Domenica durante lo speciale di Mezz’ora in più Walter Ricciardi, membro del comitato OMS ha spiegato che dal punto di vista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che secondo lui il modello di risposta al diffondersi del contagio del coronavirus è la Francia. Cosa ha fatto la Francia secondo Ricciardi? «Ha bloccato i voli diretti? No. Ha fatto i controlli della febbre negli aeroporti? No. Ha tracciato tutti quanti i cittadini che venivano? Sì. Li ha seguiti uno per uno? Sì. Li ha seguiti solo l’autorità sanitari? No, perché si sono rivolti alle prefetture e alle autorità militari».

La risposta europea al coronavirus
Non c’è quindi solo la necessità di coordinare a livello nazionale la risposta all’emergenza coronavirus evitando che ogni regione “colpita” finisca per agire diversamente ma serve anche uniformare la risposta a livello internazionale, o quantomeno a livello dell’Unione Europea. Le minacce di sospendere gli accordi di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini UE non vanno certamente in quella direzione. Ma fin’ora non sono state fatte richieste in tal senso. Aiuta invece la decisione dellaCommissione UE che ha stabilito lo stanziamento di 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro la diffusione del coronavirus.



Ieri ad esempio il Guardian definiva “draconiane” le misure imposte dalle autorità sanitarie italiane nei confronti dei paesi considerati l’epicentro dell’epidemia italiana. In Regno Unito non esiste un blocco dei voli, chi arriva dalla Cina viene dirottato in un terminal separato, mentre chi arriva da Hong Kong (e quindi proviene dalla Cina continentale) atterra assieme agli altri passeggeri. Nel frattempo però la Francia (che non ha bloccato i voli) equipara chi fa ritorno chi è di ritorno da Veneto e Lombardia ai viaggiatori provenienti dall’Asia invitando a «limitare il più possibile contatti con il suo entourage, evitare uscite in luoghi pubblici se non strettamente necessario e seguire la profilassi indicata». Anche in Scozia – dove non sono stati per il momento registrati casi – si sta provvedendo a rendere più strette le maglie dei regolamenti sanitari con l’obbligo per i medici di segnalare tutti i casi sospetti di pazienti con una sintomatologia simile a quella causata da COVID-19.

La Scozia ha fatto un decimo dei test del Veneto
Attualmente in Scozia sono stati eseguiti 368 test tampone per il coronavirus. Un numero decisamente inferiore agli oltre 4.000 che si stanno eseguendo nel solo Veneto che ha all’incirca lo stesso numero di abitanti (5 milioni). In Francia invece si punta ad aumentare la capacità giornaliera di eseguire i test, dai circa 400 test attuali fino a mille. A Londra invece il NHS (il servizio sanitario nazionale) ha deciso qualche giorno fa che saranno condotti test domiciliari per il coronavirus. Infermieri, medici e paramedici andranno direttamente a casa delle persone che ritengono di avere sintomi sospetti per evitare l’eventuale diffusione dell’infezione. Esattamente come viene consigliato di fare anche in Italia dove i vari numeri verdi del Ministero o delle regioni consigliano di non andare in ospedale ma di aspettare la visita domiciliare (ovviamente questo significa che solo chi lo ha richiesto verrà testato, fate attenzioni alle truffe di chi si spaccia per medico dell’ASL).



Il governo britannico per il momento si limita ai soliti consigli di prudenza e di igiene mentre quello della Repubblica d’Irlanda ha consigliato di evitare di recarsi nelle zone epicentro del contagio da coronavirus in Italia limitatamente ai paesi già posti in quarantena come Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo. L’Austria dopo aver minacciato la chiusura delle frontiere e aver fermato al Brennero un treno proveniente da Venezia diretto a Monaco per effettuare i test su tutti i 300 passeggeri (esito: negativo) per il momento l’unica misura adottata è quella del controllo della temperatura per i passeggeri degli aerei provenienti da Pechino (non sono stati bloccati i voli). Anche in Germania – dove sono stati confermati 14 casi di trasmissione a livello locale di coronavirus – non sono stati bloccati i voli ma viene richiesto a tutti coloro che fanno rientro dalla Cina e non presentano sintomi, così come da Hong Kong e Macao, di dichiarare dove saranno nei trenta giorni successivi in modo da poter tenere traccia di eventuali spostamenti per ricostruire la catena del contagio. Negli altri paesi della UE non sono invece previsti controllo specifici.
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