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Udine, il Comune cancella dagli asili i riferimenti "a culture diverse": al bando anche i bambolotti con la pelle scura
A Codroipo le modifiche approvate dalla maggioranza in consiglio comunale eliminano dal testo ogni riferimento "alle diverse culture". Insorge l'opposizione di centrosinistra

Il comune cancella dagli asili i riferimenti "a culture diverse": al bando anche i bambolotti con la pelle scura
Niente che possa ricordare ai bambini le altre culture o la propria cultura di provenienza, se diversa da quella italiana. Così, nel regolamento dell'asilo nido comunale di Codroipo, in provincia di Udine, è stato eliminato, con un emendamento approvato dalla maggioranza in consiglio comunale, ogni riferimento alle "diverse culture" o alle "culture di provenienza" degli alunni.

Come racconta il Messaggero Veneto, questa decisione avrà tra le conseguenze anche quella di mettere al bando bambolotti con la pelle di colore diverso da quella bianca, strumenti musicali che vengono utilizzati in altri Paesi o giocattoli che possano ricordare, appunto, culture diverse.
La proposta originale per i giocattoli inclusivi
Gli uffici comunali avevano proposto delle modifiche per prevenire, ridurre e contrastare il rischio di emarginazione ed esclusione tra i bambini anche attraverso l'introduzione di giocattoli "che fanno riferimento alle diverse culture e alla cultura di provenienza", cosa che in termini pratici si sarebbe tradotta nella consegna ai piccoli anche di bambole con la pelle scura.

Ma sul tema si è dovuta esprimere anche la giunta comunale, il cui compito sarebbe quello di rendere il testo coerente con le disposizioni regionali in materia di accreditamento delle strutture per l'infanzia.

La maggioranza di centrodestra, al momento della ratifica del testo in consiglio comunale, ha invece nettamente respinto l'idea alla base della modifica, e ha presentato un emendamento correttivo firmato dai quattro capigruppo per eliminare ogni riferimento alle culture diverse.
Il centrosinistra: "Nostri valori non temono altre culture"
Le opposizioni di centrosinistra sono allora insorte, spiegando che i nostri valori sono "forti proprio perché non temono l'apertura e l'incontro con altre culture".

Il sindaco Fabio Marchetti, però, ha respinto le accuse, precisando che al regolamento non spetta disciplinare le differenze culturali, bensì annullare le differenze sociali, e che la formula utlizzata riproduce quella adottata da altri Comuni, come quello di Monfalcone.

Nel Nord-Est sono settimane di tensioni sul tema dell'integrazione e della multiculturalità e si profila un Natale lacerato dalle polemiche, in regioni tutte governate dalla Lega e dalla destra: a Trieste obbligo di esporre simboli religiosi negli asili e imposto un tetto per gli studenti stranieri nelle classi; a Trento finanziamenti per le scorte private per i fedeli a messa e Fugatti, nel suo primo discorso programmatico, ha "invitato caldamente" i responsabili scolastici a fare il presepio.

In tutto il Veneto la regione stabilisce un bonus per chi fa tornare in aula natività e pastori. Una situazione che fa crescere l'imbarazzo dentro la stessa Chiesa, scavalcata da obblighi di fede imposti da chi, contemporaneamente, nega l'accoglienza agli immigrati.