l,ENERGIA POTENZIALE ha bisogno di carica.. sono gli stessi motivi per cui credo non avremo mai un reattore a fusione commerciale l,energia del sole non è data dalla fusione ma dalla gravità che innesca e mantiene stabile la fusione...
così come sono quelle molle di energia potenziale che fanno muovere e mantengono in moto il sistema.
Il moto perpetuo potrebbe esistere solo se non esistesse l'attrito.
Solo che a scuola l'attrito non lo insegnano, quindi non esiste.
Video veramente simpatico, bravissimo il costruttore del marchingegno fatto con mezzi artigianali davvero divertenti. Però, ai fini di un ipotetico moto perpetuo, la complicazione dei marchingegni e/o del percorso non farebbe che peggiorare le cose; più lungo è il percorso e/o più molle, oggetti, complicazioni sono presenti in un qualunque marchingegno meccanico, maggiori sono i fenomeni dissipativi (essenzialmente suono e calore da attrito); alla fine il sistema si ferma inesorabilmente, se non intervengono ulteriori impulsi esterni, è chiaro.
Personalmente non credo che un moto perpetuo utile si possa realizzare con congegni meccanici a dimensione umana e il fallimento di innumerevoli tentativi in tal senso dovrebbe insegnare qualcosa. Tuttavia ... c'è sempre un tuttavia nelle cose. Ci sono stati dei casi interessanti che potrebbero ispirare delle verifiche più profonde, purtroppo non fatte come invece a mio parere sarebbe stato opportuno. E questo proprio nel campo della meccanica classica e quindi dei dispositivi inerziali o a gravità.
In questo campo un ipotetico moto perpetuo, se per ipotesi fosse possibile, starebbe a significare che nella fisica classica sarebbero presenti delle zone "di confine" non sufficientemente esplorate, in particolare in relazione a gravità ed inerzia, che del resto rappresentano da sempre una "spina nel fianco" della fisica, nel senso che la prima tuttora viene descritta bene da un modello che non si uniforma bene con i modelli quantistici utilizzati per descrivere le altre forze, la seconda di fatto ha un'origine che è tuttora un mistero. Tanto è vero che non le sappiamo manipolare in modo diretto. Se lo sapessimo fare entreremmo in una nuova era tecnologica.
Le macchine che andrebbero studiate meglio sono quelle dove non si smette mai di inserire energia dall'esterno, ma ad un certo punto il sistema sembra raggiungere uno stato in cui l'energia che uscirebbe (condizionale d'obbligo) sarebbe maggiore di quello che entra. Non subito, ma dopo un po' di giri. Insomma un comportamento non lineare, che violerebbe ogni legge a noi nota.
Ad esempio, una famosa ma per nulla studiata è la cosiddetta macchina di Skinner del 1939, ecco il filmato d'epoca.
Sembra che questa macchina potesse restituire più energia di quanta ne fosse necessaria per alimentarla. William Skinner affermava di averlo provato e di poterlo provare a piacere, ma che io sappia la cosa purtroppo non suscitò interesse, arrivò la guerra e tutto finì nel nulla. E i progetti originali sono andati persi, per di più, che io sappia.
A mio parere Skinner era in buona fede ma si sbagliava. Come poteva sbagliarsi? Cosa poteva averlo tratto in illusione? Rispondere a questa domanda da un lato può essere molto istruttivo, dall'altro potrebbe aprire un'ipotetica strada per trovare eventuali nostre mancanze di conoscenza, qualora ci fossero (io non lo credo, ma facciamo finta che ci siano), eventuali zone di confine.
Se si afferra una sedia per la spalliera e la si inclina un po', ci si avvicina ad un punto di equilibrio in cui la sedia quasi riesce a stare ferma da sola senza cadere. In quel punto, se faccio roteare un po' la sedia, mi basta una forza minima per ottenere la rotazione, anche grande, di una sedia anche di grande massa (e peso); ma devo poi subito cercare di riportarla in prossimità del punto di equilibrio, altrimenti mi sfugge e più se ne allontana maggiore è la forza che mi serve per riportarcela. Skinner aveva lavorato su questo principio in modo molto originale, con quattro motori sincronizzati ritmicamente e agenti in modo coordinato. Varrebbe la pena di cercare di capire come era fatta e tentare più di una replica, per esplorare questo confine. Non penso che si troverebbe il moto perpetuo vagheggiato da skinner, ma sarebbe divertente ed istruttivo. Probabilmente si arriverebbe ad una macchina di grande efficienza che trarrebbe facilmente in inganno dando l'illusione di un moto perpetuo, perché probabilmente il lavoro utile in uscita sarebbe di poco inferiore a quello in entrata; ma sarebbe poco utile ai fini pratici. Peccato sia stata lasciata morire senza essere studiata meglio.
Un altro tipo di movimento che restituisce facilmente l'illusione del moto perpetuo è il moto di un pendolo; che si avvicina molto ad un moto perpetuo; se lo si fa oscillare sotto vuoto e si minimizza l'attrito sul perno, può oscillare davvero molto molto a lungo. In effetti qui la gravità e l'inerzia fanno le generose, perché quasi riescono a riportare allo stesso livello di altezza l'oggetto lasciato cadere in oscillazione. Quasi, è chiaro. Ma è un moto molto diverso da quello di caduta lineare, in cui l'oggetto tocca il fondo e non risale più.
Che il moto pendolare sia più efficiente del moto in caduta libera si può mostrare sia col calcolo ma anche con questo semplice esperimento:
Questa maggiore efficienza dei moti pendolari è nota e sfruttata, qualche volta in modo molto ingegnoso; i pendoli a due stadi sono estremamente efficienti e possono essere utilizzati efficacemente in moti campi, ad esempio come pompe estrattrici di un liquido da un pozzo; anche pompe di petrolio, cosa che infatti avviene.
Esempio di pendolo a due stadi utilizzato come pompa attivata manualmente con poco sforzo, in quanto unisce il principio della leva favorevole a quello del moto pendolare.
tutto questo può facilmente restituire l'illusione di un moto perpetuo o almeno di una macchina che durante il suo funzionamento restituisca un'energia maggiore di quella utilizzata per farla funzionare; ma così non è, il che non vuol dire che queste macchine siano inutili.
Anche se, anche in questo caso, gli oscillatori a due stadi meriterebbero secondo me un'attenzione ben maggiore di quanta finora sia stata ad essi dedicata, perché forse in certe condizioni limite il comportamento di questi sistemi potrebbe restituire qualche sorpresa. Forse.
e illuminare un pannello fotovoltaico con una lampadina alimentata dal... pannello fotovoltaico?
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