Giuseppina Pasqualino di Marineo, con lo pseudonimo di Pippa Bacca (1974-2008), è stata un'artista performativa italiana piuttosto nota per la sua fine tragica.

Nata a Milano, figlia di Elena Manzoni (sorella dell'artista Piero Manzoni, perciò discendente dell'omonimo famoso letterato Alessandro), intraprende fin dal 1997 la strada dell'arte performativa, un genere artistico della fine del Novecento che indaga azioni pianificate o spontanee che coinvolgono il corpo dell'artista, il tempo, lo spazio ed eventualmente una sua relazione col pubblico. Il filo conduttore della sua arte è la trasformazione degli oggetti in altri oggetti: ad esempio, il semplice uso delle forbici (le foto delle persone che le danno passaggi in macchina sono tagliate fino a farle diventare mezzi di trasporto); l’uncinetto, con cui crea forme che alludono al sesso; l’opera Surgical mutations, invece, con cui ritaglia foglie raccolte in un bosco per trasformarle in foglie di altre specie vegetali, e così via.

Ma è dell'autostop, appunto, che Pippa Bacca ne fa un manifesto di vita. Crede nella bontà intrinseca dell'essere umano e, con la compagna Silvia Moro, altra artista performativa milanese, decide di partire dal capoluogo lombardo l'8 marzo 2008, per la Giornata internazionale della donna, in autostop, entrambe vestite in ingombranti abiti da sposa, attraverso undici paesi teatro di conflitti: l’ex Jugoslavia, la Bulgaria, la Turchia e la Siria, poi il Libano, l’Egitto, la Giordania e la Cisgiordania, per arrivare, infine, in Israele. La scelta di viaggiare affidandosi all'ospitalità degli altri equivale alla voglia di conoscere da vicino la realtà delle zone visitate – soprattutto quella delle donne oppresse dalla guerra – e anche la dimostrazione della fiducia nel prossimo. Avrebbero dovuto benedire questo viaggio a Gerusalemme, in una cerimonia pubblica simbolo dell’eliminazione delle discordie umane al Muro del Pianto. Questo progetto performativo unico nel suo genere è chiamato Spose in viaggio - Brides on tour. Durante il viaggio, le due incontrano la solidarietà dalle donne del posto: Bacca lava i piedi delle ostetriche come omaggio alla vita, Moro affida il proprio abito alle ricamatrici incontrate lungo il percorso. Attraversano Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia e Bulgaria e arrivano in Turchia, non senza problemi fin dall'inizio a causa dell'insistenza di Pippa a prendere qualsiasi passaggio. Alle porte di Istanbul le donne si separano a causa delle divergenze e della stanchezza, promettendosi di incontrarsi nuovamente in Medio Oriente.

Il 31 marzo 2008, Bacca chiede un passaggio ad un uomo, Murat Karataş, che la violenta e la uccide nei dintorni di Gebze, nella regione di Marmara. La sua scomparsa è subito segnalata e iniziano le ricerche, che conducono al ritrovamento del suo cadavere sepolto l'11 aprile successivo. La brutale uccisione di quest'artista scuote l'opinione pubblica internazionale e ancor di più quella turca, tanto che il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan si dice "profondamente rattristato", promettendo giustizia. Da più parti il tragico avvenimento mette in relazione altri delitti e con tematiche interne della Turchia, riaprendo il dibattito sulla violenza contro le donne e su certe spietate tradizioni ancestrali. I funerali, celebrati il 19 aprile 2008 nella basilica di San Simpliciano a Milano, vedono la partecipazione di 2mila persone alla presenza del console turco e delle autorità. Nell'aprile 2012 la Cassazione turca condanna l'assassino in via definitiva a trent'anni di carcere, che si dichiara non pentito. Pippa Bacca e Silvia Moro potrebbero essere sembrate due artiste fuori di senno e invece la loro ultima performance insieme ha una chiara lettura: due donne in abito da sposa che hanno cercato di raccontare la pace, l’incontro e la fiducia negli uomini.