un borghese che dicesse "sì estraggo plusvalore mediante lo sfruttamento delle classi subalterne, credo nella teoria del valore-lavoro, credo anche nella caduta tendenziale del saggio di profitto e che questa porterà fatalmente al socialismo (il che non mi impedisce di godermi i i dividendi del frattempo)" in cosa diverge dall'analisi materialistica della storia, peraltro in questo caso addirittura condividendo le stesse previsioni future di Marx (il che non è obbligatorio ai fini di un'interpretazione economica della storia)? ma semplice: ne diverge su quel piano normativo-esistenziale che prescrive di lottare contro lo sfruttamento, piano che però non appartiene all'analisi materialistica dei fattori economici determinanti il processo storico ma è un non sequitur nella tradizione delle filosofie prescientifiche che dicevano alle persone come dovessero vivere (perché solo così avrebbero potuto trovare la felicità conforme alla loro più vera essenza)