Nel dicembre 1887, Jules Grévy, presidente della Repubblica francese, è costretto a dimettersi. Ormai è troppo implicato in uno scandalo riguardante un suo genero deputato, che aveva coperto e che aveva trasformato l'Eliseo in un ufficio di compravendita di onorificenze e decorazioni come la Legion d'Onore. Gli succede Marie-François Sadi Carnot, liberale moderato e repubblicano, ministro delle Finanze e uomo che il Parlamento e il governo considerano sopra le parti e slegato dai gruppi finanziari che in Francia fanno il bello e il cattivo tempo. E, infatti, Sadi Carnot passa indenne sia al tentato colpo di Stato del generale nazionalista Georges Boulanger, sia allo scandalo per corruzione del Canale di Panama e sembra rifiutare la politica autoritaria del governo di Jean Casimir-Perier. Il 9 dicembre 1893, l'anarchico francese Auguste Vaillant getta una bomba in pieno Parlamento per protestare contro la politica repressiva del governo stesso. Parecchi deputati vengono feriti e al processo la magistratura non concede alcuna attenuante all'attentatore, che viene condannato a morte. La sua domanda di grazia è stata respinta dallo stesso presidente Sadi Carnot, particolarmente duro col movimento anarchico e così il 3 febbraio 1894, la sentenza viene eseguita. Il gesto presidenziale, fino ad allora mantenutosi al di sopra delle parti, segna il suo destino. Il 24 giugno successivo, Sadi Carnot si reca poi ad inaugurare l'Esposizione Universale di Lione. Il presidente francese non indossa il corpetto d'acciaio che porta sempre durante le manifestazioni ufficiali, le sue guardie del corpo hanno tentato di farglielo indossare ma per lui è una precauzione inutile e l'accoglienza lionese è stata così affettuosa che non teme un attentato. La sua carrozza procede la sera verso il teatro, con un drappello di guardie, lungo Rue de la République, quando un giovane, con un camiciotto operaio e un berretto in testa, si avvicina. In mano tiene un foglio di carta arrotolata, con l'altra si afferra al fianco della vettura. Il suo sguardo è cupo e deciso quando il foglio compie un arco nell'aria e resta infisso nel petto di Sadi Carnot: è una pugnalata. Il pugnalatore è Sante Caserio, un anarchico e fornaio italiano, che aveva giurato la sua morte per aver fatto giustiziare Vaillant. Già condannato a otto mesi di galera in Italia per propaganda antimilitarista e noto alle autorità per la sua attività politica. Caserio taglia la strada ai cavalli e si getta tra la gente inneggiando all'anarchia. Il presidente francese cerca di strapparsi dal petto il pugnale, mentre il sindaco di Lione tenta di chiamare un aiuto medico tra la folla che non capisce cosa sta accadendo, mentre alcuni linciano l'anarchico prima dell'arrivo della polizia. La ferita è troppo grave, Sadi Carnot muore poche ore dopo e l'arcivescovo gli somministra l'estrema unzione, viene poi sepolto al Pantheon di Parigi. Caserio è rinchiuso nel carcere della città, dove rimane fino a processo con le braccia legate al corpo da cinghie di pelle.
Il giorno dopo, in tutta la Francia si scatena un'ondata d'odio anti-italiano. I giornali riportano la notizia: «Un anarchico italiano ha ucciso il nostro presidente»; i direttori di aziende licenziano gli operai italiani; alcuni caffè Casati, Malassi e Maderni, a Parigi, vengono devastati sotto gli occhi della polizia, che non riesce a frenare lo sciovinismo popolare. A Marsiglia 500 manifestanti assediano un albergo italiano e una fabbrica dove lavorano molti operai italiani. A Lione i saccheggi dei negozi e fabbriche italiani durano per giorni. In tutta la Francia si eseguono arresti di massa, specie fra gli italiani e i circoli anarchici. A Montpellier sono arrestati i coniugi Laborie, che avevano ospitato Caserio nel suo viaggio e che conoscevano i suoi piani (in seguito rilasciati).
Il processo contro Caserio si tiene a Lione il 2 agosto 1894 e inizia col presidente della corte che tiene un discorso ai giurati invitandoli a condannarlo. Il contegno di Caserio durante tutta l'udienza è di indifferenza e disprezzo verso i giudici. Si addossa tutte le responsabilità dell'attentato, nega di avere complici, si rifiuta di nominare altri anarchici. Quando il giudice gli ricorda che la data dell'attentato è l'anniversario della battaglia di Solferino, in cui i soldati francesi hanno versato sangue per gli italiani, Caserio non si commuove ed esclama con indifferenza che si trattasse di una guerra civile. Inoltre, respinge ogni scappatoia legale sulla sua salute mentale per ottenere commutazioni di pena. Prima che la corte si ritiri, viene data lettura del suo memoriale, in cui parla di contadini di tutto il mondo che muoiono di stenti e di pellagra e dei ricchi che vivono oziando. Il giorno dopo è decisa la condanna a morte. Il 16 agosto 1894, a Lione, la ghigliottina pubblica appositamente eretta decapita Sante Caserio, salito sul palco, rifiutando conforti religiosi e inneggiando per l'ultima volta all'anarchia.