Pd, Maurizio Martina presenta la sua mozione: “Dopo il Congresso nascerà un governo ombra”
Maurizio Martina presenta la sua mozione per la candidatura alla segreteria del Partito Democratico. Tante le sfide lanciate: dall’ecologismo al lavoro, dalla riduzione delle diseguaglianze alle proposte su scuola, università e fisco. Senza dimenticare il contrasto alle forze nazional-populiste, da esercitare a partire dalla promozione “di un governo ombra” sin da subito dopo il Congresso.
Politica italiana

21 dicembre 2018 17:21
di Stefano Rizzuti

Un partito nuovo, ecologista, europeista, un partito del lavoro che si “batte per raggiungere piena occupazione e una fiscalità progressiva, un partito dell’uguaglianza”. Così Maurizio Martina vede il Pd e lancia la sua mozione in vista del Congresso dem in cui sarà uno dei sei sfidanti. La mozione dal nome “fianco a fianco – cambiare il Pd per cambiare l’Italia” è stata messa nero su bianco con l’obiettivo di “scrivere una pagina nuova: dobbiamo unirci nella pluralità delle nostre idee, senza dividersi. Perché ogni nostra frattura è un regalo a questa destra pericolosa per l’Italia”.

L’ex segretario dem ed ex ministro durante la scorsa legislatura rivendica orgogliosamente le scelte “importanti per il bene del Paese” fatte durante la scorsa legislatura, ma sottolinea anche che “perdere le elezioni quando hai fatto cose buone è un’aggravante: abbiamo fatto troppe riforme per gli italiani, poche con gli italiani”. Il Pd, secondo Martina, deve “costruire l’alternativa alle forze nazional-populiste”, partendo dalla promozione di un “governo ombra, aperto alla società”, sin da subito dopo il Congresso. Che si dovrà accompagnare a una “costituente di tutti i democratici e i riformisti italiani, affinché dal Partito democratico si arrivi ai ‘democratici’”.

Uno dei principi da seguire, secondo il candidato alla segreteria del Pd, è quello delle disuguaglianze da ridurre: “Tutte, non solo nel reddito. Oggi in Italia la lotta alle disuguaglianze passa soprattutto dal contrasto a tre grandi fratture: generazionale, di genere e territoriale. Per i giovani proponiamo l’introduzione di un fondo statale per favorire la formazione e l’inserimento nella vita attiva: un conto individuale utilizzabile da chi diventa maggiorenne per avviare un’attività economica, dare un anticipo per comprare la prima casa, formarsi. Intendiamo abolire stage o tirocini non retribuiti e introdurre un compenso minimo anche per i praticanti nelle professioni. Per le politiche di genere, con le nostre proposte su welfare e lavoro, vogliamo mettere in campo una strategia complessiva sulle pari opportunità e portare avanti una lotta senza quartiere alla violenza sulle donne, a partire dal rafforzamento dei centri anti-violenza. Per il divario Nord-Sud serve una strategia complessiva di sviluppo e una di protezione: utilizzare in maniera più produttiva i fondi dell’Ue, credito d’imposta, esonero contributivo per le nuove assunzioni e fiscalità di vantaggio e a procedure semplificate”.

Il partito di Maurizio Martina deve anche essere ecologista, cogliendo “le opportunità per uno sviluppo sostenibile, per un’economia e una società circolari”. E deve anche “riproporre la centralità del lavoro e l’obiettivo della piena e buona occupazione”. Per questo Martina punta a un taglio del cuneo contributivo sul tempo indeterminato di almeno quattro punti per puntare sul lavoro stabile. Altra idea è quella di “introdurre per legge un tetto di ore per mese sul modello tedesco, così da favorire nuova occupazione e un maggiore equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro”.

Nel settore della scuola, Martina punta a insegnanti “formati e selezionati meglio”, oltre che pagati di più. Con una università “aperta e accessibile, indipendentemente dalle condizioni di partenza”, facilitando il percorso, a livello economico, degli studenti più meritevoli. In materia fiscale, invece, l’ex ministro propone “un’unica imposta su tutti i reddito che sia davvero progressiva”, eliminando i regimi speciali ed “estirpando l’evasione con un superamento graduale del contante entro il 2035”. Martina, inoltre, sottolinea la volontà di rafforzare “la strategia degli 80 euro, rendendola più sistematica”, e parla di una “minimum tax sulle multinazionali che operano in Italia”.

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