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  1. #1
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    Predefinito C'è un cadavere in biblioteca

    Ci sono tutti gli ingredienti di un giallo classico di Agatha Christie, tranne forse una ingegnosa soluzione finale che, grazie all’intuito di Miss Marple, inquadri tutti i fatti e gli indizi in una visione di insieme, dandone compiuta e convincente spiegazione.
    Abbiamo un cadavere di ragazza che viene sepolto e riesumato; un teschio che scompare e ricompare tra tibie incrociate; una coroncina di fiori che si dissolve misteriosamente dalla testa della morta; la scena del “delitto” manipolata nei suoi elementi architettonici; personaggi ambigui e sfuggenti che cambiano fisionomia; e tanti incoerenti particolari disseminati sulla scena.

    Tutto ruota intorno a un antico disegno appeso nella mia biblioteca, con un cadavere in primo piano, probabilmente seicentesco, di modesta mano, vergato su un supporto di fortuna costituito da tre pezzi di carta, di diversa origine, incollati insieme.


    Un disegno in cui una penna, intinta nell’inchiostro bruno che si cavava dalle galle dei noci, ripassa – ma non sempre pedissequamente - un sottostante esile schizzo a carboncino e lapis nero di cui restano ancora evidenti tracce.


    Questa operazione di attento “ripasso” toglie evidentemente al disegno quell’immediatezza che costituisce forse il maggior pregio artistico di questa tecnica, differenziandolo dalla semplice decorazione; né sembra aggiungere nulla alla traccia sottostante restando schematico e privo di qualsiasi accenno a lumeggiature e chiaroscuri, a cui normalmente un artista ricorre per completare un disegno.

    Ma eccolo qui, nello splendore dei suoi 585x342 millimetri:


    Il notissimo soggetto, “Sepoltura e gloria di santa Petronilla”, tanto amato da Goethe, giustifica certamente il giudizio di “copia scolastica” che ne ha dato l’antiquario, valutandolo di scarso valore dopo una superficiale occhiata.
    Ma, come si vedrà nella prossima puntata, una attenta analisi rivela troppe misteriose incongruenze per accettare senza combattere questa banale attribuzione: la semplice schematicità del disegno e il supporto cartaceo improvvisato utilizzato mi ha fatto supporre che la finalità di chi lo ha tracciato non fosse artistica ma avesse uno scopo più pratico di un normale esercizio di copia accademica.

  2. #2
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    Predefinito Ma è davvero una copia della tela del Guercino?


    Le dimensioni del disegno (57x33cm) coincidono esattamente (in proporzione) con quelle della grande pala e sono le stesse di una copia in piccolo, a lungo ritenuta un bozzetto del Guercino, che si trova a Palazzo Barberini (56,5x33,5).
    Ma le collocazioni e le dimensioni delle figure centrali (gli spettatori del seppellimento) sono marcatamente diverse mentre le figure in basso (i becchini e la santa sepolta) e in alto (Cristo e la santa assunta) sono sostanzialmente sovrapponibili.
    Si noti, in particolare, come la colonna troncata al centro del disegno abbia dimensioni totalmente diverse da quelle del dipinto:


    Ma oltre a queste differenze che potrebbero essere ascritte a scarso occhio del copista (ma solo in certe zone?) ci sono altri particolari che potrebbero far escludere la possibilità che il soggetto della copia fosse il dipinto del Guercino, almeno non nel suo stato attuale.

    1) nel disegno, la Petronilla calata nella fossa in primo piano non ha in testa la coroncina di fiori che appare sia nella pala che in tutte le copie e le incisioni cavate dall’originale.


    2) il “garzoncello” che nella pala porta il cero e si china a guardare a bocca aperta il seppellimento, nel disegno sembra un giovane più maturo, assorto e pensoso con in mano una torcia piuttosto che un cero.


    3) nel disegno l’angioletto più in alto regge la corona in modo completamente diverso e ha le ali disegnate in modo diverso (quella in primo piano, molto più piccola)


    4) l’anello in ferro a cui è legata una corda, che si vede nel dipinto (angolo basso a sinistra) viene invece disegnato come una stringa (o un nastro) annodato.


    5) le tibie incrociate che si intravedono dietro il becchino inginocchiato a sinistra, nel disegno sono completate da una evidente porzione del teschio, del tutto assente nella pala e nel bozzetto.


    6) Il capitello d’ordine ionico nella colonna in alto a destra è parecchio diverso: tre scudi invece di cinque nella parte superiore ed evidentissima differenza di proporzioni nel decoro sottostante.


    In conclusione, ci sono cose che mancano (anche importanti, come la coroncina di fiori) e cose disegnate diversamente insieme a parti più fedelmente riprodotte; ma soprattutto ci sono anche cose in più (il teschio) rispetto al dipinto che non possono sicuramente essere attribuite a un copista disattento o incapace come per le cose precedenti.
    Nella prossima puntata valuteremo se il disegno possa essere correlato a un bozzetto di presentazione alla committenza o a un cartone preparatorio per la grande tela: quindi una copia fatta in un momento precedente a quello finale, cosa che giustificherebbe le marcate differenze.

  3. #3
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    Predefinito I disegni preparatori del Guercino

    Alessandro Ludovisi, quando era arcivescovo di Bologna aveva “scoperto” il ventiquattrenne Guercino nel 1615, diventandone il principale mecenate e protettore.
    Nel 1621 divenne papa col nome di Gregorio XV e chiamò subito Guercino a Roma per affidargli importanti commissioni, tra cui la più importante fu la grandiosa pala da mettere in San Pietro, proprio sopra il luogo in cui qualche anno prima era stata traslata la salma di Santa Petronilla.
    L’importanza della commissione, oltre alla prestigiosa collocazione, era accentuata da motivi di diplomazia geopolitica: quando Pipino il Breve fece intervenire i Franchi in difesa del Papato contro i Longobardi, fu ripagato con l’assegnazione di Petronilla a santa patrona di Francia, e il suo sarcofago fu trasferito nel 757 in Vaticano nella “Cappella Regum Francorum” per poi essere traslata nella nuova Basilica di San Pietro nel 1606: anche in questo caso, mossa diplomatica per rafforzare il legame con la Francia e ottenerne l’aiuto contro Venezia, allora in rotta con Roma.
    E’ impensabile che per un lavoro di questa portata i committenti non abbiano concordato col Guercino l’impianto generale dell’opera.
    Sicuramente il Guercino dovette sottoporre al segretario di stato del papa, Giovanni Battista Agucchi (grande esperto d’arte), qualche proposta di cui restano solo alcuni disegni di cui uno solo con una composizione completa: disegno che però evidentemente non piacque e fu scartato, visto che è molto lontano dalla composizione poi accettata come definitiva.
    Questo bozzetto "scartato" è conservato nella Collezione Reale di Windsor: ha all’incirca le dimensioni del nostro disegno ma, ovviamente, essendo di mano di un maestro della levatura del Guercino, ha una immediatezza, una rifinitura di sfumato e chiaroscuro che fa ben capire quanto siamo distanti dalle schematiche linee del mio “cadavere”.


    L’unica analogia riguarda il supporto usato: in questo caso sono stati incollati due fogli insieme per avere l’altezza desiderata, come nel nostro disegno, un po’ più alto, ce ne sono voluti tre.
    Altri disegni preparatori riguardano solo figure isolate, mai la composizione generale della pala, come in questo studio in cui comincia a definirsi la figura del becchino chinato e colto nello sforzo di far risalire alla luce il cadavere della santa.


    Vedendo in questi ed altri esempi come sapeva disegnare il Guercino, possiamo escludere senz’altro che abbia a che fare col nostro “cadavere”. Una conferma aggiuntiva, quasi da CSI, è data dalla filigrana della carta usata da Guercino, ben diversa da quella che mostra in trasparenza il nostro disegno.


    La filigrana nella carta del Guercino (un’aquila in un cerchio coronato) è classificata nel database Bernstein come databile 1586-1600; quella del nostro disegno, le lettere “FB” inscritte in una cornice rotonda sovrastata da un nastro, sembra molto più elaborata (e forse molto più moderna, quasi ottocentesca…) ma non ne ho trovata traccia nel Bernstein.

    Se non ci siamo avvicinati per nulla al colpevole, per lo meno per ora abbiamo escluso un sospetto: il Guercino.
    Oltre ai disegni di Windsor, l’unico altro indizio sulla preparazione della grande pala è uno schizzo che si trova in Danimarca, sempre attribuito al Guercino:


    Una composizione parziale e assai diversa da quella di Windsor ma altrettanto lontana da quella definitiva.
    Un bozzetto del Guercino, fedele alla pala finale e approvato dai committenti (che pur deve essere stato fatto) purtroppo non si è ancora trovato: avendolo a disposizione e confrontandolo con i particolari “incongrui” del nostro disegno si potrebbe determinare se quello schematico disegno sia stato copiato bene da questo “anello mancante” anziché copiato male dalla pala.
    Chiusa la pista del bozzetto, al momento, con l’aiuto di Miss Marple, sono alla ricerca di dettagli sui “pentimenti” rilevati con la radiografia della pala fatta in occasione dell’ultimo restauro (1981-1990).
    Queste radiografie hanno dimostrato, proprio grazie a questi “pentimenti” che il piccolo dipinto a palazzo Barberini era una copia della pala finale anziché un bozzetto di presentazione ai committenti: potrebbero quindi essere determinanti per capire se il nostro disegno è stato fatto dallo scolastico copista tra il 1621 e il 1623 durante la lavorazione dell'opera (se qualche pentimento dovesse coincidere con le diversità del disegno) invece che essere solo una imprecisa copia posteriore.

  4. #4
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    Predefinito Altre inquisizioni


    È verità universalmente riconosciuta che un collezionista dilettante in possesso di un anonimo disegno o dipinto tenda ad attribuirlo a un grande maestro del passato: l’orgoglio di possederlo provoca inevitabilmente il pregiudizio nell’attribuirlo.
    Non è sfuggito a questa regola mio padre che, venuto in possesso di questo antico disegno raffigurante il “Seppellimento e assunzione in cielo di Santa Petronilla”, non ha potuto fare a meno di attribuirlo tout-court alla mano del Guercino: in fondo se ne stava appeso a una parete privata e non a quella di un museo (dove pure false o forzate attribuzioni si trovano in gran copia).


    Quando, come la Santa Petronilla, alla fine anche mio padre è stato seppellito (ma non assunto in cielo, era ateo conclamato) e io ho ereditato il disegno non mi sono fatto troppe illusioni;, chiunque avesse mai visto un disegno del Guercino (e ce ne ha lasciati tanti) difficilmente avrebbe concordato con quella generosa attribuzione per l’enorme distanza di stile e qualità che lo separa anche dallo schizzo più miserabile del Barbieri: e prima di notare le curiose differenze che ho mostrato nei post precedenti era inevitabile attribuirlo ad un esercizio accademico di copia, databile tra ‘600 e ‘700.

    Ma, riaperto il caso - un classico “cold case” - non mi è restato che indagare più a fondo per stabilire la natura, il colpevole e la data del cadavere in questione, utilizzando quelle tracce, i “pentimenti”, che potrebbero dare una soluzione alternativa alla questione.


    La copia Barberini

    Il primo passo è stato procurarmi il catalgo della mostra “Guercino e la pittura emiliana del ‘600” tenuta a Padova nel 2000: in quel catalogo, infatti, era presente una riproduzione della copia “Barberini” (che ha le stesse dimensioni del mio disegno) accompagnata da una dettagliata scheda.
    Una analisi approfondita della “copia Barberini” rispetto alla pala originale rivela parecchie differenze soprattutto nella collocazione spaziale dei personaggi e nelle dimensioni degli elementi architetturali: differenze che avevano appunto fatto pensare che si trattasse di un bozzetto e non di una copia.
    Sovrapponendo la parte centrale, il ragazzo con il cero, della copia Barberini, dell’originale e del mio disegno si ottiene questo bel “puzzle”:


    In cui la lettera A indica il volto della copia Barberini e la lettera B quella dell’originale; il volto della copia, per orientamento ed espressione (occhi e bocca semichiusi) somiglia abbastanza a quello del disegno mentre l’inclinazione del cero è molto più accentuata rispetto all’originale (e in questo caso anche al disegno).

    Questa analogia, se la copia fosse stata effettivamente un bozzetto, sarebbe potuta essere un ottimo indizio per retrodatare il disegno: ma, come ormai è assodato dagli esperti, il dipinto Barberini è sicuramente una copia dell’originale.
    Questo non ci avvicina però alla soluzione del mistero: tutte le maggiori differenze fra disegno e originale restano anche fra disegno e copia Barberini.

    I “pentimenti“

    Nel “Bollettino dei Musei Comunali di Roma” n. 14 del 2000, è riportato il saggio di Patrizia Masini “La Pala di Santa Petronilla del Guercino: storia e restauro” accompagnata dalla “Relazione di restauro” di Nicola Salini e dagli “Esami e studi tecnici” di M. Letizia Paoletti: né mancano le tanto cercate riflettografie agli infrarossi che documentano i “pentimenti” intervenuti durante l’esecuzione dell’opera.

    La storia del dipinto originale è piuttosto tormentata: dovette subire il primo importante restauro già alla fine del ‘600 per poi essere trasferito dalla Basilica di San Pietro al Quirinale nel 1730, a causa dei deterioramenti dovuti all’umidità presente nella chiesa.
    Infine, nel 1797, fu scelto dalla commissione insediata da Napoleone per trasferire in Francia le opere artistiche più importanti, come stabilito dal trattato di pace di Tolentino: il dipinto fu arrotolato attorno ad un cilindro di legno foderato di carta e trasferito al Louvre dopo un faticoso viaggio durato un anno intero.
    Dovette far poi il viaggio di ritorno vent’anni dopo, chiuso il capitolo napoleonico, e questi arrotolamenti e trasferimenti con i mezzi dell’epoca causarono parecchie cadute di colore; questi danni toccarono principalmente la parte superiore e misero in luce il fatto che nei punti in cui il film pittorico si era sfaldato si distinguevano figure sottostanti completate e poi ricoperte durante la stesura finale del dipinto.

    L’esempio più eclatante riguarda un grande angelo che nel disegno preparatorio stava sopra la Petronilla assunta in cielo e successivamente spostato sulla parte sinistra, sotto il Redentore; nei punti in cui la tela è stata danneggiata dall’arrotolamento napoleonico, emergono frammenti di figure già complete, come questa parte del volto dell’angelo sopra la testa di Petronilla; in questo caso,più che di un “pentimento” si tratta di un vero e proprio “rifacimento”: quell’angelo, presente nell’unico disegno preparatorio completo (quello di Winsdor già mostrato prima), fu ricoperto dopo essere già stato completato.


    Non essendoci nessuna traccia di quest'angelo nella “copia Barberini” si può escludere che questa sia un bozzetto preparatorio dell’intera opera, ma piuttosto una copia di bottega dell’opera finita.
    Nella parte bassa della pala invece sono stati rilevati solo i veri e propri “pentimenti”, variazioni di particolari abbozzati e poi cambiati in corso d'opera, piccoli spostamenti di angolazione, visibili grazie all’analisi riflettografica, come quello mostrato qui sotto, relativo alla mano sinistra del giovane dal cappello piumato, in cui il pollice che inizialmente correva sopra la piega della veste, dopo due o tre diversi abbozzi finisce parzialmente nascosto dentro la piega.


    Interessante il raffronto col mio disegno in cui il pollice è tutto visibile, nella posizione 1 del primo “pentimento”: un indizio che potrebbe retrodatare il disegno ad un momento antecedente al completamento dell’opera.


    Secondo il restauratore, Nicola Salini, l’esecuzione dell’opera è avvenuta dall’alto verso il basso, srotolando progressivamente la tela (alta 6 metri): quindi, quando Guercino aveva già completato la parte superiore, seguendo il disegno preparatorio Windsor, compreso il grande angelo di cui abbiamo visto le tracce sopra, qualcosa gli ha fatto cambiare idea: o una sua scelta artistica oppure deve essere intervenuta la committenza chiedendogli di modificare il suo progetto iniziale seguendo uno schema ben diverso dal disegno preparatorio Windsor, soprattutto per la parte inferiore (che ancora doveva essere dipinta) e modificando la parte superiore già dipinta seguendo quel disegno.
    E qui entra in ballo un personaggio di assoluto rilievo per il quale Guercino aveva già lavorato e che in quel momento ricopriva la prestigiosa carica di Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana e quindi anche di Prefetto della Congregazione della Reverenda Fabbrica di San Pietro, la committenza della pala di Santa Petronilla.
    Si tratta del potentissimo Cardinal Nepote di papa Paolo V, il Cardinale Scipione Borghese.

  5. #5
    Blue
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    Predefinito Re: Altre inquisizioni

    Citazione Originariamente Scritto da pcosta Visualizza Messaggio
    e qui entra in ballo un personaggio di assoluto rilievo per il quale guercino aveva già lavorato e che in quel momento ricopriva la prestigiosa carica di cardinale arciprete della basilica vaticana e quindi anche di prefetto della congregazione della reverenda fabbrica di san pietro, la committenza della pala di santa petronilla.
    Si tratta del potentissimo cardinal nepote di papa paolo v, il cardinale scipione borghese.
    e...?
    Ultima modifica di Blue; 11-04-20 alle 16:07

  6. #6
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    Predefinito Re: C'è un cadavere in biblioteca

    Il “Cardinal Nepote” Scipione Caffarelli-Borghese

    Alla morte di Paolo V, nel 1621, il casato dei Borghese era assurto da tempo al rango di dinastia familiare più ricca e più potente che mai ci fosse stata in Roma: ed il suo capo indiscusso, il Cardinale Scipione Borghese, dopo aver rivestito per tutto il tempo del pontificato di Paolo V il ruolo di “cardinal nepote” (ministro degli esteri, degli interni, della Guerra, ecc.), manteneva tutto il suo potere controllando il Collegio dei Cardinali che avrebbero eletto i due papi successivi.
    Il Cardinale era un appassionato mecenate e collezionista d’arte che con molti mezzi e pochi scrupoli accumulò la prestigiosa collezione che si ammira a Roma nella Galleria Borghese. Per esempio, la “Deposizione”, dipinta da Raffaello nel 1507, che stava a Perugia nella chiesa di San Francesco al Prato, fu trasferita nottetempo alla sua collezione romana con gran scorno dei perugini; questi si lamentarono col Papa che invece legalizzò quel furto con un “Breve” pontificio che destinava il Raffaello al nipote.
    Eccolo qui, il gran Cardinale, ritratto mentre chiacchiera in una occasione informale (berretta e vestito non sono quelli sontuosi del celebre busto marmoreo che gli ha fatto Bernini, ma più modesti), in un disegno a penna su pergamena; disegno che gioca a sua volta un importante ruolo nell’indagine in corso:




    Questo disegno infatti condivide la provenienza con il disegno del “cadavere” che stiamo sezionando: entrambi furono venduti a mio padre, nel 1961, dagli eredi del Canonico Don Innocenzo Valli che li aveva a sua volta ereditati dal cognato, il pittore Giovanni Piancastelli (1845-1926).
    Piancastelli si era trasferito a Roma alla fine degli anni ‘60 dell’800 e dopo essere stato maestro di disegno del Principe Marcantonio Borghese ne divenne curatore delle collezioni d'arte e successivamente, quando la Galleria Borghese fu trasferita allo Stato a seguito del fallimento del nobile casato nel 1902 , ne fu il primo Direttore.
    E’ quindi assai probabile che i due disegni provengano dagli archivi della principesca famiglia e che siano stati acquistati (o ricevuti in regalo) dal Piancastelli che era un accanito collezionista di disegni, in un’epoca in cui erano molto poco considerati.

    Giunti a questo punto, praticamente abbiamo raccolto nella stessa stanza tutti i probabili indiziati e non resterebbe che far lavorare le “celluline grige” per trovare la soluzione del mistero.
    Sfortunatamente, a differenza di quelli di Poirot, Miss Marple o Sherlock Holmes, i nostri indiziati sono tutti morti da quattro secoli, per non dire del cadavere riesumato della povera Petronilla, seppellita per la prima volta venti secoli fa, fosse o non fosse davvero la figlia di San Pietro: la brillante soluzione del caso resterà quindi a livello di ipotesi letteraria essendo ovviamente impossibile far confessare il colpevole mentre crolla in lacrime sotto l’incalzare della logica stringente del detective di turno.

    La soluzione sette per cento

    – Elementare, Holmes! – esclamò il dottor Watson, brandendo il disegno del disseppellimento e indicando il pollice del personaggio dal cappello piumato e la testa della santa priva della coroncina di fiori.
    – E’ evidente – continuò – che questo disegno è stato fatto prima che venisse completata la parte inferiore della pala e dopo che era già stata dipinta quella superiore. Probabilmente il Cardinal Borghese, curioso di sapere come procedeva l’opera, avrà mandato qualcuno a fare per lui uno schizzo della tela in corso d’opera, e le differenze che si riscontrano sono solo imprecisioni dovute al fatto che lo schizzo si dovette fare di nascosto: il Guercino, come tutti i grandi maestri, preferiva tener segreta la pala fino al disvelamento al pubblico, una volta finita. –
    – No, non credo sia andata così. – ribattè Holmes – Guercino completò la prima parte seguendo lo schema del disegno Windsor e poi cambiò idea togliendo l’angelo e facendo la seconda parte del tutto diversa da quel bozzetto? No, non può essere stata solo una scelta dettata dall’estro artistico: è evidente che è entrata in ballo la committenza. Guardi, Watson, che differenza fra la proposta iniziale del Guercino e la realizzazione finale!



    Al Cardinal Borghese, prefetto della Fabbrica di San Pietro, e a Monsignor Giovan Battista Agucchi, segretario del papa e responsabile per le scelte iconografiche della Fabbrica di San Pietro, fu mostrato il disegno Windsor e la parte superiore della tela già quasi finita, che ne seguiva le linee: non piacque, o non venne ritenuta “politicamente corretta” per via di quell’angelo che rubava la scena alla santa patrona dei Francesi, in omaggio alla politica di equidistanza tenuta allora dal papato tra Francia e Spagna.
    I due prelati si fecero quindi fare, da qualcuno degli artisti che avevano per mano, uno schematico disegno di come avrebbero dovuto essere disposti i personaggi nella pala; le indicazioni di Agucchi furono di togliere l’angelo sopra alla santa assunta e rifare in maniera completamente nuova la parte inferiore. Prima fu fatto uno schizzo a matita, aggiustandolo secondo le direttive iconografiche di Agucchi e infine ripassandolo a penna, per renderlo più leggibile, una volta approvato dai prelati.
    Agucchi aveva già fatto la stessa cosa con Annibale Carracci qualche anno prima, fornendogli le linee iconografiche per gli affreschi della Galleria Farnese.
    Poi si convocò il Guercino e gli si disse di procedere secondo quello schema; al quale l’artista si attenne in linea di massima, togliendo l’angelo, aggiungendo o ritoccando qualche particolare, come la coroncina di fiori in testa alla santa, e reinterpretando le fisionomie dei personaggi secondo il suo gusto artistico, come nel caso delll’espressione stupita del ragazzo con il cero. –

    – Questo spiega quasi tutto… – disse Watson, ammirato – ma non ci dice nulla su chi poi effettivamente fece quel disegno schematico… cioè il colpevole del cadavere trovato in biblioteca.
    – E’ vero... ma forse ce lo dice il disegno stesso; il tratteggio delle figure dei becchini ha quelle reminiscenze michelangiolesche tipiche di un artista che sia Agucchi che il Cardinal Borghese avevano a loro disposizione: il bolognese Domenico Zampieri, detto “il Domenichino”.
    – Holmes! Lei mi stupisce sempre! Nel risolvere questo caso ha superato perfino l’infallibile Ispettore Rock!
    – No, Watson, anch’io ho commesso un errore: la probabilità che sia giusta questa soluzione non si avvicina neppur lontanamente al 7%.

  7. #7
    Blue
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    Predefinito Re: C'è un cadavere in biblioteca

    In effetti, confrontando il tuo disegno della Petronilla con altri schizzi realizzati dal Domenichino, qualche somiglianza di tratto c'è... quindi, la soluzione "sette per cento" potrebbe pure starci. Che ne dice il "Bollettino dei Musei Comunali di Roma": ci hai trovato qualche riferimento a Domenico Zampieri?

  8. #8
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    Predefinito Re: C'è un cadavere in biblioteca

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    In effetti, confrontando il tuo disegno della Petronilla con altri schizzi realizzati dal Domenichino, qualche somiglianza di tratto c'è... quindi, la soluzione "sette per cento" potrebbe pure starci. Che ne dice il "Bollettino dei Musei Comunali di Roma": ci hai trovato qualche riferimento a Domenico Zampieri?

    Secondo Nicola Salini, il restauratore, "appare evidente nel corso del lavoro l'ansia del pittore di fronte alle dimensioni dell'opera, come se inizialmente in preda ad una sorta di "horror vacui" avesse riempito eccessivamente di figure l'opera per poi semplificarla e solennizzarla".
    Questa spiegazione non mi pare convincente per due ragioni: nella parte superiore, che ha subito il massiccio rifacimento riguardante l'angelo sopra la santa, alla fine le figure sono molte di più: si contano sette angeli anziché l'unico presente nel disegno Windsor; e nella parte inferiore, una decina di personaggi affolla la scena, non mi sembra una gran semplificazione. Mi sembra più logico che la parte superiore sia stata iniziata seguendo il disegno Windsor e poi rifatta togliendo l'angelo perché non piaceva all'artista o alla committenza.
    Il Domenichino, due anni dopo essere arrivato a Roma, nel 1604 era andato ad abitare in casa di Giovan Battista Agucchi, che poi lo sponsorizzò facendogli ottenere importanti committenze; nel 1617 decorava il soffitto di Santa Maria in Trastevere sotto la direzione dell'Agucchi, sovrintendente ai lavori e dipingeva per il cardinale Aldobrandini questa classica "Caccia di Diana":



    La "Caccia di Diana" si può ammirare nella Galleria Borghese perché il Cardinale Scipione Borghese la vide, prima che venisse consegnata al committente Aldobrandini, e fece incarcerare il Domenichino finché il pittore non consentì a darla a lui anziché all'Aldobrandini.
    Col nuovo papa, il bolognese Gregorio XV, nel 1621 Agucchi divenne Segretario dei Brevi (il capo della diplomazia) e il Domenichino fu nominato Architetto del Palazzo Apostolico (come lo era stato Raffaello). L'influenza di Agucchi e del Domenichino, secondo il massimo critico del Guercino, Sir Denis Mahon, fu alla base della "svolta" classicista del Guercino, avvenuta proprio durante la realizzazione della Petronilla.
    Anche questi vaghi indizi, in fondo, non sono in contrasto con la soluzione al sette per cento.

  9. #9
    Blue
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    Predefinito Re: C'è un cadavere in biblioteca

    Citazione Originariamente Scritto da pcosta Visualizza Messaggio
    La "Caccia di Diana" si può ammirare nella Galleria Borghese perché il Cardinale Scipione Borghese la vide, prima che venisse consegnata al committente Aldobrandini, e fece incarcerare il Domenichino finché il pittore non consentì a darla a lui anziché all'Aldobrandini.
    Col nuovo papa, il bolognese Gregorio XV, nel 1621 Agucchi divenne Segretario dei Brevi (il capo della diplomazia) e il Domenichino fu nominato Architetto del Palazzo Apostolico (come lo era stato Raffaello). L'influenza di Agucchi e del Domenichino, secondo il massimo critico del Guercino, Sir Denis Mahon, fu alla base della "svolta" classicista del Guercino, avvenuta proprio durante la realizzazione della Petronilla.
    Anche questi vaghi indizi, in fondo, non sono in contrasto con la soluzione al sette per cento.
    Un bel pezzo di canaglia, quel cardinale... ma non si può biasimarlo, perché l'opera è davvero sublime.

    No, gli indizi che hai raccolto non sono in contrasto con la soluzione "sette per cento": non la smentiscono, però neppure la confermano...
    Una strada che si potrebbe percorrere, nell'improbabile tentativo di arrivare al bandolo, sarebbe quella di indagare su possibili contatti fra Guercino e Domenichino, soprattutto negli anni in cui quest'ultimo occupò il posto che era stato di Raffaello. In caso affermativo, ciò aiuterebbe a capire se e in quale misura i ripensamenti di Guercino siano stati in qualche modo inflenzati da Domenico Zampieri.

 

 

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