Il figlio di Gheddafi aveva annunciato un suo ingresso in politica. Si sa più nulla?
Il figlio di Gheddafi aveva annunciato un suo ingresso in politica. Si sa più nulla?
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
E dove starebbe la politica in Libia, oggi come oggi? "Entrare in politica" per il Gheddafi jr. significherebbe essere al comando di una propria milizia con più o meno mercenari, gestire una porzione di territorio libico, e avere alle spalle uno stato o una coalizione di stati che lo armi e lo sostenga, esattamente come gli altri due contendenti.
Meglio che stia ben defilato, e se e quando si tornerà alla politica non armata, allora forse ci potrà fare su seriamente un pensiero. Se non si hanno notizie ci sarà un motivo.
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
I figli di Gheddafi (tra cui uno che è vissuto per molti anni in Italia, a Perugia, come figlio di papà) , in quel sistema di potere para-tribale che da sempre è stata ed è tuttora la Libia, sarebbero stati i naturali eredi del padre qualora fosse riuscito a morire di morte naturale oppure avesse "abdicato" per limiti di età; in quel caso ci saremmo ritrovati la "seconda generazione" della famiglia gheddafi al potere, educata in parte in occidente, con mentalità più vicina all'occidente e molto, molto amica dell'Italia, anche per storia personale; sicuramente privi delle bizzarrie paterne, il tutto senza rinunciare più di tanto al lavoro di unificazione del paese portato avanti (non senza volenze ed errori) dal padre. Insomma sarebbero stati perfetti dal nostro punto di vista di Italiani e sicuramente migliori del macello che oggi c'è in Libia anche dal punto di vista del libico medio; ma appunto e non a caso qualcuno ha pensato bene di togliere di mezzo Gheddafi e con lui ogni prospettiva di ulteriore sviluppo economico italiano in Libia, soppiantandolo con questo casino infernale, che fa il gioco di molti tranne che dell'Italia e della Libia vista nel suo insieme. Non credo che ci siano prospettive oggi per i figli; dovrebbero mettersi a capo di milizie, come dice Kavaleristis; ormai sono fuori dai giochi, anche perché il padre si era fatto odiare da molti, con i suoi metodi spesso brutali e quelle genti sono molto rancorose e vendicative; quanto ai famosi compagni di rivoluzione del '69, aveva pensato gheddafi stesso a farsi terra bruciata intorno già molti anni fa; ad eccezione di Giallud, il quale comunque si è eclissato ed è ormai avanti con gli anni; oltre ai noti problemi di salute.
Tra l'altro trovo molto provinciale la moda dei media italiani di oggi di scrivere i nomi e cognomi libici, nonché i nomi di città, utilizzando la grafia francese o inglese, quando invece quella italiana non solo è già presente da molto tempo e va benissimo, ma è anche più adatta a traslitterare molti suoni. Esempio Zawia anziché scrivere più correttamente Zavia come si faceva ancora fino agli anni '80. Giallud per esempio ancora lo si trova traslitterato all'italiana, con la gi che rappresenta proprio il suono "gi" come in "giallo" e che corrisponde perfettamente alla pronuncia tripolina. Oggi verrebbe scritto jallud, ma la j francese non corrisponde a quel suono e la j inglese non è necessaria.
Libia, arrivano le prime truppe turche. Putin da Erdogan: “Arrivare a un cessate il fuoco”. Di Maio al Cairo non firma documento congiunto
Ankara invia i primi soldati a sostegno di Tripoli: "Non combatteranno". Giornata di incontri diplomatici bilaterali. L'ex ministro Minniti: "Può diventare l'epicentro di una crisi mondiale. E l'Italia ha perso l'iniziativa politica lì per colpa di chi ha usato l'immigrazione per il consenso e per rompere all'interno dell'Ue". Il ministro degli Esteri spiega i motivi del mancato accordo con gli omologhi di Francia, Cipro, Grecia e Francia: "Testo troppo duro nei confronti di Sarraj, non possiamo spaccare l'Ue adesso"
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...iunto/5657281/
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
Libia, il generale Haftar incontra Conte a Palazzo Chigi. Salta il meeting con al-Sarraj: “Nessun dialogo con i criminali di guerra”
La volontà del governo italiano, dopo l'intervento militare turco al fianco delle milizie di al-Sarraj e a seguito della trasferta libica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è quella di riaccreditarsi come mediatore nello scacchiere nordafricano. In serrata colloquio telefonico tra Conte e il presidente Mattarella
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...uerra/5657603/
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
Dimajo...
Libia, Di Maio chiama ministro Esteri turco: sì a trilaterale Roma-Mosca-Istanbul per risolvere la crisi
La telefonata arriva poche ore dopo la decisione delle forze legate al generale Khalifa Haftar di aderire al cessate il fuoco chiesto da Russia e Turchia e subito accolto positivamente da al-Sarraj. Ma proprio il governo di Tripoli denuncia una violazione della tregua da parte degli avversari sul campo. Intanto, nella giornata di domenica al-Sarraj è arrivato a Istanbul per un incontro bilaterale con il presidente Recep Tayyip Erdoğan
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...crisi/5666056/
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
Gli interessi dell'Italia tra Libia e Mediterraneo dell'est
di Giuseppe Masala
Ormai da settimane si ascolta la litania secondo la quale l'Italia sarebbe stata scalzata dalla Libia e che vedrà presto azzerati i propri interessi ed i propri investimenti.
Tralasciando la genesi della crisi e gli ormai decennali errori della nostra politica sulla Libia (che ci sono stati ma è facile parlare con il senno di poi) per capire la partita è necessario inquadrarla nella più generale politica mediterranea e più precisamente in ciò che accade in tutto il cosiddetto #EstMed (Mediterraneo dell'Est).
Anche qui, bisogna dire, che i nostri analisti della domenica che guardano alla politica internazionale e alla geoeconomia con gli occhi deformati dalle idiosincrasie della politica interna hanno preso un bel granchio: la tesi sarebbe quella che l'Italia nel Mediterraneo non conta più nulla ovviamente a causa di Di Maio che è - ovviamente - un incompetente. Tralasciando il fatto che l'attuale Ministro degli Esteri è alla Farnesina da meno di sei mesi e che quindi anche volendo non ha avuto il tempo di compiere i disastri che gli vengono imputati bisogna dire che l'Italia è tutt'altro che azzerata nei suoi interessi mediterranei. Siamo anzi al centro dei giochi. Ed in particolare per quanto riguarda le politiche energetiche del bacino.
1) L'Eni ha scoperto il più importante giacimento di gas nelle acque prospicenti alle coste dell'Egitto (giacimento Zhor);
2) L'Eni ha scoperto un altro importante giacimento nelle acque della zona di sfruttamento esclusivo cipriota (giacimento Calypso);
Più in generale sono stati scoperti molti giacimenti di gas in tutto l' #EstMed e l'Italia è al centro dei giochi sia grazie all'Eni sia perchè le coste italiane (segnatamente quelle pugliesi) sono il terminale che porterà in Europa questo gas. Infatti è stato firmato pochi giorni fa ad Atene un protocollo d'intesa tra Israele, Grecia e Cipro per costruire un gasdotto (chiamato #EstMed) che attraversando il Mediterraneo arriva prima in Grecia e infine sbuca in Puglia portando dunque questo gas in Europa. Intesa che vede l'Italia al centro dei giochi pur non avendo per ora firmato.
E' qui che sorge il problema: la Turchia che è fuori dai giochi si accorda con il governo di Tripoli per congiungere le acque della zona esclusiva di sfruttamento turche con quelle libiche troncando il passaggio del gasdotto #EstMed dalle acque israeliane e cipriote verso la Grecia. Da qui anche l'accordo militare tra i tripolini di al Serraj e i turchi. E' evidente che l'Italia, Israele, Grecia, Egitto e Cipro si oppongono all'accordo tra Erdogan e al Serraj.
Qui la situazione si ingarbuglia in particolare per Russia e Italia. Una situazione paradossale. L'Italia infatti appoggia i tripolini di al Serraj le cui decisioni però confliggono con gli interessi italiani nel Mediterraneo dell'Est. Speculare la situazione russa che appoggia il generale bengasino Haftar ma che vede nell'accordo tra al Serraj ed Erdogan un fatto positivo che difende i suoi interessi (la Russia è grande esportatore di gas e il nuovi giacimenti nel Mediterraneo dell'Est sono comunque dei concorrenti).
Ora l'Italia si trova (così come la Russia) a dover gestire in maniera equilibrata la situazione: da un lato deve difendere i suoi interessi in tripolitania (gas, petrolio con l'Eni ma anche gestione dei flussi migratori) ma deve difendere anche i suoi interessi nel Mediterraneo dell'Est in contrapposizione con l'accordo tra Tripoli e Ankara. Da qui l'impossibilità di appoggiare totalmente una delle fazioni libiche e puntare invece sul dialogo . Stessa situazione dei russi (però a parti invertite).
Insomma, con buona pace degli analisti, non è che l'Italia ha nel Mediterraneo gli interessi completamente azzerati ma che ne ha troppi anche confliggenti tra loro.
Come far quadrare il cerchio? Difficile operazione ma tutti si sono accorti che la Libia non si pacifica senza l'Italia. La Turchia non ha la capacità di proiezione militare, la Russia ha anche essa interessi confliggenti, la Francia è in difficoltà in tutto il Sahel non può impegnarsi troppo, l'Egitto potrebbe ma non può irritare più di tanto Roma perchè ambisce a vendere il suo gas attraverso l'Italia e se interviene provoca l'intervento contrario dell'Algeria. Alla fine l'Italia è il fulcro di tutto in questa partita.
Da qui il successo del tavolo Italia-Russia-Turchia sulla Libia e l'accordo sul cessate il fuoco mediato dall'Italia e accettato da Serraj e Haftar. Ora forse l'invio di un contingente militare guidato dall'Italia sotto l'egida dell'Onu. Vedremo.
Notizia del: 12/01/2020
https://www.lantidiplomatico.it/dett...t/29296_32544/
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
LA FIGURACCIA LIBICA DI CONTE - Disastri internazionali
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch