La polemica – sulla proposta del Pd a firma di Luigi Zanda sull’indennità parlamentari con relativo aumento – dura quasi da due mesi. Tra una sconfessione o quasi del tesoriere e l’annuncio di un ritiro, emerge che la proposta non solo non è stata bloccata ma ha iniziato il suo iter parlamentare. Lo denuncia Luigi Di Maio su Facebook “Vi ricordate la proposta del Pd per aumentare gli stipendi dei parlamentari? Bene, Zingaretti aveva detto che era un’idea personale del suo nuovo tesoriere. Aveva detto che l’avrebbe fatta ritirare. E invece no, è ancora lì, tanto che è stata assegnata alla commissione Affari Costituzionali. Ragazzi, non c’è speranza! Credetemi, non c’è speranza per questi signori qui. Sono curioso di vedere la faccia che faranno quando il M5S in aula porterà invece la proposta per tagliarglieli gli stipendi”.


“Noi andiamo avanti con il salario minimo, con 1 miliardo alle famiglie italiane e una legge per togliere la sanità dalle mani dei partiti! Dobbiamo continuare x cambiare!”, scrive il leader M5S pubblicando l’immagine del sito del Senato dove si legge che il ddl a prima firma del senatore Luigi Zanda è stato presentato il 27 febbraio del 2019 e assegnato in I commissione il 15 aprile scorso, come annunciato nella seduta d’Aula del 16 aprile.

Il segretario dem, Nicola Zingaretti, lo scorso 28 marzo, aveva detto la sua: “Nessuna sconfessione ma non è una proposta del Pd”, ma come si vede nel post del capo politico del M5s il testo è proprio a firma di Zanda. Che replica al ministro difendendo a oltranza la sua proposta: “È possibile che in Italia non si possa fare una campagna elettorale rispettando la verità? Di Maio è il vicepresidente del consiglio e deve smetterla di raccontare bugie. Sostiene che io chiedendo di equiparare gli emolumenti dei parlamentari italiani a quelli dei parlamentari europei, vorrei aumentare quelli di senatori e deputati italiani. È falso. Il mio disegno di legge non li aumenta nemmeno di un euro, anzi li diminuisce. È ora di farla finita. Il mio ddl prevede, soprattutto, che il nostro sistema applichi quella trasparenza che c’è nel parlamento europeo e non c’è in Italia. Tutti sanno che, alle prese con la piattaforma Rousseau e la Casaleggio e Associati la trasparenza è l’ultima cosa che i 5 stelle vogliono”.


Sul tema interviene però proprio una deputata Pd, Patrizia Prestipino: “Mi auguro che il senatore Zanda, che conosco come persona seria, risponda subito al vice premier grillino che la sua proposta di legge per l’aumento dello stipendio dei parlamentari è stata ritirata o lo sarà in un nano secondo. Perché già il povero Di Maio non sa più cosa inventarsi per rubare un punto percentuale al Partito Democratico da una parte, e non farsi rubare lui altri voti da Salvini, dall’altra. Figuriamoci se poi, tra uno spot e l’altro, anche noi gli diamo ulteriori argomenti da cavalcare. In ogni caso Di Maio deve stare tranquillo, perché alla proposta di aumento degli stipendi, a prescindere da chi la presentasse, in aula noi del Pd voteremmo contro. Sui suoi – scrive su Facebook – a giudicare da come si sono ben accomodati sulle poltrone e dalla tempestività con cui si sono precipitati ad accendere mutui alla banca della Camera per acquistare casa, non metterei la mano sul fuoco….“.

“Quella del Partito Democratico sul disegno di legge del loro tesoriere Zanda per aumentare ulteriormente gli stipendi dei parlamentari, equiparandoli a quelli degli europarlamentari, sta diventando una querelle davvero stucchevole. Continuano – scrive in una nota Fabiana Dadone, portavoce del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Costituzionali alla Camera – a trincerarsi dietro al fatto che il ddl è stato presentato da un singolo parlamentare ma nessuno, Zingaretti compreso, che dica o si impegni affinché questa proposta vergognosa venga ritirata. Se il Pd ha ancora una parvenza di sinistra o perlomeno per evitare di continuare a prendere in giro gli italiani, stralci immediatamente il disegno di legge Zanda e pensi invece a votare la nostra legge sul salario minimo“.



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