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  1. #31
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    Predefinito Re: Uccise l'uomo che l'aveva stuprata: la Cassazione conferma la pena a 14 anni

    Citazione Originariamente Scritto da Wu Wei Visualizza Messaggio
    Era ancora segregata dallo stupratore. Mica era libera e dopo un mese è tornata li per vendicarsi. La colluttazione c'è stata perché lei voleva fuggire.
    Ah ok, non lo sapevo, non avevo letto.
    Spaghetti e pistole

  2. #32
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    Predefinito Re: Uccise l'uomo che l'aveva stuprata: la Cassazione conferma la pena a 14 anni

    Citazione Originariamente Scritto da Rachel Walling Visualizza Messaggio
    perché lei era ancora li, ha tentato di fuggire e nella colluttazione lo ha accoltellato.
    quindi si è difesa
    Giusto.
    Spaghetti e pistole

  3. #33
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    Predefinito Re: Uccise l'uomo che l'aveva stuprata: la Cassazione conferma la pena a 14 anni

    Citazione Originariamente Scritto da Rotwang Visualizza Messaggio
    Speranze finite per la 28enne coneglianese Liliana Ordinanza. La Corte di Cassazione ha difatti confermato la condanna a 14 anni e 4 mesi di reclusione, inflittale in precedenza dalla Corte di Appello di Venezia (comunque di cinque anni in meno rispetto a quelli che le erano stati inflitti in primo grado), per l'omicidio di Medhi Chairi, operaio 42enne di Miane, il 17 aprile 2016. La donna, difesa dall'avvocato Monica Nassisi, si è sempre difesa puntando sul fatto che l'accoltellamento fosse avvenuto dopo che l'uomo l'aveva stuprata e segregata, agendo quindi per legittima difesa dopo una nottata trascorsa tra il consumo di alcol e droga.

    «Merita di essere assolta»: così aveva scritto l'avvocato Nassisi nel ricorso in Cassazione. Secondo il legale, infatti, i giudici d’appello, pur riducendo la pena inflitta in primo grado, non avevano adeguatamente valutato gli elementi a favore della legittima difesa. «Le perizie della polizia scientifica -puntualizzava la Nassisi negli scorsi mesi -confermano la versione di Liliana. Dopo lo stupro ha provato a scappare dalla casa di Chairi; a quel punto c’è stata la colluttazione e lei, afferrato un coltello, ha pugnalato a morte il suo aguzzino». In subordine alla richiesta di assoluzione nel ricorso alla Suprema Corte la difesa ha anche puntato a ottenere ulteriori attenuanti rispetto a quelle già riconosciute, così da abbattere ulteriormente la pena, ma gli Ermellini non hanno sentito ragioni e hanno confermato la sentenza d'Appello.


    Uccise l'uomo che l'aveva stuprata: la Cassazione conferma la pena a 14 anni di carcere
    Secondo questo articolo le cose sono andate un po diversamente...

    Ieri si è tenuta l’udienza preliminare di fronte al giudice Angelo Mascolo durante la quale la ventisettenne ha raccontato la sua verità, diversa da quella detta nell’interrogatorio di garanzia, e cosa è accaduto la notte del delitto all’interno dell’appartamento di Miane. In particolare ha detto di non aver subito violenza e di aver avuto un rapporto sessuale consenziente con il marocchino prima di ucciderlo con violenza con un coltello perché, ha detto, lui le avrebbe impedito di uscire di casa. Dopo di che avrebbe rubato anche le chiavi della macchina e sarebbe scappata. Una versione più convincente di quella raccontata in un primo momento quando aveva detto di essere stata violentata e di aver ucciso per difendersi. Il delitto risale ad una domenica di aprile dell’anno scorso in una mansarda di via Roma a Miane. La Ordinanza, di origini salernitane e sulle cui tracce i carabinieri si erano messi alcune ore dopo la scoperta del cadavere di Chairi, in un primo tempo aveva negato di aver ucciso a coltellate l’operaio marocchino ed il fermo che le è costato il carcere era avvenuto dopo un giorno e mezzo scandito da una serie di interrogatori in cui l’indagata, inizialmente accusata solo del furto dell’auto della vittima, era rimasta a piede libero. L’omicidio dell’operaio marocchino è avvenuto all’alba verso le 5.30. È a quell’ora che gli inquilini della casa al civico 39 di via Roma, a Miane, sentono trambusto e grida di un donna provenire dalla mansarda di Chairi. Nessuno ci fa caso ma, dopo che in tarda mattinata viene scoperto l’omicidio, ai carabinieri qualcuno racconta della presenza di una donna, nella notte di domenica, nella casa del delitto. Gli investigatori dirigono le indagini sulla vita privata dell'operaio marocchino ed in particolare sulle sue diverse frequentazioni femminili. È un connazionale della vittima, sentito come testimone domenica pomeriggio, ad indirizzare i carabinieri verso Liliana. La svolta arriva quando l’auto della vittima, un’Alfa 147 nera, sparita dopo l’omicidio dallo spiazzo davanti alla casa di Miane, viene ritrovata in via Verdi, nei pressi della stazione di Conegliano. Un abitante del posto ha visto in faccia chi l’ha posteggiata in zona ed indica Liliana Ordinanza come presunta colpevole. La ragazza viene trovata poco dopo a casa della madre. Ai carabinieri consegna subito le chiavi dell’auto di Chairi, ma nega di averlo assassinato. In caserma, poi, assicura di voler collaborare: «So chi è l'assassino». La giovane ammette di aver trascorso la notte tra sabato e domenica nella casa dell’operaio marocchino e di aver consumato crack assieme alla vittima. Alla mattina, però, in casa è arrivato uno spacciatore marocchino con il quale Chairi ha iniziato a litigare. «Mi sono messa in mezzo a loro per dividerli», dice ai carabinieri. «Poi, però, ho preso le chiavi dell'Alfa 147 nera, e me ne sono andata, lasciandoli litigare». In realtà in quella casa erano soli e, come ha detto la stessa Ordinanza ieri, ha ucciso dopo un rapporto sessuale.

    https://necrologie.tribunatreviso.gelocal.it/news/48223

  4. #34
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    Predefinito Re: Uccise l'uomo che l'aveva stuprata: la Cassazione conferma la pena a 14 anni

    Ah.
    Se c'è di mezzo il crack tutto può prendere pieghe incredibili.
    Non sapevo questa versione...

  5. #35
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    Predefinito Re: Uccise l'uomo che l'aveva stuprata: la Cassazione conferma la pena a 14 anni

    Citazione Originariamente Scritto da gameover71 Visualizza Messaggio
    La vendetta in tal senso è assolutamente comprensibile, a me uno stupra mia figlia ed io lo vado a prendere e lo ammazzo lentamente, facendomelo venire duro mentre ascolto le sue suppliche, ma sta di fatto che una vendetta resta una vendetta, giuridicamemente diversa dalla legittima difesa di quando ti stanno abusando, solo per precisare.
    Stupro con omicidio, posso capire i sentimenti di un genitore, certamente

 

 
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