Una nuova ricerca fatta dal Center for Molecular Biology of Inflammation, "Cells in Motion" Interfaculty Center dell'Università di Muenster, in Germania, in collaborazione con i colleghi del Programma di ricerca in oncologia dei sistemi dell'Università di Helsinki (Finlandia), ha portato alla luce che la combinazione dell'antivirale Remdesivir con l'antifungino itraconazolo (Sporanox) e con l'antidepressivo fluoxetina (Prozac), abbattono di oltre il 90% a replicazione del CORONAVIRUS, il risultato è pertanto potentissimo.
Insomma, la ricerca continua a cercare risposte per combattere la pandemia. I test condotti su cellule in coltura, che dimostrano l'efficacia dell'unione tra l'antivirale, l’antifungino itraconazolo e all’antidepressivo fluoxetina per ridurre lo sviluppo del virus, se fossero confermati in studi clinici potrebbero portare ad una terapia farmacologica anti covid molto efficace. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Ursula Rescher, docente presso l'Istituto di Biochimica Medica dell'ateneo tedesco, si legge su Il Messaggero, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver esposto cellule in coltura (di tipo CALU-3) alle varie combinazione dei farmaci.
Il Remdesivir inibitore dell'enzima RNA polimerasi virale, progettato come antivirale del vrus Ebola, è stato uno dei primi farmaci ad essere sperimentato e approvato dalla Food And Drug Administration (FDA) per combattere il Covid-19 nonostante i risultati ondulatori. Anche l'itraconazolo e la fluoxetina avevano mostrato, da studi precedenti, alcune proprietà antivirali, così la squadra guidata dalla professoressa Rescher ha voluto accertare se questi due farmaci combinati potessero potenziare gli effetti del Remdesivir. Gli scienziati hanno testato la duplice combinazione itraconazolo-Remdesivir e fluoxetina-Remdesivir sulle cellule in laboratorio esposte al SARS-CoV-2, determinando che l'azione sinergica dei due farmaci con l'antivirale è in grado di inibire la produzione di particelle infettive del SARS-CoV-2 di oltre il 90%.
"I trattamenti farmacologici erano ben tollerati e la replicazione virale potentemente compromessa", scrivono Rescher e colleghi nell'abstract dello studio. "La vaccinazione preventiva e i farmaci terapeutici contro il Covid 19 sono entrambi necessari per combattere efficacemente le pandemie causate da virus zoonotici emergenti come il SARS-CoV-2", ha poi aggiunto la professoressa Rescher. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata British Journal of Pharmacology.
Ma quali fatti? Tu non hai neanche capito cosa ha detto
Lui sta affermando che il totale dei decessi fornito dal bollettino della protezione civile comprende soltanto i morti certificati come decesso Covid secondo quelle procedure, nonostante sia stato detti in tutte le salse e da più persone che non è così, dato che comprende tutti i morti positivi, quale che sia la causa.
Di fronte alle sciocchezze di propaganda gli impanicati hanno sempre torto.
si tratta di matematica da scuola elementare.
fate veramente una pessima figura!
totale positivi = attualmente positivi + totale guariti + totale morti
e basta! non ci sono altri numeri, non esistono i morti positivi al tampone ma non classificati come covid. E il fatto che non esiste lo si può perfettamente comprendere da un banale calcolo
Totale morti = totale positivi - attualmente positivi - totale guariti
quello utilizzato in Italia è un modello matematico che si chiama macchina a stati finiti.
non è complicato da capire.
Nel Layer di ingresso c'è la positività al tampone e tutti i cittadini risultati positivi al tampone vanno ad aumentare quell'indicatore
Nel layer di uscita c'è 'guarito' e 'morto'. Non esiste 'Morto di altre cause' semplicemente perché altrimenti i numeri non tornerebbero.
esempio banale da scuola elementare
Italia:
3'809'193 totali positivi
3'178'976 totale guariti
115'557 totale morti
se prendiamo i totali positivi e gli togliamo morti e guariti otteniamo 514'660 che sono esattamente gli attualmente positivi
immaginiamo di avere una categoria separata per i morti che definiamo 'morti positivi non-covid'
immaginiamo che l'1% dei totali positivi sia poi morto ma non classificato come morto covid (come voi dite): avremmo 38'092 morti positivi non-covid
immaginiamo quindi, come voi dite, che questo numero non venga pubblicato.
Se fosse così avremmo che gli attualmente positivi calcolati come segue: [attuali positivi = totali positivi - totale guariti - totale morti - totale morti positivi non-covid] che non combacerebbe con quanto pubblicato dal bollettino reale in quanto ci sarebbero solo 476'568 attualmente positivi.
Quindi immaginando che l'ultimo addendo non fosse pubblicato (come voi dite) in presenza di tutti gli altri addendi potremmo ricavare comunque il valore di quello mancante come differenza degli altri. In fondo è un banale ragionamento legato ai gradi di libertà della somma dei totali positivi.
quindi, se fosse come voi dite potremmo calcolare, anche se non divulgato, il valore dei morti positivi non-covid semplicemente facendo: morti positivi non-covid = totale positivi - attuali positivi - totale morti - totale guariti
il valore sarebbe deducibile da quelli pubblicati, se però fate questo calcolo con i dati ufficiali italiani il risultato sarà zero. Dimostrando senza alcun dubbio che quel parametro non c'è
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per cui nulla di tutto questo è applicabile ai dati ufficiali italiani il che è più che sufficiente, da un semplice punto di vista matematico, per smentire categoricamente (E VORREI RICORDARE CHE LA MATEMATICA NON E' UNA OPINIONE) il fatto che i morti covid vengano classificati con criteri che esulano dal semplice tampone positivo senza distinguere per le reali cause
E' implicito in quello che dice, anche se non lo nomina.
L'unico dato ufficiale sui morti Covid esistente è quello del bollettino dellla PC. Non c'è alcun altro dato all'infuori di questo. Può quindi riferirsi solo e soltanto a quello, non essendocene altri, a meno che lui non abbia un altro dato a noi sconosciuto.
Un quarto delle morti attribuite al Covid in Uk in realtà non sono state causate dal coronavirus
Lo afferma l'ufficio statistico del Regno Unito che nell'ultimo bollettino distingue chi è deceduto "con" la malattia e "per" la malattia. Il numero dei nuovi casi è comunque a livelli bassissimi grazie al lockdown e ai vaccini
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Un quarto delle morti attribuite al Covid in Uk in realtà non sono state causate dal coronavirus
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Quasi un quarto dei decessi attribuiti nel Regno Unito al Covid-19 in realtà non sarebbero stati causati dal coronavirus. Lo affermano gli ultimi dati aggiornati dell'Ufficio per le statistiche nazionali (Ons) secondo cui il 23 per cento dei casi fatali parlano ora di persone che sono morte "con" il virus piuttosto che "a causa" della malattia. Come spiega il Telegraph nel riportare la notizia ciò significa che anche se la persona morta era risultata positiva al Covid, non è stata quella la causa principale della sua scomparsa registrata sul certificato di decesso.
Decessi e casi in calo
Sempre secondo i dato dell'ufficio statistico il numero delle persone che hanno perso la vita e che avevano il coronavirus ha superato i 150mila, anche se i dati ufficiali del governo affermano che sono stati 127mila le vittime del Covid-19. Questo appunto perché non sempre la malattia è ritenuta la causa del decesso. I numero però restano tra i più alti del mondo purtroppo, anche se ora, grazie alla formidabile campagna di vaccinazione e all'ultimo lockdown, i nuovi contagi stanno diminuendo in maniera evidente. Il numero di decessi registrati che coinvolgono il coronavirus in Inghilterra e Galles è sceso al livello più basso in sei mesi. L'Università di Oxford ha calcolato che il numero di persone in ospedale con un'infezione da Covid attiva dovrebbe essere circa la metà dell'attuale cifra giornaliera pubblicata. Il dato ufficiale di ieri affermano che c'erano 2.537 pazienti coronavirus in ospedale, con 230 nuovi ricoveri, ma secondo l'Ateneo solo circa la metà di loro ha attivamente il virus mentre gli altri sono guariti.
Johnson invita alla cautela
Con il Paese che ha riaperto pub, ristoranti, negozi e la maggior parte delle attività, il premier Bors Johnson continua a inviare messaggi in cui chiede cautela ai cittadini. "Le persone, penso, non apprezzano il fatto che il lockdown sia stato estremamente importante nel portare questo miglioramento nella pandemia e nelle cifre che stiamo vedendo. Naturalmente il programma di vaccinazione ha aiutato, ma la maggior parte di il lavoro per ridurre la diffusione della malattia è stato svolto dal confinamento", ha sottolineato il premier. Ma gli gli esperti hanno affermato che è chiaro che la vaccinazione stiano avendo l'impatto "maggiore", con il tasso di mortalità per gli ultrasessantenni ora vicino a quello dei minori di 60 anni, nonostante fosse 43 volte superiore al picco di gennaio. "Tutti i dati sono molto rassicuranti”, ha detto il professor Carl Heneghan, direttore del Center for Evidence Based Medicine presso l'Università di Oxford, che ha avvertito che ovviamente con la riapertura ora "ci sarà un leggero aumento dei casi, ma la chiave è non farsi prendere dal panico. Penso che una eccessiva cautela possa essere superata utilizzando un approccio basato sui dati".
Primo Ministro di TPol...[MENTION]
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