divario tra Nord e Sud rischia di diventare un abisso.



    La Germania sta impegnando 1 trilione di euro per preservare il suo nucleo industriale ed economico. Garantisce € 550 miliardi di debito societario attraverso la banca statale KfW. Sta stracciando le norme sugli aiuti di Stato per consentire € 100 miliardi di iniezioni di capitale. Fornisce 50 miliardi di euro per le piccole imprese e i liberi professionisti. Il pacchetto ammonta al 30% del PIL.



    L'Italia non può rischiare tali passaggi. Le misure fiscali dirette sono un magro € 25 miliardi. Questo potrebbe presto aumentare, ma l'onere grava su spalle molto deboli.



    Il paese ha emesso garanzie fino a € 350 miliardi per le banche e i prestiti per evitare una stretta creditizia. Ciò intreccia ulteriormente il “circolo vizioso sovrano/bancario" dal 2011 - sempre e solo in remissione, in attesa della prossima crisi.



    “Ognuno gioca per se stesso. Quelli che hanno munizioni le usano, ma altri no e le misure europee sono molto limitate", ha dichiarato Lorenzo Codogno di LC Macro.



    Goldman Sachs prevede che l'economia italiana si contrarrà dell'11,6% quest'anno. L’indebitamento esploderà. Il rapporto debito/PIL supererà il 150% del PIL in breve tempo - territorio inesplorato per un mutuatario sub-sovrano senza leve monetarie o di cambio sotto il proprio controllo e con un sistema bancario che commercia a livelli di pericolo anche prima del colpo pandemico.



    Né la Spagna, il Portogallo, la Grecia o Cipro possono permettersi di farsi strada attraverso la crisi e tutti sono devastati dal crollo del turismo. Goldman pensa che l'economia spagnola si contrarrà del 10% quest'anno e il rapporto debito/PIL aumeneterà di 22 punti percentuali giugendo al 120% del PIL.



    L'euro sarà inservibile se le nazioni del Club Med usciranno in frantumi da Covid-19, le loro industrie saranno distrutte, affrontando di nuovo disoccupazione di massa prima che si siano ripresi dall'eccessiva austerità e dalla deflazione del debito dell'ultimo decennio. L'UEM è sopravvissuto a una depressione nell'Europa meridionale. Non sopravviverà a due.



    “Questo è un momento molto pericoloso per l'Europa. Il PIL italiano è ancora del 5% inferiore ai livelli del 2008 e ora è colpito da un altro shock da cui potrebbero volerci dieci anni per riprendersi", ha detto Codogno, che è stato capo economista del tesoro italiano durante l'ultima crisi.



    Gli Stati creditori del nord affrontano il loro momento di crisi "hamiltoniana". Faranno finalmente quello che fece la Virgina nel 1790 quando fu d'accordo - come il più ricco dei 13 stati - a mettere in comune i costi legati alla guerra rivoluzionaria e istituire un Ministero del Tesoro Federale americano con poteri espansivi? Ingoieranno il rospo dell'unione fiscale? I "frugals" e "Hanseatics", e soprattutto la Germania, riusciranno finalmente ad affrontare le implicazioni dell'unione monetaria - a cui fanno resistenza così ostinatamente da due decenni?



    Non ancora, apparentemente. I ministri delle finanze dell'Eurogruppo hanno parlato di ulteriori prestiti nella riunione di crisi di martedì sera. Basta spalare più debito sui paesi debitori e ritardare.



    "Stanno commettendo lo stesso grave errore della crisi greca nel 2010. Stanno trattando una crisi di insolvenza come se si trattasse di una crisi di liquidità", ha dichiarato Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greco.



    L'Eurogruppo ha dato un cenno alle linee di credito precauzionali fino al 2% del PIL per ciascun paese, provenienti dal fondo di salvataggio dell'UE. I quattro hardliner - Germania, Austria, Finlandia e Olanda - hanno rinunciato alle solite condizioni difficili, secondo quanto riferito dopo molte lamentele.



    Nessun leader italiano potrebbe accettare una sottomissione simile alla Troika, ai commissari fiscali dell'UE nelle attuali circostanze strazianti, poiché i medici e le infermiere italiane cercano di mantenere la linea per tutta l'Europa - dopo aver ricevuto zero aiuti quando hanno lanciato un disperato appello per dispositivi di protezione e ventilatori.



    I leader dell'UE discuteranno di "coronabond" alla fine di questa settimana, ma la resistenza tedesca all'emissione di debito congiunto sembra insormontabile. La cancelliera Angela Merkel avrebbe potuto sperare in tali eurobond - nonostante le precedenti promesse di “dover passare sul mio cadavere“ se fosse ancora al culmine dei suoi poteri. La Germania è cambiata da allora. Il partito AfD anti-euro presiede il comitato del bilancio ed è l'opposizione ufficiale nel Bundestag.



    “Oggi è molto più debole e il suo partito CDU / CSU è amaramente diviso. Anche se ci provasse, non sarebbe sostenibile", ha detto Ashoka Mody, ex capo del salvataggio del FMI in Europa.



    La corte suprema tedesca ha già avvertito che gli eurobond richiederebbero un cambiamento nella Legge fondamentale del paese - tremendamente difficile. Come sempre nella politica europea, gli ideologi stanno perseguendo la propria agenda Monnet: sfruttando Covid-19 per far avanzare l'integrazione federalista attraverso la crisi senza un chiaro consenso democratico. Berlino ha ragione a diffidare di quel tipo di escamotage costituzionale.



    Ancora una volta spetta alla Banca Centrale Europea salvare il progetto, ma questa volta il contesto è più tossico. L'esplosione di QE di € 750 miliardi di Christine Lagarde non assomiglia affatto alla promessa di "qualunque cosa serva" di Mario Draghi nel 2012. Il suo piano è stato realizzato congiuntamente con il membro tedesco del consiglio di amministrazione della BCE e sostenuto dal ministero delle finanze tedesco. Lagarde ha sparato dal fianco e ha portato avanti il suo piano contro la protesta dei principali governatori della BCE.



    I mercati hanno notato che non è riuscita a garantire il supporto per cambiamenti tecnici cruciali (il capital key e la regola del 33%), che la lascia congelati mentre il QE riprende. I falchi hanno un mezzo per inceppare l’ingranaggio. I trader obbligazionari guardano da vicino questa soap opera istituzionale e senza dubbio metteranno alla prova Lagarde.



    Mody afferma che il problema sta assumendo un personaggio che è troppo intrattabile anche per essere gestito dalla BCE. “Guardate l'Italia. Ha tutte le patologie: debito elevato, banche decrepite, bassa crescita a lungo termine e ora un enorme shock", ha detto.



    Agire come ultima risorsa per il paese - sebbene vitale - non evoca il problema più profondo che l'Italia richiede un'enorme svalutazione e una ristrutturazione del debito per uscire dalla spirale contrazionale e ripristinare la perdita di redditività. "Quanta parte del debito italiano la BCE continuerà a comprare. Un quarto? Metà? Tre quarti? Ad un certo punto il sistema si rompe", ha detto.



    Lagarde può essere un avvocato, ma gioca tira e molla con il diritto dell'UE. Otmar Issing, il primo capo economista della BCE e il "padrino" dell'euro, ha lanciato un fragoroso rimprovero questa settimana, accusando il corpo di agire ultra vires.



    Sostiene che il QE sia stato abusato per effettuare un salvataggio furtivo di Stati insolventi in violazione dell'articolo 125 del Trattato di Lisbona. La BCE sta usurpando la prerogativa di spesa dei parlamenti nazionali eletti. È troppo intelligente per metà.



    Issing è il sommo sacerdote dell'ortodossia in Germania. Sta implicitamente affermando che la BCE non è più l'erede legittimo della venerata Bundesbank. Il suo intervento è la nitroglicerina politica.



    Yanis Varoufakis afferma che Covid-19 ha nuovamente esposto la struttura disfunzionale dell'UEM e ha messo in moto eventi catalitici. “Uno scontro politico è inevitabile. Nemmeno i politici centristi a Roma possono più acconsentire", ha detto.



    Il socialista greco ha detto di aver sempre cercato di mantenere la fede europea - anche nei suoi peggiori scontri con Bruxelles - ma alla fine ha rinunciato. "Non credo che l'UE sia in grado di farci qualcosa di diverso da un danno. Mi sono opposto alla Brexit ma ora sono giunto alla conclusione che gli inglesi hanno fatto la cosa giusta, anche se l'hanno fatto per la ragione sbagliata", ha detto.



    Le maggiori potenze europee - e soprattutto una Germania divisa - non possono più continuare a risolvere il problema principale. O sostengono l'unione monetaria con l'unione fiscale, legittimata da profonde modifiche alla legislazione dei trattati UE e dalle costituzioni nazionali, e implicando ingenti trasferimenti fiscali per i decenni a venire - o devono aspettarsi che l'UEM si sgretoli.



    Non sono più sufficienti risposte a metà e acrobazie monetarie di discutibile legalità. La pandemia ha portato i nodi al pettine.



    (Traduzione de l’AntiDiplomatico)



    Notizia del: 30/03/2020

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...arsi/11_33922/
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  4. #14
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    Perché le banche tedesche stanno liquidando i titoli italiani?



    di Giuseppe Masala

    Stefano Buffagni vice ministro allo Sviluppo Economico accusa direttamente la Germania di aver invitato le sue banche a vendere titoli di stato italiani. Di preciso accusa la Commerzbank di aver liquidato titoli di stato italiani.




    Probabilmente è vero che questa banca sta vendendo Btp ma questo non credo avvenga per ciò che crede Buffagni: ovvero che siamo di fronte ad un piano orchestrato dal Governo tedesco per distruggerci finanziariamente. Molto più probabilmente Commerzbank è in forte difficoltà e per fare fronte ai suoi obblighi contrattuali è costretta vendere tutto il vendibile. E' ciò che fanno tutte le banche prima della botta finale.

    E' lo stesso discorso del 2012 quando Tremonti accusava i tedeschi di aver orchestrato la vendita di titoli di stato italiani perchè volevano mettere in difficoltà l'Italia alzandone gli spread quando la verità era un altra; l'Italia aveva un saldo delle partite correnti nel baratro e un Niip negativo per il 30% del Pil ed in definitiva era insolvente. I creditori prendevano semplicemente atto.


    Il fatto è che questa crisi devasta tutto, i tedeschi sono messi malissimo. E pure lì c'è un problema di demagogia politica: avrebbero tutto l'interesse a una condivisione del debito e ad una monetizzazione a rotta di collo ma la loro classe politica che per decenni ha parlato con toni razzisti nei confronti dei paesi del sud Europa "spendaccioni" a differenza loro "sobri e morigerati" deve tenere la parte e nascodere la verità: i paesi del nord sono più indebitati e messi peggio dei paesi del sud, con le banche fallite e con un sistema industriale completamente incentrato sull'estero (ora sfortunatamente chiuso, a partire dagli Usa) e dunque senza più mercati di sbocco. Situazione paradossale. Comunque in futuro di questi attacchi ne sentiremo sempre di più e sempre più virulenti.

    Notizia del: 01/04/2020

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...i/29296_33977/
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  5. #15
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    PIIGS – LA VERA STORIA DELLA TUA STORIA



    di Federico Greco


    Nel 2017 noi – Adriano, Mirko e Federico – tre filmmaker italiani, sfidammo il pensiero economico dominante sull’unione europea e l'eurozona e realizzammo un documentario che si rivelò, poi, di grande successo siadi critica che di pubblico. Oggi PIIGS torna a essere di drammatica e stringente attualità. Permette infatti di capire in maniera semplice e suggestiva cosa dovremo aspettarci dal tracollo economico che seguirà alla pandemia, svelando i retroscena dell’economia italiana degli ultimi trenta anni e i motivi per i quali l’Unione europea non si sta dimostrando così solidale come (quasi) tutti ci saremmo aspettati.



    Perché Balzac o poeti come Baudelaire, hanno capito l’economia meglio di quei premi nobel che scrivono i libri di testo economici? Perché uno dovrebbe andare al cinema e a teatro quando questi libri di testo sono già narrativa? - Michael Hudson, Rimini 2012

    Questo è quello che ci chiediamo anche noi, che sull'economia abbiamo fatto un film. Ed è vero: spesso la lettura dei testi di alcuni economisti, da JM Keynes a Federico Caffè, da von Hayek a Milton Friedman, è appassionante come un thriller di Lansdale, uno sci-fi di Bradbury. O un horror di Matheson.
    Forse la risposta è in filigrana in quello che affermava William Black, sempre nel 2012 e sempre durante il summit di Rimini:

    Gli economisti mainstream sono terribili sopratutto in una cosa. In economia. Ma ogni tanto vanno oltre l'economia e diventano pessimi nell'etica. E sono i principali oppositori e pericoli della democrazia in Europa, in particolare, ma anche in America.

    Oggi, in tempo di pandemia, la realtà si è preoccupata di far cadere il velo di Maya e di dare ragione a entrambi. Ma molti di noi, che economisti non sono eppure si sono formati anche su testi di economia, cosa ci fosse oltre il velo lo sapevamo già, e lo denunciavamo, da tempo.

    PIIGS infatti è il risultato di dieci anni di studio e ricerche, e di quel summit.

    Febbraio 2012. Un pugno di giovani appassionati di economia (tra cui me) organizzò, insieme al co-fondatore di Report Paolo Barnard, un convegno nel palazzetto dello sport di Rimini. Duemila persone, per tre giorni, ascoltarono le teorie macroeconomiche di cinque ospiti internazionali. Il summit e i suoi ospiti furono derisi dalla stampa e ignorati dalla politica e dall’opinione pubblica. Ma da quel momento in poi decine di migliaia di persone in tutta Italia iniziarono a studiare, incontrarsi e divulgare quelle teorie: la MMT (Modern Money Theory). Col tempo hanno dato vita a decine di associazioni in tutta Italia e a conoscere (o approfondire) Abba Lerner, JM Keynes, James Galbraith, Federico Caffè, Hyman Minsky.

    È da questo 'acquario' che è nato PIIGS.

    Da allora la MMT è stata studiata a fondo un po' ovunque, è stata proposta dalla Ocasio Cortez e applicata negli USA, ed è ormai diffusa in tutto il mondo. Qualche giorno fa, Stephanie Kelton[1] ha scritto: Guardate cosa sta accadendo adesso e imparate. Quando saremo usciti fuori da questa crisi – e ne usciremo – dovremo avere una nuova, più robusta consapevolezza delle possibilità di spesa e di emissione di moneta da parte dello Stato. Ne avremo bisogno.[2]

    Kelton, anche lei presente al summit, e una delle protagoniste del nostro film, si riferisce al fatto che la lezione che dovremmo trarre dall'immissione nell'economia privata di duemila miliardi da parte della FED dovrebbe insegnarci una volta per tutte che "la realtà è che nell'economia c'è quasi sempre spazio per un'espansione della spesa governativa (o per il taglio delle tasse) senza che ci sia per forza bisogno di una compensazione". Quello che sta dicendo è che se sei una nazione con una propria Banca Centrale e dunque con una moneta sovrana non sei costretto a trovare ogni volta degli strumenti 'di compensazione' (cioè modi per far quadrare il bilancio) per far fronte a crisi economiche, come invece sta accadendo tragicamente in queste settimane nell'eurozona. Cos'altro sono le trattative all'eurogruppo, alla Commissione e al Consiglio europei sul MES, sugli eurobond o sui coronabond se non la misura del fallimento dell'architettura finanziaria dell'Ue, che è costretta a mettere sul tavolo, sempre, delle 'compensazioni' da decidere all'unanimità a fronte di emissione di moneta (che si tratti di tassi di interesse tendenti a zero per l'acquisto di titoli sul mercato primario, o su quello secondario, o che si tratti di 'condizionalità' – vedi MoU – in cambio di prestiti dal MES)?

    Come dicevamo, il velo di Maya è calato come un sipario e adesso tutti possono vedere la deforme nudità dei guitti che si agitano sulle tavole del palcoscenico. Al punto che, il 23 marzo di quest'anno, Peter Bofinger, professore della Würzburg University ed ex membro del consiglio degli esperti economici del governo tedesco ha potuto affermare: “La crisi del Coronavirus: adesso è il momento della Modern Money Theory.” Bofinger ritiene che la MMT offra la giustificazione per una risposta monetaria illimitata a quella che pare essere la più grande sfida economica globale dopo la seconda guerra mondiale. Questo, quando per decenni ci hanno detto che i soldi sono finiti. Quando il modo perfetto per definire le politiche economiche dell'eurozona è sempre stato: economia della scarsità.



    Anche il Financial Times ha scritto, a proposito delle misure adottate da Trump: “La Federal Reserve stamperà come Buzz Lightyear: verso l’infinito e oltre”.

    Lo stesso Mario Draghi si è espresso ribaltando per la prima volta tutti i dogmi fin qui seguiti e adottati nell’Ue: “È l'appropriato ruolo dello stato quello di dispiegare il suo bilancio per proteggere i cittadini e l'economia". Esattamente il contrario di ciò per cui si è sempre battuto in qualità di ex membro della Goldman Sachs e di presidente della BCE. Esattamente ciò che invece diceva il professor Caffè, col quale Draghi, prima di tradirlo, si è laureato a Roma con una tesi contro l'euro.

    Il nostro film si intitola PIIGS perché tra le altre cose vuole smascherare l'atteggiamento di disprezzo con il quale i paesi del nord Europa trattano i paesi mediterranei: in particolare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Fu l'Economist, infatti, nei primi anni 2000 a coniare questo acronimo[3]. Anche questa maschera è crollata. Nout Wellink, ex governatore della Banca Centrale olandese - DNB ha affermato il 30 marzo: "Non saremo più un nord ricco se il sud fallirà".[4].

    In ogni caso, PIIGS, che vi invitiamo a recuperare (o a rivedere), non è il primo né sarà l'ultimo 'testo' divulgativo sulla macroeconomia, ma riteniamo che la sua natura cinematografica – e dunque narrativa – lo ponga tra i più efficaci e suggestivi. Si colloca sulla traccia delle intenzioni dell'intera opera di Federico Caffè per come le descrive nell'introduzione del suo libro In difesa del "welfare state", uscito nel 1986, pochi mesi prima della sua misteriosa scomparsa. In particolare, ispirandosi a questa sua affermazione: "L'insistere su una politica economica che (...) consideri irrinunciabili gli obiettivi di egualitarismo e di assistenza che si riassumono abitualmente nell'espressione dello Stato garante del benessere sociale; che affidi all'intervento pubblico una funzione fondamentale nella condotta economica; può dare l'impressione di qualcosa di datato e di una inclinazione al ripetitivo e al predicatorio, tollerabile per sopportazione più che per convincimento.

    Tuttavia, non è improbabile che questi 'punti fermi' di una concezione economico-globale progressista, anche se oggi sembrino essere eco sbiadita di un pensiero attardato, si ripresentino – in realtà si stanno già ripredentando – sotto aspetti diversi: come critica a un profitto considerato avulso da preoccupazioni di indole sociale; (...) come rifiuto di un individualismo spinto a tal punto da perdere ogni contatto con un'economia 'al servizio dell'uomo'."

    Se tutto procederà normalmente, a giugno PIIGS diventerà un libro per i tipi di Gingko edizioni.

    Link per vedere il film: https://www.lantidiplomatico.it/dett...oria/11_33964/
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  6. #16
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    Il Piano "short term". Ecco cosa Francia e Germania hanno deciso per l'Italia



    di Giuseppe Masala

    Va' chiarito che la parola chiave del piano di salvataggio sul quale hanno trovato un accordo Francia e Germania è "short-term". Breve termine.


    Per l'Italia sarebbero:

    (*) 37 mld con condizionalità light dal Mes.

    () Una cifra indefinita di 200 mld complessivi dalla BEI con pagamento pro quota di 25 miliardi alla BEI stessa per potersi indebitare a leva. L'Italia ha il 16,1% del capitale e dunque ad occhio dovrebbe pagare circa 4 mld.

    (*) Fondo Sure (Cassa Integrazione Europea) dalla quale l'Italia può prendere max 6 mld all'anno (così come Francia e Germania). Dando ovviamente garanzie reali immediatamente escutibili e irrevocabili, dunque liquidabili.

    () Ovviamente con l'adesione al Mes Light si attiverebbe l'OMT della Bce per tenere bassi i tassi.


    Facciamo un po' di conti della serva (che non sbaglia mai);


    - Abbiamo tiraggio di cassa a ritmo di 43mld al mese. Al 20 Marzo avevamo disponibilità liquide per 29 mld circa. Ipotizzando che il tiraggio in questi 15gg sia andato allo stesso ritmo: sono rimasti bene o male un 10 mld. Domani ci sarà un'emissione di Bot per 9mld, di cui 6 per roll-over (dunque novazione di debiti pregressi) e 3 nuovi che vanno a cassa, siamo a 13 mld;


    - Prendiamo 37 dal Mes martedì (ipotizzo) e arrivamo a 50 mld. All'attuale tiraggio di cassa vuol dire che possiamo andare avanti per poco più di un mese. Quindi facciamo al 5 Maggio.


    - Leviamo i 4 mld da dare alla BEI per l'operazione da 200mld sulle garanzie aziendali. Siamo a 46mld di cassa. Un mese.


    - Facciamo di conto che con l'aumento del tiraggio dovuto al pagamento di provvedimenti quali le 600 euro riescono a finanziarli con maggiori emissioni di titoli di stato (tanto siamo coperti dall'OMT della BCE sui tassi). Sempre ad un mese di ossigeno rimaniamo.


    - Non considero i soldi del Sure (nell'ipotesi che vada tutto bene) perchè quei soldi vanno tutti alla cassa dell'INPS. Ricordo solo che Tridico ha detto che INPS ha cassa fino a Maggio.


    - Ovviamente dobbiamo sperare che non ci siano intoppi tipo un fallimento bancario, anche di una banca piccola, perchè semplicemente i soldi non li abbiamo per coprire.


    Il risultato sapete qual è? E' che francesi e tedeschi hanno partorito un topolino. Un accordicchio che lancia il barattolo per non più di un mese. E del resto non può essere che così visto che anche loro sono messi malissimo, Krante Cermania compresa.

    E la verità vera è quella che dico io da anni. I soldi non ci sono come già accadde nel 2011: se va in crisi la Grecia il Portogallo nonn ha i soldi per sostenerla ed entra pure lui in crisi. Ma se entra in crisi il Portogallo la Spagna non ha i soldi per aiutarlo ed entra in crisi pure lei. Ma se entra in crisi la Spagna è l'Italia che non ha i soldi per aiutarla. Ed entra in crisi l'Italia. Ma se l'Italia entra in crisi è la Francia che non ha i soldi per aiutarla. Ed entra in Crisi la Francia ma la Germania non ha i soldi per aiutarla. E Boom! Nel 2012 fu Monti a interrompere la catena imponendo all'Italia di autosalvarsi (a costi sociali enormi).


    E ora qui è mille volte peggio. La verità è che l'UE è appesa ad un filo e tedeschi e francesi non sanno che pesci prendere (perchè essi stessi non sanno se si salvano).

    Notizia del: 05/04/2020

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...a/29296_34046/
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  7. #17
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    E ora qui è mille volte peggio. La verità è che l'UE è appesa ad un filo e tedeschi e francesi non sanno che pesci prendere
    I pesci che prenderanno sono i tonni che ci governano.

  8. #18
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Sparviero Visualizza Messaggio
    I pesci che prenderanno sono i tonni che ci governano.
    Quoto. E sarebbe ora che i tonni si sveglino per mandare affanculo gli strozzini crucchi.
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  9. #19
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    Intervista all'ex ministro Vincenzo Visco: "Senza interventi rapidi il crollo del Pil dell'Italia nel 2020 sarà a doppia cifra"

    “L’euro fu introdotto in un clima politico ed economico molto diverso. Tutti erano convinti (e concordi) che si trattasse solo di un primo passo, e che poi si sarebbe proceduto ad emettere eurobonds per investimenti comuni come prevedeva il piano Delors”. A dichiararlo all’AntiDiplomatico è Vincenzo Visco, ex ministro delle finanze dal 1996 al 2000 (durante il primo governo Prodi e poi i due esecutivi D’Alema), in seguito ministro del Tesoro dal 2000 al 2001 (governo Amato), negli anni cioè in cui la moneta unica venne realizzata. Lo abbiamo voluto ascoltare in una fase in cui quella impalcatura sta mostrando tutti i suoi limiti strutturali e i difetti appaiono ormai evidenti persino a europeisti insospettabili. “Senza una copertura europea la situazione italiana diventa molto rischiosa,” sostiene tuttavia l’ex ministro Visco, che resta scettico sull'utilizzo del Meccanismo Europea di Stabilità oggi: "Il Mes è uno strumento nato per gestire eventuali crisi finanziarie di singoli Stati o banche, e come tale non è adatto ad essere utilizzato nella situazione attuale. Si dice che il Mes è l’unico istituto in gradi operare fin da subito, ma in questo caso le risorse dovrebbero poter essere utilizzate senza alcuna condizionalità, salvo quella di destinare i fondi all’emergenza coronavirus."


    L’Intervista all’AntiDiplomatico


    Professore, l’emergenza sanitaria si sta presto intrecciando con una drammatica crisi economica. Quali previsioni si sente di fare in termini di crollo del Pil per il nostro paese per il 2020 e, più in generale, concorda con quegli economisti che paventano scenari peggiori degli anni ’30?

    Nel 2009 il Pil dell’eurozona cadde del 4,5%, e in Germania e in Italia del 5,5%. Senza interventi rapidi e coordinati la caduta di quest’anno potrà essere a doppia cifra.



    La crisi attuale originata dalla propagazione del coronavirus sta facendo ricredere anche i difensori più ortodossi dell'austerità. Nel momento della ricostruzione dopo l'emergenza sanitaria quali saranno le teorie economiche prevalenti? Più in generale, nazionalizzazioni, programmazione e economia mista keynesiana resteranno tabù o vivremo un cambio di paradigma?

    I difensori dell’austerità appartengono a due diverse scuole di pensiero: vi sono i seguaci dell’ordoliberismo per i quali l’austerità è un’ideologia. Secondo questa scuola l’economia deve essere gestita con prudenza: moderazione salariale, bilanci in pareggio, forte preoccupazione per l’inflazione. Sempre e comunque. I liberisti invece fanno affidamento sul buon funzionamento del mercato, ritengono che il ruolo dello Stato vada circoscritto e limitato, ma in caso di necessità non esitano a salvare le banche e le imprese, e a promuovere enormi programmi di spesa pubblica e di monetizzazione del debito pubblico. Questo spiega quelli che appaiono cambi di linea: l’austerità va bene in tempi normali quando si tratta di contenere l’intervento pubblico, ma viene abbandonata senza problemi in caso di crisi. Quanto ai Keynesiani essi ritengono che la gestione dell’economia di mercato richieda un controllo e una gestione continua da parte dei Governi (in modo diretto o indiretto), che politiche monetarie e fiscali devono essere coordinate, che la banca centrale debba porsi, oltre all’obiettivo di controllare l’inflazione, anche quello di garantire la massima occupazione possibile. Nessun keynesiano serio ritiene, però, che i disavanzi e i debiti pubblici e l’inflazione non siano problemi da gestire con attenzione. Per il futuro mi sembra che con la crisi attuale il liberismo abbia subito un ulteriore colpo, ma questo era già accaduto con la crisi di 10 anni fa, senza grandi conseguenze pratiche. L’ordoliberismo comunque, essendo un’ideologia, è più difficile da contrastare.


    Come giudica le azioni intraprese dal governo italiano fino a questo momento?

    Dati i vincoli esistenti, e le nostre precarie condizioni economiche e di bilancio, il Governo italiano sta facendo quello che andrebbe fatto, nonostante un’opposizione irresponsabile. La gestione dell’emergenza sanitaria, salvo i contrasti tra Governo centrale e Regioni (che ha provocato, per esempio, la mancata chiusura immediata dei Comuni del bresciano e del bergamasco con le tragiche conseguenze cui abbiamo assistito) mi pare positiva.


    La Banca Centrale Europea lancia il nuovo originalissimo PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme — Programma d’acquisti per l’emergenza pandemica), un nuovo Quantitative Easing da 750 miliardi per il 2020, riservandosi la facoltà di allungare la scadenza e di aumentarne l’importo, per far fronte alla nuova “crisi da coronavirus”. Come giudica l’operato della Banca centrale europeo finora?

    La BCE, nonostante la ormai famosa gaffe della Lagarde, è l’unica istituzione europea che, grazie alla sua indipendenza, si è mossa tempestivamente e in modo adeguato andando ben oltre il QE di Draghi, e sembra per il momento in grado di difendere la moneta unica e di comprimere gli spreads.


    La proposta di un assegno europeo finanziato direttamente dalla Bce per ogni europeo in uno dei paesi della zona euro al di sotto di un certo reddito, formulata dal Prof. Pino Arlacchi sul Fatto Quotidiano, la reputa percorribile?

    L’helicopter money sarebbe ovviamente la soluzione migliore in questo momento. Ma lo statuto attuale della BCE non le consente di intervenire direttamente, perciò sarebbe importante che questi vincoli venissero superati, o per lo meno sospesi per far fronte alla crisi. Non è importante a chi viene destinata la nuova creazione di moneta, alle famiglie, alle imprese, ai Governi, ma che essa sia possibile.


    Il compromesso che propongono Francia e Germania in vista dell'Ecofin di martedì prevederebbe l’azionamento del cosiddetto Meccanismo europeo di stabilità. Lo reputa utile per l’Italia e con quali conseguenze?

    Il Mes è uno strumento nato per gestire eventuali crisi finanziarie di singoli Stati o banche, e come tale non è adatto ad essere utilizzato nella situazione attuale. Si dice che il Mes è l’unico istituto in gradi operare fin da subito, ma in questo caso le risorse dovrebbero poter essere utilizzate senza alcuna condizionalità, salvo quella di destinare i fondi all’emergenza coronavirus.


    Olivier Blanchard, ex capo economista dell'FMI ha dichiarato: "se siamo in guerra allora bisogna fare deficit pubblici da guerra, ossia a doppia cifra". Quale sarebbe secondo lei il tasso di deficit che l'Italia dovrebbe avere per il 2020 e che cosa accadrebbe all’Italia restando nelle regole della moneta unica con un rapporto debito Pil che schizzerebbe ulteriormente?

    Blanchard è un keynesiano liberale, la sua posizione è corretta se si riferisce all’Europa nel suo complesso. Per l’Italia la situazione è più difficile dato che ogni anno deve già ricorrere al mercato per finanziare 3-400 miliardi di debiti in scadenza cui si aggiungerebbero quelli necessari a finanziare gli interventi di emergenza. Senza una copertura europea la situazione italiana diventa molto rischiosa.


    Analizzando le ripercussioni sull'economia reale, l'impatto sul tessuto economico italiano potrebbe essere devastante. Come si tutela il nostro patrimonio industriale già altamente danneggiato negli ultimi 25 anni dalla speculazione possibile delle multinazionali?

    Tutti i Governi europei stanno predisponendo misure per impedire che ciò avvenga. La commissione europea ha anche modificato le regole sugli aiuti di stato per consentire eventuali nazionalizzazioni. Ma le nostre risorse non ci consento di fare granché neanche in questo campo.


    Professore, veniamo un momento alla costruzione dell’euro che Lei ha vissuto da protagonista nei momenti decisivi. Si aspettava l’atteggiamento che Germania, Olanda e in generale i paesi del Nord Europa hanno tenuto e stanno tenendo negli anni verso il sud Europa?

    L’euro fu introdotto in un clima politico ed economico molto diverso. Tutti erano convinti (e concordi) che si trattasse solo di un primo passo, e che poi si sarebbe proceduto ad emettere eurobonds per investimenti comuni come prevedeva il piano Delors, a coordinare le politiche di bilancio realizzando anche un bilancio federale, ecc... Poi cambiarono le maggioranze politiche. Alcuni Paesi, come l’Italia, non rispettarono le regole di convergenza, altri non controllarono l’inflazione interna, ecc... La Germania dal canto suo, con la cancelleria Shroeder operò una svolta nazionalista per approfittare della moneta unica e rilanciare le sue esportazioni. In sostanza nessuno è innocente.


    Questa crisi ha portato molti, anche insospettati, a ritenere che se l'egoismo dovesse prevalere anche questa volta, l'Europa unita potrebbe non resistere. Già oggi quasi due italiani su tre ritengono di non avere avuto nessun aiuto nel momento di maggiore bisogno dalle istituzioni europee. Qual è secondo lei la linea rossa per cui poi le autorità italiane possono veramente immaginare un piano B?

    L’egoismo dipende non solo da antichi pregiudizi, ma anche dalla scarsa attendibilità di alcuni Paesi. Con i governi Berlusconi la credibilità dell’Italia è andata sottozero, e non è aumentata granché dopo. Oggi l’Italia viene considerata dai Paesi del nord (a torto o a ragione) il problema principale della zona euro. Comunque, non esiste un piano B. Fuori dall’Europa per noi sarebbe peggio, molto peggio. Esiste però il rischio di essere costretti a una ristrutturazione del nostro debito, vale a dire la ridefinizione della sua durata e/o ammontare, oltre che a politiche di austerità ulteriori.


    9 paesi dell’euro-zona, compresa l’Italia, avevano chiesto l’introduzione dei cosiddetti euro-bond per una mutualizzazione centralizzata dei debiti ricevendo il no chiaro della Germania. E se quei paesi decidessero di farli comunque tra loro dando vita a un euro a due velocità?

    Un’ipotesi di questo tipo prefigurerebbe agli occhi dei mercati l’inizio di un processo di disgregazione della zona euro. Non credo che sarebbe realistico né di grande utilità. Il garante dell’unità dell’Europa non può che essere la Germania. In teoria diverso sarebbe il caso di una separazione consensuale, ma in questo caso dove andrebbe la Francia?


    Notizia del: 06/04/2020

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...a/33683_34062/
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  10. #20
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    Predefinito Re: UE ed emergenza coronavirus

    Sì, è quel Visco. Lo metto per diritto di Cronaca.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 
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