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  1. #1
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    Predefinito Lettera di Renzi a repubblica: "la filosofia che ha distrutto l'unità nel Pd".

    Caro direttore, ieri su Repubblica Piero Ignazi stabilisce un legame tra Berlusconi, Salvini e il sottoscritto attribuendo allo "strafottente giovanotto" ogni tipo di responsabilità. E parla di "devastazione finale" degli strati popolari "attuata da Renzi non solo col Jobs Act". E dunque ora il Pd deve pensare ai più deboli. Come se prima non lo avesse fatto.

    Che la sinistra fatichi a raccogliere il voto dei ceti popolari non è un mistero. Ma non da oggi. Nel 1994 Chiamparino, uno dei migliori esponenti della sinistra, perse il collegio operaio di Mirafiori contro il semisconosciuto Meluzzi di Forza Italia. E in questi 25 anni è andata quasi sempre così, con l'eccezione del 2014 quando abbiamo sfondato anche tra i ceti popolari. Bisognerebbe fare l'analisi di quella vittoria insieme alle analisi delle tante sconfitte: perché solo nel 2014 abbiamo spezzato l'incantesimo.
    Dunque: il problema c'è. E c'è in tutto il mondo. I più poveri votano Trump o Brexit o Bolsonaro. Non importa essere professore per rendersene conto: basta non essere provinciale. Non importa aver scritto tanti libri per capirlo: basta leggere un giornale.


    I fatti. Negli ultimi 40 anni nessun governo ha pensato ai più deboli quanto noi. Mettiamo da parte le antipatie e concentriamoci sui fatti Quando sono diventato premier sul contrasto alla povertà c'erano 20 milioni di euro, quando mi sono dimesso c'erano 2.7 miliardi. Quando sono diventato premier, non c'era un euro sulle periferie, quando mi sono dimesso era approvato un progetto da 2.1 miliardi di euro, sulla base del "rammendo" di Renzo Piano. Oltre un miliardo è stato investito per le case popolari e per la lotta alla povertà educativa, quest'ultima iniziativa lanciata insieme alle Fondazioni.

    L'aumento dei fondi per il sociale, per la sanità (+8 miliardi di euro), per il terzo settore è un dato di fatto che nessuno può cancellare. E che si accompagna alla questione fiscale. Gli 80 euro sono un aiuto a chi guadagna meno; non una mancia elettorale ma è un aiuto a quelle che La Pira chiamava "le attese della povera gente" anche la lotta all'evasione condotta con un grande investimento in tecnologia: fatturazione elettronica, dichiarazione precompilata, digitalizzazione del fisco secondo il progetto lanciato alla Leopolda da Ernesto Ruffini hanno ridotto l'evasione. Misure contestate dai populisti grillo leghisti ma che hanno paradossalmente permesso a Tria di evitare la procedura di infrazione europea.

    Infine: le riforme. Il Jobs Act ha creato più di un milione di posti di lavoro secondo Istat. E io mi ostino a pensare che sia più giusto creare lavoro che regalare redditi di cittadinanza. La sinistra crea occupazione, non regala sussidi. Le nuove leggi sul caporalato e sull'autismo, sul dopo di noi e sulla cooperazione internazionale, sullo spreco alimentare e sulle unioni civili dimostrano un'attenzione al tema dei diritti che non si registrava da anni. E dare più diritti a chi non ne aveva è una misura di sostegno che andrebbe valorizzata proprio quando i diritti sono attaccati da un governo populista che è rispetto a noi tutta un'altra cosa. Per Ignazi invece no. Egli individua un filo rosso che lega Salvini a me e Berlusconi. Lo pensano tanti nostalgici della ditta. E questa visione ideologica per cui alla fine Salvini è solo la prosecuzione del renzismo è figlia della stessa filosofia di chi ha alimentato scissioni, organizzato fuoco amico e distrutto l'unità del Pd con l'effetto di consegnare il Paese all'altro Matteo.

    Rispetto le altrui idee. Ma sui fatti sono pronto a un confronto all'americana con chiunque abbia studiato almeno i provvedimenti della scorsa legislatura o conosca i numeri del bilancio.

    Perché l'ignoranza grillina fa proseliti e siamo al paradosso per cui chi scrive raffinati commenti senza conoscere i fatti è paradossalmente populista quanto chi ci governa. Essi infatti giudicano il carattere "strafottente" di un politico senza approfondire gli atti di governo di quel politico. Si fermano alle apparenze. Vogliamo dire che c'è bisogno di fare di più per chi sta peggio? Facciamolo. Ma accarezzare il concetto che i governi Pd e quelli delle destre siano la stessa cosa e che nessuno abbia fatto niente, non è semplicemente ingiusto. È falso. Preferisco essere giudicato arrogante perché porto numeri incontrovertibili che essere considerato umile perché taccio davanti alle fake news.


    https://www.repubblica.it/politica/2...-C4-P6-S1.4-T1

  2. #2
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    Predefinito Re: Lettera di Renzi a repubblica: "la filosofia che ha distrutto l'unità nel Pd".

    renzi for ever, ma chi lo considera zingaretti.

  3. #3
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    Predefinito Re: Lettera di Renzi a repubblica: "la filosofia che ha distrutto l'unità nel Pd".

    Renzi mantiene l'arroganza di chi non ha capito perchè perde.
    Sbaglia strategia e comunicazione.
    Si è reso antipatico e strafottente, è vero, e questo indispettisce. Non ha trattenuto molti elettori di sinistra e non è riuscito a strapparli al centrodestra.
    Certe politiche vanno accompagnate da una comunicazione coerente. Se fai il Jobs Act poi non puoi fare il populista contro l'Europa come un Bagnani o un Di Maio, e invece lo fece.

    La comunicazione è centrale, il trio Renzi, Boschi, Lotti si è reso a pelle antipatico agli italiani, a pelle, in modo anche irrazionale.
    Doveva tenerne conto.
    La sua retorica è sempre stata rivolta all'Italia di successo, dall'Expo a Eataly, agli atleti famosi. Si è reso lontano dall'italiano medio.
    E questo non viene perdonato
    Against all odds

  4. #4
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    Predefinito Re: Lettera di Renzi a repubblica: "la filosofia che ha distrutto l'unità nel Pd".

    Ma è ancora convinto che le periferie abbiano bisogno di aiuto? Il centro è dove si fattura ciò che produce la periferia, la periferia è furiosa perché il centro si prende i benefici altrui senza adempiere a nessun dovere e trascinando con i suoi sprechi la collettività nel baratro. Oltre a diffondere un atteggiamento caricaturale, vedi il pariolino medio che ha fatto il genocidio di rom e altri soggetti per lui indesiderati sia nel suo quartiere che persino nei luoghi di villeggiatura.

    Ed è pure convinto che il compito dello stato sia creare lavoro dal nulla come si faceva con le piramidi.

  5. #5
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    Predefinito Re: Lettera di Renzi a repubblica: "la filosofia che ha distrutto l'unità nel Pd".

    La Repubblica delle banane, l'unico paese dove si vota praticamente ogni anno e non cambia mai nulla...
    Abbiamo avuto a che fare col genio Prodi, con l'intelligente Renzi, ora c'e il capitano che incida all'odio e al razzismo Salvini. Sinistra, destra, centro, poco cambia, appena si siedono sulla poltrona tutte le promesse svaniscono come polvere al vento.
    Sempre più convinto che andare a votare sia sempre una cosa più stupida e inutile perché tanto, vada chi ci vada, a noi non cambia nulla, anche perché in ogni caso non decidiamo nulla
    nella gioia e nel dolore INTER eterno amore !!!
    mai stati in B

 

 

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