Milano, 20 mag – Gli antifascisti hanno occupato la sala prove dell’antifascista Dario Fo scatenando l’ira del figlio antifascista Jacopo Fo che ha parlato di “strano antifascismo”. Il girotondo dell’antifascismo potrebbe dirsi completato, ma ormai siamo abituati ad assistere ai cortocircuiti più pagliacceschi. Quindi mai dire mai.
Ripercorriamo però questa avvincente storia. Il collettivo Circolo dell’Hotel ha occupato a Milano gli spazi utilizzati dalla compagnia teatrale Dario Fo e Franca Rame, rivendicando l’azione su Facebook : “In concomitanza con la pagliacciata del ministro degli interni un nuovo spazio in città viene liberato un gruppo di ragazzi studenti e lavoratori antifascisti e anticapitalisti occupano uno spazio resistente contro il fascismo dilagante vi aspettiamo in via Bordighera 2 a Milano stasera concerto hip hop dalle 19 venite numerosi”. Non sforzatevi a rileggere, la punteggiatura non c’è. Per i compagni dev’essere una sovrastruttura sovranista.
Un dramma esistenziale
Pronta comunque la replica di Jacopo Fo, che profondamente risentito ha commentato il post: “Avete occupato lo spazio prove della Compagnia Teatrale Fo Rame. Mi sembra un po’ strano fare antifascismo colpendo chi dai fascisti e dallo Stato ha subito ogni sorta di violenza e sopruso”. Noi ricordavamo Dario Fo nella Repubblica Sociale e poi prontamente passato al fronte antifascista nel dopoguerra. Ricordavamo pure Franca Rame impegnatissima nel soccorso rosso. La moglie dell’integerrimo antifascista Dario Fo era infatti militante dell’Organizzazione Soccorso Rosso Militante e subito dopo il rogo di Primavalle, in cui morirono i fratelli Mattei, scrisse un’accalorata lettera a uno degli assassini, Achille Lollo: “Ti ho inserito nel Soccorso rosso militante. Riceverai denaro dai compagni, e lettere, così ti sentirai meno solo”.
La risposta di Jacopo Fo in ogni caso non è piaciuta ad alcuni antifascisti che lo hanno attaccato, ricordando il passato da fascista del padre sempre su Facebook. Il figlio dell’attore allora si è adirato ancor di più: “Mio padre era disertore e ricercato, informati..” Altro che mistero buffo, siamo al dramma esistenziale.
Alessandro Della Guglia