La class action dei 200 cittadini romani nei confronti della tariffa rifiuti tra le più alte d’Europa è in partenza. Oltre 200 cittadini romani, increduli e arrabbiati di fronte alla quantità di rifiuti abbandonati per strada nei loro quartieri, hanno deciso di passare alle vie legali per non sottostare oltremodo alla situazione di degrado in cui versa una città definita dalla sindaca stessa «fuori controllo».

La class action “Roma pulita” ha preso piede tra i residenti dei quartieri Prati e Monte Mario dopo le feste di Natale, quando i cumuli di immondizia si sono estesi in lungo e in largo per le strade. Hanno deciso di rivolgersi a uno studio legale per capire come fare a rivalersi sul Comune e su Ama e proprio a loro, gli avvocati Andrea Diorio e Veruska Vicentini hanno inviato una lettera per denunciare il mancato servizio di raccolta. E ora esigono il rimborso della Tari e dell’Iva sulla tassa sui rifiuti, almeno per il 40%.

«Nonostante la legge lo impedisca — sostiene l’avvocato Vicentini — il Comune ne ha richiesto il pagamento integrale, ma in caso di grave disservizio i contribuenti hanno diritto alla riduzione della tariffa. Lo ha ribadito nel 2017 la Cassazione». Un’altra sentenza del 2016 ha stabilito che non può essere applicata l’Iva su una tassa come quella sui rifiuti, per il divieto di doppia imposizione del prelievo fiscale. I legali sono pronti a far partire una serie di ricorsi presso la Commissione tributaria e il giudice civile. Dal Comune invece «aspettiamo perlomeno una risposta — ha aggiunto Vicentini — anche perché a muoversi è un numeroso gruppo di persone estenuate».
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