E poi dicono che la frutta costa poco!

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La banana di Maurizio Cattelan, spuntino da 120 mila dollari. L'artista David Datuna la divora: "Deliziosa"

«Dar da mangiare agli affamati» è una delle Opere di Misericordia raccomandate dal Vangelo. Il Discorso che Gesù farà nel momento del giudizio finale, narrato da Matteo, avrebbe potuto tentare chiunque si fosse trovato a girare, con un buco nello stomaco, tra gli stand della fiera d'arte contemporanea Art Basel di Miami dove in bella mostra c'era una banana matura attaccata sulla parete. Forse in molti ci hanno pensato, ma a farlo è stato solo David Datuna.
L'ha vista, l'ha sbucciata e in men che non si dica, davanti allo sguardo sorpreso dei presenti è finita nel suo stomaco. Lo spuntino di Datuna vale però 120 mila dollari. La banana, infatti, era l'ultima opera di Maurizio Cattelan, il provocatorio artista che ha abituato il mondo intero a opere e soprattutto a operazioni contraddittorie quanto concettuali, divertenti quanto ironiche, politiche quanto scanzonate. Dopo 15 anni di assenza a una fiera aveva presentato proprio a Miami, nello spazio della galleria Perrotin la sua nuova installazione: un frutto reale - che sembra molto una citazione della copertina del disco dei Velvet Underground disegnata dal maestro della Pop Art Andy Warhol - commestibile e deperibile, attaccato con un pezzo di scotch color argento su un muro bianco.


Intesa come opera di denuncia, come «simbolo del commercio globale, ma anche uno strumento per fare dell' umorismo» l'obiettivo di Cattelan è quello di invitare il pubblico a riflettere sul concetto di valore delle opere d'arte, e soprattutto sul modo in cui noi diamo valore agli oggetti. Due collezionisti - un uomo e una donna francesi - non si sono fatti problemi a staccare due assegni da 120mila dollari ciascuno per portarsi a casa il lavoro più controverso e chiacchierato della fiera. Un investimento.

LA PERFORMANCE - Per David Datuna, invece, la banana era solo una gustosa merenda da "sfruttare" per farsi un po' di pubblicità. Anche lui, infatti, è un'artista che ha pensato bene di riprendere tutto con lo smartphone per poi pubblicare il video su Instagram puntualizzando che il suo gesto era una performance, intitolata Hungry Artist, ovvero artista affamato. «Amo Cattelan e adoro letteralmente questa installazione. È deliziosa», ha spiegato Datuna prima di essere strattonato da un membro dello staff della fiera nel tentativo di fermarlo. Dopo qualche momento di tensione la banana, che era stata acquistata da Cattelan in un supermarket di Miami, è stata rimpiazzata.

Il direttore della galleria di Miami, Herald Lucien Terras, malgrado la rabbia iniziale, ha rassicurato gli acquirenti degli altri due esemplari: «Datuna non ha distrutto l'opera d'arte». E questo perché il valore dell'opera è dato dal certificato di autenticità, non dalla banana, che può essere sostituita dai proprietari delle diverse opere. E dunque Datuna non verrà denunciato. Ma per evitare che qualcuno lo emulasse sono state schierate delle guardie a difesa della nuova opera. Che però non sono bastate a contenere la folla di curiosi: a fine pomeriggio, ieri, la galleria Perrottin ha anche deciso di chiudere, almeno momentaneamente.

Di Comedian - questo il nome, che è tutto un programma, dell'opera - ne sono state "realizzate" tre versioni, messe in vendita a Miami. All'acquirente viene fornita la banana e un pezzo di nastro adesivo, senza istruzioni su cosa fare quando il frutto inizierà a decomporsi.

L'ultimo pezzo disponibile di Comedian, dopo la performance di David Datuna, è salita di prezzo ed è arrivata a 150mila dollari.
Insomma l'obiettivo di Cattalan è stato centrato: oggi tutti ci troviamo a riflettere sul consumismo, così come ci spinse a fare Marchel Duchamp con il suo orinatoio, Piero Manzoni con la sua merda d'artista e Daniel Spoerri che nel 1961 trasformò la galleria di Addi Köpcke in una bottega d'alimentari, con vero cibo sul quale era stampata la scritta «Attention, oeuvre d'art» che i collezionisti potevano acquistare. Quanto al prezzo dell'opera, quello è parte integrante del concetto: senza di esso, l'intera riflessione sul consumismo della nostra società cadrebbe e la banana diventerebbe, davvero, solamente una banana mezza marcia.